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Autore: Vivien L    18/02/2011    20 recensioni
SEGUITO DE "I GIORNI DELL'ABBANDONO".
Edward e Bella hanno una vita perfetta: insieme sono ormai felici, il loro amore sembra intramontabile, ma...il passato tornerà a fargli visita, distruggendo tutte le loro certezze e sgretolando lentamente il loro rapporto, finchè un nuovo dolore si abbatterà sulle loro esistenze.
DALL'OTTAVO CAPITOLO:
Libidine, desiderio, lacerante parossismo che si insinua nel mio corpo, incendia le mie vene, sconvolge ogni equilibrio, ogni certezza, ogni convinzione.
-Sono tua...lo sono sempre stata. Sempre-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I GIORNI DELL'ABBANDONO'
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 Parole d'amore
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capitolo 17
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Non c'è niente di più facile che condannare un malvagio, niente di più difficile che capirlo

- Dostoevskij -

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Il dolce baluginio di un caldo raggio di luce solare mi ferì violentemente gli occhi, costringendomi ad abbassare lo sguardo.

Sospirai, spaesata, passandomi distrattamente una mano fra la massa di boccoli scuri che contornavano il mio pallido volto, e in quel momento sentii un sospiro smorzato diradarsi nell'aria, trainato da un calore rassicurante e famigliare che si infrangeva violentemente contro la mia pelle adamantina, destabilizzandomi.

Fu allora che incontrai gli occhi di Edward, verdi, penetranti, lucide gemme preziose che si affacciavano al mondo, incastonate nel suo volto dalla bellezza eterea e irraggiungibile.

Uno strisciante senso di disagio si propagò nel mio petto quando scorsi pallide lacrime ottenebrare il suo sguardo cristallino, e all'improvviso sentii una matassa di ricordi tormentati riaffiorare nella mia mente, causandomi un violento brivido d'inquietudine lungo la spina dorsale.

-Edward...- sussurrai, allarmata, la voce ridotta ad un sibilo spaurito, e una smorfia di sadica sofferenza piegò le sue labbra, che si posarono con delicatezza sulla mia fronte, le braccia ancorate alla mia vita in una stretta ferrea e possessiva, il suo profumo dolce e famigliare che penetrava le mie narici, le mani che lambivano le mie spalle con decisione.

Presi fiato, scossa, tentando di frenare l'impercettibile tremore che si era impadronito del mio corpo, per poi continuare.

-Edward- ripetei, immergendo i miei occhi scuri nel verde smeraldino dei suoi -Che cosa...cosa è successo? Dove sono?-

-Sei a casa, Bella- pronunciò lentamente, il tono piegato da un dolore acuto e destabilizzante -Sei qui con me-.

Scossi il capo, confusa -Cosa...-

-Shh...- mormorò, posando le sue labbra sui miei capelli, in un gesto intriso di pena e compassione; rimorso, anche -Non fare domande- mi strinse a sé con più forza, facendomi mancare il respiro -Sei qui con me...soltanto questo conta-

-Che cosa è successo?- insistetti, scostandomi da lui e lanciandogli un'occhiata implorante.

Scosse il capo, le lacrime che lottavano per traboccare dai suoi occhi chiari, e io afferrai una sua mano fra le mie, assuefandomi del dolce calore della sua pelle.

Sospirai -Io ho bisogno di sapere, Edward...non ricordo più nulla, dannazione!- iniziai a tremare, il panico che si impossessava lentamente di ogni fibra del mio essere: dovevo avere la certezza che tutto ciò che avevo vissuto la scorsa notte fosse stato soltanto un'incubo, un mero prodotto della mia fervida immaginazione.

Un suo dito lambì una mia guancia con delicatezza, lo sguardo impenetrabile, il cipiglio arguto e sottile del suo viso che lacerava l'armonia dei suoi lineamenti fini, delicati, le labbra strette in una smorfia inintelleggibile, come se stesse tentando a tutti i costi di non far trapelare dal suo volto tutto il dolore che provava in quel momento.

-Davvero non ricordi nulla?- sussurrò, e io scossi il capo, stringendo con più impeto le sue mani fra le mie.

