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Autore: Manuel666    16/02/2011    6 recensioni
Non interrompere mai il tuo nemico quando sta commettendo un errore. (N. Bonaparte)
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era un’estate torrida, la più calda che gli studenti del sesto anno potessero ricordare da quando avevano iniziato a frequentare Hogwarts. Molti stavano sfruttando gli ultimi giorni di scuola per rinfrescarsi al lago, gli esami alle spalle e la testa piena di progetti per i prossimi due mesi di libertà.
E c’era anche chi oltre a rinfrescarsi non perdeva l’ennesima occasione di rendere indimenticabili quelle giornate.
James e Sirius erano appostati sotto il loro faggio in riva al lago, come al solito. Era il luogo di ritrovo abituale.
Stavano aspettando il momento adatto per mettere in atto la loro sfida: c’era sempre una sfida. E come sempre c’erano con loro Remus e Peter.
“Ragazzi, questa volta state davvero esagerando.” – Remus era a dir poco disgustato.
“E dai, Rem!” – “Stavolta ti diverti anche tu, stanne certo!” – lo incalzarono i due.
“Assolutamente no, mi tiro fuori da questa storia!!”
E per dimostrare quanto fosse disinteressato e risoluto a non agevolarli si andò a sdraiare con la schiena contro l’albero, il libro già aperto davanti agli occhi. Era una scena che si ripeteva da sei anni ormai.
“Rem…” – fu Sirius quella volta a farglielo notare.
“Che vuoi ancora?”
“Hai il libro al contrario.”
Le guance di Remus si colorirono all’istante, rendendo più netti i graffi sul suo volto. Odiava arrossire, ma chissà come quei due riuscivano sempre a metterlo in imbarazzo.
“Sto studiando una runa, è importante guardarla sotto tutte le prospettive.” – ma già stava rigirando il libro per il verso corretto.
I due si guardarono e sogghignarono. Tipico di Rem, non avrebbe letto una parola del suo noiosissimo libro e sarebbe stato a osservarli tutto il tempo guardando di lato o appena sopra il libro aperto.
E vergognandosi di se stesso per come, nonostante tutto, riusciva a divertirsi comunque per le magagne dei compagni.
“E tu Pet? Vieni?” – disse James rivolto al più bassino del gruppo.
“Io… E’ che non sono molto bravo, lo sapete… Però resto a guardare e faccio il tifo!” – rispose, con occhi speranzosi.
Un’altra occhiata dei due. Tipico anche di Peter.
James si piegò un po’ più su di lui: “E tu per chi tifi Pet?”
Il ragazzo lo guardò smarrito. “E’ che… E’ così difficile scegliere tra voi due! Siete bravissimi!”
James lo spronò: “E il più bravo chi è?”
Peter: “Beh… Tu sei bravissimo in tante cose…”
Sirius lo guardò male e Peter si ritrasse come se lo avesse schiaffeggiato.
“Ma anche Sirius è fenomenale! Davvero! Siete i migliori di tutta la scuola! Non c’è dubbio!”
Uno sbuffo dai piedi dell’albero.
“Ma lo lasciate in pace? Tanto non deciderà mai, è da anni che va avanti questa storia!” – la voce di Rem voleva sembrare seccata, ma non riuscì a nascondere una vena d'ilarità al ripetersi dell’ennesima scenetta tra i tre.
“Tiferò per chi vince!” – decise Peter.
James guardò Sirius con un sopracciglio inarcato. Sirius per tutta risposta fece spallucce con un sorrisetto.
Quella giornata era schifosamente piena di cliché. Ci avrebbero pensato loro a dare una scossa alla scuola.
“Fate come volete, io mi preparo…”
Detto questo, Sirius iniziò a spogliarsi, mettendo in mostra un fisico asciutto e curato che fece girare non pochi sguardi femminili. Remus alzò gli occhi al cielo quando l’amico iniziò a togliersi gli indumenti più lentamente possibile per attirare il maggior numero di pubblico. Quando si piegò per togliere anche i pantaloni, Rem gli assestò una spinta considerevole con il piede sul posteriore, facendolo finire disteso a faccia in giù nell’acqua bassa.
Il moro si rialzò di scatto già pronto alla battaglia, ma l’altro gli fece danzare davanti agli occhi la punta della propria bacchetta, prontamente estratta.
“Non ci provare…” – un sorrisetto del tutto identico a quello dei due amici spuntò anche sul volto di Rem, ora notevolmente più disteso di qualche minuto prima.
“Giuro che prima o poi te le faccio pagare tutte, spelacchiato” – dichiarò Sirius puntandogli il dito contro con divertita enfasi.
“Sì, sì, come no… La aggiungo alla lista?” – ribatté l’altro.
“Ehi piccioncini: abbiamo una sfida da giocare.”
James era già pronto nel proprio costume da bagno e stringeva in mano due bacchette. Lanciò una delle due al legittimo proprietario, che la prese al volo.
“Andiamo…” – rispose Sirius, rinunciando all’ennesima scaramuccia con il prefettino.
“Vince chi ne fa di più, siamo d’accordo?”
“D’accordo.”
Il gridolino eccitato di Peter diede inizio alla sfida, quando i due si gettarono in acqua, nuotando verso il gruppo più nutrito di bagnanti.
 

