Questa piccola fiction
è stata concepita immaginando i pensieri di Jack prima che
finalmente si
aprisse completamente a Ennis. Brokeback Mountain è il mio
film preferito e
sono legata a questi due meravigliosi personaggi con tutto il cuore.
Spero di
non aver fatto troppo male.
Grazie a chi leggerà!
La forza di una lacrima
Jack era seduto ai piedi della tenda logora all’accampamento vicino al fiume. Avevano appena finito di cenare,lui ed Ennis e lui era intento a scolare gli ultimi residui di Whisky dalla bottiglia polverosa che si erano spartiti poco prima. Il fuoco crepitava nell’aria pungente della notte,diventando sempre meno intenso,donando solo una parvenza di vero calore. Jack si strinse nella sua giacca cercando un po’ di sollievo,senza però entrare al riparo della tenda.
Alzò
lo sguardo verso l’alto ancora una volta dove una
pallida luce si distingueva chiaramente nel buio della notte. Jack si
sentì
stringere il cuore.
Aveva rimuginato molto la sera prima e aveva scacciato con violenza
quei
pensieri,quelle immagini che vivide si formavano nella sua mente
facendolo
vergognare, ma allo stesso tempo provocandogli un calore nel cuore che
era
sicuro di non aver mai provato in tutta la sua vita. Non sapeva
esattamente
cosa Ennis avesse suscitato in lui dalla prima volta in cui i loro
occhi si
erano incrociati. Non sapeva bene cosa fosse successo dentro di
lui,quale marea
di sensazioni indecifrabili l’avesse travolto appena lo aveva
sentito
pronunciare timidamente il suo nome.
Io non sono così,si ripeteva. Li aveva visti quelli,e sapeva cosa succedeva loro se venivano scoperti, e non ci teneva affatto ad essere pestato a sangue fino a morire miseramente in un lago di sangue.
Io non sono così,ripeteva ancora.
E
non riusciva a spiegare cosa fosse quel batticuore che non
riusciva a fermare quando lo vedeva al mattino,quando cercava di non
spiarlo al
pomeriggio,mentre lavava i suoi vestiti nell’acqua del fiume.
Alzò nuovamente gli occhi e vide la luce
dell’accampamento di Ennis tremolare
affievolendosi fino a spegnersi. Jack gemette e fissò il
buio ascoltando i suoi
soffusi della foresta attorno a lui. Un gufo cantò il suo
verso cupo, che Jack
trovava rilassante, ed entrò nella tenda,rannicchiandosi
sotto la coperta.
Si costrinse a chiudere gli occhi,a liberare la mente dall’immagine di lui,senza molto successo. Scosse la testa come se quello bastasse a cacciarlo via,tenendosi la testa tra le mani in un gesto disperato.
Lui non era così,non poteva,non doveva essere così.
Si
rimise seduto,incapace di addormentarsi quando il suo
cuore era tormentato in quel modo atroce. Si sentiva mancare il respiro
e una
disgustosa sensazione di nausea gli salì fino allo stomaco
costringendolo ad
accasciarsi al suolo stringendo la nuda terra tra le dita,stringendola
come
avrebbe voluto stringere i suoi capelli
fra le mani,strappando la rada erba dal suolo come avrebbe voluto
strappare il
tessuto della sua camicia.
Singhiozzò stringendo gli occhi per non piangere.
“Sei una donnetta Jack!”
si ricordò le parole di suo padre quando era appena un
bambino e lo vedeva
piangere per una caduta o per un torto subito dagli altri bambini. “e lo sarai sempre!”
“Io non sono così”
ripeté nel silenzio del suo riparo “non
sono così”continuò come
rispondeva a suo padre fino a perdere la voce.
Si sentì mancare le forze e cadde nuovamente sul suo giaciglio,rannicchiato come un bambino spaventato da un mostro immaginario; e Jack era spaventato,terrorizzato da quello che gli stava succedendo,dall’intensità di quello che provava nei confronti di una persona che conosceva appena,e che soprattutto,era un uomo.
Si
era interrogato ogni notte su quello che gli stava
succedendo ma ognuna di quelle volte era riuscito ad arginare il flusso
dei
suoi pensieri e a non pensarci troppo; ma quella sera era tutto
completamente
diverso. Aveva osservato la luce in cima alla montagna ed era come
sentirlo
vicino,anche durante la fredda notte. Ma quella volta,quando la luce si
era
spenta non ce l’aveva fatta a spostare la mente verso altre
direzioni. Nel suo
cuore era esplosa la consapevolezza di essere quasi dipendente
da quell’uomo così timido,taciturno e solitario.
La
consapevolezza che sarebbe rimasto per sempre un desiderio bruciante
dentro di
se che non avrebbe mai potuto soddisfare,che non avrebbe mai potuto
dichiarargli
se non in un momento di pazzia. E non ne sarebbe mai stato capace,lo
sapeva.
Ancora rannicchiato tra le coperte,non pensò più
alle parole di suo padre,non
pensò più a cosa era giusto e cosa sbagliato e
non si trattenne ancora. Jack
pianse e pianse ancora,in ogni lacrima un piccolo frammento del suo
cuore che
si dissolveva silenzioso nella notte.
Senza che Jack potesse saperlo,Ennis nella sua tenda,era steso anch’egli sul suo letto improvvisato in quella tenda lercia e maleodorante,ma non gli importava nulla.
Ennis aveva il viso coperto da un braccio e respirava pesantemente. Pensava a Jack,anche se si era ripromesso di respingerlo completamente dalla sua mente.
E piangeva.
*