-Io...ho ricordi nebulosi, ma non riesco a decifrarli. Non riesco a capire se ciò che è successo ieri è la realtà- ma la sofferenza che si irradiò nei suoi occhi riuscì a porre fine ad ogni mia perplessità.

Un gemito soffocato abbandonò la mia bocca nel momento in cui realizzai che sì, l'incubo che avevo vissuto in quei mesi lontani e irraggiungibili era tornato a preseguitarmi, sadicamente ancorato ad un passato a cui pensavo di aver voltato le spalle da tanto, troppo tempo, ma che era ripiombato nella mia vita sovvertendo ogni certezza, ogni equilibrio, ogni convinzione.

...le urla disperate di Rosalie

...le sue parole; così reali, spietate nella loro crudeltà

...lo sguardo sofferente di Emmett

...il suo amore tormentato ed impossibile

E poi, la cosa più dolorosa di tutte:gli occhi pieni di terrore di Edward

L'agonia che avevo rivissuto in quegli istanti mi piombò addosso con una ferocia disumana, lacerando il mio cuore e facendomi sprofondare ancora una volta nell'oscurità di cui ormai da mesi ero divenuta prigioniera.

Edward sembrò percepire il mio turbamento, perchè le sue braccia, così calde, tremendamente famigliari, si ancorarono alla mia vita in una morsa ferrea e possessiva, e un rantolo confuso si diradò nell'aria, risuonando nell'opprimente silenzio che era sceso su di noi.

-Rosalie...Edward, è stata lei...-

-Lo so- mi interruppe, agitato, afferrando il mio volto fra le mani, e costringendomi ad incontrare il suo sguardo tormentato.

Baciò le mie gote arrossate con devozione, respirando il mio profumo, per poi continuare.

-Lo so, amore mio...ma è tutto finito. Rosalie è stata arrestata, e trasferita in un centro di igiene mentale- mi lanciò un'occhiata penetrante -Lei ha dei problemi, Isabella. So che tu credi che sia un mostro, e non posso darti torto...ma quella donna ha dei problemi che vanno al di là di ogni umana comprensione-

-Voglio la verità, Edward- sussurrai, tentando di reprimere i singhiozzi che lottavano per dirompere dal mio petto. Sospirai -Basta con le menzogne, basta con i segreti. Ne abbiamo avuti fin troppi, nel nostro matrimonio. Io voglio sapere la verità-

-Bella...- cercò di ribattere, ma io lo interruppi, esasperata.

-No, Edward, basta! Io ho bisogno di sapere...io...-

-Saprai tutto, amore mio...ma non adesso, non così-

-E quando, allora?- ribattei, irata, scostandomi dal suo corpo e lanciandogli un'occhiata raggelante -Tu...come puoi pretendere che io mi fidi di te, se ci sono dei segreti che rischiano di mettere continuamente a repentaglio la nostra relazione?- un sorriso amaro piegò la mia bocca -Anche se ormai non possiamo neanche più definirla tale...io e te non siamo più nulla, se non due estranei che lottano disperatamente per rinsaldare un rapporto che si è ormai sgretolato da tempo-

Un lampo di panico attraversò il suo sguardo.

Le sue mani iniziarono a tremare, strette fra le mie in una presa ferrea e possessiva.

-Cosa...cosa dici?- bisbigliò, allarmato -Come puoi dire una cosa del genere? Io ti amo, Bella...non puoi lasciarmi ancora, non dopo ciò che è successo fra noi, dopo tutto quello che abbiamo passato. Non riuscirei a sopportarlo!-

-L'amore a volte non basta- replicai, amareggiata, ripensando a tutto ciò che in quel lasso di tempo si era frapposto fra i sentimenti che nutrivamo l'una verso l'altro.

...amori proibiti

...odi profondi

...disperata sete di vendetta

Il passato torna sempre a tormentarti.

E ciò che era successo fra me ed Edward ne era la prova più tangibile fra tutte: le lacune che avevamo coltivato nel nostro rapporto, le gelosie, le insicurezze, i silenzi e le incomprensioni avevano contribuito solamente a sgretolare il rapporto che ci legava, recidendo il nostro legame e indebolendo lentamente i sentimenti che nutrivamo l'una nei confronti dell'altro, per poi gettarci nel limbo di un passato che ci aveva ancora una volta catturati nella sua morsa irreversibile.