*°*°*°*°*°*°*°*

 
Il lago iniziò ben presto a risuonare di grida costernate ed esclamazioni.
“Dodici!”
“Maiale!”
“Io sono a quindici!”
“Maniaco!!”
“Superato ancora, diciassette!”
“Ma come ti permetti???”
“Guarda che sono già a diciannove!”
“Aaaaaaaaaahhh!!!!”
Lily e Mary si girarono a guardare l’ultima vittima scappare quasi in lacrime verso la scuola.
Ben presto le ragazze che erano in acqua, accortesi della battuta di caccia dei due Grifondoro, avevano iniziato a uscire e a sistemarsi in spiaggia. Tattica che funzionò solo finché rimasero così poche prede ai due, che per vincere iniziarono ad attaccare anche quelle sulla sponda. I ragazzi che assistevano alla scena si divisero in due categorie: quelli che se la ridevano e ne approfittavano per sbirciare un po’, e quelli che si improvvisavano difensori della patria e venivano messi ko da un eccitatissimo Peter, il quale non avrebbe mai permesso che la sfida fosse interrotta. Remus, che intanto aveva cambiato posizione per “tenere meglio d’occhio i compagni”, sbirciava la scena di sottecchi, premurandosi di nascondere l’evidente accesso di risa irreprimibili che scaturivano dalla sua gola.
Le prede migliori furono, senza dubbio, le ragazze rimaste a prendere il sole. Molte si erano addormentate e si accorsero troppo tardi dell’attacco.
E Lily e Mary erano ancora in acqua.
“Forse dovremmo rientrare anche noi, non credi?” – chiese Mary titubante.
“Non vedo perché dovremmo, forza. Continuiamo.” – rispose la rossa e le rilanciò la palla.
Mary la prese, poco convinta, ma se l’amica era tanto sicura, forse avrebbe dovuto esserlo anche lei. Non avrebbero mai cercato di attaccare Lily, ogni volta che ci avevano provato erano finiti male: per mano della rossa o per mano dei professori. In qualche modo, la Evans se la cavava sempre. O più semplicemente sapeva ottenere le proprie vendette.
 

*°*°*°*°*°*°*°*

 
 “Ventotto! Ah, questa volta ti ho fregato, non ci sono più ragazze!!!” – esclamò James a poca distanza.
“Non è ancora detta l’ultima parola…” – rispose Sirius. Ad arrendersi non ci pensava proprio. Stava guardando un tratto di lago ben preciso.
“Andiamo Sir, ammettilo! Non ci sono più reggiseni da slacciare, ho vinto io: ventotto a ventisette! Ora sgancia, c’erano dieci galeoni in gioco, ricordi?”
“James?”
“Si?”
“Non sono andate via proprio tutte….”
Sirius puntò il dito verso il suo prossimo obiettivo. La preda perfetta.
James impallidì.
“Non vorrai… Non vale!!!”
“E’ una ragazza no? E’ inclusa nella sfida. E poi c’è anche Mary, se lo slaccio a tutt’e due vado a ventinove.” – un sorrisetto beffardo, mentre incrociava le braccia sul petto, ormai sicuro di vincere.
“Non se ne parla nemmeno, io…”
“Ha ragione lui James. Se lo slaccia a Mary e Lily, vince. Non c’è nessun pretesto per cui non debba farlo.”
Remus, dal suo albero, se la rideva alla grande. Peter intanto lo aveva raggiunto e passava lo sguardo dagli amici alle ragazze.
“Io vado…” – Sirius s'incamminò, immergendo i piedi nell’acqua bassa.
Se anche James avesse avuto l’intenzione di intervenire, non avrebbe potuto. Un prontissimo Remus l’aveva bloccato sul posto con un Immobilus. Giusto per essere sicuro che non si perdesse neanche una scena.
“Perdonami amico mio, ma questa la voglio proprio vedere…”
Per la prima volta da quando era iniziato il tutto, Remus posò il libro sulle gambe e mise le braccia conserte, molto interessato alla scena. Accanto a lui, Peter aveva già finito di mordicchiarsi le unghia della mano destra e stava iniziando con la sinistra, in trepidante attesa.
 

