Anime & Manga > Bleach
Ricorda la storia  |      
Autore: mangagirlfan    16/02/2011    0 recensioni
Prompt Numero 7: Autunno, castagne
[...]“Kon!” strillò lei, aggrappandosi al parapetto come meglio poteva, per evitare di ruzzolare giù da un momento all’altro.
L’altro si limitò a ridacchiare, aiutandola a scendere da lì per non avere un morto sulla coscienza.
“Oh, su, per un innocuo BUH!” esclamò divertito, per poi non dire altro quando vide lo sguardo furente della compagna di classe, facendo uno dei suoi migliori sorrisi tirati.
“Ok, la pianto.”[...]
Personaggi; [Kon][Nuovo personaggio(Haine jaggerjack)]
Fatti svolti nell'universo alternativo di "No control"
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '†No Control † Tales'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Per un Sorriso
Fandom: Bleach
Personaggio/Coppia: [Kon][Nuovo Personaggio (Haine Jaggerjack)]
Prompt: #7 Autunno, castagne
Rating: PG(per tutti)
Conteggio Parole: 841
Riassunto: [...]“Kon!” strillò lei, aggrappandosi al parapetto come meglio poteva, per evitare di ruzzolare giù da un momento all’altro.
L’altro si limitò a ridacchiare, aiutandola a scendere da lì per non avere un morto sulla coscienza.
“Oh, su, per un innocuo BUH!” esclamò divertito, per poi non dire altro quando vide lo sguardo furente della compagna di classe, facendo uno dei suoi migliori sorrisi tirati.
“Ok, la pianto.”[...]
Note: AU; One Shot

"Io non credo che in Giappone mangino le caldarroste ma ho voluto inserirle per poter utilizzare il prompt. Quindi non vogliatemene.
E con questa fic ho finito il set! Olè XD"
Queste furono le parole che scrissi qunaod pubblicai la fiction su Fanworld. scrivere dodici prompt in quanti giorni?? due settimane?? fu più difficile del previsto. Credevo di morire tra òl'università e le fiction XD comunque spero che possiate gradirla^^