Le sue braccia si ancorarono alla mia vita con un'impeto destabilizzante; sussultai, sorpresa, quando i suoi occhi smeraldini penetrarono i miei, il dolore e lo sgomento che si alternavano in quello sguardo lucido di lacrime represse.

-Non puoi dire una cosa del genere, Bella. Non ti permetterò di fuggire ancora una volta...non dopo ciò che è successo fra noi in questi giorni. Tu mi ami- ringhiò, afferrandomi il volto fra le mani e costringendomi ad alzare il viso verso il suo - E non puoi abbandonare tutto per delle semplici incomprensioni. Non adesso che abbiamo riscoperto la reale forza dei nostri sentimenti-

-I sentimenti che ci legano non valgono più nulla, se tu non dimostrerai di fidarti di me. Io voglio sapere la verità, Edward. Ho il diritto di conoscere la causa delle nostre sofferenze-

Un sospiro smorzato, un'occhiata impenetrabile, e il suo racconto ebbe inizio...e con esso, il lento sgretolarsi di ogni mia certezza.

Ancora una volta.

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Enrico Caruso, L'elisir D'amore: Una furtiva lagrima
 


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-Conobbi Rosalie Hale quando avevo più o meno dieci anni- un sorriso fugace piegò le sue labbra.

Sospirò -Era una bambina bellissima...davvero meravigliosa. La mia famiglia era molto legata a Eleanor e Martin Hale, i suoi genitori-

Uno sguardo nostalgico, subito seguito da un'altro sospiro-Fin da quando ero bambino, mia madre nutriva la speranza che io e Rosalie, in un futuro non troppo lontano, avessimo potuto essere uniti da qualcosa di più forte di una semplice amicizia. E le sue speranze furono ben presto esaudite: quando avevo ventun anni mi scoprii follemente innamorato di quella ragazza dalla bellezza irreale. Emmett ne era felice, così come i miei genitori: Rosalie era la donna perfetta, in tutti i sensi. Ci frequentammo per un paio d'anni, dopodichè le chiesi di sposarmi-

Il mio cuore fu attraversato da una fitta di dolore quando le sue parole mi penetrarono la mente: non ero mai stata gelosa di mio marito ma, in quel momento, il pensiero che Edward fosse stato innamorato di qualcuna che non fossi io mi destabilizzava

-Erano tutti al settimo cielo- continuò, in un sussurro impercettibile -Compreso io. L'amavo davvero, anche se il mio amore poteva essere definito un sentimento tiepido e razionale...qualcosa di sicuro e rassicurante; famigliare, anche. La consapevolezza che Rosalie avrebbe sempre fatto parte della mia vita mi faceva sentire meno solo, più felice. Passarono tre anni, e tutto proseguiva alla perfezione- un'altro sorriso, questa volta pregno di un amarezza talmente acuta da risultare quasi dolorosa

-Ma a me la perfezione non è mai piaciuta, Isabella. La perfezione è fredda, irreale. Mentre tu sei così...- una sua mano che lambiva le mie gote con dolcezza, gli occhi scintillanti di desiderio -Così dannatamente fragile, insicura, goffa e anche maldestra. Ma sei sempre stata tutta la mia vita, anche se probabilmente l'ho capito troppo tardi. Era il 26 settembre il giorno in cui ti vidi per la prima volta: la tua bellezza non era neanche lontanamente paragonabile a quella di mia moglie, ma per me eri la creatura più meravigliosa che avessi mai visto. E quando ti conobbi iniziò il mio inferno. Un'inferno fatto di passione e desiderio, di estasi e dolore, di amore e odio . Mi detestavo per il fatto che, quando facevo l'amore con Rosalie, non facevo altro che pensare a te. Iniziai ad evitarti, a passare il più tempo possibile con mia moglie, per tentare di rinsaldare il nostro rapporto, di non cedere ai sentimenti che mi legavano a te con una tenacia che ancora oggi non mi riesco del tutto a spiegare. Ma, nonostante tutto, giorno dopo giorno, ora dopo ora, fu inevitabile innamorarmi di te. Perché io ti amo profondamente, nel corpo e nell'anima, perché mi è stato impossibile anche solo sperare di catalogare le sensazioni che provavo in tua presenza come dei puri e semplici istinti sessuali, come un attrazione indefinita che sarebbe scemata con un po' di sano autocontrollo. Piccola e sciocca ragazzina dagli occhi limpidi e sinceri- rise, immergendo il volto nei miei capelli, respirando con impeto il mio profumo -E non riuscii mai più ad avere un'attimo di pace, finché anche tu decidesti di abbandonarmi-

