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Autore: martyki    20/02/2011    11 recensioni
"[...]Io ti ho amato più di quanto avrei mai potuto amare chiunque altro. TI AMO come una stupida! Nonostante tu sia uno stronzo. Quindi ti prego. Per favore, almeno lasciami vivere quel poco che mi è rimasto da vivere in pace, sperando così di dimenticare non solo ciò che ho fatto ma anch…"
Perché doveva essere così sleale? Perché doveva essere tremendamente bastardo? Sapeva che non avrei resistito. Sapeva come prendermi. Sapeva come prendere chiunque. Lui era Kira, un misto tra genio e follia ineguagliabile su tutti i fronti.
Stava vincendo anche questa volta usando un’arma più fatale del Death Note.
Un bacio. Di Giuda.
Peggiore forse.

Ciao a tutti! Questa è la prima ff che scrivo su Death Note. E' una LightxMisa con un finale... vabbè se volete scoprirlo leggete! ;) Un grazie a chiunque passerà semplicemente a leggere.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Marionetta2
Dedicata al mio amore
(che è completamente differente da Light,
ma questa è una delle fic che ho scritto allora...)
Marionetta






Ero davvero stanca. Stanca di essere la sua marionetta.
Quanto tempo era passato ormai da quando l’avevo conosciuto? Un mese? Due, tre… o un anno forse? No, sicuramente molto di più. Io e Light vivevamo insieme da almeno cinque mesi ma era come se ognuno vivesse la sua vita senza pensare all’altro… o almeno per quanto riguardava Light, a meno che non gli servissi.
“Ti darò il mio Death Note, così potrai essere sicuro che non ti ucciderò. Farò tutto quello che vorrai, ma ad una condizione: fammi diventare la tua ragazza!”.
Che stupida ero stata! Tutta quella disponibilità in cambio di cosa? Un po’ di affetto? Un po’ d’amore? Mi ero detta, << Che male c'è? >>
Certo era che non gli sarei mai stata grata abbastanza per aver vendicato involontariamente la mia famiglia; infondo, era per quel motivo che l’avevo sempre stimato, amato… o forse sarebbe meglio dire idealizzato?
Basta, basta! Era ora di voltare pagina.
Con le lacrime agli occhi presi una valigia con i primi vestiti che mi capitarono tra le mani che buttai dentro senza piegarli. Sarebbero bastate poche cose, il minimo indispensabile. Il minimo indispensabile per poter andarmene dal Giappone e sparire dall’esistenza di Light.
Per sempre.
Lui non era mai stato realmente il mio ragazzo; a dir la verità non aveva nessuna. Potevo quasi ritenermi fortunata a dormire nel sul stesso letto seppur senza toccarlo o fare altro più di quello.
“Non posso essere il tuo ragazzo, ma posso recitarne la parte”.
Così mi aveva detto, stringendomi forte a lui, il giorno in cui mi presentai a casa sua. Ma a me non bastava più. Basta, basta… basta! A  lui non interessava niente di me… se non i miei occhi. Gli occhi dello Shinigami che mi erano costati più di metà della mia vita. Vita che avevo ulteriormente dimezzato solo per cercare di farmi amare da lui.
Non ero altro che la rompi scatole, ma utile, Misa Amane.
Un oggetto.
Meno di un animaletto domestico.
Chiusi il trolley e lo portai vicino alla porta della stanza.
Mi sarei fatta un bel bagno caldo, datami una sistemata e poi chissà dove sarei andata.  
Mi tolsi la camicia da notte e indossai un cortissimo asciugamano di spugna soffice e bianco.
<< Sono tornato >>.
Il rumore delle chiavi buttate malamente sul tavolo della cucina mi bloccarono.
Velocemente passai un braccio sugli occhi bagnati per asciugarli.
<< Misa, sei in casa? >>
<< Sì >>.
Lo vidi entrare in camera da letto e lanciarmi uno dei suoi soliti sguardi annoiati e freddi per poi stendersi pesantemente sul letto.
Anche se ero praticamente mezza nuda era come se fossi completamente coperta da un lenzuolo.
<< Com’è andata a lavoro? >>
Perché mi ostinavo, nonostante avessi deciso di andarmene, ad essere quella di sempre?
<< Bene >>.
Solita domanda… solita risposta distaccata e fredda. Vuota.
La mia mano si strinse a pugno prima che potessi impedirlo.
“Forza. Diglielo”.
<< Vado a farmi una doccia >> annunciò Light alzandosi dal letto togliendosi la giacca, << poi  continuerò a lavorare e a scrivere qualche altro nome sul… >>
<< Light, aspetta >> la mia voce era appena un sussurro, << devo parlarti >>.
<< Non ora. Ti ho già detto che vado a farmi una doccia e che poi ho da fare >>
Non ebbi il coraggio di replicare. Rimasi immobile sul letto, stratta nel mio asciugamano.
Light si tolse anche la camicia buttandola malamente sulla sedia. Fece per aprire la porta del magno ma si fermò.
<< Cos’è quella valigia? >>  
Abbassai ancora di più la testa senza avere il coraggio di rispondere.
<< Misa, ti ho chiesto cos’è quella valigia >>. 
<< Parto. Vado dai miei >> mormorai cercando di sembrare convincente, << ho bisogno di vederli. È tanto che non vado a trovarli. Mi ha chiamato mamma dicendo che… >>
Mi ritrovai distesa sul letto, i polsi immobilizzati dalle mani di Light.
<< Mi prendi in giro? >> ringhiò stringendo la presa avvicinando il suo viso al mio, << Pensi davvero che sia così stupido? Secondo te non ricordo che i tuoi genitori sono morti? >>
No. Non lo pensavo affatto. Ero stata io la stupida che aveva sparato la prima scusa che le venisse in mente. Peccato che fosse l'unica che non avrei dovuto usare.
<< Light io… >>
<< Che cosa ti sei messa in testa, eh? >>
<< Sono stanca >> sussurrai cercando di non guardarlo negli occhi, << sono stufa di tutto questo, Light >>.
<< Tutto questo cosa? >>
<< Sono stanca di vivere così. Pensavo che restarti semplicemente accanto mi sarebbe bastato, ma non ci riesco. È più forte di me… >> alzai gli occhi incrociando i suoi, << dammi il mio Death Note >> .
<< Come scusa? >>
