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Autore: Hikary    20/02/2011    2 recensioni
[WICKED Musical] IN ATTESA DELLA SEZIONE TEATRALE ;)
{Fiyero, Elphaba, others ; Fiyero/Elphaba}
Una lezione insolita sta per avere luogo a Shiz; e Fiyero dovrà riuscire a portare a termine il suo ambizioso piano tra salti assassini,
tute da ginnastica improvvisate e qualche imprevedibile (?) incidente...
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un solo commento alla parola “ riccioli” e ti cucino come una cheap cake!

Tu – e questa tu sa chi é XD – don't you dare...!



Timeline: dopo la Lion Scene

Pairing: Fiyero/Elphaba in maniera quasi indecente ; Fiyero/Galinda da copione ù.ù

Desclaimer, cose sulla proprietà & riferimenti vari: Avaric e Pfannee vengono dal libro; Pfannee si può dire che ci sia nel musical, Avaric proprio no – diciamo che hanno preso qualche sua caratteristica e l'hanno rovesciata su Fiyero xD Riferimenti ai versi di DG e di As long “ it's up that I fell”.



Ecco perché sono contraria a certi esercizi di ginnastica;

perché poi la tua prof dice certe frasi,

perché certe tue amiche – sceme – cadono

e altre magari non fanno ginastica, ma con i pantaloncini corti te l'hanno menata tutta un'estate!

E a questi livelli, come fai a non scriverci una Fiyeraba?


Lo strano caso dell'accidente premeditato




Elphaba lo stava evitando.

Fiyero formulò corentemente quel pensiero per la prima volta, tra un sorso di caffé e un boccone di pancakes, mentre si attardava a colazione. Elphie sapeva essere straordinariamente efficiente quando si metteva in testa qualcosa, pertanto il giovane principe non era riuscito nemmeno ad avvicinarla, nelle ultime due settimane. Perché?, si domandava con rabbia; lui avrebbe dato qualsiasi cosa per parlarle di Dillamond, del leoncino e della foresta... Qualsiasi cosa per parlarti. Addentò con rabbia una mela e si alzò, dimenticando metà dei libri sul tavolo.


« Fiyero! »


Avaric lo rincorse.

Acchiappate al volo le cose dell'amico, si precipitò su per le scale che portavano alle stanze degli studenti ed entrò di gran carriera in camera, bloccando la porta con un piede, giusto in tempo perché Fiyero non gliela sbattesse in faccia.


« Fiyero, amico, ti senti bene? » borbottò, il fiato corto, e lasciò cadere i libri sul letto.

« Benissimo. Grazie per i libri. »


A dispetto della risposta cortese, Fiyero aveva un'espressione a dir poco lugubre; ma Avaric preferì prenderla per buona piuttosto che andare ad impelagarsi in una vera chiacchierata tra amici, che sicuramente avrebbe richiesto una quantità di energia ed interesse nettamente superiore alla sua.

E inoltre non era quello il momento di sfiancarsi. Si era già pentito perfino della corsa.


« Sbrigati o faremo tardi. » lo ammonì solamente.


Un ghignò illuminò il volto del principe.


« Le star si fanno sempre attendere. »


Alaric ridacchiò di rimando e lasciò la stanza.

Fiyero tornò a brontolare per conto proprio, rovistando nell'armadio: da un lato cercava un'idea per restare solo con Elphie, almeno per un poco, dall'altra, molto più modestamente, cercava una tuta che non lo facesse sfigurare ma abbastanza comoda per sostenere la prima lezione di ginnastica nella storia di Shiz.



***



Elphaba evitò di peggiorare ulteriormente la situazione guardandosi allo specchio. Odiava già a sufficienza quei pantaloni informi, semi-lucidi, che parevano accasciarsi in uno spasmo di disperazione anziché starle semplicemente addosso. Era forse così strano chiedere ad un capo d'abbigliamento di vestire la propria padrona – cosa che, per inciso, i suoi abiti neri facevano senza nessuna difficoltà – invece di svenire ad ogni passo?

Non dovete mica sfidare la gravità, li apostrofò rabbiosa, per quello siete stati dotati di un elastico all'altezza della vita; dovete solo fare i pantaloni!

