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Autore: Garrick    05/01/2006    3 recensioni
Tornare indietro nel tempo per impedire che avvenga il più grande conflitto dell'umanità...e se questo causasse un conflitto molto più grande?
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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LA SECONDA GRANDE GUERRA

LA SECONDA GRANDE GUERRA

 

Prefazione: questa è la novelization del vecchio videogioco di Westwood Studios, Command And Conquer: Red Alert, ovviamente con un po' di aspetti riveduti e corretti. Questa è una storia di guerra gente, rilassatevi e mettetevi comodi, questa è la guerra in tutto il suo sanguinario splendore. Ritengo che sia meglio inserirla tra gli originali poiché questa novelization prende pieghe molto differenti dal gioco originale e si avvicina molto di più ad una fic fanta-storica. Spero che mi recensirete, Buona lettura.

 

Prologo: Prima o poi… il tempo lo dirà… il tempo lo dirà

Trinity, New Mexico, 1949

 

Nella piccola stanzetta le apparecchiature lavoravano incessantemente emettendo un continuo ronzio, mentre il professore, dai pesanti baffi e dalla testa consumata dalla calvizie ed il suo assistente supervisionavano il tutto.

Maggio 1945. La fine della seconda guerra mondiale. Il lancio dei due ordigni nucleari su Hiroshima e Nagasaki. La morte di oltre trenta milioni di persone. Il massacro di oltre sei milioni di ebrei. La nascita di alcune delle più mostruose ideologie mai esistite al mondo. Lo sviluppo di alcune fra le più micidiali armi. Qualcuno voleva fare in modo che questo non fosse mai accaduto. Un uomo chiamato Albert Einstein. Geniale matematico e fisico, creatore della teoria della relatività, della teoria dei campi unificati e pioniere della Fisica Quantistica. Egli, nel 1949 riuscì a mettere a punto una macchina del tempo. Il macchinario, chiamato "cronosfera" si stava caricando.La teoria del "cronotrasporto" che in seguito sarebbe stata definita come l'abilità di "trasportarsi da un posto all'altro in una certa finestra temporale" aveva preso forma fisica in quel piccolo laboratorio. Questo progetto fu designato col nome in codice Wormhole. Einstein aveva una seconda agenda. Egli voleva impedire che si verificasse la seconda guerra mondiale. Per le leggi della fisica quantistica, una entità che viaggia nel tempo, se viene in contatto fisico con una entità nativa del luogo, si verifica un paradosso temporale: la entità fluttuante subisce una restaurazione della sua linea temporale originale e la entità nativa subisce una dislocazione dimensionale." Con questo in mente Einsten stava caricando la cromosfera. Alla fine del processo si sedette sul sedile che era al centro della stanza, mentre il suo assistente azionava la macchina "Buona fortuna" Disse

C'era un posto dove Einstein poteva stabilire agevolmente un contatto fisico con Hitler: Landsberg, Germania, nel 1924, quando Hitler fu rilasciato dopo il suo fallito golpe. Einstein si materializzò a circa dieci metri da lui

"Herr Hitler!" (Signor Hitler!) " Ja?  Was ist loos?  Ich habe keine Zeit um hier rund zu stehen!" (Si? Cosa c'è? Non ho tempo da perdere stando qui!)  Chiese il giovane Fuhrer all'uomo venuto dal futuro "Ja.... ich ferstehe" (Si, capisco) Rispose Einstein ed invitò Hitler a stringergli la mano, Hitler, con faccia stupita, acconsentì, e quello fu l'atto che scateno il collasso della nostra linea temporale. Hitler ed Einstein vennero avvolti da una luce blu elettrica. Hitler non era mai esistito da quel momento in poi Einstein ritornò alla sua linea temporale, con il suo assistente che lo attendeva. "Allora professore, lo avete trovato"Chiese "Hitler…è fuori dai piedi!" disse lentamente. "Congratulazioni professore, con Hitler rimosso.." Einstein alzò la sua mano in segno facendo segno all'assistente di fermarsi, quindi, puntando con un dito il suo orologio le cui lancette andavano come impazzite e disse le ultime parole della nostra realtà. "Prima o poi… il tempo lo dirà… il tempo lo dirà" Disse, rendendosi forse già conto di avere causato qualcosa di ancora più grosso della seconda guerra mondiale. Il paesaggio si distorse, formando un nuovo mondo. Satelliti GPS esistenti ed operativi prima degli anni 50, l'uomo sulla luna nel 1949. Design civili e bellici che sarebbero dovuti esistere negli anni 70 erano lì negli anni 50 assieme a macchine del periodo, anche se queste ultime erano molto poche in numero. Le sofisticazioni dei razzi e dei missili capite in soli dieci anni. Ma più importante, la seconda guerra mondiale non era mai accaduta. Leggendo le definizioni di Nazismo e Fascismo su una enciclopedia del nuovo mondo lesse rispettivamente

