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Autore: Espero    08/01/2006    3 recensioni
Fatal Error
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per favore dio

Per favore dio. Per favore dio. Per favore dio.

La vecchia madre piangeva in ginocchio in cucina. Tra le mani stringeva un rosario e piangeva. Le lacrime si perdevano tra le rughe, le incisioni impietose di una vita dolorosa e di una prossima uscita di scena sullo sfondo di un totale fallimento.Un marito che la tradiva, un figlio che giovane se ne andò di casa, una solitudine agghiacciante. Di fallimento in fallimento si ritrova ora sola a quasi ottanta anni. Quello che la vita le aveva dato lei lo ha perso e il poco che aveva accumulato ora è un polveroso accumulo di foto prive di senso e di cianfrusaglie che affollano gli scaffali. In queste sue ultime notti prega. Una litania che si alza priva di interruzione e priva di senso. Che senso può avere per questa larva di essere umano chiudersi in una silenziosa preghiera a Dio? In che può sperare? Prega per tutti i suoi fallimenti? Spera nella consolazione di un Dio superiore e perfetto?

Purtroppo la storia era molto più triste. Purtroppo il Dio non era perfetto. Purtroppo era un tutto, onnipotente, purtroppo totalmente incapace di trovare un equilibrio. L’uomo in vecchissime favole ricorda di altre storie, altre umanità, altri occhi che hanno osservato altri cieli. Era altri uomini, tentativi di un Dio dall’infinito potenziale creativo e distruttivo. Nel creare instillava vita e morte allo stesso tempo, nel creare instillava produttività ed entropia. Provò ad non entrare in contatto col creato con emanazioni di se che mediassero il suo potere. Disperato ripose tutte le sue speranze in esseri eterni, bellissimi, giusti che avrebbero dovuto tutelare un creato che altrimenti sarebbe stato fragile. Angeli, li chiamò. Messaggeri. Inizialmente funzionò. Inizialmente egli pensò di aver coronato il sogno di una vita solitaria e incompleta. Quando i suoi splendidi angeli gli voltarono le spalle le lacrime del creatore ricoprirono la terra ed in un avvampare si spense. Coloro che gli erano rimasti fedeli lo piansero, gli altri, per quanto ad egli avversi, si sentirono persi. In un secondo l’anima immortale del mondo si sradico dal suo creato e si racchiuse in un minuscolo punto. Nel suo infinitesimale microcosmo allontanò da se il pensiero dell’eterno fallire a cui era legato dalla sua stessa natura di paradosso.

Rimase indifferente nella sua disperazione e atarassia fino all’istante in cui non si destò richiamato da un grido di dolore. Samael, angelo tra tutti ancora devoto al suo creatore, scelse la morte. Dopo millenni di immortalità l’angelo desiderò la morte, desiderò il nulla.

Quando infine una delle poche creature da me ancora amate si spense in sacrificio, per non permettere che tutto il mio sforzo venisse frantumato dai traditori, capii che ero un codardo e che era il momento di tornare e tentare ancora una volta di tentare un ordine, un nuovo ordine.

In una notte di inverno in cui le luci mancarono per un secondo, sull’Europa, brillò calda e malinconica una stella rossa. In quella stella iniziò a germogliare la speranza di un Dio. La speranza che tra tutto quel letame risplendesse ancora un filigranato amore.

  
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