Si concentrò allora nella ricerca di una maglia. Senza successo. Desiderava disperatamente poterne indossare una a maniche lunghe, ma sapeva che non ci sarebbe stata storia. Con la coda dell'occhio controllò se per caso Galinda fosse in qualche modo distratta.


« Serve aiutooo? » cinguettò la bionda.


Elphie per poco non diede il giro dentro all'armadio. Bofonchiò un “ no” tra i denti; nemico ancora allerta, annotò mentalmente. Galinda era seduta sul suo letto e guardava per aria, dondolando le gambine sottili come una bimba sull'altalena. I pantaloncini corti a palloncino che indossava erano assolutamente adorabili e assolutamente inappropriati per qualunque tipo esercizio fisico. Grazie al cielo Elphaba era riuscita a spiegarle che una camicetta bianca, per quanto molto fine, sarebbe stata troppo perfino per lei; perciò l'amica aveva optato per una maglietta a pois bianca e blu con un colletto da bambola e due bottoncini.

Sconsolata, Elphaba tirò fuori una sottospecie di maglioncino in cotone, di un nero talmente sbiadito che metteva tristezza solo a guardarlo.


« Elphie, non puoi mettere quella! » sbottò Galinda, che non si era persa una sola mossa della compagna di stanza.

« Lo so. »

« Morirai di caldo! »

« Lo so Glin, lo so. »

« ..ed é così deprimente con quel colore! »


Elphie storse il naso.


« Almeno quello, non é un vero problema. »

« Elphie ...ti presto io una maglia! »

« N- ...ehm, no grazie. »

« Insisto! »

« No Glin, davvero... »

« Questa! Questa! Questa! E' perfetta! »

« Ho detto “ no grazie” Galinda, sai che significa? »

« No! »

« Esatto. »

« Appunto! Vieni qua, su, ti aiuto ad infilarla... »

« Lon-ta-na! Glin, ti avverto, se fai un altro passo... »

« Caricaaa! »


Elphie scartò a destra saltando sul letto, mentre Galinda si lanciava addosso a lei a peso morto, dimendicandosi perfino di preservare la perfezione dei due sbuffi bianchi che le fasciavano le cosce. Dopo molte cuscinate ed un tentativo da parte di Elphie di cacciare l'invasata buttandola giù dal letto, Galinda ebbe la meglio.


« Scommetto che la misura non é quella giusta... » tentò di opporsi un'ultima volta Elphaba.

« Schiocchezze, vedrai che ti andrà a pennello! E quest'anno le maglie si portano un po' più strette, non lo sapevi? »


Con una personalità così positiva non c'era possibilità di trattare.

Mai.

Galinda le infilò a forza la maglietta, un braccio dopo l'altro, aggiustò le spalle e infine la fece alzare in piedi per ammirare il risultato davanti allo specchio. Due paia di occhi si spalancarono simultaneamente e due facce attonite fissarono senza parole il riflesso.


« E'... » inziò Elphie; ma si fermò subito, perché non le veniva in mente nessun giro di parole abbastanza lontano dalla verità per non mortificare l'amica.

« Un pò grande? » ammise dolorosamente Galinda.


La giovane Upland tirò un lembo di stoffa bluette all'altezza della vita, notando con estremo disappunto che la sua bella t-shirt, sportiva ma raffinata, cadeva dritta come un sacco addosso ad Elphie. L'altra si accarezzò con una mano all'altezza dello stomaco e sospirò.


« Non ..non é che sia grande. E' più... » si mordicchiò il labbro inferiore, mortificata.


Dannazione, ci mancava anche questa! Galinda ci era rimasta malissimo, si vedeva lontano un miglio. Elphie avrebbe voluto dirle che non doveva importarle, che lei era così bella...


« E' un po' vuota, in realtà. »


Quella parola suonava molto, molto meglio. Galinda osservò l'amica con rinnovato interesse, notando finalmente un dettaglio confortante: Elphie era più ossuta che magra, aveva braccia filiformi e un seno poco pronunciato, decisamente meno evidente del suo.


« Sono d'accordo. » asserì, con l'aria di chi se ne intendeva « Credo di averne una più adatta a te. »

« ...senza pois? »

« Senza pois. » sorrise Galinda, raggiante, fiutando già la vittoria.

