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Autore: Valengel    14/02/2011    20 recensioni
Ron porta fuori a cena Hermione la sera di San Valentino per festeggiare qualcosa di importante, ma l'incontro con una vecchia conoscenza potrebbe cambiare le carte in tavola.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia è stata pubblicata il giorno di San Valentino. Dopo alcuni giorni di prove credo di essere riuscita ad ingrandire il carattere e a sostituire i fastidiosi “pallini neri” davanti ai dialoghi, con le classiche “linee” (se così non fosse, ci rinuncio). Spero così di facilitarvi la lettura.

Per il momento, grazie a chi ha letto la mia storia e a chi la leggerà. Grazie a chi ha usato due minuti del proprio tempo per lasciarmi la propria opinione in merito e a chi deciderà di farlo in futuro.


L'AMORE DELLA MIA VITA


Oggi è il 14 febbraio, la festa degli innamorati, e ieri Ron mi ha chiesto di tenermi libera perché mi vuole portare fuori a cena.

Che abbia scoperto di avere un'insospettabile vena romantica? In tre anni di relazione è già tanto che non si sia mai dimenticato del mio compleanno, figuriamoci festeggiare San Valentino.

Ora sono qui, davanti all'armadio, a cercare un vestito per la serata.

Non so cosa mettermi perché non ho idea di dove voglia portarmi. Conoscendo Ron sarà un ristorante semplice, con cucina casalinga, ma è comunque un'insolita serata fuori di casa e, per una volta, voglio essere elegante.

Scelgo un abito di velluto verde petrolio, con maniche lunghe e scollo a barca che evidenzia la mia figura per poi allargarsi e scendere morbido fino alle ginocchia. Indosso una collana di perle con orecchini abbinati, un paio di decoltè nere e faccio appena in tempo a truccarmi e a domare i miei ricci in una crocchia morbida quando sento le fiamme del camino divampare e mi accorgo che è arrivato qualcuno, così mi affretto a raggiungere il salotto.

Ron si sta scrollando la cenere dai pantaloni. Indossa un completo elegante per l'occasione e sono felice di aver curato il mio aspetto in modo appropriato.

Dopo alcuni istanti, Ron si accorge della mia presenza, alza il volto e resta a fissarmi inebetito per sessanta lunghi secondi.

- Miseriaccia 'Mione, sei bellissima.

Sorrido.

Ron è così. E' dolce e spontaneo e non ha un filtro tra ciò che pensa e ciò che dice.

Non come... no! Scrollo il capo e scaccio i pensieri molesti. Sono con Ron, è la nostra serata e non dovrei permettermi di pensare ad altro. Ad un altro, per essere precisi.

- Tieni. - gli dico mettendogli in mano una scatola di cioccolatini ripieni. - Sono babbani perché è una tradizione babbana regalare del cioccolato il giorno di San Valentino.

Ron mi ringrazia e apre la confezione per assaggiare subito un cioccolatino. Ne prende uno al caffè e, dalla sua espressione, sembra averlo gradito.

- Tesoro, posso lasciarli qui da te e prenderli dopo? Adesso dobbiamo andare al ristorante.

Sorrido e annuisco. Prendo il mantello, poso la mia mano sul braccio che Ron mi sta offrendo ed entro con lui nel camino, mentre Ron getta la povere volante pronunciando il nome della nostra destinazione.

In un attimo mi ritrovo nel camino dell'ingresso di un ristorante rinomato. La sala da pranzo è molto spaziosa, con alte pareti bianche e il soffitto con le travi a vista. E' gremita di gente, per la maggior parte si tratta di coppie, che siedono ai poli opposti di tavoli circolari ricoperti da candide tovaglie di lino, abbellite da piccoli centrotavola floreali.

Un cameriere impettito ci raggiunge e ci accompagna al nostro tavolo. Per fortuna non ci hanno accolto dei poveri elfi domestici e questo mi fa ben sperare. Sorrido al cameriere gentile e apro il menù per scegliere cosa ordinare.

Sto facendo scorrere la lista dei primi quando sento un brivido percorrermi la schiena.

