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Autore: unleashedliebe    20/02/2011    15 recensioni
La vita di Anna cambia nel giro di poco tempo, quando, vincendo un concorso, ha la possibilità di andare in Tour e aprire i concerti della sua band: i Tokio Hotel. In poco tempo la sua vita cambia, quasi non ci crede ma.. “Träume sind wirklich”; realizza uno dei suoi più grandi desideri: conoscerli e diventare loro amica. Istaura bei rapporti con la band, tranne che con il bel chitarrista Tom Kaulitz. Lo etichetta come uno stronzo e presuntuoso, capendo poi d’essersi sbagliata, dietro la facciata si nasconde un ragazzo.. bello. E, contro ogni logica razionale, finisce per innamorarsene; lui è pur sempre il SexGott, una donna vale l’altra, e lei lo sa. Sa anche che probabilmente le spezzerà il cuore, ma non le importa. Leb di Sekunde, giusto?
... Sotto la tua pelle, infinitamente lontano, immerso in te, batte il tuo cuore.}
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '~ Louder love '
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Fatta da me (c)


peace&love
, enjoy!


Osservai con aria critica la mia immagine allo specchio. Quella sera ero perfetta, davvero bellissima.. Bill aveva superato se stesso. Indossavo un vestito grigio abbastanza corto – in quei sei mesi di tour con loro avevo indossato più abiti di quanti ne avessi messi nei miei diciannove anni di vita -, un paio di collant neri, scarpe col tacco grigie, orecchini a cerchio e trucco su tonalità scure; i capelli erano lasciati al naturale, non legati e leggermente mossi.  (NdA, vestito: http://i52.tinypic.com/2mmihqe.jpg) 

Erano passati sei mesi dall’inizio della mia avventura. Febbraio stava per finire.

Nel pomeriggio si era tenuto l’ultimo concerto in compagnia della band.

Il concerto più bello secondo me. Il pubblico berlinese era carico, una delle folle più belle. Su alcuni cartelloni spiccava anche il mio nome e, ciò, mi rendeva terribilmente orgogliosa. Avevo cantato suonando il pianoforte e, per l’occasione, la bellissima chitarra regalatami a Natale dalla band, prima la tenevo al sicuro, attendevo l’occasione speciale per suonarla.

Cantando wenn nichts mehr geht una lacrima fuggì al mio controllo, la raccolsi velocemente, il pubblico non parve notare. Con quella canzone era iniziato tutto, l’avevo portata al primo provino. Sembravano passati secoli, cavolo! I ragazzi poi, mi avevano fatto una grande sorpresa: indossarono le magliette disegnate da me per il 25 dicembre.

Ovviamente sul palco fecero scintille, come al solito, regalando una serata che le fan non avrebbero dimenticato per lungo tempo, forse mai.

Era incredibile, l’avventura per me stava finendo, il mio sogno si stava concludendo.

Der letze Tag insomma.

Tornai a guardarmi allo specchio. Quella sera era stata organizzata una festa, per concludere in bellezza il tour. Partecipavano tutti quelli che vi avevano lavorato, comprese le ragazze che avevano partecipato al programma poi vinto da me. Ero felice per questo, avrei rivisto Louise, non l’avevo più sentita, tranne qualche sporadica telefonata. L’idea di vedere le altre non mi entusiasmava più di tanto.. soprattutto vedere Jennifer, visto che fra lei e il mio ragazzo c’era stato “qualcosa”. Sbuffai scocciata, sedendomi in attesa di qualche segnale dei ragazzi.. A riscuotermi dai miei non bellissimi pensieri furono due mani calde che mi circondarono la vita. Sorrisi immaginando chi fosse.

«Sei bellissima stasera piccola» disse Tom baciandomi il collo, facendomi sciogliere.

«Andiamo?» domandai io sottraendomi dal suo tocco.. non volevo arrivare in ritardo alla festa.

 «Certo, gli altri ci aspettano in macchina» Mi sarebbe piaciuto andare con lui, ma non era possibile visto che nessuno sapeva fossimo una coppia.

Mi alzai di malavoglia dalla sedia e, se non fosse stato per Tom, sarei caduta a terra poiché mi girò improvvisamente la testa.

«Ehi Carotin, tutto bene?» Chiese lui ansioso.

«Si, ho solo un po’ di mal di testa, sarà la stanchezza» sorrisi. In effetti non mi sentivo molto in salute ma non volevo rovinare la serata.

