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Autore: Burnt Orchid    22/02/2011    2 recensioni
Giulia e Pikkola prongs hanno una conversazione alquanto bizzarra.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fanfic originale
La ragazza dai lunghi capelli castani si approssima alla finestra. C'è un altra ragazza, dall'altra parte del vetro.
Quest'ultima le sorride e le domanda: "Ciao, come ti chiami?" 

"Giulia e tu?"

"Io sono Pikkola Prongs."

Giulia aggrotta le sopracciglia. "E che razza di nome sarebbe?"

"E' un nome, proprio come il tuo. Solo che il mio rappresenta davvero quello che sono."

"Che significa?"

"Il nome Giulia significa 'figlia di Giove'. Ti rappresenta realmente?"

"Ehm, no. Ma lo farebbe se mio padre si chiamasse Giove."

"Infatti tuo padre ha scelto un nome per te senza pensarci veramente."

"E invece tuo padre ci ha riflettuto molto quando ti ha chiamato Pikkola prong?", chiede sarcastica, infastidita dalla saccenza della ragazza.

"Si dice Pikkola prongs. E comunque, me lo sono scelto da sola questo nome?"


"Ebbene, Pikkola prongs, che cosa significherebbe il tuo nome?"

"Che sono una piccola Ramoso. Sai chi è Ramoso?"

"Ehm, no."

"Ne ero certa", replica la ragazza con voce petulante. "Comunque, Ramoso sarebbe James Potter, il padre di Harry Potter. O meglio, sarebbe la sua forma di Animagus."

"Ah", farfuglia Giulia, non sapendo cosa dire. Si sente piuttosto stupida.

"Sai chi è James Potter? E sai chi è Harry Potter? E, ancora, sai cos'è un Animagus?", continua Pikkola prongs, rigirando il coltello nella piaga. Ha un sorriso sadico sul viso, che spaventa.

"NO! Okay, non lo so! Contenta?", tuona Giulia, anche se la sua voce è un poco lamentosa. Si sente ridicolizzata.

Pikkola prongs ghigna soddisfatta. "Non sono affatto sorpresa."

Ora, Giulia è davvero arrabbiata. Quella strana ragazza le sta dando dell'ignorante a prescindere. "Come mai? Come potevi prevedere che non avrei saputo quelle cose?"

Pikkola prongs ora sorride, un po' intenerita dalla voce lagnante della ragazza. "Perché io sono la tua fantasia. Sono quella parte di te che racchiude l'immaginazione e le storie inventate."

Giulia strabuzza gli occhi. Deve essere pazza, questa Pikkola prongs. "Che cosa?"

"Sì, insomma, sono la tua controparte. Tu sei la parte razionale e io quella immaginativa. Il tuo alter ego, si potrebbe dire. La tua Miss Hide... anche se ovviamente non saprai a cosa mi sto riferendo."

Giulia si porta una mano ai capelli, sconvolta. E l'altra ragazza la imita. "Io... continuo a non capire."

"Non preoccuparti, Giulia. Io sono qui solo perché tu avevi bisogno di parlare con me. Me ne andrò presto... O meglio, tornerò dentro di te."

"Che vuoi dire? Io non ho chiesto di parlare con te."

"Lo hai fatto, inconsciamente. Ti stavi perdendo. Avevi bisogno di ritrovare la realtà e solo distinguendoti da me, potevi farlo."

"Ma tu... non puoi essere me."

"Ma non vedi, Giulia? Io e te siamo uguali. Guardami."

Giulia osservò la ragazza. Avevano gli stessi capelli, gli stessi occhi, la stessa altezza. Erano identiche.

"Hai ragione."

"Lo so", disse Pikkola prongs e annuì sorridendo.


"Ora che sai la verità, Giulia, devo dirti una cosa. Quando sarò tornata in te, avrai un vago ricordo di questa conversazione, perciò prendi carta e penna."

"Okay."

Si allontanò dalla finestra e tornò con un quaderno e una matita. Tornò a guardare la sua controparte e vide che anche lei era pronta a scrivere.

"Scrivi quello che ti dètto, Giulia. Sei pronta?"

"Sì."



---



Giulia schiuse le palpebre quando la luce solare fu così forte da svegliarla.

Si accorse, con doloroso stupore, che si era addormentata sul pavimento, davanti allo specchio. Voltò la testa di lato, per ripararsi dalla luce e vide che accanto a lei giacevano il suo quaderno ed una matita. Non ricordava di averli usati la sera prima. 

Si mise seduta e, decidendo di trascurare per alcuni momenti la sua orribile immagine riflessa nello specchio, prese il quaderno tra le mani e lo aprì sulla prima pagina.

C'era una scritta.



Sei una magnifica creatura. Ci sono poche menti vaste come la tua, che è capace di volare sulle ali di un Ippogrifo oltre i colli Scozzesi, senza mai spaventarsi. Non dimenticare mai la tua fantasia.
Non dimenticare la tua passione: scrivere. Inventa sempre cose nuove, e non ci badare se agli altri non piaceranno, perché quando ti criticheranno potrai ripensare a quanto ti sei divertita scrivendo. Ora sai chi sei. Tu non sei come tutti gli altri, che sono attaccati alla realtà come se quella fosse la loro sola ancora. Tu sai nuotare bene e in fretta. Sai sdraiarti sulla superficie del mare e galleggiare, senza paura. Ma non farti risucchiare dai vortici.

Scrivi e inventa; recita e canta. E' quello che sai fare meglio. Ma non perderti. Svegliati la mattina e osserva il mondo con i tuoi occhi colorati, ma non isolarti da esso. Sii ordinaria e straordinaria insieme.

Sarà più bello fare parte di entrambi i due mondi, perché quando la realtà ti ferirà, ci saranno le lacrime della Fenice a curarti le ferite. E quando la solitudine della fantasia ti spaventerà, potrai uscire e conoscere il mondo reale. Interagirci.

Ma sappi mantenere la tua giovinezza interiore: conserva i tuoi vecchi libri, e leggine di altri. Stampa le tue storie e quelle che ami falle conoscere al mondo e quelle che ami di più tienitele per te. Scrivi sempre, ogni giorno, ogni notte, quando non hai un ragazzo da baciare o da uscire con un amica. E quando li avrai, scrivi di loro.

E ricordati: senza la realtà non esisterebbe la fantasia.

Ora ti sei ritrovata, ma quando ti perderai ancora nel mondo delle Fan fiction, cercami e mi troverai alla tua finestra.

Con affetto,
Pikkola prongs.





SPAZIO AUTRICE
Queste sono le mie due personalità. Che ne dite? Non ho mai scritto un'originale. E' orribile?
Non è esattamente autobiografico, perché io non mi sono persa ma mi sono immaginata questa possibile conversazione tra le mie due 'personalità'. Non che io sia pazza, s'intende. XD
Baci,
pikkola prongs.
   
 
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