Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Carrie_brennan    22/02/2011    3 recensioni
Spoiler da Capitolo 19 di Betsu Hana. Maya e Masumi tornano alla loro realtà..c'è spazio per sognare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Se non fosse un sogno




“Hayami san, Hijiri ha portato le riviste che ha chiesto.. ma.. che cosa è successo? E che farà ora?”
MIzuki aveva fatto irruzione nell’ufficio di Masumi e, agitata, gli stava porgendo i giornali mostrandoglieli aperti su alcune foto. Masumi non si era neanche voltato sentendola entrare. Continuò a guardare imperterrito l’esterno, a un passo dalla grande finestra del suo ufficio, suo pensatoio personale nelle sue lunghe giornate lavorative.
Cosa è successo? Cosa farà ora?
Eccole le domande che inevitabilmente avrebbe dovuto affrontare e che ancora rimanevano indefinite, anche per lui.
“Mi lasci ancora 10 minuti MIzuki..” disse ironico, schiacciando la sigaretta nel posacenere.
Ritornò alla finestra e socchiuse gli occhi.


“Oh, signorina è arrivata!” una donna minuta dal sorriso gentile accolse Maya davanti l’uscio di casa Hayami.
Quella di Izu.
Il posto segreto di Masumi.

Maya arrossì al solo pensiero di quello che stava succedendo, incontrare Hayami san, passare la giornata con lui. Da soli. La signora sembrò intuire il suo imbarazzo e la invitò ad entrare, prendendo la sua borsa e riponendola sul portabiti.
“Il signor Hayami è sulla spiaggia, mi ha chiesto di dirle di raggiungerlo, se vuole” le disse poi.
Maya annuì, e la signora le indicò la veranda da cui poteva accedere alla spiaggia.
“Grazie signora” disse Maya facendo un piccolo inchino
“Si figuri signorina, per qualunque esigenza sarò qui in casa. Buona giornata” e con un ultimo sorriso si congedò.
Maya rimase per un attimo incerta. Si intravide in uno specchio dell’ingresso. La mattina aveva guardato il suo armadio con ansia. Le sue gonnelline, le sue magliette col cappuccio, nulla le sembrava adatto. Per la prima volta quegli abiti sembravano starle stretti. Ora Masumi l’avrebbe chiamata per nome, e questo le aveva, con un brivido, fatta sentire donna ai suoi occhi. Ma lei era pur sempre Maya. Non sarebbe mai stata come Ayumi o la signorina Shiori. Aveva sospirato, sempre davanti le ante aperte del suo piccolo armadio. Vide il cellophane che avvolgeva l’abito da sera della sua nottata magica sulla nave, e lo accarezzò, con tenerezza. E si ricordò che si, Masumi aveva ballato con lei quando indossava quel vestito cosi bello, ma l’aveva abbracciata quando era lei, con il suo solito abbigliamento infantile. Scorse le stampelle e vide un vestito azzurro, con stampe delicate a fiori. Era leggero e vaporoso nella gonna e le bretelle formavano, con la scollatura, un cuore. Forse poteva trovare il suo stile, essere Maya e nello stesso tempo essere carina per lui. Se lo strinse al petto, il cuore gonfio di speranza ed emozione. Rivolse un sorriso allo specchio e si mosse, con passo deciso, verso la veranda.