Aggrottai la fronte, confusa, e lui si affrettò a proseguire -Da un giorno all'altro sei sparita dalla mia vita, Isabella. Non sei più venuta a lavoro, non hai più dato tue notizie...non riuscirai mai a capire il terrore che mi aveva colto al pensiero che ti era potuto succedere qualcosa-

-E allora sei venuto da me- mormorai, rammentando il giorno in cui, distrutta per la perdita di Jacob, me lo ero ritrovato davanti alla porta di casa.

Edward annuì, per poi continuare -Ma c'è una cosa che tu non sai, Isabella- strinse le labbra, come se ciò che stava per dire fosse troppo doloroso da ricordare -In quel periodo della mia vita ho commesso tanti errori...non immagini neanche quanti. Rosalie stava affrontando una situazione famigliare difficile: sua madre Eleanor scoprì di avere un tumore al cervello...un tumore che si rivelò letale,e che distrusse completamente la nostra famiglia. Morì pochi mesi dopo, e io...Cristo, dopo neanche un anno dall'accaduto l'ho abbandonata- si prese il volto fra le mani; sembrava disperato.

Non riuscivo a credere a ciò che aveva appena detto: era questa allora la vera causa dell'odio viscerale che la donna nutriva nei confronti di Edward?

L'uomo prese un respiro profondo, per poi continuare -Ma l'unica cosa di cui non mi sono mai pentito è stato l'averti sposata, Bella. L'amore che provavo per te era talmente potente da annullare qualsiasi altra sensazione...persino la pietà che mi legava alla mia ex moglie. E tutto era sembrato procedere per il meglio, se quattro anni fa non si fossero presentati dei comportamenti strani da parte di Rose- storse le labbra in una smorfia inafferrabile -Io me n'ero accorto, e allora l'avevo fatta prendere in cura da un fidato psicologo, che sembrava aver risolto i suoi problemi comportamentali. Rosalie era affetta da un disturbo della personalità che si aggravava giorno dopo giorno...l'istinto, in lei, aveva preso il sopravvento su qualsiasi altro pensiero coerente. Iniziò a nutrire un odio viscerale nei miei confronti...un odio che non è mai riuscita a palesare, mascherandolo come un disperato bisogno della mia presenza al suo fianco. In quel periodo pensavo che i disturbi di Rosalie fossero ancora in una fase poco sviluppata- la sua stretta alle mie mani si accentuò, gli occhi lucidi di lacrime di disperazione -Ma mi sbagliavo. Soltanto ieri sera sono venuto a conoscenza del fatto che lei...lei ha...- uno strano silenzio si diradò nell'aria, lacerato soltanto da un suo respiro affannato, il petto che si innalzava solidale e si scontrava dolcemente con i miei seni.

Un gemito strozzato abbandonò le sue labbra, le mani ancorate ai suoi capelli, stringendoli, come se il dolore che provava in quel momento fosse troppo acuto da sopportare persino per lui -Ha cercato di uccidere nostra figlia, Bella. Io...Cristo santo, come ha potuto? Come?!- un urlo profondo, disperato, agonizzante, e il mio sguardo, immerso nel verde cristallino dei suoi occhi, che diveniva lacerato da una sofferenza atroce, disumana, al pensiero che la mia bambina aveva rischiato di non venire mai alla luce a causa dell'odio che quella donna aveva covato per anni nei nostri confronti.

-Come...come ha fatto?- mormorai, incredula e sgomenta, e Edward proruppe in un sospiro strozzato.

