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Autore: mangagirlfan    15/02/2011    1 recensioni
Prompt Numero 4: Estate, Materassino Gonfiabile
[...]“Ricordati il materassino gonfiabile!”
Grimmjow cominciò a pensare che sarebbe esploso da un momento all’altro, il respiro che si faceva sempre più veloce a causa dei nervi che cominciavano a vacillare, stringendo la mascella in una morsa ferrea per evitare di risponderle a tono. Se non ci fosse stata Chidori a casa sarebbe sceso di filata, prendendo la ragazza per infilarla dentro un armadio e non farla uscire da lì per tutta la giornata. Ma non poteva, non solo a causa della presenza della madre. Se Haine non andava a quella fottutissima festa dove li avevano invitati sarebbe successo il finimondo. Ma soprattutto Orihime non sarebbe scampata dalle grinfie di Kon, in tutto quel casino che sicuramente si sarebbe scatenato nel nuovo bar – con tanto di piscina – che Liev-san aveva voluto aprire durante il periodo estivo.
“A cosa diamine ti serve, scusa?”
“Portalo che non si sa mai.”[...]
Personaggi; [ Accenni GrimmjowxIchigo][Accenni UlquiorraxOrihime][Kon][Nuovo personaggio(Haine jaggerjack)]
Fatti svolti nell'universo alternativo di "No control"
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Inoue Orihime, Jaggerjack Grimmjow, Kurosaki Ichigo, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '†No Control † Tales'
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Titolo: Face Down
Fandom: Bleach
Personaggio/Coppia: [GrmmjowxIchigo][UlquiorraxOrihime][Kon][Nuovo Personaggio (Haine Jaggerjack)]
Prompt: #4 Estate, Materassino gonfiabile
Rating: +14 (Giallo)
Conteggio Parole: 2425
Riassunto: [...]“Ricordati il materassino gonfiabile!”
Grimmjow cominciò a pensare che sarebbe esploso da un momento all’altro, il respiro che si faceva sempre più veloce a causa dei nervi che cominciavano a vacillare, stringendo la mascella in una morsa ferrea per evitare di risponderle a tono. Se non ci fosse stata Chidori a casa sarebbe sceso di filata, prendendo la ragazza per infilarla dentro un armadio e non farla uscire da lì per tutta la giornata. Ma non poteva, non solo a causa della presenza della madre. Se Haine non andava a quella fottutissima festa dove li avevano invitati sarebbe successo il finimondo. Ma soprattutto Orihime non sarebbe scampata dalle grinfie di Kon, in tutto quel casino che sicuramente si sarebbe scatenato nel nuovo bar – con tanto di piscina – che Liev-san aveva voluto aprire durante il periodo estivo.
“A cosa diamine ti serve, scusa?”
“Portalo che non si sa mai.”[...]
Note: AU; One Shot

Allora, sat cosa è uscita fuori immaginandomi un paio di cose per la long fic a cui quesat fiction è legata. Da mesi stavo pensando che, in futuro, Kon potrebbe cominciare a coltivare la passione per la musica e che, per puro caso, incontrasse un gruppo di ragazzi che cercassero un bassista. QUi ichigo e Grimmjow stanno giù insieme, ma i fatti diciamo si svolgono dopo il capitolo che presto mi decderò a pubblicare qui e su EFP.
La canzone di cui parlo è Face down ossia questa canzone qui:
Face Down
Spero possa piacervi perchè a me piace moltissimo. Ah dà anche il nome alla fiction e diciamo, centra anche con la fine che farà Kon XD spero vi piaccia XD
buona lettura *fugge prima di essere presa a pomodorate*

