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Autore: NiNieL82    08/01/2006    13 recensioni
Le mani del Re hanno stretto la Spada che ha piegato il Re dei Morti, la stessa lama riforgiata che ha distrutto Sauron. Il Re è un Uomo fiero, ma comunque un 'uomo'. E non può pensare che forse per colpa del suo amore impossibile abbia condannato l'unica persona per cui avrebbe fatto tutto. Anche buttarsi nel fuoco.
Arwen era una Elfa immortale. Figlia di Elrond, principessa di Gran Burrone, lascerà la sua condizione fisica e sociale per amore di Aragorn.
In una notte i pensieri di entrambi si uniscono silenziosamente. Il loro è un amore lunghissimo, che non ammette repliche e paure. Solo la forza di saperlo vivere giorno per giorno.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Arwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente scrivo una storia con i due protagonisti della saga tolkieniana che più amo

Finalmente scrivo una storia con i due protagonisti della saga tolkieniana che più amo. Aragorn e Arwen. 
Spero che vi piaccia. Ci ho pensato molto prima di scriverla. Ed è rimasta ferma nel pc per molto tempo. Oggi la finisco e ve la faccio leggere. Chiedendo scusa a Tolkien, ovviamente.
Buona lettura. Niniel.

La città bianca.

È strano ora guardare le mie mani nude, senza una spada. Le stesse mani che hanno stretto la Fiamma dell’Ovest, ora sembrano raggrinzirsi ogni giorno di più. Da una torre della Città Bianca guardo il sole tramontare.. 
Posso decidere la mia morte, posso mettere fine alla mia vita, prima che lei mi veda distrutto, ma l’idea di abbandonarla mi terrorizza. L’idea che possa pentirsi della sua scelta, che essa si riveli il più grosso errore della sua lunghissima vita, mi spaventa più di dover affrontare una battaglia persa in partenza.
Perché il giorno in cui deciderò di dirle addio, lei sarà sola, costretta a vagare in questo mondo che non le appartiene, lontano da chi ha sempre amato, nella Città Bianca che l’ha accolta come regina, ma che potrebbe cacciarla alla mia dipartita.
E allora sto qui. Paladino del suo sonno, a contare i suoi respiri che sono la mia vita, a seguire i suoi passi e ascoltare le canzoni che intona solo per me. E godere di ogni attimo assieme, bevendo il nettare che nutre i suoi sorrisi. E tremare quando penso che non sarà per sempre. Come vorrei che lo fosse. Come vorrei dividere con lei la gioia dell’eterno, la certezza che, qualunque cosa progetteremo, ci sarà tempo, per vederla realizzata.
E allora mi fermo a pensare al tempo che abbiamo per marci come non ci è stato permesso per troppo tempo. E le mie mani sentono il bisogno di toccarla. Le mie mani.. Le mie mani…
È strano ora guardare le mie mani nude, senza una spada. Le stesse mani che hanno stretto la Fiamma dell’Occidente, ora sembrano raggrinzirsi ogni giorno di più. Da una torre della Città Bianca guardo il sole tramontare.

Cammino per i corridoi della mia nuova dimora. Non posso negare di non essere cambiata dal giorno delle mie nozze. La mia vita ora è incerta come quella di un fiore, come una rosa che potrebbe sfiorire da un momento all’altro. Ho fatto grosse rinunce pur di stare qui, accanto a lui. per anni ho atteso questa gioia. Ma nel momento in cui questa felicità si è presentata, il mio cuore si è spezzato. Il mondo era troppo cambiato per tornar quello di prima. Non c’era più spazio per gli elfi, troppo cambiati per un mondo violentato da tanta crudeltà. E così ho visto mio padre e i miei fratelli partire, per Valinor, conservando quell’immortalità che per me sarebbe stata una tortura vivere senza lui al mio fianco.
E allora spero che duri per sempre, anche se so che non sarà così. Ammetto che mi son chiesta quale sarà il mio destino il giorno in cui smetterà di starmi accanto. Se vagherò in questi corridoi guardando la mia vita fuggirmi di fronte. Se sarò pronta a seguire lo stesso destino che prima di me fu di Luthien? Sarò pronta a morire pur di amare per sempre? 
Lo so che sono egoista ma lo vorrei sempre accanto a me. Vorrei fermare per sempre i momenti, quelli solo nostri, nel quale si ferma a giocare con Eldarion, quello stesso bambino che ho visto prima che la nave che dovevo prendere salpasse, portandomi lontana da te. Quel bambino che mi ha permesso di legarmi a te fino a che la morte non spegnerà il tuo sorriso. 
E alle volte vorrei sapere: ma ti ricordi ancora il giorno che ci siamo incontrati? 
Io si. Ed è come e non fosse passato un solo giorno.