-Il dottor King mi ha spiegato che Rosalie ha utilizzato un farmaco che contribuisce ad aumentare le contrazioni, ma che al quarto mese di gravidanza sarebbe stato letale per te e per la bambina. Quando ti ho portato all'ospedale, i sedativi che hanno usato i paramedici per calmarti contenevano i residui di un oppiaceo distillato che ha cancellato le tracce di qualsiasi altra medicina che avevi assunto in precedenza- *

Spalancai gli occhi, inorridita, per poi mormorare, con voce flebile e spaurita - perchè King non ce lo ha detto prima?- sussurrai, disperata -Perchè lui...-

-Non lo sapeva, Bella. Rosalie è stata molto abile a nascondere il risentimento che nutriva nei miei confronti, fino a qualche mese fa, quando Royce King l'ha riconvocata su mia diretta richiesta - un sorriso amaro, teso,tirato - Quando tu mi hai abbandonato, ho cercato di fare chiarezza con me stesso, di ristabilire le mie priorità. Potevo accettare di continuare ad essere cieco di fronte alla crudeltà che Rosalie ed Esme dimostravano verso di te, spinto dalla compassione che nutrivo nei confronti della mia ex moglie,oppure avrei potuto cercare di riprendere in mano la mia vita. Quando ho capito che la mia vita siete tu e i bambini, ho deciso di allontanarmi da Rosalie, ma di affidarla ancora una volta alle cure del dottor King. Ciò che non mi sarei mai aspettato era il fatto che Royce nutrisse una sorta di strana infatuazione nei sui confronti, e che i due avevano stretto, con il passare dei mesi, una sorta di relazione occasionale celata agli occhi del mondo-

Mi portai una mano alla bocca, sconvolta, ma lui continuò -Il rapporto fra Rosalie e Royce King si rinsaldava giorno dopo giorno, complice il nuovo abbandono di Emmett- i suoi occhi si scurirono quando pronunciò quel nome -E Rose iniziò a nutrire una fiducia cieca ed incondizionata nei confronti dell'uomo...una fiducia che, poche settimane fa, la spinse a confidargli tutto il male che ci aveva procurato, le sue manovre atte a dividerci, l'odio profondo che nutriva verso di me-

Un'occhiata impenetrabile, le labbra piegate in una smorfia addolorata -Fu in quel momento che Royce conobbe la vera indole di Rosalie Hale, e decise di intervenire-

-Ma Emmett...- tentai di palesare le mie perplessità, ma lui mi interruppe, gli occhi all'improvviso trasformatasi in luminose gemme infuocate.

-Emmett era innamorato di te- prese fiato, come se quelle parole gli stessero procurando una sofferenza talmente acuta da mozzargli il respiro -Lo è sempre stato, fin dalla prima volta in cui ti vide. Ed io...-strinse i pugni -Io lo sapevo-il mio sguardo divenne incredulo, ma lui continuò, imperturbabile -L'ho saputo da sempre, ma non l'ho mai voluto ammettere con me stesso. E il mio egoismo mi ha impedito di comprendere quanto fosse profondo il sentimento che lo legava a te, Isabella. Un amore talmente intenso da indurlo a rinunciare a tutto, pur di preservare la tua incolumità-

Scossi il capo, atterrita da quella nuova e improvvisa rivelazione, finchè una domanda spontanea si insinuò nella mia mente, costringendomi a far chiarezza su un altro dei tanti dubbi che in questi lunghi mesi mi avevano tormentata.

-Perchè Emmett non mi ha mai detto ciò che provava nei miei confronti?- sussurrai, sgomenta - Perchè si è insinuato nella nostra famiglia fingendo di essere innamorato di Rosalie? Io non...-

-Il sentimento che univa Emmett a Rosalie è stata soltanto una folgorante passione che si è assopita nel tempo, almeno da parte di mio fratello- mormorò lui -Rosalie era davvero innamorata di Emmett, ma lui non riusciva a ricambiarla, non riusciva a darle ciò che lei desiderava, e allora l'ha abbandonata, pensando di fare il suo bene...ma non avrebbe mai potuto immaginare che, a quel punto, Rosalie Hale si sarebbe trasformata in una macchina di vendetta in grado di concepire tutte queste atrocità-

Mi portai una mano alla bocca, sconvolta, annichilita dal reale significato che avevo scorto nelle sue parole: perchè soltanto in quel momento riuscivo a rendermi conto che era stato l'amore a trascinare me e Edward in quel vortice di incomprensioni e fraintendimenti che avevano coinvolto, come in una grottesca reazione a catena, tutti coloro che ci circondavano.