E' una sensazione familiare, conosciuta, ma ho paura ad alzare gli occhi eppure lo faccio e lascio vagare lo sguardo lungo tutta la sala finché non incontro il suo.

Il respiro mi si mozza in gola, strabuzzo gli occhi e sbianco quando due lamine d'argento inchiodano il mio sguardo.

Draco.

Sento il cuore battere frenetico nella mia cassa toracica e non riesco a liberare gli occhi dai suoi.

L'espressione è indecifrabile ma posso immaginare cosa sta pensando.

Deve essere sorpreso di vedermi, di vedermi in un posto così di classe insieme a Ron. Non posso dargli torto.

- 'Mione, tu cosa prendi?

La voce di Ron mi riscuote dai miei pensieri e fa in modo che i miei occhi vengano liberati dalle catene invisibili che li avviluppavano.

Poso velocemente lo sguardo sul menù e ordino la prima cosa che vedo.

- Per me il filetto di pesce spada alla griglia con verdure, grazie.

Il cameriere annota l'ordinazione e poi si volta leggermente verso Ron che sta scegliendo il vino elfico. Non riesco a concentrarmi sulle sue parole, sono troppo scombussolata per poterlo fare, ma so che Ron non capisce niente di vini e sta chiedendo consiglio.

Il mio pensiero vola dall'altra parte della stanza, verso di Lui.

Sento i suoi occhi puntati su di me come sento i brividi che mi provocano. Avvampo velocemente ma non oso alzare lo sguardo. So che non riuscirei a smettere di fissarlo.

Nonostante siano passati anni dall'ultima volta in cui l'ho visto, mi fa sempre lo stesso effetto. Quando lo vedo il mio cervello va in panne, la gola mi si secca e il cuore batte ad un ritmo furioso.

Ho bisogno di aria. Ho bisogno di scappare il più velocemente possibile via di qui.

- 'Mione stai bene? Sei tutta rossa.

- Scusa Ron, ho un po' caldo. Vado a rinfrescarmi un attimo.

Senza dargli modo di replicare, mi alzo dalla sedia e mi dirigo a passo spedito verso il bagno, dove mi appoggio al lavandino di marmo per cercare di calmarmi e di riprendere a respirare regolarmente.

E' solo Draco. E' solo un ricordo, un ricordo che non dovrebbe più fare così male, eppure...

Sento la porta dietro di me aprirsi e un profumo di menta e di tabacco mi arriva alle narici. Non ho bisogno di alzare gli occhi verso lo specchio o di girarmi per sapere chi è. Riconoscerei il suo odore tra mille.

- Che sorpresa vederti qui, Granger.

- Sei sorpreso di trovarmi nel bagno delle signore? - replico ironica, voltandomi verso di lui.

Errore, grave errore, perché in questo modo sono costretta a guardarlo di nuovo e mi perdo nel contemplare quel volto perfetto, dai tratti aristocratici e delicati; quei capelli di un biondo innaturale, leggermente più lunghi di come mi ricordassi, che mi fanno venire voglia di affondarci dentro le mani per scompigliarli e tastarne la consistenza setosa; e quegli occhi grigi. Due sottili lamine di argento liquido che sembrano perforarmi e leggermi dentro.

- Sono sorpreso di trovarti in un posto del genere accompagnata da certi... individui.

Sono sorpresa anch'io. Sono sorpresa che Ron mi abbia portato in un posto così caro e così chiaramente al di fuori della sua portata; sono sorpresa di averci trovato qui anche Lui, anche se, in effetti, questo è proprio il genere di locale che lui è solito frequentare, ma tutto questo non è il caso di farglielo sapere.

- Sono a cena con il mio uomo. Ora scusa ma devo tornare da lui.

Alzo la testa e, con la faccia più indifferente che riesco a mostrare e il passo fermo, mi avvio verso la porta del bagno, consapevole che per superarla dovrò avvicinarmi pericolosamente a lui e resistere all'impulso di sbatterlo contro al muro e baciarlo.

- No.

Mi fermo e lo osservo con il sopracciglio inarcato, un'espressione che è il suo marchio di fabbrica ma che, con il tempo, ho assimilato anche io.

- No cosa, Malfoy?

- No, non devi tornare da lui per forza e lo sai.

Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo per calmarmi, ma anche per guadagnare tempo.

- Si, devo. Devo perché sono qui da troppo tempo e non vorrei che venisse a cercarmi. Devo perché è con lui che sono venuta qui. Devo perché è lui il mio fidanzato.

Draco mi guarda con espressione indecifrabile, ma so che le mie parole l'hanno colpito perché so che ricordi rievocano. Sono i miei stessi ricordi, che ho chiuso in un cassetto della mia mente e poi ho buttato la chiave, ma che ora sembrano voler far esplodere quel dannato cassetto e riversarsi dentro di me.

- E' questo quello che vuoi?

- Non si tratta di quello che voglio, si tratta di ciò che è giusto.

Draco sfodera il suo immancabile ghigno, gli occhi sono gelidi e lo sguardo sprezzante.

- L'irreprensibile Caposcuola Grifondoro Hermione Granger, eroina di guerra, ligia alle regole e ai doveri, sempre pronta a sacrificarsi per gli altri, a fare la cosa giusta.

- Non siamo più ad Hogwarts, Malfoy.

- No, hai ragione. Perché se fossimo ancora a scuola, all'ultimo anno di scuola, tu saresti insieme a me e non a quel pezzente.

Draco pronuncia l'ultima parola con evidente sdegno, come se fosse inconcepibile che io stia con Ron, un uomo che lui considera alla stregua di uno scarafaggio. L'ha sempre svilito, ma sono convinta di aver contribuito notevolmente a far crescere il suo disprezzo.

- Draco, ti prego, non ricominciare. E' un capitolo chiuso. E' questa la mia vita adesso.

- Una vita patetica con accanto un uomo patetico che non ami. E' questo che vuoi Hermione?

- Draco...

- Draco un accidenti. Eri tu la Grifondoro, eri tu quella che avrebbe dovuto essere coraggiosa tra noi due, eppure non hai avuto il coraggio di lottare per ciò che amavi, non hai avuto il coraggio di lottare per noi due.

Come posso ribattere? Ha ragione. Lo amavo più della mia stessa vita, eppure non ho lottato per noi, non ho detto a nessuno di noi due perché avevo troppa paura che nessuno avrebbe capito, che i miei amici mi avrebbero abbandonata e non ce l'avrei mai fatta a rinunciare a loro.

- Sono passati tre anni, eppure non è cambiato niente. Siamo ancora noi due.

Scuoto il capo con convinzione. No, non posso sentirlo rievocare quei momenti, non ci riesco.

- E' cambiato tutto invece. Ti ho lasciato e lo sai il perché. Non avrebbe mai potuto funzionare.

- Cosa ne sai? Non hai mai voluto provarci.

- No Draco, no. Questi discorsi li abbiamo già fatti. Basta. Ho fatto una scelta tre anni fa e non cambierò idea.

- E dimmi, questa scelta ti ha resa felice?

- Io... sono soddisfatta della mia vita.

- Non è quello che ti ho chiesto. Ti ho chiesto se sei felice, se sei felice della vita che fai, dell'uomo che hai al tuo fianco.

Draco mi guarda intensamente. C'è rabbia, furia, aspettativa e speranza nei suoi occhi. La sua è una domanda retorica perché sa benissimo che non sono felice, che non posso essere pienamente felice lontano da lui, eppure stargli vicino vorrebbe dire troppo. Troppe rinunce, troppe delusioni, troppe aspettative disattese, ma anche troppa felicità, troppo amore. Troppo tutto. Perché Draco è tutto e niente allo stesso tempo. E' tutto insieme a lui ma è niente intorno a noi, perché non mi resterebbe niente. Scegliere Draco vorrebbe dire deludere troppe persone. Scegliere Ron invece, vuol dire deludere solo Lui e probabilmente, me stessa.

- Non farmi domande di cui conosci già la risposta. - gli rispondo tristemente – Ma questo non cambierà le cose. Lasciami andare Draco.

- Non ti aspetterò per sempre, Hermione.

- Lo so.