Ricordo il giorno che ti ho incontrata Arwen Undòmiel. Camminavo per Gran Burrone, cantando la canzone di Tinùviel. Ero giovane e miei affanni non era come quelli di oggi. Cantavo quella bellissima canzone, quando ti vidi, tra le foglie, passeggiare serena, Stella del Vespro, che splendevi di una luce bianca, che illuminava la tua bellezza. Ricordo le stelle nei tuoi profondi e vecchi occhi, che tradivano la freschezza del tuo viso. Ricordo il tuo sorriso. E sorrido pensando che, per un solo un momento ho creduto che davvero fossi l’usignolo. Tinùviel che mi sorrideva camminando davanti a me. Assieme a me. Ti chiamai anche con quel nome, facendoti voltare e chiedermi il perché ti chiamassi così.
Ricordi amore mio. Ti amai subito, figlia di Elrond, io figlio di mortale. Tu stella immortale. Che pazzia, fu innamorarmi di te. Legarti a me con la forza di un amore impossibile che solo pochi avevano realizzato. Che solo la sofferenza, seguita dalla gioia, ma anche dalla morte aveva coronato. 
Ebbi paura. Non posso negarlo. Avrei sofferto per raggiungere il posto che mi spettava. Avrei vagato e mi sarei allontanato da te, per anni e anni. E mille volte pensai che il nostro amore non avesse futuro. Come avresti potuto amarmi ancora se, una volta tornato, avresti visto in me solo un ramingo appassito e burbero e non il re che poteva pretendere la tua mano?


Soffrì quando cominciai ad innamorarmi di te, Estel. Passeggiai con te e con te parlai. Ma già sapevo che il destino di Luthien sarebbe stato il mio. ma non potevo tirarmi indietro, non dopo averti parlato, averti conosciuto, averti amato.
Mi rose il dubbio di poter non accettare il triste destino riservato a voi Uomini, di aver paura di dire addio alla vita eterna che il mio popolo aveva per diritto. Ma sapevo di appartenerti, come tu appartenevi a me. E mi lascia andare al turbinio di sentimenti che ci colse, amandoti senza pensieri
Soffrì quando tu fossi costretto a partire, per trent’anni, ricordi? E gioì quando tornasti a Gran Burrone, al mio popolo e a me. Fu allora che decisi, il mio destino. Amarti e seguirti. Anche nella morte. Anche nel destino che non mi era riservato.


“Mi legherò a te Dùnedain e mi allontanerò dal Crepuscolo. Eppure quella è la terra della mia gente..”
Quanto ti costò dirmi quella frase amore mio?

“Mi legherò a te Dùnedain e mi allontanerò dal Crepuscolo. Eppure quella è la terra della mia gente..”
Quanto fu triste per me dare quella notizia a mio padre…


Ricordo ancora quando Elrond mi impose di diventar re per avere la tua mano. Accettai, nonostante mi facesse paura. E fui costretto a lasciare mia madre, per sempre stavolta. Lei, vecchia e senza speranze me lo disse per prima, nonostante cercassi di confortarla. Ricordo ancora il linnod con cui mi rispose. E la sua voce dolce, con cui lo fece:
“Onen i-Estel Edain, ù-chebin estel anin…”
Quelle parole mi lasciarono senza speranza. Partì triste nonostante sapessi che tu mi seguivi col pensiero.


Ti ho aspettato per altri anni. Gli inverni si succedevano alle primavere senza lasciare in me alcun segno del tempo che infausto passa. Triste e felice in ugual modo. Incapace di non pensare a te. Ti amavo ogni giorno di più. Mi sentivo come scossa da questo amore che mi è sembrato impossibile fino a che l’ombra nera di Mordor non è scesa sulla Terra di Mezzo e ti ha costretto a ritornare a me.
E fu allora che pensai che il destino infausto ti avrebbe portato via per sempre. potevo ancora proteggerti da tutte le prove che avresti dovuto affrontare? Potevo accompagnarti anche col pensiero? Ma la domanda che mi attanagliava di più l’anima era un’altra. Saresti sopravissuto a tutto quello che ti attendeva? Perché se non fosse stato così sarei dovuta partire, prendere la nave che sarebbe salpata per l’Ovest e tenere di te solo un ricordo, sempre verde, ma pur sempre un ricordo.
Oppure… 


Avevo pensato mille volte che il mio destino fosse mio soltanto. Ma quella sera a Gran Burrone, quando mi ribadisti il tuo desiderio di voler rimanere legata a me, tremai. E mi sentì terribilmente vecchio e stanco. Le mie mani non era più capaci di tenere la spada. Non avrei potuto combattere, ma solo riposarmi assieme a te sull’erba fresca e tenera e ascoltare la tua voce che mi parlava dolcemente…
Ma era tutto un sogno.