L'amore non ricambiato di Emmett nei miei confronti lo aveva indotto a cercare di dimenticarmi attraverso Rosalie Hale, la donna che Edward aveva abbandonato per potersi ricostruire una vita insieme a me.

Rosalie, ferita dal sentimento a senso unico che lo legava prima ad Edward, e poi a Emmett, era divenuta una persona fredda e calcolatrice, il cui unico scopo era restituire agli altri tutto il dolore che la vita le aveva procurato recidendo, con la sua assurda e feroce furia distruttiva, tutti i legami che avevano unito me e mio marito in quegli anni lontani, che in quel momento mi sembravano più irraggiungibili che mai.

Una pallida lacrima lambì dolcemente una mia gota, ed Edward trattenne il fiato, tentando di avvolgere le mie mani fra il tiepido calore delle sue.

Ma io mi scostai, scossa, turbata dallo spesso marasma d'infomazioni che si erano rigettate nei miei pensieri con una ferocia che non mi lasciava alcuna via d'uscita.

Dovevo ancora riuscire ad elaborare le sconvolgenti verità che Edward mi aveva confessato, e per farlo avevo bisogno di riflettere, di rivalutare le mie scelte passate, di riappacificarmi con me stessa e con i sentimenti che mi legavano a mio marito, ai miei figli, alla mia famiglia...una famiglia che, oltre la spessa corazza di perfezione che l'avvolgeva, celava segreti ed inganni che non ero ancora totalmente riuscita ad estirpare.

-Io...- mi presi le mani fra i capelli, scossa, tentando di riordinare il vortice confuso di pensieri che si annidavano nella mia mente -Io ho bisogno di stare da sola, Edward-

-Bella...-

-Devo riflettere, devo pensare. Io devo...-

-Amore mio- bisbigliò all'improvviso, la voce ridotta ad un sussurro implorante, quasi disperato.

Prese le mie mani fra le sue, stringendole con forza -Non lasciarmi, Bella- occhi chiari, luminosi, che rilucevano di quelle stesse lacrime represse che in quel momento lambivano il mio volto con dolcezza.

Prese fiato, scosso, per poi continuare -Non riuscirei a sopportarlo...non riuscirei a vivere senza di te, non sapendo che adesso tutti i nostri problemi si sono risolti-

Le mie dita si posarono su una sua guancia con una delicatezza effimera, irreale, mentre sentivo uno strano calore dirompere nel mio petto e sconvolgere ogni fibra del mio essere.

Quanto potevo ancora sopportare di negare il sentimento che mi legava all'uomo che in questi anni era divenuto il centro del mio intero universo, il padre dei miei figli, il mio amante, il mio confidente, la mia unica ragione d'esistere?

-Edward- mormorai, il tono ridotto ad un sussurro flebile e stanco -Io...ho solo bisogno di tempo per elaborare tutto ciò che mi hai confessato pochi minuti fa- alzai gli occhi al cielo, lucidi di lacrime represse -Non è facile per me accettare...-

-Lo faremo insieme- mi interruppe, straziato, ma io scossi il capo, simulando una decisione che in quel momento ero certa di non possedere.

-Devo farlo da sola...devo riuscire a fare chiarezza dentro di me-

-Bella, ti prego...-l'agonia che deformava i suoi lineamenti fini e regolari era talmente acuta da trafiggere il mio cuore con la potenza di mille spire infuocati, ma sapevo che questa volta sarebbe toccato a me tentare di risalire dall'oscurità che in quei lunghi mesi mi aveva intrappolata nella sua morsa ferrea e irreversibile.

E per farlo avevo bisogno di allontanarmi dall'amore disperato che Edward nutriva nei miei confronti, e che annichiliva ogni mio pensiero coerente, compromettendo quella lucidità di spirito che era in realtà la chiave risolutiva di tutti i nostri problemi.

-Lo stai facendo ancora, Edward- mormorai, e la mia voce in quel momento risuonò dura e fredda, impenetrabile -Mi stai soffocando-

La sua espressione divenne incredula, sgomenta.

