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Autore: Allegra Yep    15/02/2011    2 recensioni
E' il secondo anno per Rukawa e Sakuragi e lo Shohoku è riuscito non solo ad approdare nuovamente al Campionato Nazionale, ma persino ad arrivare in finale!
Seguendo gli antichi rituali di guerra, la squadra si prepara ad affrontare l'ultima battaglia!
Genere: Azione, Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ayako, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok... annuncio che non so come diamine mi sia uscita questa cosa XD E' un'accozzaglia di basket (sport di cui non mi intendo per niente), Giappone, tradizioni medievali e non so cos'altro... è indubbio però che mi sono divertita un sacco a scriverla!
Scritta sul prompt "guerra" per la prima gloriosa missione del"The Clash of Writing Titans", team Maghi.  Buona lettura!


L'ultima battaglia

L'ultima partita del campionato nazionale di basket non la si era potuta definire partita, no: era stata una GUERRA. La spensieratezza, l'allegria, ma anche la strafottenza mista a leggerezza che era caratteristica principale di qualche membro dello Shohoku – ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale, ovviamente – erano spariti man mano che si avvicinava la partita, per lasciare il posto alla disciplina ed alla compatta unione di squadra, sotto la vigile direzione di Miyagi: seppur a malincuore, avevano persino rinunciato alla classica sbronza per festeggiare la vittoria delle semifinali.

Purificazione

Inutile dire che Ayako aveva proibito a tutti gli atleti della squadra di andare a far baldoria la seria prima della finale, obbligandoli a sottoporsi a un suo speciale allenamento finale. Ignorando le proteste di Mitsui e Miyagi che avrebbero preferito passare il pomeriggio a giocare con la playstation, era riuscita a trascinare tutta la squadra alle terme, sostenendo che un bel bagno purificante sarebbe stato un toccasana, per iniziare.
Il pomeriggio tardi li aveva messi in fila per due a suon di ventagliate e li aveva condotti alle terme più vicine. Per prima cosa si erano immersi nella vasca fredda – "Aya, come fai a definirla fredda?! È gelata! - dove i giocatori avevano contato battendo i denti i minuti che li separavano dalla fine di quella tortura: se almeno fossero stati in una piscina occidentale, avrebbero potuto fare un po' i cretini schizzandosi e affogandosi per scaldarsi! Poi erano passati schiamazzando in quella riscaldata, ricevendo una buona dose di occhiatacce da un paio di vecchietti. Ben presto avevano a lamentarsi del troppo caldo e Ayako aveva giurato a se stessa che l'anno successivo non si sarebbe proposta come manager della squadra di basket dell'università, a nessuna condizione.

Meditazione

- Ragazzi... - iniziò Miyagi guardando tutti i suoi compagni di squadra. Era un duro compito quello che aveva sulle spalle quell'anno, il ruolo di capitano, ed anche se era riuscito a portare i suoi ragazzi fin lì, l'indomani si sarebbero trovati davanti niente meno che il Sannoh! - Siamo nella merda! - esclamò dopo un attimo di pausa, facendo gelare tutti i presenti. - Per questo ho deciso che ritarderemo un po' la cena per andare al tempio: ci raccoglieremo in meditazione e pregheremo per poter lottare al meglio domani -
Inutile dire che qualcuna delle matricole provò a protestare, ma per una volta lo sguardo del capitano era implacabilmente serio e capirono che c'era ben poco su cui scherzare. Scorgendo lo sguardo ammirato di Ayako, Miyagi incrociò le dita nella tasca dei pantaloni, sperando di riuscire a fare colpo sulla bella manager con il ruolo del capitano coscenzioso.
Una gentile vecchina a cui chiesero informazioni sul tempio più vicino si propose si accompagnarli, ascoltando interessata il resoconto di tutte le partite vinte. - Sapete ragazzi, mio marito è venuto a mancare poche settimane fa, ed era un vero appassionato di basket: mi ha fatto davvero piacere incontrare qualcuno che è animato dalla sua stessa passione! Domani verrò a fare il tifo per voi! - promise, prime di lasciarli alla base della scalinata del tempio.
I ragazzi salirono le scale in silenzio. All'improvviso su ognuno di loro si era abbattuta la consapevolezza della gravità della partita dell'indomani: non avrebbero giocato solo per loro stessi, no. Ci sarebbero state moltissime persone a fare il tifo per loro, per i motivi più disparati, e non sarebbe stato giusto deluderli. Avrebbero dovuto impergnarsi al massimo.
Vegliando in piedi sui "suoi ragazzi" inginocchiati nel cortile lastricato in pietre del tempio, Ayako si sentì fiera di loro. Rukawa sedeva composto e determinato, ma non solo in un angolo come avrebbe fatto un tempo, bensì vicino a Sakuragi, che a sua volta non stava facendo il pagliaccio, ma meditando ad occhi chiusi. Anche le matricole sembravano essere impegnate. La ragazza si concesse di lanciare un'ultima occhiata, più lunga, a Miyagi e si inginocchiò a sua volta a pregare.