Sento l'aria mancare, di nuovo, e realizzo che siamo soli, nell'anticamera di un bagno che improvvisamente mi sembra troppo piccola per contenerci entrambi. Non posso resistere un minuto di più qui, insieme a lui. Asciugo una lacrima che, traditrice, è riuscita a scavalcare gli argini che fatico a trattenere e torno in sala, riaccomodandomi al mio tavolo nel momento in cui vengono servite le nostre ordinazioni.

- Stai bene tesoro?

Annuisco e accenno un sorriso forzato che pare tranquillizzare Ron. Comincio a mangiare il mio pesce spada mentre Ron mi racconta della sua giornata in negozio e delle ultime invenzioni che sta perfezionando insieme a George.

Non sto realmente ascoltando quello che mi sta dicendo, non ho la forza per farlo e nemmeno mi interessa. Mangio il pesce, sorseggio il vino e tengo gli occhi bassi, annuendo o mugugnando qualcosa nelle pause tra una frase e l'altra di Ron.

Devo concentrarmi su di lui e smetterla di pensare a Draco, a noi due. Non c'è una possibilità per noi due, sono stata io a non volerla, sono stata io ad allontanarlo da me per la seconda volta, sono stata io a rinunciare alla vera felicità.

Ron continua a parlare, nel frattempo il pesce è finito e il cameriere ci porta il dolce e una bottiglia di spumante che Ron ha voluto ordinare a tutti i costi. Ha detto che stasera ci sarebbe stato da festeggiare. Sto ancora pensando alle sue parole cercando di carpirne il significato quando vedo Ron alzarsi, prendere una scatolina dalla tasca e inginocchiarsi di fronte a me.

Merlino, no!

- Hermione, ci conosciamo da più di dieci anni e in dieci anni mi sei stata sempre accanto, prima come amica e ora come amante. Vuoi passare il resto della tua vita insieme a me? Hermione, mi vuoi sposare?

Merlino aiutami.

Sono paralizzata. Non riesco a pensare in maniera coerente. Il mio cervello mi sta urlando “scappa” eppure non riesco a muovermi. Non riesco a rispondergli. Non riesco nemmeno a concepire una risposta. Più che altro, non riesco a concepire una risposta affermativa ed è per questo che sono terrorizzata.

Sì” è una parolina semplice, sono solo due piccole e dolci letterine, eppure io non riesco a pronunciarle. Sono qui, sulla punta della mia lingua, ma al momento le connessioni cervello-bocca sembrano essere interrotte, perché io non riesco a parlare.

Io la vedo la mia vita con Ron. Lui è un bravo ragazzo, è infantile ma molto dolce e mi ama. Vivrei una vita tranquilla al suo fianco, sarei serena. Molly impazzirebbe di gioia alla notizia del nostro matrimonio, Ginny sarebbe al settimo cielo perché, parole sue, non vede l'ora di sapermi una di famiglia a tutti gli effetti, i miei genitori sarebbero felici perché anche a loro piace Ron.

Ma in mezzo a tutta questa felicità io sarei una nota stonata. Perché è vero che ho rinunciato a Draco, all'amore della mia vita, pur di salvare le apparenze e non deludere le aspettative altrui, e ora vivo in questa specie di limbo in cui mi sembra di essere un automa perché vado avanti in automatico, senza soffermarmi troppo a pensare ai risvolti che ha preso la mia vita per non impazzire. Non ce la faccio ad immaginare di poter vivere così per sempre. Sarà che ho appena rivisto Draco e mi sembra quasi un segno del destino, perché ha risvegliato in me sensazioni che credevo sopite, che la vicinanza con Ron non mi ha mai nemmeno lontanamente ispirato. Sarà che sto iniziando a pensare che sì, probabilmente deluderò molta gente, che sicuramente mezzo mondo magico rimarrà sconvolto nel vedere insieme l'eroina di guerra e l'ex Mangiamorte. Sto iniziando a pensare che Harry sarà incredulo, ma che in fondo è il mio migliore amico e gli importa solo della mia felicità; che ai miei genitori piace Ron, ma che mia madre non potrà non rimanere conquistata dai modi aristocratici di Draco; che Ginny probabilmente mi lancerà una delle sue celebri fatture orcovolanti, ma poi se ne uscirà con un “me lo aspettavo”.