« Oh, e va bene. Vediamo questa maglia. »


Uno strillo gioioso arrivò fin dall'altro capo del corridoio.



***



Ginnastica non era davvero una materia. Non lo era mai stata fino alla settimana precedente e a molti studenti non era ancora ben chiaro quale assurda concatenazione di eventi e disgrazie li avesse condotti alle undici del mattino nel cortile dell'Università, abbigliati nella maniera più svariata, con quanto di più sportivo avessero trovato nei loro chiccosissimi guardaroba da matricole.


« Benevenuti, studenti. » trillò una voce alle loro spalle.


Qualuno trasalì, la maggior parte si voltò verso il nuovo insegnante; uno o due sbadigliarono vistosamente – e tra questi Alaric, che si beccò una gomitata di finto rimprovero da Fiyero. Mentre sghignazzava con l'amico, Fiyero iniziò una scansione mentale della classe per individuare Elphie. Non senza un certo senso di colpa, cercò Galinda, inconfondibile nel suo abbigliamento da gita primaverile, più che da atleta, sicuro che nei paraggi ci sarebbe stata anche Elphie. Una volta individuate, sorrise alla sua fidanzata e fissò con insistenza Elphaba; lei continuava ad ignorarlo e questo lui non riusciva a sopportarlo. Smise di ridere, concentrandosi sul suo piano. Le avrebbe parlato quel giorno stesso o avrebbe preso appunti di storia fino alla fine dell'anno, parola d'onore!


« Iniziamo con un po' di riscaldamento! » intimò il professore. « Cominciate a correre lungo il perimetro del cortile. Forza miei cari, un po' di movimento non ucciderà nessuno né vi renderà troppo fiacchi per uscire il sabato sera. March, march, partire ora! »


La massa di studenti ondeggiò pigramente. Soltanto Elphaba iniziò a correre, obbediente, benché altrettanto svogliata. Pian piano tutti si mossero sulla scia del suo esempio, dimostrando che le idee di Madame Morrible non erano affatto sbagliate: il corpo studentesco era estremamente pigro.

Sembrava che nessuno avesse mai corso in vita sua.

Elphie si scoprì infinitamente più allenata dei compagni. Ben presto, alla terza o quarta volta che sorpassava l'intera fila, vedere le facce arrossate per la fatica e sentire i respiri affannosi divenne divertentissimo. Erano così goffi e scordinati!

Lei invece pareva un sogno, un pensiero sfuggente che saettava tra gli alberi, insinuandosi tra gli altri studenti senza mai sfiorarne nessuno, perfetta e silenziosa. Uno solo le stava alle calcagna: Fiyero Tiggular, odiosamente tenace, nonostante sembrasse sul punto di morire per lo sforzo di tenerle testa. Seccata, Elphie rallentò, dandogli l'impressione di averla raggiunta, per poi scattare l'attimo dopo lasciandolo con un palmo di naso. Giocò per un poco in questo modo, godendosi con la coda dell'occhio gli sprazzi di speranza e delusione che si alternavano negli occhi del ragazzo alle sue spalle. Finché il respiro di Fiyero, non proprio regolare, iniziò a preoccuparla seriamente; eppure lui non dava segno di voler rallentare, tantomeno di fermarsi. Quando fu certa che sarebbe morto lì, a due passi dai lei, piuttosto che arrendersi, Elphaba si sentì una perfetta idiota e finalmente mise fine a quella “ corsetta”, arrestandosi accanto all'insegnate.


« Credo possa bastare, professor...? »

« Oyploos. Sì, signorina, sono d'accordo. Lei ha un ottimo scatto, tra l'altro. Sarà un piacere essere il suo isegnante. »


Fiyero, abbastanza vicino per udire la conversazione, fu certo che quelle parole l'avessero riempita di orgoglio, anche se lei non ne diede alcun segno. Le si mise accanto, ripetendosi di agire in maniera naturale.


« Complimenti. » tentò.


Elphie abbassò gli occhi, sentendo un'improvvisa mancancanza di equilibrio, sia emotivo che fisico. Ringraziò a mezza voce e iniziò a dirigersi verso la palestra, dove avrebbero proseguito la lezione, comportandosi come se Fiyero non esistesse.

Fantastico, constatò il principe, é ancora peggio di quanto pensassi.