Digiuno

- Io ho faaaaame! Aya, ti prego, ci possiamo fermare a prendere dei takiyaki, eh? Ho visto un posto che li vende giusto laggiù! - implorò Sakuragi mentre la squadra tornava diligentemente verso l'albergo. Si era trattenuto fino a quel momento, ma la pancia aveva iniziato a brontolargli in maniera davvero insopportabile!
- Assolutamente no! - rispose categorica la manager, afferrando il rossino per mano e trascinandolo via dalla direzione del take-away. - Sai, mentre eravamo al tempio, ho pensato che potreste digiunare per questa sera – aggiunse poi.
- Stai scherzando, Aya, dimmi che stai scherzando! - chiese Sakuragi, sinceramente preoccupato per il suo stomaco. Non era mica il mangione per cui tutti lo spacciavano! Semplicemente aveva bisogno di mangiare poco e spesso, ecco.
Ayako fu però inflessibile e sequestrò persino tutti gli snack che trovò nei loro borsoni. Anche se molti giocatori meditarono di compiere una fuga nel ristorante più vicino, alla fine tutti ubbidirono agli ordini: la sorta di rituale nel quale li stava coinvolgendo la loro manager aveva fatto presa su di loro, anche se erano ancora restii ad ammetterlo.


La veglia

L'alberghetto dove si erano sistemati era decisamente fuorimano rispetto al centro perchè, dovendo sborsare l'intersa somma di tasca loro, i giocatori dello Shohoku avevano optato per il più economico sulla piazza. C'è da dire però che almeno erano immersi nel verde e non erano disturbati dall'intenso traffico cittadino: a far loro compagnia c'era solo il frinio di qualche cicala.
- Uff... Non riesco proprio a dormire! - sbottò Mitsui, tirandosi seduto sul futon. Nonostante la meditazione di Ayako ed il suo maledetto digiuno, si sentiva dannatamente nervoso: sarebbe stato il suo ultimo Campionato Nazionale quello, perchè col cazzo che si sarebbe fatto bocciare un'altra volta! E per questo sentiva che l'indomani avrebbe dovuto dare il meglio nei suoi tiri da tre, o se ne sarebbe pentito per tutta la vita. Finalmente era riuscito a superare il blocco dovuto agli anni di inattività, e la vincita del Campionato sarebbe stato un ottimo biglietto da visita per qualunque università, soprattutto considerando che i suoi voti non erano proprio eccellenti.
- Nemmeno io... - bofonchiò Miyagi rigirandosi fra le lenzuola, rincuorato dal fatto di non essere l'unico a non riuscire a prendere sonno. Col fatto che era capitano aveva una responsabilità bella grossa sulle spalle... almeno ci fosse stato il Signor Anzai a confortarlo con le sue parole! Purtroppo però era piuttosto anziano e il medico gli aveva proibito di prendere l'aereo, incurante del fatto che in questo modo i ragazzi si sarebbero trovati senza allenatore. Sospirando, Miyagi si soffermò a riflettere soprattutto su una qualche strategia per tenere alto il morale dei suoi compagni il giorno dopo nei momenti in cui il gioco si sarebbe fatto più difficile. Se non fosse stata una partita così importante, sarebbe rimasto il più del tempo in panchina, ma loro non erano mica lo Shoyo di Fujima! Anche se – modestamente – quell'anno l'avevano proprio battuto alla grande.
- Provate a contare le pecore... anche se non sembra stare funzionando granchè! - suggerì affranto Sakuragi. Quanto avrebbe desiderato in quel momento avere un po' del DNA della Volpe Artica, che gli avrebbe permesso di dormire ovunque e in qualunque situazione! Come in quel momento, che Rukawa dormiva russando lievemente nel futon affianco al suo. Anche le matricole sembravano non avere problemi di nessun tipo, mentre lui ne aveva di pensieri per la testa!
- Per me stai contando le bestie sbagliate, Hana! - disse Miyagi sghignazzando. - Magari se conti le scimmie rosse, cambia qualcosa! -
- Brutto idiota! Dormi! - sibilò piano Sakuragi, attento a non svegliare Rukawa, conoscendo perfettamente le punizioni che riservava per chi "osava disturbare il suo sonno". In verità, se non riusciva a dormire ed era un po' teso, non era nè perchè desiderava far colpo su Haruko con una strabiliante vittoria come insinuava il Guntai nè perchè se la stesse facendo sotto, come sosteneva Rukawa: quello che temeva più di ogni altra cosa era di avere di nuovo problemi con la schiena. Il dottore gli aveva assicurato che era pienamente guarita e lui non aveva avuto nemmeno il più piccolo dolore fino a quel momento del Campionato, però... un accenno di paura gli si era insinuato dentro negli ultimi giorni e non era riuscito a scollarselo di dosso in nessun modo!
- Mmm... che ora è? - chiese una matricola mugnando, ancora mezza addormentata. Delle voci l'avevano svegliata...
- Presto... dormi! Quella di domani non sarà una semplice partita, bensì una guerra! Possiamo vincerla, ma per farlo dobbiamo essere in forma... quindi è meglio che dormiamo pure noi!- disse categorico Miyagi, girandosi panciasotto e sperando di addormentarsi finalmente.
Nel giro di pochi minuti, nella grande camerata regnò finalmente il silenzio, interrotto solamente da qualcuno che russava e dall'immancabile frinio delle cicale.