"Nazismo:Ideologia nazionalista altamente razzista della Germania del dopoguerra, in parte creata come reazione alla rivoluzione d'ottobre in Russia,  portata avanti dal partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, dissolto nel 1926 a causa di conflitti interni e dalla mancanza di una figura guida." E "Fascismo: Ideologia portata avanti sulla falsariga del nazismo, senza la componente razzista di quest'ultima ideologia nata in Italia nel dopoguerra. Il partito fascista tento un golpe il 28 ottobre 1922, ma fu fermato dall'esercito italiano con un totale di diecimila morti, innumerevoli feriti e oltre ventimila arresti." Einstein sorrise leggendo queste cose. Ma in fondo alla sua mente sentiva che qualcosa non andava, qualcosa era stato fatto in modo erroneo. Questo dubbio lo tormentò in continuazione. Quattro anni dopo avrebbe avuto conferma di questo.

 

Capitolo 1°: Dalle Stelle al Fango

17 Marzo 1953 Washington D.C., Fort Liberty

 

Atto 1: Trasferimento

"…… e le ultime tensioni fra Germania e URSS sembrano essersi intensificate dopo la messa al bando in Germania dei partiti comunisti" annunciava l'Anchorman alla TV.

L'uomo spense subito dopo il televisore.

"Bene, siamo nella merda fino al collo ragazzi" Disse ai suoi sottoposti riuniti nella stanza, sbattendo il pugno su una scrivania vicina. "Cos'è questa agitazione, Capitano William Dino?" Chiese un soldato."Sapete benissimo che le tensioni fra Germania e USSR sono cresciute in continuazione negli ultimi mesi, ed ho sentito da qualcuno dei servizi segreti che i russi stanno ammassando le loro forze al confine polacco"Cosa?"."Si, per questo sono passibile di corte marziale perché ho origliato, ma faremo bene a tenerci pronti, perché potremmo essere mandati in Germania in ogni momento". Il Capitano William Dino vide i suoi uomini in subbuglio, questa non era una notizia da poco, e lui stesso aveva paura, ma tentava di nasconderla dietro il suo impassibile volto, che ricordava un mastino, accorpato con i suoi capelli castani ed i feroci occhi neri, questo gli aveva fatto guadagnare il soprannome di "Bulldog"

Ma non avrebbe mai lasciato uno dei suoi ragazzi indietro, mai. Non era uno spilungone, ma neppure un nano, le sue "bravate" fra cui alcune insubordinazioni  gli avevano impedito di andare oltre il grado di Capitano. Ma il comando non osava degradarlo, perché il modo in cui conduceva i suoi uomini era indiscutibilmente geniale, sarebbe stata una cosa stupida fargli guidare una semplice squadra invece di una compagnia, perché tanto, non importa quanto sarebbe stata dura la sua missione, ma avrebbe fatto di tutto per riportare i suoi ragazzi a casa e questo lo rendeva un eccellente candidato per le missioni di avanguardia.

