Ti chiederai cosa mi ha spinto a scriverti...
Cosa mi ha spinto a concedere il mio corpo a chiunque...

Lui è...
Lui è solo, come me, ha perso la persona che aveva di più al mondo...
Come me...
Siamo così simili...
E tra noi... C’è solo un rapporto costruito sul sesso, nient’altro...
Tentiamo di riempire il vuoto che i nostri morti ci hanno lasciato...
Tentiamo, unendo i nostri corpi, di unire anche le nostre anime...
Non c’importa se è solo un’illusione...

E’ triste.
E’ aberrante.
E’ disgustoso.
E’ inutile.

In quei momenti, lui pensa a lei, come io penso a te...
Ci facciamo pietà a vicenda.
E forse, in fondo, odiamo i nostri reciprochi visi, per non essere quelli di chi vorremmo che fossero.
Vorrei che lui avesse il tuo viso..
Vorrebbe che io avessi il suo viso...
Perché lo permetto?
Non lo so...
In un certo senso, è piacevole abbandonarsi in un abbraccio finto e freddo... Illuderci di essere con coloro con cui vorremmo essere...
Siamo egoisti.


Sei morto davanti ai miei occhi, amore mio...
Ucciso dalla mia ombra.
Non espierò mai abbastanza questa colpa e, in fondo, non voglio nemmeno espiarla...
Come te, ho paura di dimenticare, con il passato, le persone che ho amato di più...
E’ terribile...
Il tuo dolore mi è, infine, chiaro...
E comprendo appieno i motivi della tua dolce follia...
Sei stato risucchiato dalla mia ombra...
Probabilmente, non ti rivedrò mai più...
Forse, è meglio così...
Anche questa lettera non ti arriverà mai, bensì resterà custodita in un cassetto...
Per sempre, immagino.
Io ti amo, tesoro mio, ti amavo in vita e ti ho amato dopo la morte, ora e per sempre...

Ho incontrato una persona che potrebbe far rinascere il nostro pianeta...

Ma non m’importa.

Ormai, il mio cuore è vuoto.
Ormai, la mia mente è vuota.
Ormai, il mio corpo si stà svuotando.

Sono distesa sul pavimento e, riparandomi con la mano sinistra dalla luce della lampadina, osservo il nostro anello.
La nostra fede nunziale...
Dentro c’è inciso il tuo nome e la data del nostro matrimonio
Tre anni fa, con soli testimoni noi stessi ed un sacerdote assonnato, svegliato alle tre del mattino...
Che strana coppia che eravamo, vero?
Completamente diversi ed assolutamente complementari.


Il mio corpo sembrava fatto apposta per stare incastrato nel tuo abbraccio...

Mi mancano le tue labbra, amore mio...
Mi mancano le tue ali nere, amore mio...
Mi mancano manca il tuo abbraccio, amore mio...
Mi mancano i tuoi occhi malinconici, amore mio...
Mi manca non aver più pene da lenire.
Mi mancano i tuoi rimproveri.
Mi mancano mancano i tuoi sussurrati ti amo.
Mi manca non prenderti più in giro per la tua pudica dolcezza, la prima notte di nozze.
Mi manca quanto tu mi abbia fatto sentire speciale quella notte... E tutte quelle che l’hanno seguita... E i giorni...
Mi mancano le tue labbra sottili.
Mi manca la tua voce timida ma bassa e profonda, che sapeva arrivare al mio cuore.
Mi mancano le tue lacrime... Le tue splendide lacrime... Di gioia o di dolore...
Mi manchi tu.


Mi manca il fiato quando penso che quel giorno, il giorno della tua morte, volevo annunciarti che aspettavo il nostro bambino...

L’ho perso.

Era poco più che un embrione...

Ma era il nostro bambino...
Tuo e mio.


Amare lacrime solcano e graffiano il mio volto a quel ricordo. Potevamo avere una famiglia... Io... Io non vedevo l’ora...


Vorrei potermi alzare da questo freddo pavimento di marmo...
Vorrei poterti dire che ucciderò colui che ti ha ucciso...

Ma non posso.
Sono debole.


Leon, lui, è uscito e non tornerà prima di sera.
Sono debole, te l’ho detto.


Perdonami se non ho potuto più essere quella di un tempo.
Perdonami se non sono riuscita a vivere senza di te.
Perdonami questo inutile tentativo di raggiungerti nel Paradiso dove t’immagino felice, visto che brucerò all’Inferno.
Perdona le mie troppe, troppe lacrime.
Perdonami se non sono stata in grado di far sopravvivere nostro figlio.
Perdonami essere rimasta a guardare mentre morivi.
Perdonami per non aver pianto in quel momento.
Perdonami per aver finto il mio sorriso.
Perdonami per tutto.

E, soprattutto...

Perdonami per aver afferrato una lametta.
Perdonami per aver premuto la lama sul braccio ed essermi tagliata. Perdonami per aver approfondito la ferita.
Perdonami per essere rimasta impassibile mentre il sangue zampillava.
Perdonami per per non aver fermato l’emorragia.
Perdonami per tutto il sangue che scivola sul pavimento.
Perdonami...


Perdonami se il suicidio mi è sembrata l’unica via d’uscita.


Aishiteru, koi...



Yuffie Valentine.