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Autore: Pochka    23/02/2011    1 recensioni
FFII -Postata in FF Crosssovers per mancanza della giusta sezione-
Richard, il Dragone di Deist, torna nella sua terra natia dopo tanti anni. Ad attenderlo c'è Elina, la moglie del suo defunto amico... [SPOILER]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Hiya.

Prefazione!
Mi è sempre piaciuto approfondire storie non narrate durante il corso del gioco o, come in questo caso, inventarle. Un'altra delle mie coppie assrude (?), Richard e la vedova Elina! Ci si vede alla postfazione per vari chiarimenti!

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Per anni Richard Highwind non aveva visto il sole tramontare tra le montagne di Deist. Avrebbe voluto tornare a casa in un altro momento, ma questa poteva essere la sua ultima occasione.
Un gruppo di giovani ragazzi, Firion, Maria e Guy, lo avevano salvato dal Leviatano e lo avevano riportato nella sua terra natia.
« Non è cambiato proprio niente. » disse ai compagni di viaggio, mentre si avviavano verso il castello dove lui aveva vissuto. « Non potrò mai ringraziarvi abbastanza, ragazzi. Chiedervi di poter venire qui, nel bel mezzo di una guerra…»
« Non preoccuparti, Richard. » rispose Firion « Di questi tempi, fa piacere rendere felice qualcuno, anche solo per qualche ora. »
« Già, credo che anche Elina e suo figlio saranno felici di vederti! »  Maria gli si avvicinò, radiosa. « Deve essere dura vivere in due in un castello così grande! »
« Elina? » Richard si fermò per qualche istante. « È viva? »
«Sì, » rispose Firion. « La conosci? »
« È… Era la moglie del mio migliore amico, Philip. Siamo cresciuti assieme. » disse Richard, riprendendo a camminare.
«Oh…» mormorò Maria. «Capisco. »
Nessuno parlò fino all’arrivo al castello di Deist, e Richard potè concentrarsi sui suoi ricordi. Ogni albero, ogni masso sembrava non essersi spostato di un millimetro da quando passava i pomeriggi con Philip ed Elina, quando non poteva nemmeno immaginare che quei due si sarebbero sposati.
Giunsero presso le mura quando ormai il sole era completamente tramontato.
« Richard! »
Elina corse incontro al Dragone assieme a suo figlio, il piccolo Kain. 
« Zio Richard! » urlò, saltandogli in braccio - nemmeno Guy nascose un risolino divertito al sentir chiamare Richard “zio”.
« Grazie al cielo sei salvo…» disse la donna, mentre iniziava a piangere. « Oh, Richard, è stata così dura…»
« Non mi piace quell’imperatore! » sbottò Kain. « Gliela farai vedere,  vero? »
« Certo! » rispose Richard, sorridendo al bambino. « Molto, molto presto! »
« Non prima di domani, però. » si intromise Firion, indicando il cielo che diventava sempre più nero.
« Perché non vi fermate qui, per la notte? »  disse allora Elina, asciugandosi le lacrime « Ci farebbe piacere... Ci si sente soli, qui. » aggiunse, prendendo in braccio Kain che sbadigliava vistosamente.
« Perché no? » assentì Firion « Le stanze di sicuro non mancano, e non vedo perché passare la notte all'aperto quando si ha a disposizione un intero castello.  Andiamo a cercare una stanza. »
« Io arrivo subito. » disse Richard, accarezzando la testa a Kain, che si era appena addormentato sulla spalla della madre.
« Va bene, ma... » Maria interruppe il fratellastro afferrandolo per un braccio « Su, andiamo! Fa niente se non ti aspettiamo svegli, Richard? »
« No, nessun problema. » rispose Richard sorridendo alla ragazza, che gli aveva rivolto uno sguardo complice piuttosto imbarazzante. Nessun altro oltre a lui parve accorgersene, e si considerò abbastanza fortunato.  "Ma per cosa, poi?" si disse mentre seguiva Elina in una stanza al primo piano.

Si trattava di una piccola camera illuminata dalla luce fioca della luna, con dei giacigli di paglia sul pavimento, alcune coperte e dei vecchi mobili tarlati.
« Come puoi vedere, non è rimasto davvero niente dello splendore di Deist. » mormorò Elina mentre copriva Kain, e Richard pensò che non era vero. La luce che si rifletteva sul suo volto la faceva apparire davvero bellissima. O lo era già?
Il Dragone riprese a ricordare i giorni passati con il suo migliore amico e lei, la donna che Philip un giorno gli avrebbe dato un figlio e si diede una risposta.

Sì, lo era sempre stata.  Aveva sempre avuto quei capelli biondi così lunghi e splendenti e quei magnifici occhi bruni.  Più volte Richard aveva tentato di scacciare dalla mente quei pensieri. Era la donna di Philip, il suo migliore amico, non poteva vedere Elina se non come una conoscente. Eppure non riuscì a trattenersi quando Elina si voltò verso di lui.

