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Autore: Keiko    17/02/2011    3 recensioni
[M. Shadows/Valary DiBenedetto] La scelta più difficile sta proprio lì, nel riuscire a comprendere quando è giusto saltare e quando tornare indietro e attendere di gettarsi di sotto, alla prima occasione utile.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Sweet Revenge © [25/12/2010]
Disclaimer. Gli Avenged Sevenfold(M. Shadows, Zacky Vengeance, Jimmy "The Rev" Sullivan, Synyster Gates e Johnny Christ), Valary e Michelle DiBenedetto, Gena Pahulus sono persone realmente esistenti. I personaggi originali non sono ovviamente persone realmente esistenti, ma semplice frutto della mia immaginazione. La storia è frutto di una narrazione di PURA FANTASIA che mescola la mia visione di fan a eventi storicamente accaduti e rumors spulciati in rete, destinata al diletto e all'intrattenimento di altri fans. Non si persegue alcun intento diffamatorio o finalità lucrativa. Nessuna violazione dei diritti legalmente tutelati in merito alla musica ed alla personalità degli artisti succitati si ritiene dunque intesa.



“Amico non puoi realmente ridurti in questo modo per una donna.”
“Non è una donna. E'...”
Matthew Sanders si era zittito nell'esatto istante in cui Valary DiBenedetto aveva varcato la soglia del pub con Michelle – la sua gemella – e alcune compagne di scuola. Si erano sedute a un tavolo vicino all'ingresso da cui era impossibile vederli, sprofondanti sulle panche nel loro angolo preferito a ridosso della parete più profonda del locale.
“Allora, ti hanno mangiato la lingua?”, l'aveva provocato Jimmy scolandosi l'ultimo sorso di birra e pronto a chiederne un'altra alla barista dal culo da favola che li aveva serviti al loro arrivo, facendo scivolare lo sguardo al di là dei tavolini occupati dagli studenti di Huntington Beach, finalmente in vacanza, sino al bancone dove – inutile negarlo – desiderava incontrare quel fondoschiena perfetto.
In alternativa gli sarebbe comunque bastato riuscire a farsi portare un'altra birra per rimettersi su di giri immediatamente.
“Matt parliamoci chiaro: tu con quante ragazze sei uscito?”, l’aveva incalzato Zacky imitando l’espressione interessata e professionale di uno strizzacervelli alle prese con un caso clinico, prendendo come risposta il silenzio prolungato dell’amico.
“Ecco, appunto, ti sei già risposto.”
“Fottiti Zacky.”
“No ascoltami: non puoi prendere una sbandata e decidere che la DiBenedetto è la donna della tua vita solo perché siete ti ha rivolto la parola e siete quasi-amici per non so quale assurdo motivo. Tu sei un caso disperato, Matt: se al posto di Valary ci fosse stata quella cozza della Stewart sono certo che avresti reagito allo stesso modo. Insomma, tu hai bisogno di una donna, questo è chiaro. Ma la DiBenedetto non fa per te.”
Matthew continuava a fissare l'amico senza parlare, a dividerli i rispettivi boccali di birra ancora mezzi pieni, il resto del tavolino invaso da almeno altre quattro pinte da un litro al cui interno era rimasta solo la traccia di schiuma ormai rappresa, residui di cadaveri di una battaglia persa in partenza.
“Dovrebbe buttarsi.”
“Che cazzo stai dicendo, Jimmy? Così verrà preso per il culo da tutta la scuola?”
Di per sé il problema non era esattamente quello: Matt per essere un ragazzo di diciassette anni era sufficientemente grosso e cattivo da menare per dieci. “Prima o poi ammazzerò qualcuno durante una rissa”, gli aveva confessato una sera in cui erano entrambi troppo sbronzi per reggersi in piedi, ma abbastanza sobri da essere riusciti a farsi sbattere fuori dal locale dopo aver attaccato briga con un gruppo di coglioni della squadra di rugby del liceo.
“Almeno si metterà l'animo in pace e noi saremo liberati da questo tormento.”
Jimmy aveva ammiccato in direzione della barista, chiedendole un'altra pinta di birra mentre trangugiava nachos cosparsi di formaggio fuso e salsa di peperoni piccanti.
“Che schifo Jimmy. Come cazzo fai a mangiare quella roba a quest'ora?”
“Dopo non ceno.”
Matt aveva lanciato un'occhiata in direzione dell'ingresso, più esattamente al tavolo dov'era seduta Valary, e lei gli aveva sorriso sollevando una mano in segno di saluto, a cui lui aveva risposto sollevando il braccio di scatto nemmeno fosse stato posseduto da un cazzo di demone o da un’improvvisa voglia di ballare qualche coreografia pop idiota.
“Ecco, lo vedi Sanders perché le donne non ti filano? Sei troppo servizievole. Le donne devono soffrire.”
“E se lo dice Zacky, c'è da prenderlo in parola, eh.”