La vestizione

Il giorno della gara Ayako era stata clemente: se da una parte aveva effettivamente pensato di far alzare all'alba tutti i ragazzi per fargli fare un'altra seduta di meditazione collettiva, alla fin fine aveva riconosciuto che era più importante che avessero riposato abbastanza da non addormentarsi in campo.
La sveglia era quindi suonata alle nove e, dopo una rapida ma sostanziosa colazione, i ragazzi si erano diretti verso il Palazzetto. Abituati alle proporzioni della provincia, avevano avuto qualche difficoltà a trovare l'entrata giusta, ma per fortuna c'era anche uno stuolo di hostess pronte a condurre i giocatori verso i loro spogliatoi.
- Ah, ragazzi... non mi sembra proprio vero! Ci sono così tante belle pollastrelle di in giro! - disse Mitsui entrando nello spogliatoio. - E poi sono qua per noi, vi rendete conto?! Ah, devo proprio provarci con qualcuna dopo! -
- Continua a sognare, scemo! - rispose Sakuragi ridendo un po' forzatamente, ed invidiando la spensieratezza che l'amico riusciva a mantenere. Lui invece, da quando era entrato nel Palazzetto, si sentiva oppresso dalla grandiosità e dall'opulenza del posto... avrebbe dato qualunque cosa per giocare nella loro vecchia e malconcia palestra! Per fortuna che non avevano cambiato le divise perchè la loro scuola non aveva abbastanza soldi: anche se vecchiotta, la cara divisa rossa gli dava la sicurezze che gli serviva.
Non era solo lui, però, quel giorno tutti i giocatori si preparavano con attenzione maniacale, attenti affinchè ogni piccolo particolare – persino l'altezza dei calzini – fosse come al solito, se non meglio. Persino Rukawa aveva avuto un attimo di titubanza quando gli era sembrato di avere lasciato la sua inseparabile fascetta nera in camera.


