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Autore: telesette    21/02/2011    1 recensioni
Che cosa si nasconde dietro al tempo in cui Zelgadis era ancora "umano" ? Anche lui avrà avuto una casa, una giovinezza e... l'amore ?!? Cosa accadrebbe se, durante un viaggio nei luoghi del suo passato, l'affascinante chimera dovesse affrontare la più difficile delle battaglie ? Tra ricordi dolcissimi e la triste realtà di ciò che era e non tornerà più...
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amelia, Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Amelia x Zelgadis'
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Il gruppo di Rina stava viaggiando da diversi giorni ormai, tuttavia da un po' di tempo, Zelgadis era diventato ancora più taciturno del solito. La prima ad accorgersene fu Amelia ( XD ovviamente! ), che non poté fare a meno di notare il suo sguardo assente.

 

- Zel - fece timidamente la giovane principessa di Seyruun. - Va tutto bene ?

 

Sulle prime, Zelgadis parve sorpreso da quella domanda.

 

- Naturalmente - rispose lui seccato.

- Scusa, il fatto è che... insomma, non ti avevo mai visto così pensieroso!

- Ehi, Zel - sorrise Rina. - Di un po', tu non sei originario di queste parti per caso ?

 

La domanda sorprese molto Amelia, Zelgadis invece non disse nulla.

 

- Andiamo, non fare il misterioso - lo incalzò la maga dai capelli rossi. - Perché non ci racconti un po' di te ?

- E tu perché non ti fai i fatti tuoi ?!? - rispose Zel, tirando avanti come se niente fosse.

- Grr - Rina reagì violentemente, quasi rimboccandosi le maniche dalla rabbia, tuttavia Guido riuscì ad evitare il peggio.

- Andiamo, non fare così - esclamò il biondo. - Ci sono cose che ognuno di noi preferisce tenere per sé, forse non è il caso di...

- Tu chiudi il becco !!!

 

Il pugno micidiale di Rina si abbatté sul povero Guido, il quale per tutta la strada continuò a massaggiarsi la testa, senza capire cosa avesse fatto per meritarselo. Amelia rimase piuttosto colpita: fino ad ora, si rese improvvisamente conto, non aveva mai saputo veramente nulla sul passato di Zel ( a parte ovviamente i dettagli riguardanti Zeno e l'incantesimo di quest'ultimo ); la storia dell'affascinante chimera era avvolta nel più totale mistero, lo stesso Zelgadis non ne parlava volentieri, ma era evidente che non doveva trattarsi di cosa assai allegra.

 

- Tra poco comincerà a piovere - osservò Zelgadis, guardando il cielo plumbeo.

 

Di lì a poco infatti, cominciò a scatenarsi un violento acquazzone. Tutti, ad eccezione di Zel, cercarono di ripararsi al meglio con i mantelli sopra la testa. 

 

- Accidenti a questo tempaccio - imprecò Rina. - Almeno tu, non rischi certo di ammalarti - fece poi, rivolta a Zel.

 

La chimera fece finta di non sentire. Certo la sua epidermide di pietra gli conferiva il vantaggio di non sentire il vento, il freddo e la pioggia appunto... Ma era da tempo, troppo tempo ormai, che non era più in grado di sentire nemmeno il calore del sole; per questo avrebbe accettato di buon grado anche la pioggia, pur di tornare a "sentire" qualcosa come un tempo.

Poco più avanti, il gruppo giunse in vista di un villaggio. Una lunga strada correva tra due file di abitazioni; mentre al centro vi era un pozzo di pietra, avvolto dalla pioggia che cadeva fitta. Rina e gli altri percorsero la strada, fino a che non riconobbero le insegne di una locanda.

 

- Ehi, della locanda - gridò Rina, bussando alla porta. - Aprite, siete sordi ?!?

 

Dall'interno, giunse in risposta una graziosa voce femminile.

 

- Eccomi, arrivo!

 

Come la porta si aprì, i quattro videro apparire una giovane donna, con i lunghi capelli scuri raccolti in una treccia che le pendeva da un lato e due splendidi occhi azzurri.

