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Autore: Paramour_    19/02/2011    4 recensioni
[Kannazuki no Miko]
Allora, niente di che: Una piccola flashfic in cui ho immaginato una Chikane che soffre il richiamo della Luna, un po' come la marea. Shoujo-ai velatissimo, ma, ehi, per una volta è canon.
Chikane era accucciata sul bordo della terrazza, la testa appoggiata sulle ginocchia, tenute unite dalle braccia. La luna splendeva alta nel cielo e la guardava – sì, la guardava – beffarda, con quella sua luce bianca e pura. Storse la bocca in un moto di disgusto e imprecò.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Himeko aveva freddo. Si strinse ancora un po’ la coperta addosso. Era incredibile che lei, che aveva sempre avuto un sonno più pesante delle pietre, proprio in quel momento soffrisse di insonnia. Si girò un’altra volta, portando con sé le coperte, che le scoprirono i piedi. Sospirando, si alzò in piedi, abbondando ogni speranza di riuscire a fare una buona dormita. Poco male, era sabato. Domani non ci sarebbe stata scuola.
Poggiò i piedi sulla moquette, che le fece il solletico. Si trattenne dal ridacchiare e si diresse verso la porta, pregando in silenzio che non scricchiolasse. Speranza vana: i cardini girarono emettendo un evidentissimo scricchiolo, che le sembrò di sentir risuonare per tutta casa. Quasi terrorizzata, tese le orecchie per avvertire eventuali segnali di risveglio: niente. Forse la Magione Himemiya era così grande proprio per evitare questi inconvenienti, pensò. I piedi nudi sul pavimento di freddo marmo del corridoio, pregò che il suo senso dell’orientamento fosse almeno in grado di portarla in cucina.
Il corridoio era talmente lungo che la porta sembrava una macchia sulle pareti e l’aria spettrale era accentuata dalle ombre degli alberi che, grazie alla luce della luna, si proiettavano sulla parete.

 

*
 


Chikane si mise a sedere sul suo letto di scatto e si prese il volto fra le mani. Ancora, pensò. Senza indugiare oltre, si alzò, recuperò in fretta la vestaglia e, quasi correndo, si diresse verso la terrazza.

 

*

 

Himeko guardava dritta davanti a sé. Era arrivata alla conclusione che se avesse guardato le ombre degli alberi, si sarebbe solo spaventata di più.

 

*

 

Chikane era accucciata sul bordo della terrazza, la testa appoggiata sulle ginocchia, tenute unite dalle braccia. La luna splendeva alta nel cielo e la guardava – sì, la guardava – beffarda, con quella sua luce bianca e pura. Storse la bocca in un moto di disgusto e imprecò.

 

*


Himeko si girò, sentendo la voce di Chikane che proveniva da una terrazza sulla destra. Si avvicinò silenziosamente e sbirciò dalla finestra: la ragazza era accoccolata sulla balaustra. Si stupì di quanto fosse regale anche in una posizione così poco consona.
Chikane, dall’altra parte della porta-finestra, si alzò in piedi sulla sporgenza, il vento che le scompigliava i magnifici capelli e la vestaglia.
La sacerdotessa del Sole spalancò gli occhi e aprì la porta.
La sacerdotessa della Luna si girò, sorpresa. Poi sorrise, mentre Himeko, gli occhi pieni di lacrime, boccheggiava come per dire qualcosa, senza riuscire a formulare nessuna frase di senso compiuto.
«Tranquilla. Torna a letto.» Chikane si accucciò di nuovo alla balaustra e scese, per abbracciare Himeko. «Ti accompagno io.»


 

*

«Non mi avrai nemmeno stavolta. Ho qualcuno da proteggere.»










 

Spazio dell'Autrice:
Nel caso non fosse stra-ovvio, l'ultima frase è di Chikane, ed è riferita alla Luna. Detto ciò vado a sotterrarmi.
Alla prossima.

   
 
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