Aha! Eccomi qui di
nuovo, nel giro di qualche giorno, a pubblicare ancora in questa sezione. :O
Ripensando agl’episodi
precedenti non ho potuto fare a meno di soffermarmi su una scena della puntata
1x14, sui miei amatissimi Aria&Ezra. E’ solo una piccola flash, di
cui non sono molto convinta, che spero però apprezzerete. :3 Come ho detto prima,
ho preso spunto dalla scena del parcheggio, dopo la fine del ballo, in cui ci
sono Aria ed Ezra che stanno parlando.
Per chi non avesse visto la puntata (correte a
guardarla u_u) ci sono ovviamente, degli spoiler.
Aria è la mia
“bugiarda” preferita – anche se devo ammettere che mi piacciono tutte. xD E la
sua storia con Ezra, il loro “amore impossibile”, mi piace un sacco.<3
Grazie a tutti quelli
che hanno recensito/letto le mie Drabbles. :3
Buona lettura!
Invisible.
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This is Love
Love is why we do it, love is worth the pain
Love is why we fall down, get back up again
Love is where the heart lies… love is from above…
Simone, Simone, Simone.
Quel
nome mi era entrato in testa. Senza che io lo volessi, ovviamente, come quando
si ascolta il ritornello di una canzone che si odia alla radio e ti ritrovi a
canticchiarlo inconsapevolmente al supermercato o mentre prepari la cena. Era
entrato nella mia testa ed ormai, la mia unica preoccupazione, era che un
giorno potesse essere associato al nome
di Ezra.
Infondo,
mi era sembrato che tra loro due ci fosse una certa… sintonia.
Emily
vacillò, mentre ci avviavamo all’uscita dell’edificio. La tenevo stretta,
mentre Spencer ci raggiungeva poco dopo essersi allontanata da Ian.
«Tutto
bene?» Domandai a Spence, una volta che mi fu vicina. Lei annuì debolmente, facendo
un cenno con il capo. Passò un braccio attorno alla vita di Em, che dal canto
suo sbuffò pesantemente. «Hai bevuto parecchio, eh?» La rimproverò.
«Sarà
meglio se la portiamo a casa…» Tentai, guardandomi in giro, cercando il volto
di Ezra tra quello dei miei compagni di scuola. Non lo trovai.
«Hai
visto Hanna?» Mi chiese Spencer, il suo braccio ancora attorno alla vita della
mora.
Scrollai
la testa, ma un secondo dopo la biondina era al mio fianco. «Ehi.» Sorrise, ma
sembrava avesse gl’occhi arrossati: come se avesse appena finito di piangere. Avrei voluto chiederle cosa le
fosse accaduto, ma i miei occhi si posarono su qualcosa che il quel momento catturò
completamente la mia attenzione.
Ezra.
Finalmente solo.
Chissà
che fine aveva fatto Simone. Probabilmente era andata ad incipriarsi il naso o
a prendersi da bere. L’unica cosa che sapevo, era che non potevo perdere
quell’occasione. Dopotutto, la festa era finita e di lì a poco se ne sarebbero
andati via tutti.
«Aria,
non vieni?»
La
voce di Hanna mi distolse da quei pensieri. Lanciai un’occhiata al professore e
poi alle mie amiche. Emily aveva proprio un brutto aspetto. «Ragazze io…»
Un’altra occhiata alla parte opposta della sala.
«Vai!»
Mi ordinò Spencer.
«Come?»
«Vai
da lui, ci pensiamo noi ad Emily, tranquilla.» Confermò. Anche Hanna annuì ed
ero sicura che se Emily non fosse stata così sbronza, me lo avrebbe concesso
pure lei.
«Grazie.»
Sillabai, allontanandomi da loro.
In
quel lasso di tempo i più assurdi pensieri mi affollarono la testa. Sentii il
cuore battere forte contro il mio petto quando finalmente gli fui vicina. Un
cenno del capo e lui puntò i suoi occhi sul mio volto. Dio, come avrei voluto
parlargli in pubblico. Avrei fatto qualunque cosa per poter mostrarci davanti a
tutti, senza aver il timore di essere giudicati… di essere accusati di vivere
un amore totalmente impossibile.
Stringeva
un bicchierino di punch tra le mani e guardandosi intorno mi fece cenno di
uscire dal retro: lui avrebbe contato fino a cinquanta – proprio come faceva sempre
quando andavo a trovarlo a casa sua – e poi mi avrebbe seguito.
Iniziai
a camminare, ritrovandomi in seguito nel parcheggio retrostante. Mi appoggiai
sul fianco di una macchina, voltandomi. Qualche secondo dopo fu al mio fianco,
un debole sorriso gli piegava le labbra. «Stai meglio?» Mi domandò.