 

- Scusatemi - esclamò la ragazza con un sorriso. - Non intendevo lasciarvi sotto la pioggia, prego entrate!

 

Come la donna si fece da parte, per invitare gli altri ad entrare, Zelgadis ebbe modo di osservarla meglio e non riuscì a trattenere un lieve sussulto.

 

- Hm - fece la giovane, notando la sua reazione. - Ha qualche problema, signore ?

- Cosa... No, niente!

 

Per tutta risposta, Zelgadis chinò velocemente lo sguardo e si calò il cappuccio sugli occhi. La donna li fece accomodare in una sala calda e accogliente, con un lungo tavolo di legno presso un caldo fuoco di legna che ardeva nel caminetto lì accanto.

 

- Sedetevi pure - esclamò lei. - Potete fare asciugare i vostri mantelli vicino al fuoco, intanto vi preparo subito qualcosa da mangiare!

 

Sia Rina che Guido si sedettero con un'espressione beata, pregustando già la cena che di lì a poco avrebbero consumato, tuttavia Zelgadis pareva piuttosto turbato.

 

- Insomma, Zel - esclamò Amelia, incapace di trattenersi. - Mi vuoi dire che cos'hai ?

 

Zel guardò l'espressione preoccupata di Amelia, ma si rifiutò ostinatamente di aprire bocca.

 

- Ecco qua - sorrise allegramente la locandiera, servendo loro un vassoio ricolmo di ogni ben di Dio. - Buon appetito!

 

Senza farsi pregare, Rina e Guido si avventarono sul cibo come lupi affamati. Solamente Zelgadis sembrò non avere minimamente fame, assorto com'era nei propri pensieri. Nonostante il suo insolito aspetto, la ragazza della locanda parve riconoscere qualcosa negli occhi della chimera, anche se non avrebbe saputo dire esattamente cosa.

 

- Mi scusi - esclamò d'un tratto, scrutandolo attentamente. - Per caso... ci conosciamo ?

- Non credo - rispose Zel in tono secco, alzandosi. - Sono molto stanco, ho bisogno di andare a riposare...

- Oh, ma certo - annuì la giovane locandiera, tirando fuori una chiave dalla tasca del grembiule. - Le camere sono al piano di sopra, vuole che l'accompagni?

- No grazie, non ce n'è bisogno - taglio corto Zelgadis, afferrando la chiave e avviandosi verso le scale.

 

- Zel - mormorò Amelia tristemente.

 

Chiuso nella solitudine della sua camera, Zelgadis si sedette sul letto senza accendere la lampada. Tuttavia, dalla finestra aperta, un raggio di luna illuminava il suo giaciglio in un cono di luce pallida. Nella sua mano la chimera stringeva qualcosa, un ciondolo forse, si trattava di un piccolo oggetto luccicante appeso ad una catenina... Zelgadis lo fissò a lungo, con un'espressione dolorosa negli occhi.

 

- Sheela - mormorò sottovoce. - Per quanto tempo ancora il fato dovrà divertirsi alle mie spalle...

 

Tacque. il ciondolo era in realtà un portaritratti d'oro: dentro vi era l'immagine di una fanciulla sorridente, con occhi color del mare e lunghi capelli corvini.

 

( continua )

 

Nota dell'Autore:

XD avevo circa quindici o sedici anni quando guardavo "Un Incantesimo dischiuso tra i Petali del Tempo" alla televisione, sembra passato un secolo... Purtroppo i miei ricordi sono un tantino "offuscati" (quindi vi prego di scusare eventuali errori nel modo di interagire tra i personaggi), spero che questa fanfic sia tutto sommato piacevole e senza pretese... Chiedo scusa anche per l'utilizzo dei nomi: XD cercate di capirmi, sono TROPPO LEGATO SENTIMENTALMENTE alla serie TV per usare quelli originali del manga - spero possiate capire e apprezzare ugualmente

Saluti a tutti!

^__^

 

DADO

   
 
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