Casa Bianca, Studio Ovale

"……E questo è tutto, Signor Presidente"Riferì un addetto dell'OSS al Presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower "Grazie,  quindi i Russi stanno ammassando truppe sul confine" "Si, e molti dei nostri agenti in nell'URSS riferiscono che Stalin sta preparando una offensiva su larga scala" Continuò

"Sono certo che Berlino, Londra, Parigi e Roma ne sono a conoscenza, cosa ne pensano di questo?"Chiese il Presidente "Sono molto preoccupati, ecco, legga anche questi telegrammi"

Il Presidente li lesse, erano tutti telegrammi da altri capi di stato, tutti di preoccupazione. "E la Polonia?" "Si è dichiarata neutrale".

Il Presidente ansimò, era questione di settimane e l'URSS avrebbe attaccato. Le tensioni fra Germania ed URSS avevano raggiunto il culmine quando la Repubblica tedesca aveva messo al bando il ComIntern, il partito comunista internazionale, definendolo "Una piattaforma per installare governi fantoccio che rispondo a mosca negli altri stati Europei". Ovviamente questo aveva fatto infuriare Stalin, che aveva minacciato azione militare se la Germania non avesse reso di nuovo legale il ComIntern. Ovviamente la Germania non aveva nessuna intenzione di fare una cosa del genere e la rete di alleanze aveva fatto il resto, come nella Grande Guerra e l'intera Europa si era ritrovata sotto l'allarme rosso.  "Mettete le forze armate in stati di massima allerta, e mettetemi in contatto con gli europei" Ordinò il presidente. "Signorsì" Rispose uno degli addetti presenti nello studio.

 

Una settimana dopo, Fort Liberty

"COSA?" Urlo William leggendo degli ordini di trasferimento, quindi crollò sulla sua branda.

"E così siamo pronti per morire, i ragazzi non la prenderanno bene, ci mandano tutti in Germania per scongiurare una eventuale invasione russa.

William chiuse gli occhi, mormorando alcune preghiere a qualunque cosa c'era nell'universo, non era un religioso, ma stavolta aveva veramente paura di non tornare vivo.

Fort Liberty era un agglomerato militare che combinava una base militare dell'US Army con elicotteri e carri ed un campo d'aviazione destinato ad uno squadrone di cacciabombardieri dell'USAF. Nei momenti di maggiore movimento, come nel caso di una esercitazione congiunta il rumore provocato da carri, elicotteri ed aerei era talmente insopportabile da rendere necessaria la distribuzione a tutti i soldati che sarebbero dovuti passare dentro la base durante le manovre delle cuffie simili a quelle degli ufficiali di segnalazione e di supporto di una portaerei. Era anche un ottimo modo per fare esercitare i G.I. nei linguaggi gestuali da combattimento. Fortunatamente oggi non era uno di quei giorni. Vi era il solito viavai di jeep ed i soliti due F/A-18 Hornet in volo sopra la base ma nulla di più. Il generale in carica della base, Generale Morgan Greenyard aveva appena ricevuto l'ordine di preparare i suoi ragazzi e se stesso alla partenza per la Germania.

I telegiornali del mondo avevano sempre in primo piano le relazioni bollenti fra l'URSS e la Germania. Le ultime dichiarazioni del cancelliere tedesco, Hermann Von Leonhart non erano incoraggianti " Dovremmo forse riammettere un partito politico che serve all'URSS per dislocare governi fantoccio? Dobbiamo forse vivere sotto la completa influenza dell'URSS? Tutta l'Europa deve fare lo stesso? Non credo, miei cittadini Tedeschi ed anche voi Inglesi, Italiani, Francesi, Spagnoli, Portoghesi, Austriaci, uniamoci e resistiamo all'onda rossa che vuole toglierci quello che abbiamo!" I Governi europei furono solidali al Cancelliere. Il regno d'Italia, ripresosi dallo shock della marcia su Roma, prontamente fermata dall'esercito regolare con la firma da parte del Re dello stato d'assedio, aveva lanciato un programma di ricostruzione dei danni della Grande Guerra e un potenziamento delle industrie belliche e dell'esercito. Il re Vittorio Emanuele III aveva offerto truppe ed aiuto militare alla Germania il giorno dopo le dichiarazioni via telegramma.