Face Down

“Grimmjow, cavoli, muoviti che è tardi!”
Se avesse potuto il ventunenne avrebbe preso Haine per le spalle e l’avrebbe scrollata come si fa con le calze appallottolate, lei e quella sua fissa di arrivare sempre almeno cinque minuti prima dell’orario prestabilito. Sbuffò, afferrando la prima camicia a maniche corte che gli capitava a tiro, i capelli ancora grondi d’acqua a causa della doccia, i bermuda che gli si appiccicavano addosso per il medesimo motivo. Il ragazzo storse il naso all’ennesimo richiamo della sorella che lo stava aspettando sulla soglia della porta da almeno dieci minuti buoni, andando avanti con quella dannata nenia del ritardo che portava avanti da almeno mezz’ora buona.
“Ho detto che arrivo porca miseraccia!” urlò, cercando di trattenersi. Se avessero anche cominciato a litigare non ne sarebbe più uscito fuori da quella maledetta situazione. E se anche quel giorno dava buca a Ichigo, ne era certo, lo avrebbe preso a pedate fino ad Osaka!
“Ricordati il materassino gonfiabile!”
Grimmjow cominciò a pensare che sarebbe esploso da un momento all’altro, il respiro che si faceva sempre più veloce a causa dei nervi che cominciavano a vacillare, stringendo la mascella in una morsa ferrea per evitare di risponderle a tono. Se non ci fosse stata Chidori a casa sarebbe sceso di filata, prendendo la ragazza per infilarla dentro un armadio e non farla uscire da lì per tutta la giornata. Ma non poteva, non solo a causa della presenza della madre. Se Haine non andava a quella fottutissima festa dove li avevano invitati sarebbe successo il finimondo. Ma soprattutto Orihime non sarebbe scampata dalle grinfie di Kon, in tutto quel casino che sicuramente si sarebbe scatenato nel nuovo bar – con tanto di piscina – che Liev-san aveva voluto aprire durante il periodo estivo.
“A cosa diamine ti serve, scusa?” gridò dal piano di sopra, dirigendosi verso l’armadio vicino alle scale per tirare fuori quel dannato coso che, certamente, avrebbe dovuto gonfiare lui a fiato, senza nemmeno la pompetta, visto che la loro si era rotta poche settimane prima.
“Portalo che non si sa mai.”
Ecco, le risposte secche di Haine in quei momenti non gli piacevano neanche un po’. Peccato che assomigliassero in maniera tremenda a quelle che lui le propinava ogni dieci minuti, ma quelli erano miseri e stupidi dettagli!
“Finalmente!” esclamò lei, quando il fratello adottivo si decise a concederle il permesso di stare in sua presenza quando si presentò davanti alla porta d’ingresso. Alle volte si chiedeva se lo facesse apposta a fare tardi, tutte le volte che avevano un appuntamento con qualche loro amico. Non disse niente quando il ragazzo le schioccò uno sguardo truce che avrebbe tanto voluto farla a fettine come si fa con un limone. Avevano già fatto abbastanza tardi, mancavano quindici minuti all’appuntamento e loro non sarebbero riusciti ad arrivare in tempo. Ah, che cosa aveva fatto di male per finire in una famiglia di ritardatari?!
“Haine, guarda che usiamo la mia Aprilia per arrivare fino al nuovo locale di Liev. Lo sai che non ci vuole tanto se…”
“Taci, che l’ultima volta che mi hai fatto salire su quel mostro abbiamo rischiato di finire morti ammazzati contro un camion!” strillò la ragazza, al ricordo del mancato incidente di tre settimane prima.
“Non è colpa mia se la gente non sa guidare.” Esclamò pacatamente Grimmjow, aprendo la porta di casa e portandosi dietro il casco che la ragazza avrebbe dovuto indossare visto che il suo si trovava dentro al garage.
“Poi Pantera è sicurissima, l’ho fatta revisionare tre giorni fa.”
“Forse sei l’unico uomo al mondo che chiama in quel modo una moto da corsa. E non me ne vanterei se fossi in te. Ora muovi quel dannato culo, che sto perdendo la pazienza.”
Ecco, quando Haine cominciava a fare così era il caso di stare zitti e iniziare a pensare solo alla propria 250. Altrimenti sarebbero sul serio finiti all’ospedale e non a causa di un incidente stradale. Poco ma sicuro.

