A bad day
I
presupposti perché Draco Malfoy potesse arrivare a capire
che la
giornata che stava vivendo sarebbe stata pessima, se non addirittura
la peggiore della sua giovane vita, erano tutti presenti come in un
ironico appello.
Prima
di tutto, quella stessa mattina si era svegliato un'ora prima che la
sveglia suonasse e arrivato a quel punto era comprensibilmente
normale che non riuscisse più a ritornare tra le accoglienti
braccia
di Morfeo.
Dopo
uno Scadente in Trasfigurazione, si era recato agli allenamenti della
sua squadra, ma persino il tempo atmosferico gli era avverso quel
giorno. Ritornarono in Sala Comune prima del tempo, bagnati come
pulcini e con il morale tristemente sotto le scarpe. Nel momento in
cui poi aveva messo piede nel suo dormitorio l'ennesima brutta
sorpresa gli si era presentata dinanzi sotto l'aspetto di una Pansy
Parkinson ansimante, schiacciata contro il muro da un Blaise Zabini
irritato dall'intrusione. Oltretutto aveva preteso pure di aver
ragione e Draco stesso si sarebbe detto d'accordo con lui se quella
contro il muro non fosse stata la sua fidanzata.
*
Aveva
liquidato entrambi con un'occhiataccia e un sibilo frustrato:
“Almeno
chiudetevi a chiave.”. Non aveva idea di come prendere quel
basso
tradimento della ragazza. Se n'era andato con ancora indosso la
divisa da quidditch bagnata fradicia e si era diretto, con
più
flemma del solito, verso il bagno dei prefetti visto che il suo
dormitorio era decisamente sovraffollato.
Ne
era uscito asciutto di tutto punto, con la divisa che si portava
sempre dietro nello zaino dopo ogni partita o allenamento, quando
ormai era troppo tardi per andare a cenare ed era troppo presto per
andare alla riunione dei prefetti. O meglio: sarebbe arrivato in
perfetto orario, ma da brava primadonna qual era, era abituato a
farsi attendere.
Con
uno sbuffo pesante si diresse verso la riunione appena iniziata.
Pansy era seduta dal lato opposto della sala e quando Draco aveva
fatto capolino nella stanza, aveva abbassato lo sguardo e si era
fissata intensamente le scarpe come se fossero molto più
interessanti del nuovo arrivato.
Ecco,
quello lo considerava un vero smacco al suo onore, altro che
tradimento!
Stranamente
mogio si diresse verso l'unico posto libero e non si lamentò
nemmeno
quando si accorse che si trattava di quello affianco alla Granger.
Ernie
Macmillan, con il suo solito modo pomposo di fare, aveva ripreso a
parlare come se non fosse mai stato interrotto. Draco non gli
prestò
nemmeno attenzione troppo preso com'era dalla sua autocommiserazione
mentale.
«Malfoy?
La riunione è finita.» una voce saccente l'aveva
strappato dal
torpore in cui aveva appena iniziato a rifugiarsi. Alzò lo
sguardo
dal pavimento e si accorse solo in quel momento di essere rimasto per
tutta la durata della riunione con i gomiti sulle ginocchia e il
busto proteso in avanti. Oltretutto si era anche appena reso conto di
essere rimasto da solo in sala con Hermione Granger, la mezzosangue
miss-so-tutto-io.
«Sì,
me n'ero accorto.» mentì sapendo di non dargliela
a bere.
«Certo,
come no.»
Come
volevasi dimostrare.
Draco
non rispose, si strinse ancora di più nel suo mutismo
forzato e
ricominciò ad autocommiserarsi mentalmente.
«Ma
sei depresso?» la voce della Granger non voleva saperne di
stare
alla larga dalle sue orecchie.
«Mi
dai fastidio, vattene.» ingiunse alzando nuovamente lo
sguardo e
vedendo che lei gli si era avvicinata, curiosa come un piccolo
Grifondoro davanti alla foresta proibita.
«Ho
un talento naturale nel capire le situazioni, Malfoy. Se tu fossi un
mio amico lo sapresti da tempo.» si vantò.