Molti soldati si stupirono o caddero nello sconforto leggendo gli ordini di trasferimento che arrivarono nei giorni successivi. Gli addii alle famiglie si sprecarono. Gli uomini della squadra di comando del Capitano Bulldog si erano guadagnati una libera uscita la sera prima della partenza per ritrovarsi ad un qualche bar vicino la base e tentare di farsi forza a vicenda con l'ausilio di potenti alcolici. Dopo aver preso il tavolo e ricevuto le loro ordinazioni, iniziarono a discutere. "Capitano, cosa crede che succederà?" Chiese il caporale James Raver, il magro operatore radio dai capelli neri ed occhi castani. "Andremo nel fango e nella merda, James. I rossi stanno sicuramente per attaccare, se le cose continuano così spazzeranno via la Polonia e si prenderanno Berlino in poco. Hanno i numeri per farlo e Stalin non si fa troppi problemi ad usare la forza." Finito questo William trangugiò rapidamente il suo bicchiere di Whisky tutto di un fiato. Un altro dei suoi sottoposti, un uomo barbuto di nome Jonathan Rayleg, soprannominato da tutti "Barbanera" trangugiava il suo bicchiere di liquore tremando, cosa estremamente inusuale. "Signore, io ho moglie e figli….entrambi sono molto piccoli….già mi vedono poche volte al mese…non vorrei non tornare più, spero che questo nostro schieramento a scopo preventivo serva a far riconsiderare alcune cose a Stalin…." "Non per essere pessimista, ma ne dubito, Barbanera…." "Anche io, Signore" I restanti due uomini della squadra di comando, il Tenente Patrick Josuel ed il Sergente Jacob Yeram erano sorprendentemente tranquilli. Il primo era un Nero dell'Alabama assegnato a Fort Liberty, l'anima religiosa dell'intera compagnia comandata da William. Se fosse stato ordinato sacerdote probabilmente sarebbe stato il cappellano della base. Il secondo era un Ebreo nato in america da genitori ebrei spagnoli. I suoi tratti ispanici erano molto evidenti, come la sua abbronzatura ed i capelli neri. Buttando da parte il nervosismo per un attimo, probabilmente grazie anche all'alcool i cinque chiacchierarono più o meno piacevolmente per il resto della serata. La voce potente di Patrick riportò alla realtà, alla fine della serata, chi dei quattro era all'altro mondo a causa di una sbornia "Forza ragazzi, domani abbiamo il nostro viaggio d'andata per l'inferno!" Disse sorridendo.

Il Giorno successivo i soldati furono svegliati non dall'alzabandiera come al solito, ma dal rombo di motori ad elica. Più precisamente erano i motori dei C-130 Hercules, aerei da trasporto entrati in servizio nel 1947 e già da allora divenuti leggendari per la loro portata ed affidabilità. Era stato rapidamente acquistato da tutte le nazioni dell'Europa occidentale.

La preparazione della Compagnia di Dino fu veloce e nervosa. I centosessanta uomini presero posto sui due aerei assegnati. William riuscì a notare dal finestrino alcuni carri armati M1 Abrams che venivano caricati negli aerei da trasporto pesante C-5 Galaxy. William sospirò. "Di sicuro i pezzi grossi avranno previsto movimenti militari in grande stile…" Pensò.

Le diverse ore che il viaggio richiedeva trascorsero nella noia e nella lentezza. Molti soldati ingannarono il tempo giocando a carte.

Quando l'aereo, dopo una sosta di rifornimento in Gran Bretagna, stava arrivando in vista dell'aeroporto militare di Berlino erano passate nove lunghe ore. Esso fu avvicinato da due F/A-18 Hornet, completamente armati per il combattimento Aria-Aria. Probabilmente erano stati trasportati in Germania già una settimana prima. Questo diede conferma alle paure di William. Un minuto esatto dopo i due F/A-18 ruppero la formazione e si diressero verso est con una manovra da combattimento che fece stupire la maggior parte dei soldati a bordo del C-130. Subito dopo videro la causa della manovra: cinque MIG-29. Le manovre di Stalin erano già iniziate. "Ma che diavolo?" "Guardate laggiù, dei Mig!" I due caccia americani, grazie ai comandi Fly-by-Wire riuscirono a colpire prima dei loro avversari sovietici, mandando uno degli aerei sovietici a schiantarsi al suolo. Subito dopo iniziò l'aerodanza fra i due F/A-18 ed i  quattro MIG rimanenti, ovviamente i MIG erano i favoriti. Il pilota del C-130 iniziò a parlare all'interfono dell'aereo "Voi dietro allacciate le cinture, ci sarà da ballare!".