Ma, nonostante il mio petto sanguinasse per la crudeltà con cui gli stavo rivolgendo quelle parole, sapevo che l'unico modo per allontanarlo da me era il confessargli tutti i dubbi e le inquietudini che il suo comportamento ossessivo nei miei confronti aveva scatenato nella mia mente.

Presi un respiro profondo, per poi continuare -Tu non mi lasci i miei spazi, vuoi renderti partecipe di ogni aspetto della mia vita, senza renderti conto che questo tuo parossismo non farà altro che allontanarmi da te- occhi che rilucevano di uno strazio acuto e indefinibile, ma che non riuscivano più a scatenare alcuna compassione, in me: la verità era dannatamente dura da accettare persino per me stessa ma, una volta libera dalle spesse catene di segreti ed inganni che la attanagliavano, fluiva irrefrenabile dalle mie labbra, e si conficcava nei nostri cuori con una ferocia quasi disumana.

La sua stretta fra le mie mani divenne più timida, incerta, ed Edward indietreggiò, sconvolto.

-Bella, cosa stai...-

-Devi andartene, devi lasciarmi sola, devi lasciarmi libera di vivere, di pensare, di sopportare il peso del dolore sulle mie sole spalle...soltanto in questo modo riuscirò a riprendere in mano ciò che resta della nostra relazione-

-Non dovresti essere l'unica a decidere di noi- sibilò, e un sorriso amaro abbandonò le mie labbra, rispecchiandosi nel verde smeraldino del suo sguardo.

-Tu lo hai fatto anche per troppo tempo, invece- lacrime che lambivano dolcemente le mie gote, tracciando ardenti scie infuocate sulla mia pelle adamantina.

-Bella, ti prego...-

-Ho detto vattene, Edward- i miei occhi si addolcirono -Lasciami sola...fallo per me, per noi-

Un'ultima occhiata, pregna di un dolore talmente acuto da lacerare ogni fibra del mio essere, la bocca piegata in un sorriso amaro, le mani tremanti che si accostavano all'uscio della porta, la folta chioma leonina che sferzava la sua fronte, segnata da una profonda ruga sofferente, ed Edward uscì, l'eco di un sussurro disperato che si diradava nel silenzio che era sceso su di noi, penetrando la mia mente e sgretolando con la forza di mille speroni infuocati il mio cuore e la mia razionalità.

-Noi ci apparteniamo, Isabella Swan. Ed io...io ti aspetterò. Qualsiasi cosa accada, io ci sarò sempre, per te-
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*proenzima L3f: estratto da derivazione nucleare derivato da componenti vari che aumenta le contrazioni, le materie scisse sono facilmente divisibili in particelle ancora più piccole grazie alla procheramina L3, contenuta negli oppiacei di origine artificiale.

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Quanto mi odiate da uno a dieci? Lo so, sono in un ritardo davvero vergognoso, ma credetemi se vi dico che il mio tempo ultimamente è davvero molto limitato, e che ritagliarmi un margine per questa storia è stato praticamente impossibile. Ma ieri ho visto Match Point e toh, all'improvviso ho avuto una folgorazione e sono riuscita a concludere il capitolo, praticamente stregata dalla meravigliosa colonna sonora che ha accompagnato tutto il film e di cui, per l'appunto, si basa tutta la seconda parte del capitolo. Come avrete di certo capito, questo non è l'epilogo, perchè proprio non ce l'ho fatta a concludere la fiction senza fornirvi le dovute spiegazioni su cui si basa l'intera storia. Ringrazio le lettrici che hanno commentato lo scorso capitolo:antonella64, francytwilighter80,artemide88, barbara_f, eliza1755, ellehlove, rosella, Ed4e, samy90 (un grazie speciale perchè ha ispirato, con la sua recensione, alcune riflessioni del capitolo), Lindawinchestercullen, Nick81, sissilotti, Se7f, Theangelsee69, Valesimo, baby2080, ladysile, Perverse. Un grazie di cuore anche a chi legge soltanto, a chi segue, preferisce, ricorda, e a chi non glie ne frega una cippa delle mie cavolate! ^^ A breve pubblicherò quello che spero sarà l'epilogo, sperando che in questo capitolo si siano chiariti i dubbi rimasti in sospeso nello scorso aggiornamento. Un bacio, Elisa. 

 
   
 
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