***

Haine si chiedeva come avessero fatto ad arrivare lì tutti interi senza lasciarci la pelle su quella maledetta motocicletta!
Aveva ancora il cuore che le martellava in gola ed era bianca come un cadavere. Mentre il più grande se la rideva sotto i baffi, compiaciuto di avergliele fatte pagare tutte, le malefatte di quel giorno.
“Ridi, poi vedi cosa ti faccio tornati a casa...” bisbigliò, mentre si avvicinava traballante all’entrata, facendo vedere il pass che Liev-san aveva voluto dar loro per l’occasione dell’apertura del nuovo locale all’aperto.
La ragazza si guardava in torno, alla ricerca di un paio di teste tremendamente arancioni che, sicuramente, avrebbero fatto capolino lì da un momento all’altro.
“Ichigo!” esclamò, quando finalmente riuscì a scorgerlo vicino al palco che stavano allestendo in quel momento.
Grimmjow si chiese come diavolo facesse a riconoscerlo semplicemente guardandolo girato di schiena. Eppure lui e Kon non avevano gusti così differenti, riguardo al guardaroba. Forse Kon era leggermente più sportivo del fratello eppure da lontano, se non li osservava bene, non riusciva ancora a riconoscerli, nonostante li conoscesse da sempre, quei due.
“Chiedo scusa per il ritardo” pigolò la ragazza dai capelli blu scuro “Ma Grimmjow è il solito. Se la prende sempre comoda.” Esclamò, indicandolo facendo una smorfia che riuscì a strappare un sorriso tirato ad Ichigo.
“Tranquilla. Intanto siamo in ritardo anche noi sulla tabella di marcia. Per fortuna Liev-san ha voluto invitare poche e fidate persone per l’apertura. Se almeno un centinaio di persone possono essere ritenute poche.” Esclamò poi, mettendo giù un amplificatore che teneva in braccio.
Quel giorno Liev aveva deciso di dare una festa cono pochi intimi – conoscenti, dipendenti ed assidui clienti del suo locale notturno che vedeva quasi tutti i venerdì e sabato sera – nel suo nuovo localino nei pressi del centro. Ci sarebbero stati cocktail, gavettoni e tuffi in piscina. Ma anche un piccolo concerto dato da alcuni amici di Ichigo e suo fratello, che, a proposito, non era nei paraggi.
“Tranquilla, Inoue è al sicuro con Ulquiorra mentre quel pervertito di mio fratello è di là a discutere con Shuei per il pezzo da suonare. Non credevo che avrebbe mai preso sul serio il fatto di entrare in una band. Così si terrà fuori dai guai. Almeno, spero.” Esclamò lui appena capì cosa passasse per la testa dell’amica.
Haine sorrise, finalmente più tranquilla. Era ancora sottosopra a causa di quel cretino di Grimmjow che si era messo a correre come un matto solo per farla gridare come una pazza isterica. Oh, ma a casa avrebbero fatto i conti!
“Appena tuo fratello si decide a venire qui” lo fissò con una certa nota di disappunto “Vi faccio vedere dove mettere la roba”
“No tranquillo, forse è il caso che vi lasci da soli.” Disse ridendo nel momento in cui osservò l’amico diventare rosso come un pomodoro “So dove Liev voleva che lasciassimo tutto. A dopo e fate i bravi, mi raccomando!”
Ichigo non fece nemmeno in tempo a replicare che la ragazza era già sparita, ghignando come solo lei sapeva fare.
Non era il caso di impicciarsi di cose che non la riguardavano. Ormai la sua parte l’aveva fatta, quindi era il momento che fossero loro due a muoversi, una volta tanto.
La ragazza girò dietro il palco per dieci minuti buoni, sperando di trovare la stanza dove avrebbe dovuto lasciare tutte le cose che in quel momento non le servivano. Si guardò in torno per una decina di minuti quando il suono di un basso raggiunse le sue orecchie all’improvviso. E sapeva benissimo chi stava suonando, senza alcun dubbio. Allungò il collo per far capolino da dietro la porta della stanza e osservò Kon mentre ripassava le note suonare per quel piccolo concerto. Si vedeva che era lievemente nervoso, lo capiva da come muoveva meccanicamente le dita sulle corde. Si appoggiò senza fare rumore allo stipite della porta ormai aperta, sorridendo. E pensare che da quando lei e gli altri gli avevano regalato quel basso non faceva che blaterare cose del tipo “Le donne adorano i musicisti” oppure “Le farò cadere tutte ai miei piedi perché io sono The King” o altre stronzate simili. Eppure in quel momento gli ricordava semplicemente un cucciolo di leoncino spelacchiato che aveva appena perso tutta la sua audacia.
“Secondo me dovresti rilassare le dita. Così suoneresti in maniera più sciolta.”
Se non gli cadde il basso dalle mani fu solo un miracolo. Si girò di scatto, ansioso, constatando che no, non era spuntato da chissà dove un mostro o una cosa del genere, venuto a rapirlo prima del concerto, ma solo la sua compagna di classe che, da più di un anno buono non faceva che riempirlo di botte dalla mattina alla sera solo perché ogni tanto cercava di abbracciare in maniera un po’ troppo espansiva Orihime.
“Cretina! Mi hai fatto prendere un colpo!”
“Nervosetti?”
“Un po’.”
Haine si limitò a sorridere, sedendosi su di uno scatolone lì vicino, osservandolo.
“Su fammi sentire cosa dovete suonare, magari con un pubblico anche se minimo comincerai ad abituarti all’idea, ti pare?”
Ecco, quando Haine si comportava così gentilmente non sapeva se prenderla sul serio o se aspettarsi la fine del mondo.