Saluto al nemico

Quando l'altoparlante annunciò che entro breve si sarebbe disputata la finalissima fra Shohoku ed Sannoh, Ayako entrò nello spogliatoio per condurli in campo e trovò i ragazzi che si guardavano terrorizzati.
- Ehi! Che siete, delle femminucce? - urlò distribuendo un paio di sventagliate a destra e a manca. Di solito era il vecchio allenatore Anzai a fare un discorsetto pre-partita con ognuno dei singoli giocatori, ma sperava che arrivati a quel punto non ce ne sarebbe più stato bisogno... quanto si era sbagliata!
- Abbiamo pochi minuti prima che inizi il riscaldamento, perciò devo fare in fretta... Ma credetemi, ce la potete fare! L'anno scorso qualcuno avrebbe scommesso un solo misero yen sulla vostra vittoria sul Sannoh? No, mentre VOI ce l'avete fatta! Inoltre siete migliorati tantissimo quest'anno, e non avete vinto solo due partite, siete arrivati in finale! Quindi non voglio più vedervi comportare come delle mammolette, chiaro? Tirate fuori i c... ehm, la grinta! - disse la ragazza ridendo. A forza di stare in mezzo al quel branco di scimmioni, stava iniziando ad assomigliargli fin troppo!
Un sorriso, una pacca d'incoraggiamento, un bacio scherzoso e la piccola manager riuscì a riportare il buonumore nei ragazzi. Sospirando di sollievo, si chiuse alle spalle la porta dello spogliatoio ormai vuoto e si affrettò a raggiungerli di corsa: in altezza le mancavano ancora un bel po' di centimetri prima di essere al loro livello!
Appollaiata in panchina, guardò i "suoi ragazzi" che si schieravano davanti alla squadra avversaria, sulle prime leggermente intimoriti dalla tifoseria del Sannoh, e poi piacevolmente sorpresi quando si resero conto che il tifo per loro non era per niente inferiore! Alla fin fine, i suoi teppisti erano riusciti a far breccia nei giapponesi e lei era certa di averne capito il segreto: la spontaneità, l'allegria, ma anche la strafottenza, la personalità marcata di ogni giocatore e soprattutto l'unione di squadra.
Inoltre erano anche maturati moltissimo, e ne ebbe la prova definitiva guardandoli stringere la mano ai giocatori avversari in segno di rispetto, invece che prenderli in giro o fargli gli sberleffi com'era sicura avrebbero fatto l'anno precedente: sembravano decisamente dei veri professionisti.


Guerra

La partita non era stata facile. Le due squadre fin da subito erano apparse ben bilanciate, e quello che il Sannoh aveva in più di tecnica veniva compensato dalla forte unione di squadra dello Shohoku. Inoltre entrambe le squadre avevano perso dei giocatori di peso considerevole come Akagi e Kawata, perdite che avevano portato a leggere modificazioni dello stile di gioco in ambo le parti.
Consci dela sacralità della partita, tutti i giocatori avevano giocato più pulito del solito, anche se qualche sgarro c'era stato lo stesso. Sakuragi – terrorizzato a morte dal pericolo dell'espulsione in un evento così importante – era riuscito a non commettere nemmeno un fallo.
Ryota, Mitsui e Kiyoshi, promettente matricola, riuscivano abbastanza spesso a compiere delle belle azioni, e nel caso subentrava Sakuragi-Re-del-Rimbalzo. Rukawa da parte sua non vedeva l'ora di reincontrare Sawakita e di testare la sua preparazione per l'America, sogno che non aveva ancora abbandonato, ed aveva scoperto che facendo maggior gioco di squadra riusciva ad essere anche più pronto e sveglio nell'one-on-one. Così spesso e volentieri portava avanti azioni di gioco con gli altri componenti della squadra.
La vera rivelazione durante l'anno era stata la sua capacità come insegnante: messa da parte un po' di quella che – presa inizialmente per scontrosità – si era rivelata semplice timidezza, aveva preso sotto la sua ala un paio di matricole facendole migliorare considerevolmente, e seppure mugugnati a mezza voce aveva dato dei consigli persino a Sakuragi.

Feriti in battaglia

Il primo ostacolo si presentò verso la metà del primo tempo, quando Mitsui ricevette al ginocchio ferito anni prima un colpo davvero forte , che lo costrinse a fermarsi. Vedendolo accasciarsi a terra, Ayako temette davvero per l'esito della partita, ma Shino, un'altra matricola, era riuscito a tenere duro per la fine del tempo e metà del successivo, finchè il giocatore non era riuscito a tornare al suo posto.
Inoltre, vigilando sulla sua squadra dalla panchina, la ragazza si era resa conto che Sakuragi sembrava affaticato, ed era abbastanza scontata la cosa, considerato il periodo che aveva trascorso fra inattività e riabilitazione. Seppur a malincuore, decise di tenerlo in panchina per tutto il terzo tempo, ma si rivelò una scelta vincente: invece che abbattersi e perdere la grinta, quando il rossino tornò in campo sprizzava energia e combattività da tutti i pori.


