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Autore: _Breath    15/02/2011    4 recensioni
«Dici che Mocciosus inizierà a piangere quando noterà quello che abbiamo fatto al suo adorato libro?»
«Oh, dici quando scoprirà che gli abbiamo impiastrato il libro di Pozioni con Shampoo alla pesca? Mah, forse recepirà il messaggio che deve lavarsi, questa volta»
Sirius rise tirandogli una pacca sulla spalla per poi fargli l’occhiolino.
Dietro di loro Remus li guardò severo ma con un sorriso leggero dipinto sulle labbra. Non voleva darlo a vedere ma anche lui si divertiva tantissimo quando facevano questi scherzi, specialmente se alla loro preda preferita.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Un ragazzino correva a perdifiato per il lungo treno rosso e sfavillante che aveva agognato di prendere da tanto tempo oramai.
I suoi occhiali tondi gli scesero a sfiorare il setto nasale, ma non si curò di aggiustarli troppo spaventato di perdere definitivamente il suo desiderato mezzo fatato.
Non gli era mai sembrato tanto distante eppure tanto vicina la vetta della felicità:  stava andando ad Hogwarts!
Sorrise e si portò una mano a scompigliarsi i capelli, felice.
Per un pelo riuscì ad afferrare la sbarra del treno e a salire un minuto prima che partisse.
Il fischio del motore che iniziava a creare una stupenda nuvola di fumo lo fece sorridere ed accorrere allo scompartimento più vicino per potersi sporgere e osservare il mondo che lasciava.
Con il naso schiacciato contro il finestrino e gli occhiali scesi a sfiorargli lievemente le labbra semichiuse si ritrovò nuovamente a sorridere radioso con le gambe rannicchiate sul sedile blu di quello scompartimento che aveva invaso senza nemmeno presentarsi o chiedere il permesso.
Un colpo di tosse lo fece girare verso un viso piccolo, bello, dalla forma ovale e estremamente affascinante.
James smise di sorridere staccando gli occhi dal finestrino e posandoli sul ragazzino che sembrava molto più maturo della sua età: aveva i capelli scuri a sfiorargli le orecchie regali e gli occhi glaciali e penetranti.
James lo fissò per un momento serio per poi osservare come il ragazzino imbronciasse le labbra quasi schifato.
Aggrottò la fronte confuso.
«Ciao.»disse solo.
L’undicenne incrociò le braccia con stizza e forzata antipatia; James si accorse che lui non era così e allora si sedette accanto a lui.
Osservò come i lineamenti rigidi del ragazzino si tesero sotto il suo sguardo e sorrise.
Gli porse una mano sedendosi sul sediolino.
«Avanti, smettila di fare l’asociale!»lo riprese spostandosi da un sediolino all’altro con energia.
Il moro alzò lo sguardo nuovamente che aveva posato sui suoi piedi lasciando nascere un ghigno alquanto sadico «Ma lo sai chi sono io?» chiese con arroganza.
James smorzò il suo sorriso facendosi pensieroso, poi si grattò la nuca con imbarazzo «veramente no!»ammise per nulla a disagio.
Il bambino si portò i capelli all’indietro con stizza « Sono un Black.» affermò come se solamente parlare gli fosse un peso.
Era abituato a tutto.
Quando le persone sapevano le origini della sua famiglia lo iniziavano a guardare con  paura e rispetto  marcato, falso.
Lo guardavano con ribrezzo e finta ammirazione, fastidio.
Lui era stanco di quello.
 Non voleva essere un Black ma desiderava essere solamente Sirius ed essere odiato per quello che faceva  lui e non la sua famiglia.
Si sarebbe aspettato un altro sguardo trucido e probabilmente anche un insulto da parte del ragazzo con gli occhiali davanti a se, ma invece sbagliava.
Eccome se sbagliava!
James si limitò a sorridergli come se sapesse fare solo quello per poi addrizzarsi gli occhiali sul naso.
«E mi dovrebbe importare?» domandò con sarcasmo e una leggera risata « per me potresti essere anche una scimmia con il tutù, »allungò meccanicamente una mano davanti al suo viso con ancora gli occhiali enormi e tondi a coprirgli il viso «Comunque io sono James Potter, amico.»
Sirius guardò quella mano e quel sorriso, quel ragazzo e quel viso che non avrebbe mai scordato.
   
E mi dovrebbe importare?
Comunque io sono James Potter,
Amico.
 
Sirius sorrise per la prima volta.
 
