Abbiamo vinto.
Abbiamo vinto uno stupido pezzo di metallo e plastica?
Un altro vassoio di popolarità?
Un’ altra ondata di gelo? Forse.
Ciò che lo scioglie è ancora quel tuo sorriso felice.
Riuscirai a capirmi?
Stai parlando di lei. Le tue labbra si aprono e commentano parole dolci alla tua musa.
 
“Riuscirai a capirmi?”
 
Continuo a guardare in basso, senza accorgermi che sono dietro di te, nascosto.
Striscio un po’ i piedi; sai, mi manchi.
E ancora una volta mi chiedo: “Riuscirai a capirmi?”
 
-E un ringraziamento alla mia ragazza incinta-.
 
Un altro colpo basso.
No, anzi.
Mi hai oltrepassato il cuore; forse mi hai ammazzato, e ora sono freddo.
In pochi istanti le tue parole mi sono servite da mortale rimedio alla mia felicità, se si poteva chiamare così.
 
E mi sto ancora chiedendo se riuscirai a capirmi.
Alzo gli occhi; mi sorridi.
I tuoi occhi sovrastano la luce, splendono di emozioni, allegria, imbarazzo.
Sei sempre così felice, tu?
 
Tocca a me parlare, e sono imbarazzato.
Farfuglio vari ringraziamenti, e me ne torno vicino a te, silenzioso.
 
Ti guardo ancora.
Sembri un’ alba.
Sembri l’ aurora.
Forse riuscirai a sciogliermi ancora.
Forse a sciogliere quel rimorso che ho in gola.
Lascio scorrere il tempo? E’ tutto così sbagliato?
No ti ricordi che per tutto quel tempo ti ho amato?
Ti ho amato come l’ acqua fresca d’ estate e il calore dell’ inverno, quando fuori c’ è neve.
E se ti amassi per sempre?
Certamente tu non lo saprai mai, ma mi sta bene così. Se parlo faccio rumore, se sto zitto, tutti stanno bene.
Tutti tranne me.
 
Ti ho amato come si ama il cielo sereno, come si ama una storia a lieto fine, come si ama ciò che fa star bene.
 
E ogni volta mi chiedo:
“Riuscirai a capire?”