“Fanculo Jimmy.”
L’ultima cosa che Matt avrebbe voluto vedere in quell’istante era Valary che si dirigeva nella loro direzione, mentre Zacky continuava a delirare di come far soffrire una donna fosse la cosa più intelligente da fare per farla innamorare.
“La verità è che alle donne piacciono gli stronzi, Matt.”
“Ciao ragazzi, anche voi qui?”
Che sorpresa, eh?
Sul viso di Zacky si era dipinto un sorriso sornione, mentre Jimmy aveva finito di ingollare l’ennesimo sorso di birra sollevando il mento in direzione della ragazza.
Ovviamente il passo successivo spettava a Matt, l’unico che avrebbe dovuto parlare in quel momento, peccato la lingua gli si fosse incollata al palato e tutto quello che avrebbe desiderato dire gli sembrasse un ammasso di inutili cazzate.
“Ehi Sanders, troppo sbronzo per parlare?”
Valary gli aveva sorriso, prendendo posto senza farsi troppi problemi accanto a Jimmy, all’altro capo del tavolo.
La sbronza perfetta sarebbe stata lei, sentirne il profumo della pelle, sfiorarne i capelli biondi e comprenderne la consistenza.
La consistenza dell’anima, invece?
Matt era certo che Valary fosse la donna perfetta per lui, quella con cui passerai tutto il resto della tua vita, perché certe cose le sai e basta, non ci sono clausole particolari quando comprendi una cosa del genere: la capisci, fine.
Che spiegazioni poteva dare a un pensiero tanto elementare e lineare?
Le tre birre effettivamente non lo aiutavano a ragionare e la presenza di Valary che attendeva una sua risposta rendeva la cosa effettivamente impossibile.
“Veniamo sempre qui dopo la scuola. Non vi ho mai viste prima da queste parti.”
Non si stava atteggiando troppo, vero?
Zacky, seduto alla sua sinistra, trangugiava in uno stato di beatitudine la propria birra, fissando la nuova arrivata come se fosse la Madonna in persona o, peggio, completamente nuda, passando in rassegna i suoi movimenti, le espressioni del viso, il modo di vestire per poi lanciare un sospiro di disapprovazione in direzione dell’amico: maglietta a manica corta dei Metallica a cui aveva abbinato una camicia a quadri dalle tonalità rosse, capelli rasati e sguardo scazzato.
Si, era effettivamente una strafiga e Matt non avrebbe avuto uno straccio di possibilità con una così.
“No, non veniamo mai qui in effetti. E’ che vi ho visti entrare e ho pensato che potevamo farci un salto un salto anche noi.”
A quelle parole sia Zacky che Jimmy avevano interrotto ogni attività motoria, Matt quelle cerebrali.
“Non credo di aver capito bene”, aveva biascicato Zacky a Jimmy che, per contro, era scoppiato in una risata talmente forte – e talmente agghiacciante da sembrare uscita dalla bocca dell’Inferno – da costringere Valary a fissarli sorpresa.
“Ho detto una cosa così divertente?”
“No, affatto. E’ una cosa del tutto normale.”
La ragazza si era fatta scivolare addosso il sarcasmo di Jimmy, tornando a guardare Matt posando il viso tra le mani aperte a coppa a poca distanza da lui.
“Posso parlarti un secondo Matt?”
“Si certo, fai pure.”
“Siamo tutti orecchi.”
Zacky si era avvicinato a Matt cingendogli le spalle, nell’atteggiamento da avvoltoio di chi non vedeva l’ora di farsi quattro risate ai danni altrui.
“Non qui, fuori.”
“Ah.”
Zacky era sinceramente deluso, e aveva dovuto lasciar scivolare il braccio dalle spalle di Matt assestandogli un’efficace gomitata al fianco per farlo schiodare dal suo rassicurante rifugio.
“E’ ubriaco Val, è tutto nella norma.”
“Non sono ubriaco, Jimmy. Arrivo subito, finisco la birra, okay?”
“Ti aspetto fuori così recupero la giacca nel frattempo.”
La ragazza si era sollevata in piedi lanciando occhiate al tavolo delle compagne, mentre Matt aveva afferrato il boccale di birra trangugiandone l’intero contenuto in unico sorso.
“Che cazzo devo fare ora?”
“Ascoltare quello che deve dirti, Matt.”
“La fai facile.”
“Se non ti sbrighi ad andare fuori non lo saprai mai.”
Jimmy aveva sollevato il boccale di birra nella sua direzione e Zacky aveva risposto battendo il proprio contro quello dell’amico, sorridendo.
“In bocca al lupo fratello.”
Il fatto era che lui e Valary si conoscevano dall’inizio dell’anno scolastico quando, dopo il discorso del preside, Matt era finito a fare a botte con un tizio che aveva avuto la malaugurata idea di prendere per il culo Zacky per come era vestito.
