L’ondivago veliero, che al calar dell’Astro si tinge d’or e porpora, par dall’orizzonte un onirico ricordo di fanciullo e rievoca l’effluvio di avventure senza eguali, lasciate ad ingiallire nelle vaste biblioteche.
Oh, che infido inganno!
Come il melodioso canto delle sirene, che copre la mortifera isola sulla quale risiedono, i colori celano il miasma di dannati masticati dalle onde e dal vento, a cui rimangono solo fetidi e logori stracci. Nelle stive il cibo è raffermo come il cuore dei relitti, che pulsa ancora solo perché trascinato da un sogno rilucente.
Le menti denutrite, le dita ossute e callose, si aggrappano bramose ad inesistenti forzieri, vestiti e sfarzi mai visti, monete e sollazzi agognati.
Sul burrone della morte non ci sono arbusti né spuntoni ai quali aggrapparsi e la terra è lontana, così come la vita che vagheggiano.
E la libertà, il vessillo dai colori sgargianti, che mostrano tronfi, incapaci di carpirne il peso, è una menzogna, raccontata dall’acqua salata.
Un’illusione che annebbia i sensi, ma mangia la carne.
Anche le candele, ad una ad una, perdono la vita. Il guizzo di fumo che sale verso l’alto omaggia il buio che l’Astro ha accompagnato.
Non ci sarà più rumore.

Fanfiction partecipante al contest "Salviamo la parola!", indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Passate a dare un'occhiata. ;)