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Autore: Mauro Raul    19/02/2011    2 recensioni
Spero aiuti molti a capire chi siano...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono un clown,
ho appena finito il mio numero,
uno dei migliori,
uno dei più impegnativi.
 
Sono stordito dalle risate, e dalla mia voce.
E il trucco sarebbe da rifare.
 
Quel trucco pesante, che sera dopo sera
rimetto.
 
 
Ma per oggi ho finito.
Nel lavandino l'acqua si tinge di rosso, blu e giallo
e la mia pelle del colore della pelle.
alzo la testa, ma tengo gli occhi chiusi:
c'è lo specchio da affrontare
 
L'acqua lava via il trucco ma non il clown.
e
nel buio, dentro me, chiedo:
 
"Chi vedrò?"
e il clown risponde
"Chi vuoi vedere?"
"Me stesso!"
"Allora vuoi vedere me!"
"No, tu sei il mio lavoro!"
"Hai la stessa faccia del tuo lavoro allora"
"E' vero... lavoro dentro me stesso"
"Prendere in affitto un ufficio costava troppo eh?"
"Sei un idiota"
"Sono un clown, e tu chi sei?"
"é una domanda senza senso, io sono cio che sono"
"... non ho capito"
"Non sono solo un clown"


Breve spiegazione:
Secondo il mio punto di vista siamo tutti un po' dei clown, usiamo del trucco e atteggiamenti strani per essere piaciuti e accettati (un po' come le maschere di Pirandello) questo concetto è semplice. Quel che voglio dire con questa poesia è che chiederci chi siamo non ha senso. E' una domanda stupida. Basta analizzarla: Chi sono io? gia la prima parola (CHI) indica che non parliamo piu di noi ma di qualcos'altro, quel chi si riferisce a qualcuno che non esiste e ci allontana da quel che veramente siamo. Quindi basta chiederci chi siamo. Semplicemente siamo noi stessi.

Spiegazione puramente personale se non concordate accetto con piacere delle critiche ^^
   
 
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