***
 
 
Un ragazzo con i capelli castani sparati per aria si poggiò con il fiatone sulla spalla del suo fedele compare.
Sirius guardò James iniziando a sentire la stanchezza per la lunga corsa che avevano fatto e sorrise veramente felice.
James aveva gli occhi chiusi, una mano sul fianco destro e l’altra sulla sua spalla quadrata e marcata dagli allenamenti di Quidditch del migliore amico.
Dietro di loro sentirono i passi stanchi e affaticati di Peter che non era riuscito a stare dietro il loro passo veloce e poi la camminata leggera e per nulla  stanca di Lupin.
Sirius li guardò tornando poi a posare lo sguardo su suo fratello James.
Sorrise.
«Dici che Mocciosus inizierà a piangere quando noterà quello che abbiamo fatto al suo adorato libro?»
«Oh, dici quando scoprirà che gli abbiamo impiastrato il libro di Pozioni con Shampoo alla pesca? Mah, forse recepirà il messaggio che deve lavarsi, questa volta»
Sirius rise tirandogli una pacca sulla spalla per poi fargli l’occhiolino.
Dietro di loro Remus li guardò severo ma con un sorriso leggero dipinto sulle labbra. Non voleva darlo a vedere ma anche lui si divertiva tantissimo quando facevano questi scherzi, specialmente se alla loro preda preferita.
«Presto o tardi la McGranitt vi espellerà da scuola» disse.
«Non può»iniziò James.
«E non potrà mai»continuò con rigore Sirius «Silente è colui che giudica, e lui ha una leggere  simpatia per noi. Non è vero Prong?»
«Giusto Padfoot!»
Remus li osservò abbracciati e si strinse il libro al petto mentre scorgeva negli occhi di Peter un lampo di divertimento misto a gelosia.
Sorrise e scosse la testa.
«Sapete che vi possono scambiare per Gay così abbracciati?» li stuzzicò, ma loro non colsero la provocazione. Si guardarono e si strinsero più forte, ridendo emettendo versi sdolcinati ed effeminati facendo voltare qualche primino nei dintorni.
Remus scosse la testa sconsolato «oh, cosa pensaranno le persone che ci vedono in giro»disse poi, tra se e se.
«E mi dovrebbe importare?»James si staccò dall’abbraccio di Sirius cingendo il lupacchiotto con il sinistro, sorrise «Loro possono pensare quello che vogliono, Rem. Io sono quello che sono» teatralmente si indicò, ridendo felice e pregustando la reazione di Severus quando sarebbe tornato da sotto il tiepido faggio del giardino di Trasfigurazione trovando così il suo adorato libro di pozioni rovinato «Io sono James Potter,amico.»
La sua risata echeggiò tiepida tra le mura di Hogwarts.
 
 
 
 

***
Quando Sirius emerse la testa da dentro il dimenticatoio aveva le lacrime agli occhi e un sorriso amaro sulle labbra talmente diverso da quello che portava nei suoi ricordi.
I capelli bagnati dai suoi stessi ricordi e gli occhi annebbiati  dal dolore lo portarono a sedersi per non perdere l’equilibrio.
Si prese la testa tra le mani.
Rivivere quei ricordi, anche se erano i più veri e sinceri che aveva di James, gli faceva costantemente male.
Ma era così che voleva ricordarlo: bello, giovane, pulito e senza un futuro oscuro sulle spalle.
Anche Peter era diverso nelle sue memorie, più semplice e generoso. Il Peter che ricordava e non il traditore.
Si strinse forte le tempie e sospirò con rigore, poi si lasciò andare contro la scrivania poggiandovi la schiena.
Nella sua stanza di Grimmul Place il buio copriva e albergava nell’aria eppure lui non aveva paura.
Metaforicamente viveva nell’ombra da quindici  anni ormai eppure una lacrima gli scese sulla guancia pallida e sorrise.
Gli occhi grigi gli si animarono di una maliziosa luce birichina quando ricordò la ramanzina che era seguita al loro scherzo per Mocciosus e alla punizione alla quale erano stati sottoposti, ma non si pentì di nulla nemmeno di quando James aveva mandato elegantemente a quel paese la McGranitt venendo così sospeso dal campionato di Quidditch per sei mesi.
Ma insieme avevano riso anche in quel caso e Sirius sapeva il perché.
Si rizzò andando verso l’interruttore della luce e accecando così quella stanza tanto buia da tempo ormai.
Sorrise.
Perché lui era James Potter, e il resto non aveva importanza.

 

 

 Salve a tutti. Pubblico perchè io li amo veramente.

Questa storia non mi piace, per nulla. Mi vergogno quasi a metterla ma lo faccio per rispetto alle persone che l'hanno letta in anticipo e - strano!- apprezzata!

I personaggi James e  Sirius non sono miei e non sono usati a nessun scopo di lucro come nemmeno colui che ha disagnato  il logo e che mi sono permessa di modificare **

Ringrazio coloro che sono arrivati qui e ci terrei a dire solo una cosa: questa è l'amicizia più bella e vera che c'è e probabilmente io non sono riuscita a farlo trasparire ma l'amore che provo per questi due ragazzi è così immenso che sono disposta anche a sorbirmi lamentele e critiche costruttive. Se farà troppo schifo la cancellerò.

Bacioni e grazie!

 

 

 

  
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