<< Ridammi il mio quaderno. Ora >> mi stupii io stessa della freddezza delle mie parole; freddezza che in realtà era solo una maschera di paura che sarebbe crollata se non me ne fossi andata a breve da quella casa.
<< Ma che cosa stai dicendo, Misa? Ti ha dato di volta il cervello? >>
<< No! Sono sanissima, invece! >> urlai tra le lacrime, << Forse è la prima volta che lo sono da quando ho deciso di offrirmi a te, da quando sono venuta a cercarti a casa tua. Mai, e dico, mai una volta che tu mi abbia trattata non dico come la tua ragazza, perché sarebbe chiedere troppo probabilmente visto che mi hai già concesso il grande onore di essere la tua finta fidanzata, ma quantomeno come una persona! Io non sono un oggetto! Non sono un paio di occhiali che puoi pensare di indossare, togliere e buttare quando ti pare! Sono una persona! Sono fatta di carne e cervello per quanto possa fare la scema per alleggerire tutto quello che sento dentro! >>
Ero un fiume in piena. Finalmente stavo riuscendo a fronteggiare Kira come mai avevo fatto.
 << Non m’importa niente di quello che farai d’ora in poi. Di come ti nasconderai… non me ne frega più niente! Voglio solo che tu mi restituisca il mio quaderno in modo che io possa andare via, lontano da qui e dimenticare tutto. Voglio rinunciare a quel demonio che è l’unica cosa che ci lega. Ero così incantata dall’ idea di te che per aiutarti ho dimezzato la mia vita più di quanto non avessi già fatto e nonostante questo, tu continui a considerarmi meno di un animale domestico. Io ti ho amato più di quanto avrei mai potuto amare chiunque altro. TI AMO come una stupida! Nonostante tu sia il re degli stronzi! Quindi ti prego. Per favore, almeno lasciami vivere quel poco che mi è rimasto da vivere in pace sperando così di dimenticare non solo ciò che ho fatto ma anch… >>
Perché doveva essere così sleale? Perché doveva essere tremendamente bastardo? Sapeva che non avrei resistito. Sapeva come prendermi. Sapeva come prendere chiunque. Lui era Kira, un misto tra genio e follia.
Stava vincendo anche questa volta usando un’arma più fatale del Death Note.
Un bacio.
"Giuda...".
Non mi baciava quasi mai se non distrattamente quando facevo troppo la petulante per zittirmi.
Baci che non erano baci.
Però quello… quello era un bacio vero. Il primo vero bacio che mi avesse mai dato. Le sue labbra erano morbide. Chissà come dovevano sembrargli le mie. La sua lingua, quasi gentilmente, cercò la mia non appena schiusi le labbra.
Perché doveva essere così crudele?
"Perché Light? Perché devi farmi ancora più male?"
Non avevo la forza di respingerlo.
Infondo chiedevo solo di essere amata. Anche solo un po’...
Ci staccammo qualche minuto dopo entrambi con il fiato corto.
Continuò a sfiorare dolcemente la mia guancia irradiandomi con un sorriso diverso dal solito. Passò delicatamente una mano tra i miei capelli.
“Quando il diavolo ti accarezza vuol dire che vuole l’anima”.
Questo mi aveva sempre ripetuto mia madre. Era un modo per dirmi di stare attenta? Sapeva che l’avrei incontrato e che…
Light slacciò con un gesto rapido la morbida cinta dell’accappatoio.
<< Light…? >>
Mi sorrise nuovamente per poi scendere verso il collo dove continuò la dolce tortura che aveva interrotto sulle labbra.
Lo dovevo respingere, io dovevo resistere, io…
<< Perché mi stai facendo questo, Light? >>
<< Non posso permettere che tu vada via. Sei troppo importante... >>
<< I miei occhi sono importanti >> mugugnai cercando di rimanere il più lucida possibile mentre faceva scorrere una mano sotto il mio accappatoio, << solo i miei occhi sono importanti per t… >> mi zittì nuovamente con un altro bacio più irruente del precedente facendo scivolare l’accappatoio dal mio corpo lasciandomi completamente nuda. Mi guardò per un momento sorpreso, come se mi vedesse per la prima volta. Fece scorrere una mano dai capelli al collo per scendere ancora più giù, studiando sensualmente ogni centimetro della mia pelle mentre con l’altra continuava a tenere immobilizzato il polso.
Possibile che fosse cambiato qualcosa?
Timidamente mi sporsi verso di lui. I nostri nasi si sfiorarono. Il suo respiro caldo accarezzava le mie labbra. Non  ero sicura di poter andare oltre.
Cosa stavo facendo? Non avevo detto di voler abbandonare quella vita? Di lasciarmi alle spalle lui e tutto ciò che riguardava il Death Note? Oppure era la paura dell'ennesimo rifiuto?
Quando, pochi istanti dopo, Light annullò nuovamente la distanza tra le mie labbra e le sue, realizzai che non avrei mai potuto lasciarlo. Non mi era rimasto altri che lui. Ormai non potevo più sfuggirgli.
Continuò a baciarmi ed accarezzarmi ovunque prendendo la mia mano e portandola sulla cinta dei suoi pantaloni.
Sgranai gli occhi e mi staccai dalle sue labbra.
<< Cos…? >>
<< Misa io… non posso più vivere senza di te >> disse stringendomi a sé, << alla fine ci sei riuscita. Non so come tu abbia fatto, ma... >>
Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata. Non potevo credere a quelle parole. Era una…
<< Misa, io ti amo >>
In quel preciso istante il mio cuore si fermò per poi scoppiare in un pianto frenetico. Mi amava? Light Yagami finalmente aveva imparato ad amarmi?
Mi strinsi a lui con più forza per paura che non potesse essere vero. Che scappasse e mi lasciasse lì, sola, come sempre. Mi sorpresi di sentire la  sua stretta aumentare come se fosse lui ad avere paura che io me ne andassi.
Allora era vero.
Light tornò a baciare il mio collo con ancora più foga. Questa volta mi lasciai completamente andare. Ero sua. Ero sempre stata sua dal momento che gli avevo consegnato il mio Death Note.
Adesso ero pronta a fare davvero qualsiasi cosa per lui.
Qualsiasi.
 
