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Autore: marty_90    20/02/2011    0 recensioni
Uno sguardo al futuro, la paura di quello che sarà.
La consapevolezza che non si può fare una scelta senza delle conseguenze.
Il momento in cui si capisce che, forse, ci sono cose che non possiamo nascondere a nessuno, tanto meno a noi stessi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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“Un po’ più a destra. No, fermo, va’ un po’ indietro…ecco, poco più a sinistra…no, aspetta, molto meno a sinistra…ecco, quasi, però…” “Però cosa?” disse prendendo finalmente fiato. Nelle ultime due ore non aveva fatto altro che spostare quel divano: destra sinistra avanti indietro no, così è troppo. Faceva un caldo infernale in quella domenica sera di luglio, il sole delle 7:30, ancora alto, faceva sì che si sfiorassero i 35°C in quell’appartamento all’ultimo piano nel centro di Los Angeles. Aspettava una risposta, l’ennesimo ordine, cambio d’idea, ritorno alle origini, nuova trovata, tutte cose da Bella. Sentiva le gocce di sudore scendere lungo la fronte, e appoggiandosi con tutto il peso al divano di pelle, alzò gli occhi verdi per scrutare la sua espressione. Impassibile. Niente, sembrava non pensare a niente. Se ne stava lì, seduta sul tavolo di legno montato da poco, le infradito sul pavimento, le gambe a penzoloni, gli shorts di jeans, la canottiera rosa chiaro, i capelli raccolti con una penna trovata poco prima, una mano sotto la coscia sinistra, e l’altra che teneva un ghiacciolo, accompagnandolo alla bocca. Fissava la sua migliore amica, ipnotizzato dal quel movimento monotono delle gambe, dal marrone dei suoi occhi, dalle labbra che diventavano sempre più rosse a contatto con il freddo del ghiacciolo. “Allora?” La risposta era ovvia, il divano stava molto meglio dov’era all’inizio, vicino alla finestra, ma non troppo. Perfettamente in linea con il televisore. “Edward, quanto mi vuoi bene?” Sapeva benissimo cosa significasse quella frase, l’aveva sentita innumerevoli volte, e come ogni volta si arrese alla vista della donna che aveva di fronte a sé. “Ok, ho capito. Lo rimetto dov’era all’inizio…una faticata disumane per niente…” Bella scese di scatto dal tavolo, senza mai lasciare il suo ghiacciolo. “Sei ingiusto, per non dire altro…”, disse fingendo il broncio. “Certo, ingiusto perché mi sono svegliato la domenica mattina in cui posso dormire, per aiutarti a fare un trasloco di cui non vedo il bisogno in un appartamento che, sinceramente, è molto scomodo, dove non funziona l’ascensore, il condizionatore è fuso da Dio solo sa quanto, quando fa un caldo bestiale, e non abbiamo nemmeno da bere? Che uomo crudele!” L’aveva detto tutto d’un fiato, senza nemmeno spostarsi minimamente, rimanendo appoggiato sul divano e con lo sguardo fisso su di lei. Sarà stato il caldo soffocante, la fatica del trasloco, la consapevolezza che nei giorni successivi avrebbe fatto il passo più importante della sua vita, la paura di fare uno sbaglio per la troppa fretta, il pensiero che un giorno avrebbe potuto maledire il matrimonio con Jacob. Saranno state tutte queste cose messe insieme e, Dio che caldo che faceva, ma improvvisamente fissò i suoi occhi marroni nelle fiamme verdi dell’uomo che aveva di fronte. La luce arancione che entrava dalla finestra era l’unica illuminazione del piccolo appartamento, e gli ultimi raggi di sole che avevano il coraggio di farsi ancora vedere, battevano forti sul vetro della finestra. I capelli di Edward prendevano una sfumatura rossastra dal solito biondo, e i suoi occhi si accendevano ancora di più. Era convinta, lo era sempre stata, ma ora più che mai, che non avrebbe mai più visto una tale lucentezza negli occhi, sapeva che ne esistono pochi. Ci sono occhi che ti cambiano il modo di vedere le cose, perché non sai mai quanto possano essere profondi e brillanti, e guardarli diventa sempre un’avventura, specialmente quando conosci bene una persona. Lei lo conosceva bene, Edward. Lo conosceva dai tempi dell’infanzia, quando il povero orfanello si era trasferito nella casa dei vicini che lo avevano adottato. Era pallido, magrolino e spaventato. Con la semplicità che solo i bambini possono avere, Bella si avvicinò e gli chiese se sapeva come aggiustarle la catena della bicicletta. Lui prima esitò, poi, vedendo il vestitino bianco della bambina, decise che non sarebbe stato giusto farla sporcare, e le aggiustò la bicicletta. Bella se lo ricordava sempre accovacciato su quella catena, con le mani sporche di grasso, i capelli biondo cenere spettinati e gli occhi che brillavano. Dio, le cose non erano poi così cambiate. Se lo vide davanti agli occhi, i capelli, ormai diventati troppo lunghi, in disordine, un fisico che era diventato ben scolpito, i lineamenti del viso ormai da uomo, la barba del secondo giorno che cominciava a ricrescere, sudato nella sua t-shirt nera e nei suoi jeans corti. Gli occhi che brillavano come il primo giorno, o forse anche di più. “Grazie mille, Edward. So che non avevi nessun obbligo, nessuna costrizione per venire qui oggi, ci sarebbe dovuto essere Jacob, non tu, ma sei qui. Grazie.” “Prego.” Si fissarono per un po’, lei in piedi davanti al tavolo e lui appoggiato sul divano. Anche gli ultimi raggi di sole abbandonavano quel lato del mondo, lasciavano il posto all’oscurità, alla notte pronta a nascondere tutti i loro segreti. Come quello che Edward non sapeva come aggiustare una catena di bicicletta, ma che aveva provato ugualmente. O come il segreto mai confessato a nessuno, nemmeno a se stessa, che Bella quel bacio di dieci anni prima dato al gioco della bottiglia, non l’aveva mai dimenticato. E nemmeno lui l’aveva fatto. Avrebbe voluto gridare al mondo che il suo primo bacio l’aveva dato a Bella Swan, alla ragazza di cui era innamorato. Alla ragazza che ancora amava, che non avrebbe mai potuto lasciare a nessun’altro, ma che stava aiutando a traslocare in una nuova casa, dove lei e il suo futuro marito avrebbero vissuto il loro amore. Quell’amore di cui Edward avrebbe voluto essere protagonista. Continuavano a guardarsi negli occhi, mentre il ghiacciolo si scioglieva sulla mano di Bella, rendendola appiccicosa, mentre la notte calava in quella casa senza ancora impianto elettrico, e mentre entrambi speravano che i segreti dentro di loro non venissero a galla, mostrandosi dagli occhi. La speranza era nel buio, nella sicurezza che, credevano, avrebbe dato loro.
  
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