***

“Non credevo che avessi così poco fiato, Grimmjow!”
“Vaffanculo Kurosaki, mettiti a gonfiare un materassino senza l’aiuto di una pompetta e poi vediamo se tu poi ne hai abbastanza, di fiato, stronzo!”
Ecco, quando quei due cominciavano a fare così, Orihime non sapeva se mettersi a ridere o chiamare Haine perché intimasse l’ordine. In questo caso, però, pensò che fare la prima cosa fosse il gesto migliore, in quel momento.
Osservò Grimmjow steso ai bordi della piscina, il fiato corto, mentre il suo materassino gonfiabile galleggiava tranquillamente affianco a lui. Forse avrebbero dovuto chiedere a qualcuno una pompetta ma l’altro era troppo testardo. Continuò a sorridere anche quando quei due ricominciarono a bisticciare a modo loro, affiancata da Ulquiorra che li osservava senza battere ciglio, impassibile.
Ormai mancava poco all’inizio del mini concerto che Kon e la sua band avrebbero fatto. E di Haine ancora nessuna traccia.
“Eccola.” Esclamò il ragazzo dai capelli neri, indicando un punto poco distante da loro con un quasi impercettibile cenno del capo.
“Ma dov’eri?”
“Diciamo che ho dato una mano a tuo fratello a sciogliere la tensione. Ma... Cosa diamine è successo al mio, di fratello? Cos’è, hai scoperto di aver dimenticato la pompetta a casa e così hai dovuto gonfiare il materassino con i tuoi soli polmoni?”
“Non mi dire che Chidori ne ha comprata una nuova?”
“Certo, l’ha presa l’altro ieri.”
“E tu non me lo hai detto? Ammettilo che lo hai fatto apposta, vigliacca!”
“Guarda, non mi sembra il caso di dirmi nulla o di fare qualcosa. O giuro che ti butto in piscina e ti faccio affogare.”
Le parole di Grimmjow morirono nell’istante in cui Liev salì sul palco, annunciando al gentile pubblico che il concerto stava per avere inizio.