Lo vide al limite del bagnasciuga, con pantaloni bianchi leggeri e una camicia azzurra a maniche corte. Era chino davanti a se e Maya si accorse che stava accarezzando sul capo un grosso cane bianco. Dal modo in cui lo carezzava poteva immaginare che avesse il pelo morbido al tatto, e l’animale sembrava gradire le sue carezze. Maya si avvicinò lentamente, incerta sul dover interrompere quell’atmosfera così pura e semplice. Masumi le apparve come un ragazzo qualunque, in un giorno di vacanza. Aveva l’espressione rilassata e tranquilla, anche il suo fisico imponente sembrava meno rigido. I capelli un po’ scomposti dal vento. Un leggero velo di colore sulla pelle chiara, l’esordio di un’abbronzatura.
“Ha un cane, Hayami san?” chiese Maya ormai ad un passo, accovacciandosi sulle ginocchia e allungando una mano per fare anche lei una carezza all’animale.
Lui si voltò di scatto, risollevandosi, e i suoi occhi incontrarono la sua piccola e incantevole figura, vestita in un abito estivo dal colore vivace. Era davvero Maya. Era venuta. Ed ora avrebbero potuto passare del tempo insieme. Lei ritornò in piedi. Masumi, cercando di non farsi trasportare troppo dalle emozioni che provava, le poggiò, desiderando comunque un contatto, una mano sulla spalla nuda. E le sorrise.
“Ben arrivata, Maya”
Lei trovò in quel sorriso la calma che cercava e lo ricambiò. Illuminando il cuore del ragazzo. Un po’ incerti, e in un tacito accordo, cominciarono a passeggiare sul bagnasciuga.
“ Non è mio” disse poi Masumi interrompendo il silenzio
“Cosa?”
“Il cane, è dei proprietari della villa confinante.. non so perché ma sembra sempre sapere quando sono in casa, la mattina me lo ritrovo davanti la veranda e cosi ci facciamo una passeggiata insieme. Devo stargli simpatico. Probabilmente non conosce il mio nome!” continuò sarcastico per poi mettersi a ridere.. Maya prima titubante avrebbe voluto obiettare qualcosa ma Masumi sembrava così rilassato, cosi finì per ridere con lui, nel suo modo trillante e gioioso, e l’atmosfera sembrò alleggerirsi istantaneamente.
Masumi cominciò a raccontare a Maya alcuni aneddoti sull’isola di Izu, descrivendogli posti particolari, e citando alcune leggende del luogo. Le mostrò la flora e la fauna che la vivevano.
Maya seguiva incantata il racconto di Masumi, riusciva a rendere ogni piccolo particolare interessante e circondato da un’aurea quasi magica. Maya non lo aveva mai sentito parlare cosi a lungo, era tremendamente affascinante e ironico, e il desiderio di sentire ancora, e sempre, la sua voce, la travolse come uno schiaffo. Quel pensiero sembrò agitarla. Sapeva che i sentimenti che provava per lui erano puri e profondi, ma da quando erano stati sulla nave, e poi ora, stare con lui stava sembrando cosi semplice, che anche i suoi più piccoli e grandi dubbi erano stati ormai spazzati via. Non amava solo l’immagine di lui, di uomo cinico di facciata, ma dal cuore d’oro, amava la sua compagnia, i suoi sguardi, si sentiva attratta da lui, dalle sue braccia accoglienti.
Masumi si accorse che la ragazza si era fermata e si voltò verso di lei. Era talmente assorto nel suo racconto e d’un tratto si chise se lei si stesse annoiando.
Lei rialzò gli occhi e lo trovò li, di fronte a lei, baciato dal sole e con uno sguardo colmo di tenerezza per lei. Mai le era sembrato così bello e mai il suo cuore l’aveva fatta sentire cosi felice e così disperata nello stesso momento. Coprì i pochi passi che li separavano e si appoggiò al suo petto.
“Maya..” lui la guardò stupito, ma poi la accolse in un abbraccio impacciato.
“Desideravo cosi tanto vederla Hayami san.. sono una sciocca.. mi scusi..”
e a Masumi si aprì il cuore.
Dunque le era mancato? Anche lei aveva contato i giorni, le ore, che li separavano dal loro incontro? Anche lei aveva assistito con insofferenza ai pettegolezzi della stampa, non imprecando per la perdita del loro buon nome, ma per il fatto che questo li costringeva a restare lontani? Possibile lo amasse davvero, come lui la amava? La strinse al suo petto, come aveva fatto sulla nave, e questa volta nessuno li avrebbe visti o interrotti. Riconobbe il calore familiare del suo corpo in contatto col suo. Sentì il profumo dei suoi capelli, la morbidezza della sua pelle. Tutto come allora, in quell’alba che aveva lasciato un segno indelebile nei suoi ricordi.
Sempre tenendola stretta Masumi le sussurrò nei capelli “Dobbiamo parlare di tante cose Maya..”
“E’ vero Hayami san” rispose lei con voce flebile, la guancia teneramente poggiata sul suo petto.
Lui le accarezzò la guancia invitandola delicatamente a sollevare gli occhi e incontrare i suoi.
“Maya io..” cominciò Masumi, la gola incredibilmente secca, percependo dentro di se una voce sempre più insistente che sembrava urlargli dal cuore vivi.

“Allora Hayami san?” la voce di MIzuki lo ridestò dal suo sogno ad occhi aperti.
Spalancò gli occhi, sorpreso di essersi incantato cosi intensamente da aver perso il contatto dalla realtà.
Si schiarì la voce quando il telefono dell’ufficio di Hayami squillò. Mizuki si diresse prontamente a rispondere.
“Si, si signor Kuronuma, glielo riferirò, d’accordo”
Masumi si voltò preoccupato sentendo citare il nome del regista e guardò interrogativo la sua segretaria. Mizuki appariva perplessa, ma non sembrava allarmata.
“Hayami san.. il signor Kuronuma dice se può passare in teatro quando ha qualche minuto. Pare che Maya sia da dieci minuti ferma in camerino a guardare la pagina del giornale dove siete stati ripresi abbracciati. L’hanno chiamata ma lei resta immobile e .. sorride!”
Masumi si stupì, per l’ennesima volta in quel giorno, di quanto udito. Poi si aprì in un sorriso e scoppiò in una risata franca e rumorosa.
“Si accomodi Mizuki, le racconterò quanto successo e poi le dirò il da farsi” le disse poi, indicandole la poltrona davanti la scrivania. Si accomodò anche lui e prese i giornali che Hijiri gli aveva fatto avere. Accarezzò con lo sguardo le foto incriminate.
Ora si sentiva davvero pronto, e desiderava che il suo sogno ad occhi aperti diventasse la sua piccola, grande, felice, realtà.


  
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