Prese ad accarezzarle la guancia -aveva la pelle morbidissima- senza riuscire a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, che apparivano neri in quella tenue luce notturna.  Elina non scostò la sua mano, ma gli si avvicinò.
Nonostante gli sforzi di Richard per ricordare Philip, per trattenersi dal commettere un errore che non si sarebbe perdonato, si baciarono. La camera era piuttosto fredda e piena di spifferi. Il respiro di Elina, invece, era caldo.

Fu lei a staccarsi. Richard ne rimase un po' deluso, ma si vergognò subito del suo comportamento.
«  Io... mi dispiace, Elina, non intendevo...» Non sapeva cosa dire. Le parole gli uscivano di bocca prima che lui potesse riflettere.  Si sentì ancora peggio quando le lacrime iniziarono a scendere dagli occhi di Elina.
« Mi sei mancato, Richard. Tantissimo. » Ruppe in un singhiozzo prima di baciarlo di nuovo.
Richard stavolta ricambiò con passione. Il viso di Philip diventava sempre meno nitido e si perdeva sempre più nella sua testa... Quando Kain si rigirò nel sonno, mostrando loro le spalle, Richard si accorse di star slacciando il corsetto di Elina. Pensò che doveva fermarsi o se ne sarebbe pentito. Non ci riuscì.

Il profumo della donna era inebriante.

Iniziò a baciarle il collo mentre le abbassava il vestito e la faceva appoggiare al suo giaciglio.
“Non è il massimo del comfort”, pensò, ma si chiese subito come potesse pensare a una cosa del genere in un momento come quello.

Lui ed Elina si guardarono a lungo. Ben presto la mente di Richard si svuotò del tutto. Desiderava il corpo di Elina con tutto se stesso, non riusciva più ad attendere. Ricominciò a baciarla, accarezzandole ogni parte del corpo con le sue mani da guerriero, ruvide: la pelle liscia e morbida della donna era totalmente diversa dalla sua. Voleva assaggiarla.
Mordicchiò delicatamente  l’orecchio di Elina, mentre lei sfiorava le vecchie ferite di guerra sul suo dorso. Il tocco di quelle piccole e delicate dita lo faceva rabbrividire.
« Non sei il sostituto di Philip. » sussurrò lei, accarezzandogli i capelli e incrociando le  gambe dietro alla sua schiena.
« Non mi sarebbe importato.» rispose Richard, guardandola negli occhi.  « Ti amo. » aggiunse dopo pochi, eterni secondi.

Richard assaporò ogni secondo di quel silenzio interrotto solo dai loro gemiti. Non capiva niente, il piacere di unirsi con la donna che aveva tanto amato ma che gli era stata vietata era troppo grande.

« Ti amo…»  le ripeté poi, con un sussurro. « Quando tornerò ce ne andremo da Deist. Rimarrò per sempre con voi. »
« Lo prometti? » « Te lo giuro sul mio onore. »

 

Elina si coprì il viso con le mani. « Richard è…? »
« Sì. Mi dispiace, Elina…» mormorò Firion. Calò il silenzio. Un silenzio greve, che accentuò la vuotezza del castello di Deist .
« Ma… La sua promessa… Non può essere…»
Quando Maria ruppe in un piccolo singhiozzo, Elina sollevò lo sguardo.
«… Vorrei ringraziarvi per tutto. Ecco, prendete questa…» La donna entrò nella stanza dove giaceva ancora la viverna. La guardò, chiedendole perdono: nessuno poteva spostarla da lì, ma presto quel castello sarebbe diventata la sua tranquilla tomba, dove solo le anime dei Dragoni le avrebbero fatto compagnia.
Afferrò l’Excalibur e uscì da quella stanza senza indugiare né sul cadavere, né sui suoi ricordi.
« Questa spada rappresenta tutta la storia di Deist. » disse a Firion, porgendogli Excalibur. « Penso che dobbiate averla voi. Vi prego… Vi prego di portare onore alla stirpe dei Dragoni, un’ultima volta. »
« Voi cosa farete, Elina? » chiese Maria, con gli occhi rossi dal pianto.
« Ce ne andremo da qui. Queste mura contengono memorie troppo tristi. » Prese per mano il figlio, rivolse un ultimo, cupo sorriso ai giovani ribelli e si avviò verso l’uscita di quella che, da tempo, non poteva più chiamare casa.

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Postfazione!
Telegrafica come al solito. *Sigh!*
Mi ronzava in testa da un po', l'ho scritto un po' per scommessa. (Sì, anche questa! Tutte le mie fiction sono scommesse!) La dedico al caro Rick. ùwù7 Come mi  è venuta bene. *Annuisce soddisfatta* Final Fantasy II ha bisogno di molto, molto più amore!
(Quota fatti inventati: abbastanza per farci una fiction sopra!)

Con la collaborazione della cara zia Nicole!
  
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