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Autore: Sere_    23/02/2011    8 recensioni
-E’ San Valentino, teme, cosa pensi che ci possa essere?- bofonchiò il kyuubi, cominciando seriamente a stufarsi di quel teatrino. Kakashi, ancora mortificato per non essere il centro dei loro dibattiti come ogni mattina, ammise che il ragazzino non aveva tutti i torti e si ricredette sull’innata perspicacia del giovane Uchiha.
Una Sasuke/Sakura su San Valentino (e si, lo so che sono in ritardo, ma tanto l'amore è per sempre, non può essere vincolato da date u__u!!!)
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Fondente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-E questo che cosa dovrebbe essere?- domandò sospettoso, osservando il terrificante nastro rosa laboriosamente legato in cima al pacco che Sakura gli porgeva.

-Un regalo, Sasuke-kun- rispose con voce candida lei, senza smettere di sorridere radiosa.

-Questo lo vedo.. ma è rosa- sentenziò il moro, tenendosi a distanza di sicurezza, quasi timoroso.

-Caspita, teme, sei davvero perspicace! Come se tutto ciò che riguardasse Sakura-chan non fosse rosa.. Ovviamente è un complimento!- si affrettò a chiarire Naruto, impensierito dall’occhiataccia che la ragazzina gli aveva rivolto.

Kakashi-sensei sospirò ancora, per la prima volta ignorato da tutti nonostante il suo spropositato ritardo.

Si era dimenticato, in effetti, di che giorno fosse.

-Prendilo Sasuke-kun, o si scioglieranno!- lo avvisò lei, con aria tragicamente seria.

Sasuke, che aveva faticosamente evitato di ribattere al biondo per evitare di scatenare una lite certa, a quelle parole non poté che divenire ancora più pallido, rasentando quindi il colore cutaneo di un cadavere.

-Che significa si scioglieranno? Cosa ci hai messo?- indagò.

-E’ San Valentino, teme, cosa pensi che ci possa essere?- bofonchiò il kyuubi, cominciando seriamente a stufarsi di quel teatrino. Kakashi, ancora mortificato per non essere il centro dei loro dibattiti come ogni mattina, ammise che il ragazzino non aveva tutti i torti e si ricredette sull’innata perspicacia del giovane Uchiha.

Sakura, da oramai mezzora nella stessa posizione, cominciò a perdere sicurezza.

-Sono cioccolatini, Sasuke-kun- confessò, infine, diventando cremisi.

Sasuke trattenne a stento una smorfia di disgusto, per lasciarsi andare ad un più diplomatico, ma comunque inappropriato:

-Non mi piace il cioccolato!-

Gli occhi verdi di Sakura si spalancarono inorriditi e, con grande orrore del ragazzo, si riempirono di lacrime.

-Sei proprio un Teme!- lo attaccò Naruto, avvicinandosi a lei, -Sakura-chan, se vuoi li mangio io, a me il cioccolato piace moltissimo!- fece speranzoso.

Kakashi non dovette necessariamente guardare per sapere come sarebbe andata a finire, pertanto il rumore sordo di qualcosa che va ad urtare un’altra superficie non lo colse affatto impreparato, e quando, voltandosi nuovamente, vide Naruto letteralmente spiaccicato contro la parete di fronte, non dovette sforzarsi troppo per capire che era stata Sakura a spedircelo.

Sasuke, palesemente infastidito da tutto ciò, si rivolse finalmente al sensei, con un’occhiata particolarmente velenosa.

-Ce l’avete fatta, finalmente!- lo aggredì, diversamente dalle altre volte,quando lasciava ai compagni il piacere di rimproverarlo per il ritardo. Il jounin capì che, più per l’attesa, lo stava riprendendo per non aver interrotto quella follia prima che degenerasse, e decise di non rispondere alla provocazione del genin.

-Bene ragazzi, visto che adesso siamo pronti, possiamo andare!- disse, rivolgendosi senza successo ad una Sakura in evidente crisi depressiva ed un Naruto ancora tramortito.

 

*

 

Sasuke si sentiva osservato. Anzi, rettificò voltando lo sguardo alle sue spalle, era osservato.

Naruto, ripresosi miracolosamente dopo il duro colpo inflittosi da solo durante la missione di quel giorno, lo stava fulminando in silenzio, perché, evidentemente, doveva credere che fosse colpa sua, e non della sua incompetenza, se era riuscito a rischiare di morire dissanguato. D’altra parte, anche Sakura lo stava guardando, seppure di sottecchi, quasi a volersi sincerare che non fosse arrabbiato con lei per quella mattina o, semplicemente, rimuginando se fosse il caso di tornare alla carica e porgergli nuovamente il regalo. Preferì non doversi appurare di ciò, ed aumentò il passo, finendo a fianco del sensei.

Peccato che, proprio allora, Kakashi pensò bene di doversi recare dall’Hokage per fare rapporto. Sasuke rifletté che, in fondo, erano ancora in tre, ma quando comparve Iruka per invitare Naruto a prendere una bella ciotola di ramen all’Ichiraku, i pensieri del dobe non andarono minimamente alla sua Sakura-chan in sola compagnia dell’Uchiha, e seguì il sensei con entusiasmo.

Sasuke lo maledisse in ogni lingua e dialetto a lui conosciuto e riprese a camminare, fingendo di non udire i passi accanto a lui, delicati e timorosi, ma comunque sempre più vicini.