Tessei per anni un vessillo. Lo stesso vessillo che speravo ti avrei visto portare al momento di partire alla guerra. Ma sapevo che avevi paura. Paura per te, per il tuo popolo. Per me. Ti sostenni più volte col pensiero. Tu lo sai. Mi sentivi. E mi vedevi, quando visitavo i tuoi sogni, riportandoti alla luce e alla dolce vita della casa di mio padre.
Ma tu combattevi. Combattevi per cambiare il tuo mondo, un mondo dove quelli della mia razza non avrebbe più trovato posto, che avrebbero lasciato per andare a Valinor. Quel mondo che avevano costruito, rendendolo un piccolo giardino nel quale passare giorni lieti, ma troppo cambiato per loro.
E nonostante questo.. Volevo che tu tornassi vincitore. E lo avresti fatto.

Sollevai il tuo vessillo. E ne fui lieto davvero. Combattei. Vinsi. Divenni re. Non prima di aver sconfitto l’ombra oscura. E ci riuscì, assieme a Frodo e agli altri. Tornai vincitore e ti aspettai.

Vincesti quella battaglia. E tornasti vincitore. Sapevo che l’addio alla mia famiglia era vicino. Ma partì comunque.

Ricordo che per accoglierti piantai l’unico germoglio che trovai dell’albero bianco accanto alla fontana e quando a giugno cominciò a dare fiori, capì che il giorno della tua venuta era vicino.

Ricordi amore mio quel giorno di Mezza Estate?

Ricordi amore mio quel giorno di Mezza Estate?
In testa cavalcavano Elrohir ed Elladan, quando, poco dopo il tramonto un drappello di cavalieri arrivò a Minas Tirith. E con loro Glorfindel ed Erestor, accompagnati da tutta la gente di Gran Burrone. E ancora dietro Galadriel e Celeborn, assieme ad Elrond. E poco più distante, tu, che rendevi luminosa la notte. E che avresti reso ogni sera splendente di stelle. Accanto a me.


Arrivai a Gondor con il cuore in gola. Lasciai per sempre mio padre una volta arrivata lì. Ma non ho rimpianti. Come potrei se da quando ti ho accanto posso assaporare tutta la felicità che ci è stata negata per troppo tempo.

Da allora non ci siamo più divisi, amore mio.

Da allora ho deciso di mettere il mio destino nelle tue mani.

“Qualcosa ti turba mio sire?” dice la tua voce mentre poggi la tua bianca mano sulla mia spalla.
Ti vedo accanto a me. Vestita di bianco e di stelle. Stella del Vespro. Arwen. Tinùviel ai miei occhi. La tua bellezza mi toglie il fiato e ogni paura. Le mie braccia e le mie mani non sono più deboli e ti stringono, amore mio. E ti bacio, memore di tutti i baci che non ti ho potuto dare e che ora mi concedo di offrirti nella terrazza che si affaccia sulla città bianca.

Mi stringi. Forte come ti ho sempre conosciuto. E ti bacio. Mi lascio andare alle tue carezze, mentre dolcemente scosti le tende della tua camera per farmi stendere al tuo fianco. Non ho timori. Sono una regina. E con te, mio re, al mio fianco, tutto è più facile.

Il sole bacia dolcemente le mura della città bianca. Da una terrazza lontana, il vento muove dolcemente una tende leggera. 
Ci sarà un momento in cui questa pace finirà. Ma non è questo il momento. Ci sarà un giorno in cui si dovrà dire “Addio”. Ma non è questo il momento.
Oggi si vive una giornata come tutte, mentre una guarda mattiniera, sbadigliando da il via alla lenta processione di vite che invaderanno le strade di Minas Tirith. Una notte luminosa è appena passata, per lasciare il posto ad un giorno ancor più splendente. 
Questi sono i giorni del re, benedetti da tutti. Questa è la vita che aspettava di essere vissuta da tutti, senza la paura dell’ombra nera distruggesse la città bianca.

   
 
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