La seguì, per nulla demoralizzato. Parlarle oggi, il piano non sarebbe cambiato.


Il professor Oyploos ordinò agli studenti di dividersi in coppie: avrebbero iniziato con qualche semplice esercizio per dare una “ botta di vita” - testuali parole che lasciarono la classe sbigottita, ma anche più ottimista – alla loro agilità.

Quale agilità? si domandò Elphie, guardando i compagni.

Un perfetto esempio pratico arrivò da Fiyero, che si materializzò al suo fianco dal nulla e l'afferrò per un braccio, completamente dimentico dell'effetto devastante che aveva avuto il loro ultimo, nonché unico, contatto fisico. Se non altro la ragazza si paralizzò sul posto e quando Mr Oyploos passò accanto a loro, li prese per una coppia in piena regola. Indicò un punto della palestra ancora vuoto e Fiyero ci trascinò una riluttante Elphie.


« Forza, non fare quella faccia. Si tratta solo di qualche saltello. »


Elphaba non rispose; in compenso lo guardò malissimo, prima di accucciarsi a terra così da permettere al compagno di superarla con un balzo. Grazie al cielo, Fiyero era forse il miglior compagno, in quanto a capacità ginniche, che potesse capitarle. Però non gli rivolse la parola nemmeno una volta mentre eseguivano il primo esercizio.



Dall'altro lato della palestra, Galinda aveva dovuto superare rapidamente il disappunto per la brutale separazione dal suo fidanzato e dalla sua migliore amica per trovare immediatamente un valido sostituto. Dopo aver ripiegato su Avaric, ingannata dall'aspetto avvenente, aveva passato un brutto quarto d'ora in cui i piedi del compagno avevano sfiorato troppe volte la sua fragile schiena, denotando la totale inabilità del loro padrone. Pfannee era stata ben contenta di vederselo rifilare all'inzio dell'esercizio successivo. Ora si trattava di trovare qualcuno adeguato per una diavoleria non da poco: saltare il proprio compagno, piegato poco più di un metro davanti a sé, poggiandogli le mani sulla schiena e dandosi la spinta con entrambi i piedi, aprendo ovviamente le gambe per non decapitare il poverino.


« Miss Galinda, non sarete per caso senza compagno? »


Ci mancava anche Biq, pensò sconsolata, voltandosi.


« L'ho qusi trovato, in realtà. » temporeggiò.

« Non vorreste, per caso... »


No, no che non vorrei! avrebbe volentieri sbottato, Non vorrei né mai vorrò perché siete buffo ed incredibilment bass- ..


« Biq » esclamò all'improvviso « Biq, Biq Biq Biq ...non vorresti, per caso... » Galinda fece un mezzo giro intorno al ragazzo, constatandone la scarsa altezza assolutamente appropriata per la situazione « ..essere tu il mio compagno? »


E sorrise, sbattendo le ciglia.

Il viso di Boq s'illuminò e il giovane Munchkin le porse galantemente la mano. Dio mio perdoni, mormorò tra sé, ma questa é davvero una situazione disperata!



Era inutile, Elphaba non gli avrebbe mai permesso di inziare un discorso.

Fiyero si concentro sulla leggera pressione delle mani di Elphie sulla sua schiena, reprimendo un brivido di emozione. Ancora, ancora... Quella piccola scossa, quell'attimo di respiro mozzo e battito forsennato, non la smetteva di tornare, ripresentandosi in centinaia di piccoli attimi ogni volta che si sfioravano. Anche solo per uno stupido esercizio nell'ora ginnastica.


« Tenete la schiena ben piatta. » si raccomandava l'insegnante « Fate molta forza. E soprattutto, cosa fondamentale, quando sentite il compagno appoggiare le mani, non – ripeto – non piegate le ginocchia! Altrimente finirete entrambi a gambe all'aria ...e passeremo il resto della lezione in un inutile tentativo di districare un groviglio umano indistricabile. »


Groviglio indistricabile..?