Altri tre F/A-18 e due Mirage F1 francesi raggiunsero la zona, ma non prima che uno dei due aerei già presenti non fosse stato abbattuto. Aveva portato con sé un MIG però.

Il C-130 atterrò su una pista completamente in allerta, in tandem con altri aerei da trasporto.

Quella notte William non avrebbe chiuso occhio per il nervosismo. Era arrivato ufficialmente per un schieramento allo scopo di dissuadere l'URSS dal far scoppiare una guerra al cui confronto la Grande guerra sarebbe stata una azzuffata tra bambini. Officiosamente era arrivato al fronte. L'indomani lui e la sua compagnia sarebbero stati distaccati da qualche parte vicino alla Polonia ed avrebbe sparato ai Russi. Alcuni dei suoi ragazzi sarebbero morti. Sudò freddo al pensiero.

 

Atto 2: Il Villaggio della Disperazione

Nei pressi dell'aeroporto di Berlino, Base Militare Krugstadt

La mattina dopo non fu salutata dal sole. Come se esso stesso avesse voluto non guardare i massacri che sarebbero seguiti, una spessa coltre bianca di nuvole si era distesa sopra la Germania orientale.

William ricevette l'ordine di dislocamento: Heirnburg, villaggio al confine con la Polonia, a 100 chilometri da Danzica. I russi avevano occupato la Polonia a tempo di record in gran segreto già alcuni mesi prima, e grazie alla dislocazione di un Governo fantoccio con l'aiuto di mirati attacchi terroristici da parte di una organizzazione che portava come simbolo la coda di scorpione incastonata dentro un triangolo rosso. Si autodefinivano "La fratellanza di NOD" e ritenevano che se l'Europa si fosse unita sotto la bandiera sovietica avrebbe potuto riprendersi il posto di superpotenza che le era stato tolto dagli Stati Uniti d'America, ritenuti "un indegno gruppo di staterelli che avrebbe fatto meglio a rimanere sotto la bandiera di Sua Maestà Britannica per "Conservare un minimo di nobiltà invece di diventare l'ammasso distruggi tradizioni che fagocita uomini validi dall'Europa". Logicamente la stragrande maggioranza delle popolazioni degli stati europei non dava peso a cose del genere, ma c'erano i soliti che venivano facilmente manipolati che supportavano la fratellanza. E questo purtroppo valeva per qualsiasi stato. La mamma dei cretini è sempre incinta…