Non era molto convinto, ma non ribatté. Scendemmo alla hall e andammo al locale della festa con una bellissima limousine solo per noi.

L’atmosfera era molto allegra e carica di energia, carica di elettricità.

«Sei bellissima Anna!» disse Georg, venendo poi fulminato dal Kaulitz geloso.

«Che carino Tom, tutto geloso!» ridacchiammo tutto.

Il tragitto per arrivare al luogo fu breve, neanche una mezzoretta. Ad attenderci c’erano moltissime fan e altrettanti fotografi. Entrammo con calma, dopo aver firmato qualche autografo e scattato qualche foto. La festa era meravigliosa, come al solito. Localizzai in un angolo le partecipanti di Fertig Los e notai che fra loro Louise non c’era. Vagai  ancora con lo sguardo finchè non la vidi in un angolo, lei amava le feste tanto quanto me: poco.

«Tom, vado da Louise» lo avvertì, avrei voluto dargli un bacio ma.. troppi paparazzi! Lui annuì.

Mi avvicinai a lei e appena si accorse di me il suo volto si aprì in un sorriso dolcissimo.

Si catapultò da me e mi strinse in un mega abbraccio.

«Louise come stai?» chiesi io appena mi liberai dalla sua “presa”.

«Io bene! E tu? Ti vedo palliduccia!» disse squadrandomi.

«Sono solo un po’ stanca, un po’ di mal di testa. Usciamo un po’? Devi raccontarmi che hai fatto in questi mesi!» Annuì e andammo sulla terrazza del locale.

Ci aggiornammo sulle novità, un’ora di risate e cronaca.

«Senti, sicura di star bene?  Non per offenderti, ma non hai una bella cera!»

Avevo un mal di testa assurdo, mi toccai la fronte, era calda.

«Credo d’aver la febbre» dissi e lei mi posò la mano sul capo.

«Dio, scotti Anna! È meglio che tu vada a casa!» 

«Mi aspetti all’uscita? Vado a chiedere a Tom se può accompagnarmi all’hotel»

Ritornai nella grande sala alla ricerca del mio ragazzo.

Non riuscivo a trovarlo.

Poi capì perché.

Era appiccicato a Jennifer.

Stavano ballando a contatto.

Li raggiunsi piano, presi Tom e lo portai nel privè, che era vuoto.

«Possiamo andare a casa? Non mi sento bene» chiesi atona, ero rimasta scioccata dalla scena.

Mi guardò scettico. «Senti, siamo a una festa, non puoi resistere?»

Puzza di alcool.

Puzza di guai.

«No, ho detto che non mi sento bene cavolo!» Mi fissò per un secondo.

«Chiama un taxi!» mi disse poi.

Rimasi sbigottita. Era la nostra prima vera e seria litigata.

E le cose non andavano per niente bene. No.

Non risposi, sentivo le lacrime premere per uscire. Girai sui tacchi e mi recai da Louise. La salutai e le spiegai frettolosamente la situazione, si intestardì e volle accompagnarmi all’hotel.. probabilmente pensava sarei scoppiata a piangere da un momento all’altro. Arrivata alla mia camera d’hotel – quella notte il chitarrista avrebbe dormito solo – e accurato che ero sana e non vogliosa di suicidio, la mia amica mi lasciò e se ne tornò al suo albergo.

Mi misi velocemente in pigiama e mi misurai la febbre: 39,2, fantastico!

Mi rifugiai sotto le coperte, addormentandomi in fretta.

 

No one knows how you feel, no one there you’d like to see..”

 

Ad interrompere i miei sogni tormentati fu il cellulare che suonava. Benedetta. Guardai l’ora, erano le otto! Perché chiamava così presto?

«Ehi Bene!» risposi con voce debole, la febbre non doveva essere scesa.

«Stai bene Anna?» domandò in ansia. Come faceva a sapere che ero ammalata?

«Non molto..» stavo per aggiungere altro ma fui bloccata da lei.

«Mi dispiace, ho visto le foto appena collegata al computer!» Un attimo, foto?

«Foto?» domandai allarmata.

«Si le foto di Tom.. aspetta, tu non sai nulla?» fu il suo turno di allarmarsi. Il mio silenzio fu eloquente.

«Aspetta.. adesso te le invio»

Rimasi in linea finchè non sentì l’avviso del messaggio.

Col cuore in gola lo aprì.

Mi si annebbiò la vista. Ero incredula.

Non poteva essere vero!

C’erano due foto scattate da un telefono: Tom che si strusciava su Jennifer e loro due che si baciavano.

