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Autore: Zagharid    15/02/2011    0 recensioni
Può il pensiero influenzare la realtà? State attenti a quello che volete...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non vi è mai capitato di essere certi che una cosa a voi molto importante si trovasse in un posto e nel momento in cui l’avete disperatamente cercata quella non c’era?
È quello che mi successe un giorno d’inverno quando cercando nelle cartelle per pc non trovai più il libro che stavo scrivendo ed in quel momento l’unica cosa che mi venne in mente fu “ma perché cavolo non ti fai trovare proprio stasera che avevo voglia di te” o ancora “ per una volta che mi sento ispirata ed ho voglia di rispolverarti tu non ci sei”…certo si dice sempre che quando una cosa ti serve non la trovi mai e che quando invece non t’importa niente di lei ce l’hai sempre sotto il naso.
Questi sono gli scherzi del destino che saggio t’invia dei messaggi esoterici che solo il più grande maestro di vita potrebbe decifrare.
Mi alzai da sotto la scrivania andando puntualmente a sbattere la testa contro lo spigolo e soffocando un’invocazione che è meglio che non sappiate. Niente. Non c’era traccia di lui da nessuna parte eppure sentivo che quella sarebbe stata la sera giusta per ritrovarlo. A quanto pare non era poi così giusta. Sentii dei borbottii alle mie spalle e senza girarmi per vedere chi fosse stato ad emetterli mi limitai ad alzare gli occhi al cielo perché sapevo fin troppo bene quale persona potesse emettere quel tipo di onde sonore.
“Ti dispiace?! Mi rendi le cose ancora più difficili così..potresti limitarti a tacere invece di farmi notare qualsiasi cosa faccia?”. Senza voltarmi seppi che lui stava scuotendo le spalle come se volesse dirmi “quando ti passerà quel brutto carattere che ti ritrovi?”.
Senza rendermene conto guardando la credenzina del salotto con aria imbronciata risposi ai suoi pensieri: “mai”.
“da quando parli da sola?” “da quando ti conosco come le mie tasche e non ho più bisogno di averti di fronte per una vera conversazione…come vedi riesco benissimo a conversare senza te come controparte poiché so esattamente quello che risponderesti ai miei pensieri”.
“ah si? Allora posso fare a meno di stare qui ad aspettarti” “bravo, vai, ottima idea”.
In quel momento pensai veramente che fosse un’ottima idea così almeno avrei se non altro potuto tirarmi giù di dosso la sua ansia.
Lo sentii sciabattare fino in fondo al corridoio poi ogni suono scomparve.
“ecco adesso è la fase sono in vena di scherzi infantili, alla faccia della monotonia”.
Silenzio. Tipico . adesso aspetterà che mi avvicini alla sua postazione per venir fuori e farmi venire un accidente. Comincio a non sopportarlo più, sembra un mio alter ego più che la mia metà.
E se si tratta di una metà è sicuramente lui la parte marcia della mela. Pensai che forse stessi un pelino esagerando.. va bene diciamo che non è proprio marcio…se siamo come culo e camicia sicuramente lui è il culo ed io la camicia. Ecco questa è meno cattiva no? Accontentatevi, cosa vi aspettate da una lite tra fidanzati? State zitti e godetevi lo spettacolo.
“Va bene…ti perdono sono stata un po’ acida perché ero nervosa…” pensai che il modo migliore per farmi perdonare fosse farmi trovare pronta per il suo scherzetto e dargli un po’ di soddisfazione.
Mi avvicinai al punto in cui era sparito pestando i piedi in modo che non sbagliasse. Te l’ho messa su un piatto d’argento, cosa vuoi di più ?
Arrivai alla fine del corridoio e scorsi per terra qualcosa di blu. Più mi avvicinavo più quella cosa blu aveva tutto l’aspetto di una ciabatta. Poi le cose blu divennero due. Poi alle cose blu si attaccarono due gambe..e un busto…e un viso. Il tutto incorniciato sul pavimento.
Sembrava stesse dormendo. “ Va bene, i tuoi soliti scherzi, dai tirati su ho detto che ti perdono ma se continui così oggi finiamo veramente per litigare”. Silenzio.
Osservandolo notai che c’era qualcosa che non quadrava, era completamente immobile, troppo fermo per…essere un corpo umano. “ehi! Tirati su! Svegliati! Mi sto veramente spaventando adesso!”. Niente, non si muoveva più . Caddi sulle ginocchia, gli occhi spalancati e nessun pensiero per la testa tranne l’immagine che avevo di fronte che si ripeteva come se stessi guardando dentro un prisma. Era come la proiezione di un film muto ma a colori.
Tutto si era fermato poi per un attimo quando realizzai, tutto si mise a girare, i vasi di fiori, il televisore, le finestre e in un attimo mi ritrovai al buio. Chi ha spento la luce? Avevo freddo e non sapevo dove fossi. Non trovavo nemmeno un punto per orientarmi.
Poi sentii una sensazione gelida al braccio come se qualcosa mi avesse afferrata stretta. Sussultai.
Sembrava una tenaglia. Poi un improvviso raggio di luce illuminò il punto dov’ero e io rimasi impietrita, senza parole e senza la possibilità di muovermi.
Inginocchiata davanti a me c’era una cosa che aveva il mio stesso viso solo che quel viso non sembrava per niente umano. Sembrava una maschera sfigurata da un urlo muto di dolore.
Gli occhi mi fissavano in preda al panico ma quella cosa non emise alcun suono anche se la sua figura sembrava urlare più forte di qualsiasi altro suono avessi mai udito.
Mi teneva stretta per il braccio implorandomi con gli occhi. Non capivo, ero stordita da quella visione e non riuscivo a pensare a nient’altro che alla paura.
Poi la figura si sposto con movimenti veloci e prendendomi per le spalle mi spinse con una forza inimmaginabile contro il pavimento. Lì ad un centimetro dal mio naso c’era una cosa blu.
Una cosa blu che somigliava ad una ciabatta. In quell’attimo tutto ciò che era successo nel dieci minuti di vita precedenti tornò nella mia mente. I miei pensieri vennero improvvisamente interrotti da un rumore di vetri rotti. Alzai velocemente lo sguardo verso il rumore che avevo udito e lì davanti ai miei occhi la me stessa muta che mi aveva fino a quel momento terrorizzato con il suo sguardo d’improvviso si ruppe. Tutto il suo corpo si sbriciolò in migliaia di frammenti luccicanti.
Ma non era finita perché sotto l’involucro che si era trasformato in una sottilissima polvere di vetro c’era una creatura meravigliosa che emanava tanta luce che quasi facevo fatica a guardarla.
Per un attimo potei dare uno sguardo a quell’immagine paradisiaca che emanava calore e pace.
Quell’essere lucente alzò la mano verso il mio viso e il suo tocco passò sul mio viso quasi fosse una piuma. Mi sussurrò qualcosa sorridendo ed un attimo dopo tutto quello che avevo visto fino a quel momento non esisteva più e quello che vidi al mio risveglio fu un pavimento ed una ciabatta blu ad un centimetro dal mio naso. Mi alzai quasi il mio corpo non avesse peso e corsi senza pensare a niente verso il telefono digitando il 118. Ripresi a pensare quando sentii le sirene dell’ambulanza nel cortile. Fu allora che mi risvegliai completamente.  
 
  
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