«Meglio?»
Mi accigliai. «Sì. No… cioè. Perché?» Stupida ansia. Sbuffai e lui sorrise con
più decisione.
«Sei
stata strana per tutta la sera…»
Forse perché tu eri impegnato a
flirtare con Simone, pensai. O meglio, era lei che flirtava con
lui. Ma non ebbi il coraggio di dirglielo… non subito, almeno. Annuii, «Sì, sì
sto bene.» Mormorai poi, abbassando lo sguardo.
I
minuti passavano ed nessuno dei due aveva intenzione di dire qualcosa. Non so
per quale motivo, ma una strana sensazione mi attanagliò lo stomaco. «Se vuoi,
potresti… andartene con Simone.»
Strinsi il cappotto che tenevo tra le mani, abbassando lo sguardo.
«Accompagnarla a casa sua, a New York.»
Probabilmente
avrei dovuto considerarmi una sciocca, per avergli proposto una cosa simile.
Quella serata aveva decisamente peggiorato il mio umore… e se non fosse stato
per Spencer, gliel’avrei fatto capire molto prima. Le paure e le insicurezze,
mi fecero diventare gl’occhi lucidi.
Ezra
mi guardo confuso. «Perché pensi che dovrei…?» Domandò infatti, inarcando un
sopracciglio. Possibile che vedessi solo io quel qualcosa tra loro così… realizzabile?
«Beh,
perché no?» Sbottai, con un certo tono di accusa. «Lei è bellissima…
intelligente e divertente.»
«L’ho
conosciuta ieri…» Incalzò lui come se la cosa mi fosse sfuggita di mano.
«E’
una donna di successo. Tu… adori i suoi racconti.»
Ma non era solo questo. C’era
molto di più. Cose che per me rimanevano irraggiungibili… che potevo solo sognare. E mi si strinse il cuore al solo
pensiero, ma non potevo tenermi dentro tutto quel peso che mi toglieva il
respiro. «Ha la tua età. Io…» Incrociai i suoi occhi e per un attimo tentennai.
«… io non posso competere con questo.»
Ed
era vero. Stare con me significava rimanere nascosti a vita dietro l’immagine
sbiadita del professore e della studentessa. Abbassai lo sguardo, di fronte
all’evidenza. Con Simone, non avrebbe rischiato nulla.
«Nessuno
te lo chiede!» Esclamò lui, catturando di nuovo la mia attenzione.
«Sì
ma è vero. Voi due sembrate anche una coppia.» Sentii le guance bagnarsi da
quella lacrima ribelle che stavo tentando di trattenere. Mi asciugai velocemente,
riprendendo il discorso - scavandomi ulteriormente la fossa. «Puoi ballare con
lei e… tenerle la mano davanti a tutti.» Quanto avrei voluto che potesse farlo
anche con me.
Continuava
a guardarmi, in silenzio, con uno strano sguardo confuso, come se tutto quello
che stessi dicendo per lui non aveva senso. Eppure un senso per me ce
l’avevano. Forse eravamo semplicemente sbagliati
e Simone era stata solamente una scusa per farmelo capire. «Potete uscire
dal vostro appartamento insieme, senza contare fino a cinquanta.» Proseguii,
imperterrita.
«Aria…»
Mi bloccò Ezra, sospirando. «Perché stiamo discutendo di questa cosa?» Sembrava
che le mie parole l’avessero spiazzato sul serio. Tentò di parlare, impacciato,
ed abbassò lo sguardo senza sapere che dire. Ma poi trovò il coraggio ed
incatenando il mio sguardo al suo iniziò a parlare.
«Io
sono già innamorato… di un‘altra.»
Disse, con una tale dolcezza che mi catturò.
Vidi
nei suoi occhi la certezza di quelle parole, e in un secondo tutte le
preoccupazioni - che fino a un momento prima mi stavano letteralmente
soffocando – si affievolirono. Forse ero semplicemente paranoica.
Avrei
dovuto pensare di meno e vivere di più, affinché ogni istante con lui non
venisse sprecato. Infondo il bello dello stare con una persona è anche questo…
le paure e le incertezze si risolvono insieme.
Sorrisi
quando un gruppo di ragazzi ci interruppero proprio nell’istante in cui aveva
deciso di baciarmi. Aspettai che fummo ancora soli e – prendendo l’iniziativa –
lo baciai.
«Grazie.» Sussurrai, avvertendo il suo
sapore sulle labbra.
Love is this, this is love.
{This is Love – The Script}