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Autore: Kuruccha    22/02/2011    0 recensioni
Era tutto come ogni pomeriggio. La stessa tranquillità di sempre.
Mi mancherà, questa pace.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oasi
Capitolo unico


Il professor Hanamoto alzò gli occhi dalla pavimentazione bianca e leggermente ruvida su cui poggiavano le sue scarpe, e lasciò lo sguardo vagare lontano.
Dal candido muretto su cui era seduto, con unica compagna la calda e fedele tazza di caffè, osservò l'intera superficie della sua scuola, luogo di salvezza per tutto quel tempo: gli altissimi edifici nuovi con i vetri a specchio, che non lasciavano intravedere l'interno; quelli vecchi e malandati, in cui aveva assistito a innumerevoli lezioni ben prima di farle a propria volta. Al piano terra, l'addetta alla mensa, fazzoletto legato in testa, che lavava il pavimento con straccio e spazzolone, in concentrazione estrema ed estremo silenzio; nella stanza a fianco, due ragazze che ritagliavano dei cartoncini, chiaccherando tra loro - poteva vedere le loro bocche muoversi, e i loro occhi ridere, attraverso quei vetri sigillati e quelle grigie persiane appena abbassate.
Il prato centrale, che nella pausa pranzo si riempiva di persone e parole e rumori e cartacce, era sgombro e pulito; l'erba rasata a regola d'arte, verde come avrebbe dovuto. I cestini, ordinatissimi, erano stati di certo svuotati in precedenza dagli addetti, sempre attenti alla separazione dei rifiuti.
Nell'area fumatori, sulle panchine poste a cerchio attorno ai posacenere, un paio di studenti con le cuffie sulle orecchie che, in religioso silenzio, digitavano velocissimi sui tasti del cellulare.
Una ragazza camminava per il vialetto che portava alle aule, ai piedi un paio di scarpe leggere che non emettevano il minimo rumore. La vide aggiustarsi una forcina tra i capelli, senza nemmeno fermarsi; la cartellina dei disegni stretta delicatamente tra le labbra, attenta a non sgualcirla.
Oltre il cancello, di fronte alla scuola, le porte automatiche del conbini deserto che si aprivano al passaggio dell'esile commessa; i suoi movimenti ben più pigri di quanto avrebbero dovuto essere. All'interno, un uomo di mezz'età intento a leggere a scrocco una rivista, e pochi onigiri rimasti nei frigoriferi illuminati, accanto allo scaffale del ramen istantaneo.
Il cielo, lontano, virava appena verso il rosa.
Era tutto come ogni pomeriggio. La stessa tranquillità di sempre.
Mi mancherà, questa pace.
C'era qualcosa di ipnotico in quel ripetersi ciclico di rumore e silenzio, di guerra e tregua. Per molto tempo aveva vissuto in funzione di quel luogo, e del suo continuo spegnersi ogni sera e riaccendersi ogni mattina. Gli orari quotidiani, cellule base di settimane che diventavano semestri, si sommavano mano a mano, per poi trasformarsi nei quattro anni necessari a prendere la laurea; e, per ogni diplomato che ne usciva, una nuova matricola che ricominciava a percorrere la stessa circonferenza.
In quegli ultimi anni in cui Hagu aveva frequentato la scuola, piano piano, l'idea di continuare a vivere in quello stallo perenne non gli era più parsa la cosa giusta da fare, e un giorno, alla fine, anche per lui quel fragile equilibrio si era spezzato; e benchè quella nuova sensazione che sottintendeva infinite possibilità fosse tutt'altro che spiacevole, di una cosa era certo: mai più avrebbe amato un luogo tanto quanto quello.
Bevve l'ultimo sorso di caffè, respirando a pieni polmoni il profumo, presente forse solo nella sua testa, che tanto caratterizzava quel cortile.
E' ora di muoversi, si disse, incamminandosi per l'ultima volta verso il proprio ufficio.


*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
22-2-11
Era da tanto tempo che volevo scrivere qualcosa su questo meraviglioso manga, perchè ha cambiato davvero il mio modo di vedere il mondo. Questo tributo non è nemmeno un briciolo di tutto ciò che gli devo, perchè Honey&Clover è una parte di ciò che sono adesso.
Sono felice di aver avuto questa fulminazione improvvisa grazie al prompt "Quiete" di oggi di Fanworld, soprattutto perchè il Professor Hanamoto non è nemmeno uno dei personaggi che ho amato di più - ma ammetto di apprezzarlo davvero. Spero di poter scrivere presto di Takemoto *_* Lui sì che è il mio preferito XD
Ecco, diciamo che comunque la scena di Hanamoto che svuota il proprio ufficio, all'ultimo numero del manga, ha avuto su di me un impatto notevole. Quella scuola era stata la sua casa per anni, e un addio le era dovuto.
E... sì, questa fic è fortemente autobiografica, perchè questa scuola era la mia mentre ero in Giappone >_< Non ho saputo resistere. E' stato terapeutico - sicuramente non dimenticherò più certi particolari :)
Passo e chiudo :3
Kuruccha
   
 
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