Ron mi osserva perplesso. Sono in silenzio da parecchi secondi e inizia ad innervosirsi. Non era così che doveva andare nella sua mente ed ha ragione.

- Mi dispiace Ron.

La mia voce è un sussurro mentre gli accarezzo la guancia.

Lancio un'occhiata verso il fondo della sala, ma il tavolo di Draco è vuoto. Probabilmente non ha voluto assistere alla dichiarazione di Ron. Come biasimarlo? Ma se fosse rimasto, la mia reazione gli sarebbe piaciuta.

Non posso aspettare un secondo di più. Mi alzo correndo verso il camino, prendo la polvere volante e pronuncio ad alta voce “Malfoy Manor”.

Fiamme verdi mi avvolgono ed io vengo immediatamente catapultata nel camino del salotto di Malfoy Manor, dove spero di incontrare subito Draco e non sua madre.

Sono fortunata perché Draco è nella stanza, di fronte al mobiletto bar, con un bicchiere di firewhisky in mano. E' appena arrivato anche lui e ha subito pensato di darsi all'alcool per dimenticare. Tipico.

Si è accorto della mia presenza ed ora mi sta fissando con quell'espressione impassibile che sfoggiava ogni giorno ad Hogwarts, forgiata per nascondere al mondo le sue emozioni.

- Granger, che ci fai qui? Non dovresti essere con quel pezzente del tuo futuro marito in questo momento?

La miglior difesa è l'attacco e in questo, Draco, è sempre stato un maestro. Invece di rispondergli per le rime – e ammetto che per un attimo l'idea mi ha sfiorata – gli sorrido dolcemente e avanzo lentamente nella sua direzione.

- Se sono qui, probabilmente vuol dire che il mio futuro marito non sarà Ron.

Un lampo di speranza e comprensione gli attraversa gli occhi, ma è solo un attimo e l'espressione ritorna impassibile. Lo so che vuole sentirselo dire per bene e ne ha tutti i diritti, in effetti.

- Un'ora fa, mi hai chiesto se fossi felice. Beh, no, non lo ero. Non ero felice e tu lo sai. Ho fatto una scelta tre anni fa, una scelta che ritenevo giusta ma che si è rivelata sbagliata. Un'ora fa mi hai detto che non mi avresti aspettata per sempre, ora io ti chiedo, sessanta minuti dopo, è già troppo tardi?

Draco mi fissa con quel volto di pietra. Negli occhi scorrono lampi ad indicare mille emozioni diverse. So che mi vuol tenere sulle spine ed in effetti ci riesce perché anche se so che mi ama ancora, lo conosco e so che sarebbe capace di mandarmi via anche solo per ripicca.

- Lo sai che ti meriteresti che io ora ti mandassi via, vero?

Annuisco docilmente senza proferire verbo.

- Ma sarei uno stupido a precludermi la felicità solo per orgoglio. Ho già fatto molti errori nella mia vita e vorrei evitarne un altro madornale.

- Questo vuol dire che mi perdoni gli ultimi tre anni di follia, che mi ami e che vuoi stare con me?

Draco ghigna.

- Questo vuol dire – replica lui serafico – che mio padre mi manderà maledizioni da Azkaban, che la gente ci guarderà stranita e si chiederà se sei sotto Imperius, che gli altri maghi Purosangue mi disdegneranno, che dovrò sopportare l'ira di Potter e Weasel, che...

- Stai dicendo che, per me, non vale la pena di affrontare tutto questo?

- Sto dicendo che affronterei questo ed altro solo per poter stare con te, perché solo tu puoi rendermi felice.

Ed io lo so che è vero, che ha ragione lui, che ha sempre avuto ragione lui, perché non bisognerebbe mai precludersi la felicità e l'amore vero.

Draco poggia le mani sulla mia vita e mi stringe a sé mentre io mi alzo in punta di piedi e lo bacio, affondando le dita nei suoi capelli di seta.

Mentre sono qui, tra le sue braccia, mi rendo conto di quanto mi sia mancato nei passati tre anni, di quanto io abbia bramato i suoi baci, il suo corpo stretto al mio e il suo profumo di menta e tabacco e di come tutto questo mi faccia sentire finalmente a casa.

   
 
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