***

Quella mattina, quando mi svegliai, i raggi del Sole accarezzarono gentilmente i miei occhi. Qualcosa premeva delicatamente sopra il mio petto.
“Misa”.
I lunghi capelli biondi, lisci e morbidi le ricadevano elegantemente sulle spalle. Respirava regolarmente stretta a me con un innocente sorriso felice stampato sulle labbra.
Era davvero bella. Bella, sciocca e ingenua. Lo era sempre stata.
La strinsi più forte a me poggiando il mio mento sulla sua testa.
Che ironia! Poteva quasi sembrare una romantica scena da film e probabilmente per lei doveva essere veramente così.
“Misa… quanto sei stupida e ingenua. È quasi troppo facile domarti. Anche se devo ammettere che sei stata brava: non avevo mai preso in considerazione l’idea che tu potessi anche solo pensare di andartene e lasciarmi. Devo dire che alla fin fine ti sei meritata ampiamente questa notte”. E dovevo anche ammettere che era mi piaciuto molto il mondo in cui l'avevamo passata. Si poteva dire tutto a quella ragazza, ma a letto ci sapeva davvero fare.
Era un piacere. Peccato averla scoperta solo in quel momento. A saperlo ... O forse era meglio così; Misa sarebbe rimasta più docile e fedele credendo di averlo ottenuto con le sue forze. 
<< Tanto alla fine vinco sempre io… >>





The end

Ok, è la prima ff che scrivo su Death Note, quindi mi auguro che possiate essere clementi xD Diciamo che questo "missing moment"  ce l'ho in testa da quando ho visto la puntata 28 (o 29, non mi ricordo) quando Light, con il suo solito tono un po' scocciato, dice a Misa che la "ama tanto" dopo essergli tornata per l'ennesima volta utile. Diciamo che all'inizio, quando lui la bacia la prima volta, ho sperato che provasse qualcosa per lei, da romanticona quale sono *.* xD, ma poi mi sono resa conto che come tutti quelli che usa, Misa non è altro che la "marionetta preferita" di Light.  Per questo ho voluto mostraere sia i sentimenti dell'uno che dell'altra: l'amore infinito di Misa, contro lo sfruttamento di Light. Non è un caso infatti che abbia scelto di scrivere con un font "graziato" la parte di Misa (più dolce, ingenua e innamorata dell'idea dell'amore e del suo cavaliere) e con un font "bastoni" quella di Light (bastardo, calcolatore e approfittatore).
Grazie a tutti coloro che passeranno anche solo semplicemente a leggere ;)


                                                                                                                        Marty!

 

   
 
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