Perché diamine voleva
sempre mostrarsi miss-so-tutto-io in ogni ambito?, si chiese.
«Non
ci ho messo molto a capire che deve essere successo qualcosa tra te e
il Carlino!» esclamò allegra. Forse le disgrazie
degli altri la
mettevano di buon umore? O forse le piaceva fare la sapientina anche
sui sentimenti feriti della gente?
«Sei
un mostro di tatto.» le disse interrompendo sul nascere un
monologo
della ragazza.
Si
sentiva così stanco da non avere nemmeno le forze per
insultarla.
Sospirò frustrato.
«No,
seriamente, Malfoy stai bene? Sei depresso? Che hai? Devi dire
qualcosa diamine!» e solo in quel momento Draco si rese conto
che
tutto quello che credeva di aver detto, in realtà l'aveva
solo
pensato.
«Cos'è
successo dai?» la Granger non demordeva. «Insomma,
fa male vederti
così. Sei un insulto al mio buon umore!»
Sospirò
nuovamente, frustratissimo.
«Il
vero problema è che voi ragazze siete delle ipocrite
assurde.»
commentò finalmente causando un guizzo nell'altra.
«Fate tante
storie perché la vostra prima volta deve essere speciale e
poi, una
volta aperte le gambe, difficilmente vi ricordate di chiuderle.
È
questo il vero problema: voi e la vostra ipocrisia da quattro soldi.
Il giorno prima mi ama e quello dopo si scopa allegramente il mio
migliore amico. Migliore amico che tra l'altro non ha nemmeno la
decenza di sentirsi in colpa.»
Hermione,
solleticata più che altro dall'insulto rivoltole (l'aveva
messa al
pari delle altre ragazze, quello sì che era un insulto)
partì in
una filippica che probabilmente avrebbe visto fine solamente all'alba
del giorno dopo.
«Ma
come ti permetti!» sbottò infatti. Draco la
guardò confuso, sicuro
di non aver detto niente di male, per una volta. «Noi ragazze
non
siamo tutte uguali, meno che meno io! Se la Parkinson è una
vacca,
non significa mica che lo siamo tutte!»
Il
ragazzo sempre più confuso la fissò cercando di
non spalancare gli
occhi e non fissarla come se si fosse trattato di una malata affetta
da una rara forma di Spruzzolosi.
E
per farla tacere fece l'unica cosa che gli era venuta in mente. Si
alzò e la guardò dritta negli occhi, Hermione non
dava cenno di
voler finire di parlare così le tappò la bocca
con la sua.
Si
staccò quasi subito ma quel bacio appena accennato era
riuscito dove
lui aveva fallito per anni interi.
«Oh,
ho trovato il modo per farti stare zitta.»
La
ragazza continuava a fissarlo, gli occhi spalancati e l'espressione
schifata.
«Penso
che andrò a vomitare.» disse finalmente lasciando
solo il ragazzo
nella sua autocommiserazione.
Oh,
Pansy l'avrebbe pagata. Con un ghigno dipinto sul volto
tornò nel
suo dormitorio pronto a far crescere sulla testa della ragazza un
paio di corna giusto per farle capire come si sentiva lui.
Angolino dell'autrice:
non sono un'amante delle Dramione, sinceramente, ma stamattina ho avuto l'ispirazione e così mi sono trovata a scriverla come sfida per me stessa.
Detto con tutta sincerità, non sono convinta del risultato ma fa niente.
In ogni caso, tutta la storia è ambientata al quinto anno. Vi ricordate del palco di corna cresciute sulla testolina di Pansy? u.u Ecco chi, secondo me, gliele ha fatte crescere ;)
Un'altra cosa che ci tengo a specificare è che Draco Malfoy non è l'algido principino dio del sesso bla bla bla, ma solo un moccioso viziato. D'altronde è ancora al suo quinto anno in questa storia e il cambiamento di Draco avviene nel sesto :)
Fatemi sapere che ne pensate, dai!
Sprecato due minuti del vostro tempo per una recensioncina D:
Fay <3