Sperai fossero allucinazioni dovute alla febbre.

Chiusi e aprì gli occhi un paio di volte.

Le immagini non cambiavano.

Chiusi la chiamata senza dire niente.

La porta della camera si aprì improvvisamente, facendo entrare un Bill tutto agitato e dall’aria di uno che è stato buttato giù dal letto, probabilmente era così!

Prima guardò me, poi le foto che si intravedevano dal mio cellulare.

«Mi dispiace Anna!» si scusò e corse ad abbracciarmi. Rimasi immobile finchè non sentì le lacrime scendere e il mio corpo tremare in seguito ai singhiozzi.

«Non ti devi scusare tu Bill» dissi piano.

«Io.. cavolo! Non dovevo lasciarlo solo con lei, era ubriaco! Dovevo capire che sarebbe potuto succedere qualcosa!»

Non risposi, mi limitai a stringerlo e a piangere, mentre lui mi accarezzava la schiena per tranquillizzarmi, cosa inutile.

Non so per quanto piansi, finchè le lacrime finirono penso.

«Tom fra poco verrà da te» mi informò.

«Che ne sai?» che voce avevo.. oddio.

«Telepatia gemellare!» rispose con ovvietà. «Io vado, dovete parlare voi due»

Mi lasciò un bacio sulla testa e se ne uscì. Mi alzai con fatica dal letto, la testa pulsava, seppur meno. Mi guardai allo specchio: il trucco della sera prima era colato, gli occhi erano rossi e gonfi, i capelli tutti arruffati. Mi tolsi velocemente il pigiama e mi fiondai in doccia, sperando in un miracolo.. che non avvenne. Legai i capelli in una coda e levai i rimasugli di trucco.

Infilai velocemente un paio di jeans larghi e una felpa, tornando a stendermi sul letto.

Come aveva predetto Bill, Tom bussò e entrò, senza aspettare risposta.

«Ehy» disse guardandomi, aveva lo sguardo triste e.. colpevole. Fece male.

Non risposi.

«Ero ubriaco.. » continuò lui. «Ci siamo solo baciati, non c’è stato altro»

«Dovrebbe consolarmi questo?» chiesi atona.

«Perdonami!» esclamò guardandomi negli occhi.

«Kaulitz..» sospirai, pronta a pronunciare il discorso che m’avrebbe distrutta.

«Io.. sono innamorata di te, io ti amo!» reagì come avevo immaginato, vidi una scintilla di terrore nei suoi occhi. «Però non sei pronto per una storia seria» Cercò di ribattere ma lo fermai.

«No, non lo sei. È bastata una litigata per.. beh lo sai» abbassai gli occhi.

«Tanto sarebbe successo comunque, no? Io ho finito di lavorare con voi», sospirai

«Io.. non voglio che ci lasciamo!» disse Tom. «Insomma.. io..» si stanca incasinando da solo.

«Guardiamo in faccia la realtà: adesso voi vi rinchiuderete in studio per fare l’album e comunque non ci potremmo frequentare» Chiusi gli occhi pensando a quello che volevo dire.

«Però.. sono una persona egoista, lo sai no? Io ti aspetterò, aspetterò che tu sia pronto perché senza di te.. non è lo stesso. Perciò.. quando avrai capito cosa provi, inviami un messaggio e verrò da te. Però.. nel caso tu.. trovassi un’altra, voglio saperlo» conclusi.

Tom mi guardava, senza dire niente. Aveva gli occhi lucidi? Forse era l’effetto della febbre, ma era ciò che sembrava.

«Va bene» disse dopo un attimo che mi sembrò infinito.

Mi guardò indeciso, prima di lasciarmi un lieve bacio sulle labbra. Il mio cuore aumentò il ritmo.

Come avrei fatto senza di lui?
Mi guardò triste e uscì dalla mia camera.

Forse anche dalla mia vita.


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Eccolo, eccolo l'ultimo capitolo. 
Ve lo avevo detto, questo sarebbe stato più lungo, e infatti :)
Vi prego, non linciatemi! xD  Tom e Carotin sono sul punto di ruttura.
Dovevo dare una scossa alla storia, no? Cosa succederà, lo scoprirete nell'epilogo.
Sono veramente felice, ho raggiunto le DUECENTO recensioni! Davvero, grazie mille a tutte!
Non ho altro da aggiungere, a presto con l'epilogo.

Allora, piaciuto l'ultimo?



With Liebe, Anna

   
 
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