Stava seriamente ritenendo se fosse necessario propinarle una scusa per proseguire da solo, quando la voce della ragazzina gli giunse diversamente da come se la sarebbe immaginata.

-Mi dispiace Sasuke-kun, non volevo metterti in imbarazzo stamattina-

L’Uchiha sollevò lo sguardo ed incontrò quello di lei, intriso di sincerità e dispiacere.

Qualcosa nello stomaco gli si contrasse spiacevolmente ed imprecò sottovoce, senza smettere di fissare il volto affranto della compagna.

Era pronto a resistere a tutto, ma gli occhi di Sakura brillavano di una luce tragicomica che non seppe sopportare.

-Non importa- borbottò controvoglia, appurandosi con sollievo di riuscire a tenere un tono distaccato.

Sakura sorrise senza allegria, stringendosi al petto il pacco che aveva portato con sé per tutto il tempo.

Sasuke si rammaricò di non poter fare a meno di osservarlo, quasi esercitasse su di lui un fascino malefico di cui provava ribrezzo. Poi, sconfitto, sospirò.

-Ce ne sono fondenti?- domandò, pentendosi di averlo chiesto non appena il volto della ragazzina tornò luminoso.

-Oh,- fece Sakura, tentando di non eccedere nel mostrare il suo entusiasmo, -bè, qualcuno lo è..- disse, prima di sentire la gola seccarsi nel notare la mano del ragazzo tendersi verso di lei, aperta.

-Va bene, li prendo- decretò Sasuke, sperando che il sorriso nascente di lei si spegnesse al più presto, poiché lo faceva sentire mortalmente idiota.

-Sasuke-kun- tentò di dire Sakura, -se non ti piacciono non devi..-

-Avanti dammeli!- si affrettò a interromperla lui, accettando il pacchetto con una smorfia indecifrabile; -E poi il fondente non è male- aggiunse, guadagnandosi suo malgrado un altro sorriso radioso.

-Hai gusti strani, Sasuke-kun- commentò Sakura, ora decisamente sollevata. L’Uchiha contrasse rigidamente la mascella, ma preferì non rispondere. Stava per lasciarla all’incrocio della via che l’avrebbe condotta a casa, quando si sentì invadere da una paura innaturale e la fermò all’istante.

-Sakura!-

-Si, Sasuke-kun?-

Sasuke lottò con tutte le sue forze per non mortificare ulteriormente il suo orgoglio, ma le parole gli uscirono prima che potesse fermarle.

-Non dirlo a Naruto, va bene?-

Col senno di poi, avrebbe giurato di aver visto un sorriso di scherno farsi strada sulle labbra di lei, ma, se anche fosse, Sakura fu abbastanza rapida e furba da camuffarlo in un’espressione seria e comprensiva.

-Ma certo, Sasuke-kun. Sarà il nostro segreto-

Sasuke mormorò qualcosa di impreciso, ma Sakura si era già voltata e diretta verso casa. Restò a guardarla sino a che non scomparve dietro il portone, come aveva sempre fatto le volte che si ritrovava ad accompagnarla. Sulla via del ritorno, il pacco color confetto parve pesargli alcune tonnellate, ma si costrinse a portarlo sino a casa, se non altro per tutto quello che, in termini di dignità, gli era costato.

 

Una volta nel quartiere Uchiha, i colori, i rumori, la vita stessa di Konoha parve fare un passo indietro, lasciando il posto alla desolazione, al silenzio, al nulla che imperava senza sosta per quelle strade spoglie e abbandonate a sé stesse. Entrò in casa e, come sempre, la solitudine sembrò riversare su di lui tutto il peso di cui disponeva, sino a schiacciarlo. Mangiò quello che trovò nel frigo, senza prendere posto a tavola, perché era meno doloroso osservare quei quattro posti da un punto esterno e distaccato..

Si ricordò dei dolci di Sakura per puro caso; li aveva poggiati a terra di fronte alla cucina e, nell’intenzione di salire le scale e andare in camera, li urtò con un piede. Scartò la scatola, cestinando immediatamente la carta e il fiocco rosa, ed osservò la composizione, scelta sicuramente dalla ragazza, che raffigurava lo stemma degli Uchiha, composto da cioccolatini di colore differente. Afferrò il più scuro, certo che dovesse essere quantomeno amaro, e lo addentò.

Un sorriso spontaneo si formò sulle sue labbra annerite dal cacao e si trovò a pensare di dover accettare senza riserve, d’ora in poi, tutto quello che Sakura gli avrebbe offerto.

Bè, quasi tutto.

Che poi, a onor del vero, il fondente non era davvero niente male.

 

 

 

 

 

NdA: Non ci credo! O__O Sono riuscita a scrivere la tanto sospirata Sasuke/Sakura *__*

Certo, forse è un po’ fuori tema, ma per LA COPPIA è sempre San Valentino, si, anche in pieno Agosto U__u!!

Ammetto che non è niente di che, però ho saputo che mi hanno rinviato di nuovo l’esame e avevo bisogno di dolcezza T____T E adesso prendo il cioccolato, ecco!!!

Ve lo chiedo sempre, ma stavolta ci tengo particolarmente a un vostro commento, visto quanto sono affezionata a questo pairing J

Alla prossima,

baci

Sere_

 

  
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