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Autore: Drunkar    06/01/2006    1 recensioni
La mia dolce luna di ghiaccio
Altra mia ff, non sò come mi sia venuta in mente ma spero vi piaccia
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Altra mia ff.
Questa è molto strampalata, la coppia non l’ho mai sentita mi è apparsa in sogno (te sei pericolosa nda Draco) (non ascoltatelo nda Drunky)
Non so come si evolverà la storia, non ne ho la più pallida idea. Il porox capitolo forse arriverà domani entro sera credo, almeno che i compiti con mi blocchino la mia ispirazione
Baci e ricordatevi commentate
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Nuvole, Nuvole nere. Se alzava lo sguardo i suoi occhi gelidi incontravano il buio e il freddo di enormi minacciose nuvole nere.
Abbassò lo sguardo e affrettò il passo. Non ce la faceva più a rimanere insieme a quelli stupidi. In quel periodo adorava la solitudine, avrebbe anche venduto il suo nome pur di stare da solo in pace.Ma cos’era diventato, un’asociale?
Può darsi. Ma adesso non gli importava. O forse non voleva semplicemente pensarci. Sospirò lievemente e accelerò ancora. Alzò di nuovo lo sguardo verso il cielo e inspirò. Adorava l’odore della terra prima di un diluvio.
Adorava la pioggia lo faceva sentire libero.
Puro.
Innocente.
Vivo.
Si perché dopo 16 anni di ordini, di maschere e di recite uno non si poteva considerare vivo.
Quello era il suo più grande desiderio vivere, vivere senza doversi portare dietro una reputazione. Vivere potendo scegliere.
Vivere senza essere schiavo.
Vivere amando.
Amare. Amore un sentimento che non aveva mai provato. Aveva provato desiderio. Passione ma non amore. Amare era proibito. Amare era da babbani. Amare era sciocco. Amare era…………era vita. Si perché una vita senza amore è terribile, Perché l’amore è come l’ossigeno. Ecco perché lui era morto, morto dentro, perché non poteva amare.
Ormai era giunto in prossimità dell’albero.
Un salice piangente. Si rifugiava sempre lì.
Dentro il suo scudo naturale si sentiva protetto.
Sentiva come uan protezione materna, una protezione che non aveva mai avuto.
I lunghi rami intrecciati e verdi scendevano fino al dolce manto d’erba impedendo la vista dell’interno.
Ecco perché andava lì, perché non poteva essere visto.
Invisibile.
Voleva essere invisibile.
Le dolci gocce di pioggia iniziarono la loro breve danza facendosi cullare dal vento.
Entrò in quella che sarebbe diventata la sua riparazione dal pioggia.
Rimase sorpreso una figura esile era accovacciata alla grossa corteccia dell’albero.
Era una ragazza.
Dei capelli biondi mossi le ricadevano elegantemente sulle spalle, gli occhi azzurri come il ciel sereno erano fissi su di lui.
La ragazza aveva un aria sorpresa.
Era stupenda………….
*STUPENDA!!Draco ti stà andando di volte il cervello??Quella è la Lovegood La stramba, la lunatica come fai a pensare certe cose*
^Malfoy.Come mai non hai quei due scimpanzé intorno oggi?^
La sua voce mi risuonò come un canto melodioso e angelico
^Non sono affari tuoi Lovegood^
Invece la mia mi risuonò tagliente come una lama e fredda come il ghiaccio
Stette zitta, era suo solito non rispondere a le domande ma continuò a fissarmi o almeno credevo, nessuna espressione traspariva dal suo volto e dai suoi occhi.
Nessuna.
Si mise a fissare un punto davanti a lei con gli occhi spalancati.
Ero curioso.
Curioso di sapere cosa stava pensando.
In un certo senso speravo che stesse pensando a me.
^vieni spesso qui^
un'altra sua tipica frase, una strana affermazione
^come fai a saperlo?^
continuavo a fissarla.
Adoravo il modo in cui teneva la sua penna blu-argento dietro l’orecchio sinistro. Il modo in cui la collana argentata le ricadeva sulla piccola parte di collo visibile.
^perché ti vedo sempre entrare qui, anch’io ci vengo spesso, mi aiuta a pensare e mi sento al sicuro^
Si alzò.
Volva andarsene. Camminava come se fosse su una nuvola.
Mi passò a fianco.
Il suo odore di gelsomino mi avvolse.
Stava ormai uscendo quando trovai il coraggio.
Non so da dove uscì, forse dal cuore.
Le afferrai l’esile braccio destro con la mano e la guardai negli occhi.
Ci vidi tristezza
Solitudine.
Giovinezza perduta.
Mi ero perso nei suoi occhi.
^no rimani per piacere^

  
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