*°*°*°*°*°*°*°*

 
“Lily… Si sta avvicinando…” – il tono di Mary era quasi implorante – “Scappiamo ora??”
Il suo era stato un bisbiglio concitato, appena udibile alla stessa Lily.
“Non ne vedo il motivo. Avanti, ripassami la palla.”
Lily era rimasta assolutamente imperturbabile per tutto il tempo. Riteneva di aver visto quello di cui aveva bisogno. Non c’era motivo di scappare.
“Ma…”
“Niente ma, Mary. Se tu vuoi andare, va pure. La palla è tua.”
Ma Mary non si mosse. Ormai Sirius era a pochissimi passi. Si fermò, puntò la bacchetta contro la schiena della rossa. Mary, che si aspettava da un momento all’altro una reazione dall’amica, la vide rilassare le braccia e rimanere perfettamente immobile.
 

*°*°*°*°*°*°*°*

 
Questa volta, Sirius non si premurò neanche di usare l’incantesimo silenziosamente. L’immobilità di Lily non lo insospettì affatto. E fu quello il suo errore.
“Diffindo!”
Tac. Il rumore del laccio rotto fu perfettamente udibile.
Ciaf. Il reggiseno cadde in acqua con un leggero sciacquio.
Lily rimase in topless. Mary rimase a bocca aperta. James mugolò dalla propria posizione e Remus e Peter sgranarono gli occhi. Così facile. Possibile?
Poi, un miagolio. Inconfondibile. Tutti si voltarono in quella direzione.
Dopo qualche secondo di trasformazione, la professoressa McGranitt apparve a una decina di metri dal luogo del misfatto, osservando la scena con vivo interesse.
Sirius deglutì.
“Black. Mi segua nel mio ufficio.”
E detto questo si rivolse verso il resto del gruppo .
“Anche voi. Sono certa che il signor Minus avrà molto da raccontare, con dovizia di particolari. Non è vero Peter?”
L’interessato aveva la tipica espressione del condannato a morte. Se non avesse parlato, la professoressa se la sarebbe presa con lui. Se lo avesse fatto, gli amici glielo avrebbero fatto rimpiangere con qualche scherzo. Ma non aveva molto su cui riflettere in fondo: meglio lo scherzo. Come sempre.
Remus intanto aveva sbloccato James. E sapeva di essere nei guai almeno quanto gli altri. In fondo era un prefetto.
Guardandoli sparire in lontananza verso il castello, Mary finalmente si riscosse.
Lily intanto aveva tranquillamente riparato il reggiseno, e lo stava riallacciando.
“Mi dai una mano?”- rivolta all’amica.
Quella la guardò, nuovamente con la bocca spalancata.
“L’avevi vista?? E non hai fatto niente???”
Lily la osservò da sopra la spalla con un sorrisetto che i quattro, scortati dalla professoressa in quello stesso momento, avrebbero riconosciuto molto bene.
“Mia cara… Non interrompere mai il tuo nemico quando sta commettendo un errore.”








Questa fan fiction si è classificata quinta nella seconda edizione del "Three Days Constest" indetto da Foxfeina. La frase scelta da inserire nella storia è quella indicata nell'introduzione: "Non interrompere mai il tuo nemico quando sta commettendo un errore. (N. Bonaparte)"
Queste sono la valutazioe e il commento dell'autrice del contest:


Quinta classificata

La sfida” di manuelgray

Correttezza grammaticale e ortografica: 9/10

Lessico e stile: 8,5/10

IC dei personaggi: 10/10

Originalità: 10/10

Adeguato inserimento della citazione: 5/5

Gradimento personale: 5/5

Totale: 47,5/50

Lo abbiamo capito, il Comico è decisamente il tuo genere :P

Fanfic di lettura piacevole ed estremamente divertente XD Davvero, me la sono goduta fino alla fine. Manca qualche virgola qui e là e Prefetto va in maiuscolo, ma per il resto grammaticalmente ci siamo. Lo stile è semplice e lineare, forse a volte un po' troppo discorsivo. Prova a concentrarti maggiormente sulle descrizioni, di tanto in tanto. E' vero che i dialoghi sono la parte più caratterizzante in assoluto, ma è dalle descrizioni che -di solito- si riesce ad immaginare la completezza della scena. I personaggi sono tutti estremamente IC. Ho apprezzato in particolar modo Remus: non il solito secchione distaccato da tutto, ma Malandrino in piena regola. Sei riuscito a dare un minimo di caratterizzazione anche a Mary, un personaggio solo citato dalla Row, e anche questa è una buona cosa. La citazione calza praticamente a pennello. Molto carina la chiusura proprio con quella frase, lascia veramente il sorriso sulle labbra. In sostanza, un ottimo lavoro! :D

(NDA: anche questa volta me si aggiundica il premio risata, e vai!!! XDXDXD)

   
 
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