L'immagine era molto suggestiva, per Fiyero. Inconsciamente, provò a calcolare quanto sarebbe bastato piegarsi perché cadessero, senza però farsi male. Solo un pochino, si disse, Elphie non si farà nulla, neanche un graffio. Toccava a lei saltare. Fiyero la sentiva avvicinarsi – pochissimo, giusto una spanna – e ad ogni passo il cuore batteva sempre più forte. Nell'istante il cui le mani della ragazza premettero contro la sua schiena, prima ancora di aver capito se volesse o meno farlo, il giovane principe aveva già fatto la sua mossa: con un tonfo sordo e piuttosto spiacevole, si accasciò a terra ed Elphie rovinò sopra di lui.

Mr Oyploos impedì a Galinda di accorrere con un'occhiata glaciale, persuadendo così tutti gli altri a proseguire senza badare ai due feriti. Sul groviglio, comunque, non scherzava affatto. Elphaba era volata in avanti, metà del suo corpo oltre la testa di Fiyero, finendo in qualche modo per aggrapparsi al suo collo con entrambe le braccia. Era sdraiata su un fianco, alla destra del ragazzo, la faccia sprofondata nei suoi riccioli scomposti, una mano che gli stringeva convulsamente la manica del braccio opposto. Fiyero, il geniale ideatore di quel piano delirante, era finito lungo disteso sul pavimento, come se vi fosse stato spalmato sopra. E averebbe volentieri provveduto a darsi dell'idiota da solo, se soltanto il respiro di Elphie che gli solleticava il collo non avesse assorbito ogni goccia della sua attenzione...


« Siete interi? » domandò Mr Oyplooos, con un livello di interesse che doveva riservare, solitamente, alle ultime innovazioni in campo della coltivazione di barbabietole.


Gli rispose un doppio mugugnio di assenso.


« Riuscite ad alzarvi? »

« Sì... » ansimò Elphie, riemergendo dai ricci del principe.

« Bene. »


Di lì in poi, non fu ben chiaro cosa accadde.

Più o meno avvenne che, quando si rese conto che lei si stava alzando, Fiyero tentò un ultimo, disperato sgambetto; che funzionò, facendola cadere di nuovo. Poi un altro e un altro ancora, una sorta di lotta in cui entrambi attentavano all'equilibrio altrui in una serie di capitomboli infiniti, senza che nessuno riuscisse ad avere la meglio.


« Professore... » ansimò Fiyero, che ormai teneva Elphie intrappolata con un braccio senza alcun ritegno « Credo che Miss Elphaba si sia fatta male. Guardi, non riesce nemmeno ad alzarsi! La porterei in infermeria, se non le dispiace. »


L'affetto spartano che Mr Oyploos provava per i suoi studenti giocò tutto a favore di Fiyero e senza che Eplhie avesse il tempo di rispondere, diede il suo consenso.


« Fai finta di zoppicare o qualcosa del genere... » la supplicò Fiyero sottovoce.


Il cuore di Elphie smise di battere per qualche istante; quanto bastava perché il cervello rimanesse in carenza di ossigeno pochi secondi e lei acconsentisse. Uscirono dalla palestra sentendosi due giovani criminali in lenta ma inesorabile escalation, Elphie saltellando su di un piede e Fiyero che la sosteneva amorevolmente. Pregò che Galinda non se ne uscisse con un commento sulla gentilezza del suo amato nei confronti della sua migliore amica e finché la porta non si chiuse alle loro spalle il senso di colpa continò a fiatargli sul collo. Nel silenzio del corridoio, però, ogni altro pensiero scomparve: era solo con Elphie, finalmente.


« Hai cercato di uccidermi. »


Elphaba lo stava guardando negli occhi, ora, e nel suo sguardo determinato rivide la stessa ragazza di quella lezione di scienze. Bentornata, Elphie, si ritrovò a pensare.


« Di ucciderci, vorrai dire. » puntualizzò.

« In effetti non é stato molto astuto. » rise lei.

« Perché no? Siamo qui, adesso. Il mio piano era perfetto. »

« Ma hai fatto un volo incredibile..! Quasi più di me. Credo di averti spiaccicato proprio per bene, eh? A quanto pare non sei stato così geniale, caro il mio Mr-Piano-Perfetto, dal momento che sei caduto anche tu. Al massimo avrai ideato la caduta perfetta. »

« Caduta perfetta? » Fiyero scrollò le spalle e sorrise, in un modo diverso, più luminoso, che Elphie non aveva mai visto prima « Santo cielo Elphaba, se questo é cadere, lo rifarei ogni giorno. Sì, é come dici tu: sarò anche caduto, ma che caduta! »


Elphaba lo guardava strabiliata. Si portò una mano alla bocca per trattenersi dal ridere ancora, mentre ammirava il ragazzo scuotere la testa in preda ad un attacco di entusiamo. I riccioli scuri continuavano a rimanere meravigliosamente scompigliati, quasi fosse la loro imperfezione a renderli perfetti.