I Camion che trasportavano la compagnia americana procedevano lenti sulle strade sconnesse, visto che l'asfalto era riservato solo alle strade principali. Un carro armato M1 e due carri M48A2  aprivano il convoglio mentre due trasporti truppe corazzati M113 ed un altro M1 lo chiudevano. I contadini dei campi che confinavano con la strada spesso correvano a vedere la processione di mezzi militari. I bambini guardavano con stupore mentre gli adulti, consci di quello che stava per succedere avevano spesso un volto preoccupato o ansioso. I veicoli procedettero fino a che non ebbero in vista il villaggio, a circa due chilometri di distanza, subito dopo aver oltrepassato un altura. Dal villaggio si alzavano due fitte colonne di fumo. Subito dopo una jeep arrivò rombando in direzione del convoglio. William fermò il movimento di mezzi corazzati dal suo veicolo di comando, un semicingolato blindato di medie dimensioni ed andò incontro all'altro veicolo, da cui scese un sottoufficiale Inglese, riconoscibile dal caratteristico elmetto. "Il capitano William Dino dell'US Army?" Chiese. "Si sono Io, cosa succede?" "I Sovietici hanno attaccato Heirnburg circa mezzora fa, il primo attacco aereo ha preso la nostra stazione radio e siamo rimasti isolati, stanno premendo su tutti i fronti, abbiamo una tonnellata di morti ed ancora più feriti e molte altre unità sono rimaste sepolte nella merda quando i sovietici le hanno oltrepassate lasciandole isolate. La Sua unità è l'unica unità a piena forza nel raggio di venti chilometri, Heirnburg è sotto attacco pesantissimo. I suoi camion sono l'unica cosa che può evacuare i feriti nella zona, tutti gli Elicotteri in grado di trasportarne sono stati obbligati al disimpegno o distrutti". "Cristo santo, convoglio, prepararsi, compagnia, armi pronte, marconista, qui subito! " Ordinò il Capitano Bulldog. Subito dopo James Raver arrivò scendendo dal veicolo di comando. "Marconista James Raver a rapporto, Signore." "Chiama il comando e digli che la compagnia S si occuperà dell'evacuazione dei feriti della zona di Heirnburg. E digli anche di mandarci un po' di supporto aereo" Raver tornò nel veicolo di comando e tentò di aprire le comunicazioni, dopo due tentativi a vuoto tornò da William mesto "Signore, non rispondono, sembra che sia successo qualcosa all'apparato di comunicazione a Berlino". "Cazzo, in pratica è un modo carino per dire che siamo isolati?" "Esatto signore, tenterò di contattare altre unità alleate nella zona" "Digli di radunarsi qui, io prenderò il primo plotone e tirerò fuori i feriti personalmente! Sottotenente, è libero di andare. Secondo e Terzo Plotone, trincerarsi e stabilire un posto di comando". Il sottotenente riprese la sua Jeep per tornare alla sua unità, mentre William ordinava al primo plotone di prendere posto sui due M113 e su due camion, sedendosi anche sul tetto se necessario inoltre diede l'ordine di seguirlo ai due camion rimasti vuoti per evacuare i feriti. Egli prese il posto del comandante nel carro M1 che guidava il convoglio. Esso sulla torretta portava la scritta "il vecchio fedele" guadagnata durante una esercitazione: era finito in un fosso in posizione quasi verticale e nonostante ciò era riuscito ad uscire. Il comandante non c'era in quel carro: era William a comandare, quando non era nel veicolo di comando era nella torretta del vecchio fedele. Assieme ai due trasporti truppe corazzati ed i quattro camion partirono a tutta velocità verso il villaggio. Quando fu a circa cinquecento metri dal villaggio i primi colpi vaganti di fucile iniziarono ad impattare contro il carro. I cinque veicoli si fermarono ed i soldati scesero dai veicoli, ponendosi proni ad armi spianate. William si espose minimamente aprendo la cupola della torretta e scrutò in avanti con il binocolo. Le forze alleate stavano tenendo la parte centrale della cittadina e la parte orientale, mentre le truppe sovietiche li circondavano con carri e dozzine di uomini. Un carro Inglese Chieftain forniva un minimo supporto anticarro da dietro un muro di sacchi di sabbia costruito in tutta fretta. William avanzò lentamente assieme al primo plotone, prendendo contatto con l'ufficiale di grado più alto nella zona, un Tenente tedesco. William uscì dal carro e tenendo la testa bassa si avvicinò al tenente. "Tenente, quanti feriti avete? Sono qui per portarli via" "Siete un capitano, vero? Abbiamo circa un centinaio di feriti, più un numero simile di dispersi, vi sono veicoli antiaerei sovietici  nelle vicinanze che rendono l'avvicinamento dall'aria impossibile ed inoltre il comando non risponde più" Rispose il Tenente con un inglese stentatissimo. "Ricevuto, inizia a far muovere i feriti, li porto via coi camion". Detto questo rientrò nel carro ed usò la radio per comunicare alla compagnia di mandare tutti i camion per facilitare l'evacuazione dei feriti"Inoltre avete stabilito il posto di comando?" "Si signore, siamo riusciti a stabilire un checkpoint ed alcune tende" "Bene, mettete in piedi anche qualcosa che possa segnalare agli elicotteri che c'è una LZ, ancora niente dal comando?" "Ancora niente signore, ma abbiamo captato alcune trasmissioni che dicono che ci sono stati lanci di paracadutisti sovietici vicino a Berlino e che il centro comunicazioni ed i centri radar sono saltati" "Grandioso, mettete in piedi la LZ, prima che si rimettano in contatto con noi verrà sera, dobbiamo essere pronti a tutto, Re chiude" Subito dopo un carro pesante sovietico (T-55 con due cannoni NDA) irruppe nel mirino del vecchio fedele. Era una situazione di vita o di morte. William urlò nelle orecchie del cannoniere di fare fuoco. Il colpo penetrò fra la torretta e lo scafo, facendolo esplodere in mille pezzi. La torretta si spacco in due e volò per due buoni metri prima di cadere a terra. "Fiu, Ci siamo andati vicino." William uscì di nuovo ed iniziò a fornire fuoco di copertura con la mitragliatrice pesante situata in torretta. "Tenente, porti i feriti sui camion ed inizi a far ripiegare le nostre forze da questo villaggio dannato prima che ci fottano tutti!" Urlò William. "Signorsì!" rispose il Tenente, e quasi subito dopo gli infermieri facevano la spola sotto il fuoco nemico per caricare i feriti sui camion e sui due trasporti truppe corazzati. "Portate via prima i feriti, poi inizieremo a ripiegare noi!" Ordinò William ai suoi sottoposti.