***

Haine ed Orihime si stavano divertendo come due matte nei pressi della piscina, cercando di muoversi al ritmo della musica che risuonava nell’aria da almeno dieci minuti buoni. Dovevano ammetterlo, la band di Kon era formata da elementi davvero validi e persino lui non se la cavava poi così male!
Ulquiorra nel mentre se ne restava seduto ad un tavolino, assieme a Grimmjow e Kurosaki. Osservò il vecchio compagno di liceo e gli fece capire che forse era il momento di andarsene da un’altra parte, che alle due ragazze ci avrebbe pensato lui. Anche se da fuori chiunque avrebbe detto che non gli importava di trovarsi in quella situazione apparentemente tranquilla, non gli andava a genio di fare da terzo incomodo. Per sua fortuna Haine decise che forse era il momento di farli schiodare da lì, pensando anche al fatto che Orihime volesse starsene da sola con Schiffer.
“Su dai, andiamocene vicino al palco che voglio sentire meglio la musica e niente ma! Avanti, forza!”
Solo quando si trovarono abbastanza vicini alle quinte del parco la giovane pensò che, forse, era il caso di eclissarsi. Ichigo si stupì di come la ragazza era riuscita a svignarsela senza nemmeno far capire dove diavolo fosse diretta. Peccato che i suoi pensieri vennero interrotti da quel pazzo di Grimmjow che lo attirò in un angolino abbastanza buio lì vicino, sorridendo con quel fare predatorio tipico dei Jaggerjack. Avrebbe dovuto ringraziarla, sua sorella, per quel momento di intimità che aveva consesso loro. Forse al ritorno avrebbe potuto evitare di fare qualche acrobazia delle sue, per quella volta.
“Adesso zitto e lasciami fare.”
Ichigo sapeva che quando il ventenne si comportava così non c’erano santi che tenevano. Ma la cosa gli importava ben poco, in quel preciso momento.

***

Haine saltellava come una matta davanti al palco, osservando Shuei che cantava, stringendo tra le mani il microfono e l’asta, mentre la voce si produceva in uno screm degno di questo nome. Se non sbagliava stavano cantando una cover dei Red Jumpsuit Apparatus. Doveva ammetterlo, non era niente male.
Poco dopo posò il suo sguardo sull’amico, Kon, intento a suonare il basso senza farsi distrarre dal fatto che aveva un centinaio di persone urlanti a fissarlo. L’unica cosa che si permetteva di sentire era la voce di Haine gli diceva che stava andando alla grande, per il resto non gli importava di niente e di nessuno. Ma solo della sua adorata musica.

***

“Kon, devo ammetterlo, sei stato bravo.” Esclamò Ichigo, dando una pacca sulla spalla del fratello, il quale si gonfiò di orgoglio, peggio di un palloncino pieno d’elio.
“Mi sembra logico, Ichigo! Sono un grande, io!”
“Ti prego, non incominciare...” mormorò Haine. Quel giorno ne aveva dovute sopportare troppe, di facce toste, pensò posando uno sguardo su Grimmjow che in tutta risposta si limitò a rispondere con un’occhiataccia.
“Però è vero che Kon ha fatto un buon lavoro...”
“Oh, Hime, solo tu mi capisci!” esclamò il ragazzo, senza neanche lasciarle il tempo di dire o fare qualcosa d’altro, nel vano tentativo di abbracciarla, come al solito.
Non fosse stato per Ulquiorra che, senza farsi notare troppo, aveva afferrato la ragazza per il braccio attirandola verso di sé, sarebbe riuscito nel suo intento. Peccato che, invece finì nella piscina, aggrappandosi come un disperato al materassino dei fratelli Jaggerjack perché, a causa della sorpresa, stava cominciando a bere un po’ troppa acqua.
“Te l’avevo detto io, che sarebbe servito, Nii-san.” Esclamò Haine trionfale, mentre dal gruppetto cominciò a levarsi una risata degna di questo nome.
Ecco, pensò Kon, così imparava a non riflettere, prima di agire. Quel bagno se lo meritava tutto, senza alcuna obbiezione.
   
 
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