Forse era così.

Elphaba non ne era era sicura.

Elphaba non aveva mai speso un solo istante a riflettere sulla natura dei capelli altrui prima di allora.


« Mi piacciono i tuoi capelli. » disse, senza un motivo apparente se non la naturale conclusione delle proprie riflessioni « Sono ...morbidi. »


Non riuscì a pentirsi di aver detto quella sciocchezza, nemmeno quando Fiyero la guardò negli occhi ed Elphie rivide lo stesso, pericoloso lampo di consapevolezza che aveva già scorto nella foresta; non ci riuscì né ci sarebbe mai riuscita, negli anni a venire.

Il ragazzo era sul punto di risponderle, di prenderle una mano e stringerla tra le sue – questo lei non poteva immaginarlo – quando Galinda sbucò dalla porta della palestra, gli occhi cerulei spalancati come biglie, ansimando.


« Eccovi! Oh, Elphie, stai ...bene? »


Galinda aggrottò un sopracciglio e fisso l'amica, perfettamente in piedi con le sole proprie forze.


« Noi.. io, in realtà, ecco... »

« La verità é che é stata tutta una scusa. » s'intromise Fiyero. « Una scusa per non fare lezione. Il fatto é che – vedi – dopo che Dillamond se n'é andato... »


Elphie sbiancò o ci andò molto vicino. I suoi occhi cercavano quelli di Fiyero nel disperato tentativo di strillargli un “ che cavolo stai blaterando?!?” non verbale.


« ...volevamo soltanto parlare. »


Santo Oz, Fiyero Tiggular, che cosa stai per fare?!

Se provi a dirle anche solo ...io...!


« Parlare di Dillamond, della questione degli Animali. E' stato scioccante. Non credo che abbiamo bene realizzato quello che sta capitando. Forse dovremmo parlarne, tutti insieme intendo. Di questo discutevamo, giusto Elphie? »


Elphaba lo guardò.

C'era qualcosa nell'espressione di Fiyero che non riuscì a decifrare: disappunto, delusione ...rabbia? Come se stesse odiando le sue stesse parole e non aspettasse altro che un suo cenno per tirare fuori tutta la verità. Ma no, non si poteva.

Proprio no.

In un bizzarro ossimoro vivente, Elphie scosse appena il capo ed esclamò un “ sì”, squillante, in risposta a Fiyero. E nonostante tutto il buon senso dietro quell'azione, non poté fare a meno di pensare che aveva appena dato le risposte giuste alle domande sbagliate.




Notes

Se siete qui é già un ottimo risultato, non prentendo leggiate anche le note ù.ù

Ma...!

Devo dire che all'inizio “ mi sono presa malissimo” - come si suol dire x)p – con questa fic, per la sua frivolezza quasi imbarazzante. Sarebbe bastato pensare che si sono cose molto più imbarazzanti ( apro e chiudo Sam, parliamo di cose che al telefono é meglio dire in altre lingue xD) però a me personalmente non bastava. Invece, girando su fanfiction.net ho scoperto un sacco di fic ambientate durante Shiz (!), proprio classico stile teen, adorabili, tenere, IC, serene.

Cioé, c'é gente che ha scritto su Wicked senza necessariamente piangere.

Wow.

Questa cosa mi ha rimpito il cuore e reso felice <3 Ergo, credo lascerò un po' di spazio nella mia mente per scrivere cose in cui la gente non muoia/soffra/si suicidi/perda l'unico amore della sua vita/pianga/distrugga la vita propria & altrui/varie ed eventuali disgrazie random.

Olé.

Fine delle note. Bwaaa, quanto sono felice *W* Andate su fanfiction.net, andate! E leggete le fic di Merina 2 che sono tipo il Bene Supremo ( no Ila, non dico a te XD Sono il Bene Supremo Fiyeraba, I'm sorry xD).

  
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