{Grazie a franci78 ♥}

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Tra le mani stringi una tazza di the verde. Se lui fosse con te, ti direbbe che non si tratta solamente di the verde, bensì di sencha.
- Non lo si deve confondere con il the verde chiamato Maccha, che si ottiene con i rametti e non con le foglie – aggiungerebbe, con quella voce a metà tra lo stridulo e il faceto che ti ha sempre fatto sorridere.
Per te, in ogni caso, si tratta semplicemente di un infuso con il quale tenti – speri, meglio – di placare i nervi in attesa di una qualche comunicazione o – alla meno peggio – di un nuovo profilo da stilare.
Ormai persino il sangue si è trasformato nel tentativo di trovare un palliativo alla solitudine.
L’hanno spedito nel Delaware. Da solo.
Con la scusa di un caso banale, scontato per un genio come lui, è stato costretto a partire per Dover in fretta e furia, giusto il tempo di riempire un borsone con un cambio e salutarti con un bacio umidiccio.
Sono passati cinque giorni da quel bacio, eppure riesci ancora a sentirne l’impronta sulle labbra.
Sono passati cinque giorni e l’angoscia non ti ha mai abbandonato. Mai, proprio mai. Sai benissimo quanto Spencer – al dunque – sappia badare a sé stesso, ma la paura per un amore troppo lontano è troppo forte per essere messa a tacere.
La bevanda è appena tiepida contro il palato ma poco importa: non ne avevi nemmeno voglia, desideravi solo tenere le mani occupate.
- Derek?! – Aaron ti sta chiamando dal corridoio.
Ti alzi, abbandonando il the sulla scrivania prima di uscire dall’ ufficio.
- Che c’è Hotch? Tutto bene? – chiedi incuriosito.
Aaron è visibilmente incollerito.
- Quegli imbecilli! – sbotta – Hanno fatto atterrare il jet all’aeroporto, come se non avessimo una pista d’atterraggio a disposizione! Per cortesia, potresti andare tu a prendere Reid? -.
Non sai se è soddisfazione quella che colora il viso di Hotch, non hai il tempo di preoccupartene.
È tornato, e la consistenza di quelle braccia esili attorno alla tua vita sembra tornare a bruciare.
Come un marchio.
Indelebile.