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Autore: Vandevoorde    22/02/2011    3 recensioni
Il titolo parla da sé.
[Partecipante alla challenge “Il festival del Nonsenso” indetta da NonnaPapera! sul forum di EFP]
[Seconda classificata e vincitrice dei premi “Miglior personaggio femminile” e “Stile” al contest “Drabble and flash Collection” indetto da Deidaradanna93 sul forum di EFP]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amanda serrò la porta di casa e, rammentatasi della pioggia che fino a dieci minuti prima stillava al suolo, aprì l’ombrello. (Tuttavia era da mezz’ora che le nubi avevano cessato di lacrimare e, di conseguenza, la cupola di tessuto cólla quale ella intendeva ripararsi pareva unicamente un futile arnese variopinto.) Flebile respiro.
Il finesettimana precedente, la donna aveva avanzato a Elias la proposta di misurarsi in una partita a poker e lui, accoltala con garbo, aveva inevitabilmente fornito prova delle smisurate abilità di cui disponeva: poche mani gli erano, in effetti, servite per sbaragliare l’avversaria che, nell’ultimo giro di gioco, aveva contrapposto un’irrisoria scala reale alla sua coppia di quattro assi. Amanda lamentò in un pigolio il proprio malcontento: a nulla era valso pregare Eli di cederle la vittoria giacché, come quest’ultimo non aveva trascurato di rimarcare, lui era “un galantuomo”.
La giovane proseguì la passeggiata; i tacchi delle sue calzature generavano sulla pavimentazione stradale suoni affini a quelli che un mazzuolo avrebbe prodotto percuotendo le tessere di uno xilofono. Flebile respiro. Amanda indugiò dinanzi alla vetrina di un negozio nel centro cittadino: lì, sulla lustra superficie trasparente, ebbe modo di scorgere la propria persona; le sue mani si affrettarono a esaminarne dapprima la forma delle labbra, in seguito, con lievi tocchi, la curva del mento e la linea del naso e la porzione di pelle che, ponendosi in posizione mediana fra i globi oculari, assicurava loro un regolare interstizio. Sollievo. Lei non era un alieno, e manco un ciclope. Sconforto.
D’improvviso, rapidi passi si susseguirono sull’asfalto. Amanda non fece in tempo a comprendere appieno quanto stava avvenendo; invero, non fece neppure in tempo a strillare il furore della propria giovinezza, recisa quasi si trattasse del filo di un manto erboso mostratosi, sventuratamente, troppo cresciuto: il coltello del carnefice la raggiunse alla scapola destra, e la freschezza della sua ancóra piuttosto tenera età vaporò come neve esposta all’arsura di mezzogiorno.
(Flebile respiro.)


[Link alla challenge]


EDIT dell’11/10/11: Con questa flashfic, ho preso parte al contest “Drabble and flash Collection” di Deidaradanna93, piazzandomi seconda a pari merito con Ss904 e con Medea00, e vincendo i premi “Miglior personaggio femminile” e “Stile”; superfluo dire quanto ciò mi abbia reso felice! Ringrazio la giudice per aver bandito il concorso, per il giudizio accurato e per gli splendidi banner! Ora, prima di copiaincollare la valutazione, procedo cólla trascrizione della nota che avevo accluso al racconto:

Un breve omaggio a Eugène Ionesco, autore che amo molto. L’idea di base era quella di comporre un racconto il cui titolo, oltre a ripetersi più volte all’interno del testo, acquisisse significato unicamente a conclusione dello stesso, quando il lettore avrebbe appreso del trapasso di Amanda. Le tematiche sono, come ne “La cantatrice calva” di Ionesco, l’assurdità e l’incoerenza della vita, che ho tentato di trasmettere attraverso ripetizioni, mancati nessi causa-effetto (Amanda apre l’ombrello sebbene sia conscia del fatto che abbia cessato di piovere; Elias non cede la vittoria alla ragazza in quanto è un gentiluomo), incongruenze (ha smesso di piovere da mezz’ora e da dieci minuti), giochi di parole (una “coppia di quattro assi”), etc. Un ultimo appunto riguarda la parte dedicata al gioco del poker: Elias non può avere vinto giacché la scala reale di Amanda è il punto più forte che si possa comporre.

Di seguito, quindi, il giudizio:

Correttezza grammaticale: 10/10
Stile: 5/5
Originalità: 14.5/15
Giudizio personale: 9.5/10
Tot.: 39/40

Una storia molto particolare, senz’ombra di dubbio.
Ho amato soprattutto le minuziose descrizioni che plasmano con cura il viso della giovane, il suo passo, il contesto circostante. Lo stile, oltre ad essere impeccabile, è molto originale, elegante ed elaborato al punto giusto. L’hai steso su tutta la storia in modo perfettamente omogeneo, un lavoro davvero eccellente.
La grammatica è perfetta, nulla da puntualizzare. Anche quella parentesi, che all’inizio avevo guardato un po’ scettica (avevi altri modi più appropriati per esprimere una constatazione secondaria), dopo l’ho approvata in pieno, quando, con la frase di chiusura, mi sono resa conto che era una tua precisa scelta stilistica, e l’ho apprezzata davvero molto.
L’originalità è davvero buona, ho amato moltissimo quei continui controsensi che vengono presentati come normali; disponi una sorta di realtà rovesciata, nella quale la protagonista presenta un forte senso di disadattamento, quando teme, ad esempio, di essere un alieno. Sembra quasi un’estranea in quella realtà, quando infine viene accoltellata, quasi sovrastata dagli eventi circostanti.
Anche il ruolo del titolo è molto interessante e particolare, credo che la tua idea sia perfettamente riuscita.
Non avevo mai letto nulla di così particolare, una storia così paradossale sfacciatamente spacciata per diritta.
Anche la caratterizzazione della protagonista, Amanda, è molto curata e il suo fare incuriosisce.
È baldanzosa, raffinata e fatale allo stesso tempo. In poche righe hai delineato un carattere singolare e originale, a mio parere.
Passando a parlare del finale, è l’unico cavillo che non mi ha convinta del tutto. Ho apprezzato questa strana (se posso definirla con questo aggettivo, che usato da me, te l’assicuro, acquisisce sempre una connotazione positiva) storia fino alla fine, ma proprio a quest’ultima non ho saputo dare un ruolo preciso nel complesso. Forse non doveva neanche averlo, o forse non era quello l’effetto che volevi rendere, ma mi aspettavo che il finale legasse, in un certo modo, tutti i passaggi precedenti (l’uscita di casa “sotto la pioggia”, la sfida a poker con Elias, il riflesso nella vetrina) dando loro un ulteriore significato, e dando alla storia un senso di completezza.
Per quest’unica nota che mi è suonata storia ti ho tolto uno 0.5 nel giudizio personale, ma per il resto... non posso che ribadirti i miei complimenti.
  
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