"Cazzo, sembrano non finire più questi figli di puttana" Contemporaneamente il Chieftain piantò un colpo da 120mm nel fianco di un carro sovietico mandandolo in fiamme, ma fu velocemente colpito da una valanga di colpi da 105mm dei carri sovietici che lo trasformarono in un cratere fumante. William fece indietreggiare il vecchio Fedele sulla strada per proteggersi meglio dal fuoco nemico. I soldati alleati fecero lo stesso, mentre i camion portavano i motori al massimo regime per andarsene il più velocemente possibile. "Tutti i combattenti sui veicoli, c'è ne andiamo! Portatevi su un veicolo, aggrappatevi al tetto se necessario, dobbiamo andarcene!" Urlò William. L'ordine venne recepito dai parlanti inglese e venne trasmesso in francese e tedesco a tutti i soldati. Tutti i soldati alleati presero posto dove era possibile e la carovana motorizzata partì velocemente, con il carro M1 che chiudeva la fila. La carovana sorprendentemente non ebbe inseguitori. Ritornando a dove aveva lasciato il resto della compagnia vide l'unica cosa che lo rese un poco più felice nell'intera giornata: due CH-47 Chinook attendevano per evacuare i feriti nell'avamposto che aveva ordinato di costruire. I suoi ragazzi, la compagnia S, avevano fatto un ottimo lavoro. James Raver si avvicinò al carro "Signore, c'è il Generale Carville alla radio. "Arrivo subito". William uscì dal carro ed entrò nel veicolo di comando posizionato nel centro dell'Avamposto in una postazione di sacchi di sabbia. "Capitano William Dino, devo congratularmi con Lei per la sua iniziativa nel prestare soccorso ai nostri alleati, nonostante i sovietici ci abbiano colto completamente di sorpresa le è riuscito a mantenere la linea ed anche a stabilire le basi per un nuovo avamposto, manderò rinforzi e plotoni di genieri per trasformare l'avamposto in una base ben fortificata". Comunicò il generale con voce riconoscente e pesantissimo accento texano. "Signore, abbiamo i sovietici alle calcagna, è meglio se quei genieri arriveranno presto. E si risparmi le medaglie, grazie, un sacco di figli di mamma ci hanno lasciato la buccia oggi." E chiuse la comunicazione. Contemporaneamente iniziò a piovere a dirotto. La più grande guerra del ventesimo secolo era iniziata a quarant'anni dalla prima grande guerra. L'unione Sovietica di Stalin ad est, l'alleanza delle Nazioni Democratiche ad ovest. Il sangue che sarebbe stato versato avrebbe formato fiumi impetuosi.

  
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