Per un sorriso

L’aria cominciava a farsi fredda, lo poteva percepire sulla propria pelle. Socchiuse gli occhi, lasciando che le gambe ciondolassero liberamente mentre se ne rimaneva seduta sul parapetto che dava sulla città. Si trovava sul punto più alto di Karakura, mentre il suo sguardo vagava verso l’orizzonte, il cielo terso sebbene fosse ottobre inoltrato. Non sentiva freddo, nonostante tutto. Si era coperta bene, visto che non amava sentire le dita o la faccia diventare due pezzetti di ghiaccio. Sospirò. Quel giorno non era certamente di buon umore ma non ne conosceva il motivo. Haine avrebbe tanto voluto far sciogliere quel dannato peso che aveva sullo stomaco ma non sapeva se ne sarebbe stata in grado. Così decise di continuare a guardare l’orizzonte, persa nei suoi pensieri. Non fosse stato per lo spavento che qualcuno le fece prendere pochi istanti dopo.
“Kon!” strillò lei, aggrappandosi al parapetto come meglio poteva, per evitare di ruzzolare giù da un momento all’altro.
L’altro si limitò a ridacchiare, aiutandola a scendere da lì per non avere un morto sulla coscienza.
“Oh, su, per un innocuo BUH!” esclamò divertito, per poi non dire altro quando vide lo sguardo furente della compagna di classe, facendo uno dei suoi migliori sorrisi tirati.
“Ok, la pianto.”
La ragazza si pulì i pantaloni dalla possibile polvere che aveva addosso, afferrando successivamente l’immancabile tracolla che si portava sempre appresso.
“C’è qualcosa che non va, bestiaccia?” chiese all’improvviso il ragazzo, notando che Haine non sembrava essere la solita.
“Nulla.” Si limitò a dire lei.
Kon non era un genio quando si trattava dei sentimenti altrui, solitamente pensava principalmente a sé, ma non era certo come il fratello, totalmente cieco al malessere di chi gli stava attorno. Lui certe cose le capiva anche senza volerlo. Non l’avrebbe mai ammesso ma Haine era una sua amica dopotutto e vederla con quel muso lungo non era certamente il massimo a cui aspirava. Non capiva cosa le fosse preso. Eppure a scuola, un paio d’ore prima, gli era sembrato che tutto andasse per il meglio.
“Comunque cosa ci fai qui, Kon? Cos’è, per caso mi segui?” chiese lei, facendo la finta maliziosa, ridacchiando un po’ per tirarsi un po’ su, nonostante tutto.
“No!” si affrettò a rispondere l’altro “Fossi stata Hime-chan magari si, ma non seguirei una come te nemmeno se fossi l’ultima donna sulla faccia della terraaaaauch!”
Il ragazzo dai capelli assurdamente arancioni si limitò a massaggiarsi il braccio proprio dove Haine gli aveva tirato quel pugno secco senza pensarci neanche due volte.
“Sei una stronza!”
“E tu di più! Comunque non mi hai detto cosa ci fai qui.”
“Niente. Ci venivo con mia madre quando cominciava a fare freddo. Sai, qui vicino c’è un ambulante che vende delle ottime castagne. Ero venuto a prenderne un po’ perché Yuzu e Karin avevano voglia di mangiarle.”
“E tuo fratello?”
“Lui? Beh, barbetta ha cominciato a vaneggiare ed io sono stato l’unico che si è salvato dai suoi deliri.”
“Dì pure che sei stato il più veloce!”
Il ragazzo cominciò a ridere facendo il segno della vittoria con entrambe le mani.
“Ho avuto un buon allenamento grazie a te!”
Non riuscì ad evitare neanche il secondo pugno che lo raggiunse all’avambraccio, questa volta meno forte del primo, ma molto più amichevole.
“Te l’ho detto che sei un uomo mancato a furia di dar botte alla gente?”
“Se lo dici un’altra volta ti rifilo un calcione negli stinchi, così vediamo!”
Quelle parole riuscirono a tappare la bocca al ragazzo che, poi, tutto d’un tratto, cominciò a ridere, senza sapere neanche il perché, trascinando con sé anche un’Haine decisamente più leggera a sollevata. Doveva ammetterlo, quel pervertito maniaco sapeva come aiutarla a star meglio, dopotutto.
Fu il rumore del campanello attaccato al chiosco che vendeva le castagne ad attirare la loro attenzione due secondi dopo.
“Ragazzi, volete delle belle caldarroste?” chiese l’anziano signore che conosceva Kurosaki Kon da una vita, sorridendogli cordialmente.
Il ragazzo annuì, domandandogli il sacchetto più grosso che aveva, memore delle volte in cui sua madre portava le castagne a casa e finivano nel giro di pochi secondi.
La Jaggerjack l’osservò compiere quel gesto così familiare e sorrise senza volerlo perché, in quel momento, le parve di vedere l’anima di Masaki aleggiare attorno al compagno di classe, abbracciandolo come si fa con i bambini piccoli. Sorrise, perché percepì l’affetto proveniente da un lontano passato affiorare in quel presente che, lentamente, si faceva giorno dopo giorno sempre più sereno.
“Signore.” Chiese poi “Potrebbe darne un sacchetto anche a me?”
Con molta garbata gentilezza l’uomo le porse il sacchetto colmo di caldarroste, per poi salutarli altrettanto gentilmente.
“Dovrei venirci più spesso, qui.” Mormorò la ragazza, sorridendo ancora.
“Ah si? Come mai?” chiede lui, incuriosito.
Ma lei non rispose, facendo l’enigmatica.
“Te lo dirò in futuro. Forse.”
Lo salutò, cominciando a correre a più con posso, ringraziandolo mentalmente.
Perché quando il fiume dei ricordi si fa doloroso, basta osservare chi si bea del proprio passato per scacciare quel nodo alla gola che ti schiaccia senza alcun motivo apparente.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: mangagirlfan