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Autore: Kurtofsky    23/02/2011    6 recensioni
Passava tutto il tempo a fissare il soffitto della sua camera.
Bianco.
Bianco e lontano...
Per quanto tendesse la mano non l'avrebbe mai potuto toccare.
In un certo senso quel candore gli ricordava il suo primo amore.
Tanto bello quanto irraggiungibile.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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Titolo: Unforgivable Sinner
Titolo del Capitolo: Un-get-at-able
Fandom: Glee
Personaggi: Dave Karofsky [Nominato: Kurt Hummel]
Genere: Introspettivo, Triste, Romantico
Rating: Giallo
Avvertimenti: Slash, What if? (E se…), AU, Non per stomaci delicati, Spoiler
Conteggio Parole: 605
Note: 1. Dato che il caro RM non si decide a farmi vedere Dave mi sfogo scrivendoci sopra! è___é
Leggendo degli spoiler (che ancora non so se siano o meno attendibili) ho ipotizzato che dopo le Regionali - dove il McKinley ha vinto - Kurt sia tornato alla sua scuola e, con lui, sia arrivato anche Blaine.
Qui, il mio caro David Karofsky verrà messo di fronte ad una dura realtà...
I temi che affronterò non saranno delicati ma, purtroppo per noi, sono esperienze che molti vivono o hanno vissuto nella loro vita.
2. Dedicata alla mia femminuccia. Ogni cosa che faccio è per te. <3
Ti amo

{ Unforgivable Sinner ~
- 1. Un-get-at-able -



Erano giorni che David Karofsky non si era fatto vivo a scuola.
I professori e i compagni di classe pensavano fosse a casa malato, magari un'influenza di stagione o un semplice raffreddore.
O forse, in quel periodo pieno di interrogazioni e test, il bullo del McKinley se ne stava tranquillamente a bighellonare chissà dove.
Niente di preoccupante.
Nessuno strano allarme...

Agli allenamenti di football la coach Beiste aveva chiesto sia ad Azimio che a Finn dove fosse finito il difensore ma nessuno dei due aveva saputo rispondere.

Noah Puckerman sembrò quasi sollevato dalla sua assenza.

- Un rompiscatole spocchioso in meno! - commentò ricevendo un pugnetto sulla spalla dal numero cinque della squadra.

- Non dire così Puck! - lo riprese il quarterback.

Azimio alzò la voce, in difesa dell'amico non presente.
Si stava già alzando la rissa ma, fortunatamente, la coach allontanò le due teste calde.

- Smettetela immediatamente e andate ad allenarvi!
Non voglio sentire discussioni. Filate in campo, forza! -

Il verde campo da football venne riempito da magliette bianche e schiamazzi.
L'unico rumore che si alzava al di sopra delle voci della squadra era quello che proveniva dal fischietto di Beiste.

Al McKinley sembrava regnare una sorta di pace e tranquillità in quel periodo.
Nonostante le Cheerios di Sue Silvester fossero state sconfitte, sia il team di football che il Glee Club di Will Schuester si erano affermati vincendo chi il campionato chi le regionali.

Anche i dissapori tra i componenti del Glee e gli altri compagni della squadra di football sembravano essersi placati.
Certo... L'assenza di Karofsky forse contribuiva!

Nonostante l'esperienza al Glee non era cambiato poi molto.
Era diventato solamente più silenzioso ma era palese che quel "covo di sfigati" non gli sarebbe mai potuto andare a genio.
Meno che mai dopo le regionali, quando aveva visto rientrare al McKinley Kurt Hummel...

Lo stesso Hummel che aveva baciato con necessità, bisogno e un pizzico di rabbia mista a quel sentimento che non era riuscito a spiegarsi - o forse che non voleva spiegarsi - a quel tempo.
Lo stesso ragazzo che aveva visto fuggire via dall'istituto per andare a rifugiarsi in un nido di checche canterine insieme a quell'assurdo tipo dalle sopracciglia foltissime e l'insignificante statura.

Karofsky lo aveva notato tra gli altri studenti e in lui era nato un sentimento strano.
Felicità? Inquietudine? Paura?
Non sapeva bene cosa fosse ma quando vide, alcuni giorni dopo, quel Blaine camminare fianco a fianco con quella dannata femminuccia nei corridoi del McKinley sentì qualcosa di strano all'altezza del petto.

Gelosia: fu la prima parola che gli venne in mente quando, sul letto della sua camera, ricordò l'istante in cui li vide.
Scherzavano entrambi, col sorriso sulle labbra - un sorriso che illuminava Kurt - ed erano vicini. Troppo vicini.
Non si trattava solo di fisico, David se ne era reso conto subito.
Era qualcosa di diverso...

Forse per quello faceva così male.

Lui non avrebbe mai avuto niente del genere.
Mai.
Non da Hummel almeno.
Eppure Karofsky, in quel breve periodo di tempo in cui aveva sperimentato l'assenza di quella fatina per i corridoi della scuola, si era reso conto che era solo e soltanto da Kurt Hummel che avrebbe voluto qualcosa.

Era gay.
Se ne era quasi fatto una ragione...
Si era arreso all'evidenza.
Ma si sentiva comunque sbagliato, fuori luogo.
Diverso.

E quando davanti ai suoi occhi nocciola si presentò quello spettacolo tutto sembrò spegnersi.
Una tinta unita, dalle tonalità cupe e tristi, lo avvolse, inghiottendolo.

Non era più andato a scuola da quel giorno.
Non aveva più toccato cibo se non sotto forzatura dei suoi genitori.
Rimaneva a letto ma senza riuscire a chiudere occhio.

Passava tutto il tempo a fissare il soffitto della sua camera.
Bianco.
Bianco e lontano...
Per quanto tendesse la mano non l'avrebbe mai potuto toccare.

In un certo senso quel candore gli ricordava il suo primo amore.
Tanto bello quanto irraggiungibile.
   
 
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