Il tizio in questione era il ragazzo di Val e il tutto era finito tra le grida di lei, la sospensione dalle lezioni di Matt e la fine della storia tra i due.
Quando era rientrato a scuola – e non l’avevano cacciato a calci in culo probabilmente perché era arrivato lì solo l’anno precedente, con già due espulsioni alle spalle – la prima cosa che aveva visto era stata Valary seduta sui gradini dell’ingresso e, a quanto sembrava, in attesa del suo arrivo.
“Sanders?”
“Si?”
Aveva abbassato lo sguardo sulla ragazzina, occhi grandi color nocciola e capelli biondissimi, i libri stretti tra le mani sottili.
“E’ sempre stato un coglione, grazie. Mi hai dato il pretesto per lasciarlo.”
“Prego?”
“Non sapevo come fare, mi hai reso una donna libera.”
“Non credo di averti mai vista prima.”
“Ti posso offrire una birra per sdebitarmi?”
“Non è un problema, tranquilla. Non l’ho fatto per te, era per Zacky.”
All’inizio Matt non l’aveva considerata realmente – nemmeno come essere umano -, la incrociava per i corridoi della scuola, in qualche pub, a volte al negozio di musica ma mai gli era passato per la mente che potesse essere una persona con cui condividere il tempo libero e le proprie passioni.
Non era mai stato bravo a capire le donne, per lui erano un mondo sconosciuto di cui aveva l’orrida visione di un gruppo di galline che si muovevano in branco ovunque andassero, di conseguenza aveva sempre evitato l’argomento e il problema.
Incontrare Val anche da sola gli era quindi sembrata la cosa più bizzarra del mondo, specie se quello scricciolo teneva tra le mani la custodia di ReLoad dei Metallica.
“Ascolti quella roba?”
“Io li adoro, Matt.”
“A chi lo dici.”
Quel pomeriggio si era concluso con la birra che Val si era ostinata nel volergli offrire, ma in quel finale a sorpresa si erano spalancate le porte di un mondo magico e strano, in cui Matt si era inevitabilmente perso e dal quale non aveva la minima intenzione di uscire.
Era stato lì, sul loro arrivederci, che Valary aveva assunto il ruolo dell’unica persona al mondo per la quale valesse persino vivere.
Affermare una cosa del genere ad alta voce l’avrebbe reso lo zimbello del gruppo, ma Zacky e Jimmy erano riusciti nell’intento di rendergli la vita un inferno a tal punto che, entro la fine dell’anno, avrebbe detto tutto a Val qualsiasi fosse il risultato della sua scommessa con la fortuna.
“Sei fottuto, fratello. Le donne non si filano i propri amici.”
Zacky era stato lapidario quella volta, e per poco Matt non l’aveva realmente preso a pugni: non poteva avvertirlo prima che lui e Val iniziassero a frequentarsi, che non avrebbe mai potuto dirle ciò che provava realmente a causa di una delle regole che facevano girare il mondo?
Fanculo anche a Zacky e alle sue teorie del cazzo.
“Okay, vado.”
“Scusami se ti ho fatto uscire con questo freddo.”
“Se non era nulla di particolare potevamo stare anche dentro, per me non c’erano problemi. E’ successo qualcosa?”
Val l’aveva fissato incerta, storcendo le labbra pensierosa.
“Ti ho raccontato una bugia.”
“Cioè?”
“Non dovevo dirti nulla, ma quando sono entrata qui ho visto il vischio sulla porta del pub e ho pensato… be’, lascia stare. E’ meglio che rientriamo.”
Matt non era ferrato in materia natalizia ma la festa più commerciale e globale del pianeta aveva il pregio di essere così sfruttata da rendere note le proprie tradizioni probabilmente anche in Burundi.
E lui lo sapeva eccome, cosa facevano due idioti sotto il vischio.
Be’, prima o poi sarebbe dovuto accadere, no?
Prendere un due di picche prima di Natale avrebbe significato potersi consolare con sonore sbronze durante le vacanze in compagnia di Zacky e Jimmy, non vedere Val per almeno una ventina di giorni e riassestare i propri equilibri emotivi prima del rientro a scuola.
Coraggio Matt, muovi il culo.
Si era chinato su di lei e Val si era sollevata in punta di piedi chiudendo gli occhi, le labbra a sfiorarsi leggermente per poi cercarsi con una certezza che aveva il sapore di mesi di incertezze e paure, le dita di lei che scivolavano sui capelli cortissimi di Matt, nella mano destra l’intreccio di nervi e paure che scivolavano verso terra, dalle dita di lui a quelle di lei e poi giù, sino a morire dentro il tombino insieme all’acqua piovana.
“Buon Natale Matt.”
“Potevi avere un’idea migliore, eh.”
“Era il modo più semplice per fartelo capire.”
Val gli aveva sorriso e lui si era tuffato su quelle labbra di nuovo, mentre tutto attorno spariva, investito dal vento gelido di dicembre.
   
 
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