Vittoria

Quando ritornò in campo, Sakuragi si impossessò immediatamente della palla e letteralmente costrinse Rukawa a giocare a due con lui. Non che durante i tempi precedenti non avessero mai effettuato passaggi, ma il rossino aveva preferito vigilare sull'area sotto canestro. In quel momento però le due squadre continuavano a mantere la parità, e loro dovevano assolutamente vincere.
Fu quella la vera rivelazione del Campionato. Infatti, anche chi li aveva visti già in precedenza mettere in gioco qualcosa di simile, rimase strabiliato dalla sincronicità che erano riusciti ad ottenere. Saetterano per il campo alla velocità della luce, guidando lentamente ma inesorabilmente lo Shohoku verso la vittoria.
Segnato l'ultimo canestro – un verso Slam Dunk! - e sentito il fischio di fine partita che li consacrava vincitori del Campionato Nazionale, Rukawa per la prima volta alla fine di una partita si diede a pubbliche manifestazioni di gioia: Sakuragi giura di poter sentire ancora adesso nelle orecchie il suo urlo di trionfo e la sua foto con volto rigato dalle lacrime fece il giro di tutti i giornali.
A sancire la profonda unione di squadra che intercorreva fra loro, istintivamente i ragazzi dello Shohoku si radunarono in mezzo al campo, abbracciandosi e baciandosi dalla gioia. L'intero Palazzetto gioì con quella squadra di ragazzi di periferia, che era riuscita a fare il miracolo e a vincere il Sannoh. Probabilmente era stata la Fortuna a riunire ragazzi tanto dotati in una scuola che solitamente non brillava per i suoi risultati cestistici, ma – che si ripetesse in futuro o no – fu una vittoria destinata a rimanere negli annali.


Saluto del nemico sconfitto

I ragazzi dello Shohoku dimostrarono però di non essere semplicemente dei liceali esaltati per la vittoria, ma anche dei veri sportivi. Passato il meritato momento di euforia, si ricomposero e andarono a congratularsi con gli sconfitti. Non era stata una partita facile, e se l'avevano potuta condurre giocando a un determinato livello era stato grazie agli avversari che si erano trovati davanti.
Il Palazzetto, che fino a quel momento risuonava di grida di giubilo e cori di vittoria, ammutolì improvvisamente quando i due capitani si strinsero le mani. Più di qualcuno si chiese se il gesto avesse rappresentato forse un cambio di testimoni, dopo la lunga tradizione di vittorie del Sannoh, ma poichè il nuovo Campionato Naziale è ancora da disputarsi non ci si può ancora pronunciare in proposito.


Conta dei feriti

Dopo il gesto, entrambe le squadre uscirono compostamente dal campo. Molti chiesero il perchè di quell'atteggiamento ai giocatori, ma tutti risposero che era l'unico da adottare: non sapevano come spiegarlo, ma l'aria era pervasa da una sorta di sacralità.
Appena misero piede fuori dal campo, sia Mitsui che Koyama, un giocatore del Sannoh infortunato durante il gioco, necessitarono del supporto dei compagni, come se le energie li avessero sostenuti solo per il tempo necessario a disputare la partita. Fortunatamente c'era un equipe medica stazionata nel Palazzetto, che si assicurò che i due ragazzi stessero bene e offrì una stampella ciascuno a cui appoggiarsi affinchè non si affaticassero ulteriormente.


Ringraziamento agli Dei per la vittoria

Usciti dal Palazzetto, i ragazzi dello Shohoku respirarono l'aria fresca a pieni polmoni, con la sensazione di stare vivendo in un sogno. Sembravano completamente spaesati e trasognati, notò Ayako mentre si incamminavano verso l'albergo, ma sui loro visi continuavano a brillare tracce di quella sacralità che aveva visto in loro durante la partita.
- Ehi, ragazzi... - disse piano Mitsui per richiamare l'attenzione della squadra. - Passiamo per il tempio? -
Questa volta nessuno si lamentò, comprendendo nel profondo il tacito bisogno del loro tiratore da tre punti. Raggiunsero in silenzio il tempio, salirono le scalinate senza fiatare. Si inginocchiarono nel cortile del tempio e chiusero gli occhi in atto di meditazione.
Il vento spirava leggero scompigliandogli i capelli e facendo volteggiare nell'aria petali di fiore. L'intero Shohoku, inginocchiato nel cortile di pietre chiare, rese grazie agli Dei per l'armonia perfetta che era riuscito a sperimentare nella finale del Campionato, e che gli aveva fatto assaporare per un istante l'armonia di tutte le cose. I singoli giocatori, inginocchiati nel cortile di pietre chiare, resero grazie agli Dei per le piccole vittorie che erano riusciti ottenere.
Ognuno di loro era riuscito, nel suo piccolo, a realizzare quanto aveva desiderato: non solo vincere il Campionato Nazionale, ma anche fare maggiore gioco di squadra come nel caso di Rukawa oppure giocare per qualche minuto contro il grande Sannoh, come era successo per la prima volta ad una matricola. Oppure semplicemente trovare il coraggio di dare un bacio al suo giocatore preferito, come aveva fatto Ayako.


  
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