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Autore: Cherry pie    23/02/2011    3 recensioni
La pazzia la stava lentamente portando sulla via della morte, dell'auto-distruzione, ma non poteva lasciare quel freddo mondo da sola. No, doveva portarlo con se. Per sempre insieme, ma cosa rappresentava il 'per sempre'? Per sempre.. in vita?
Genere: Drammatico, Erotico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘In the jungle
Welcome to the jungle
Watch it bring you to your knees, knees
I wanna watch you bleed’



La siringa dalle pareti sporche di bianco rotolò sul marrone pavimento ricoperto da vestiti di ogni genere.
Con il dorso della mano si sfregò le candide guance ammorbidite dalle salate lacrime mischiate al nero mascara che, anche se non doveva uscire, era di regola mettere.
Con un sorriso si accarezzò il braccio mentre il suo sguardo tornò stanco e furibondo sul piccolo schermo dal quale usciva una splendida figura; la figura del cantante che in quel momento avrebbe dovuto essere li ai suoi piedi, li nel suo letto, li ad implorarle pietà.
Scrollando le spalle e muovendosi lentamente da destra a sinistra, il suo sguardo passò veloce su ogni singola foto, ogni singola immagine, ogni singolo biglietto che in qualche modo la riportava indietro nel tempo quando, con tantissime ed assurde scuse, era riuscita ad avvicinarlo. Ma era arrivata l’ora di finirla una volta per tutte. Di finirlo una volta per tutte.
Si stese sul letto mentre la sua mano destra scivolava sul suo stesso corpo, infilandosi lentamente sotto i neri slip. La mano libera accarezzava dolcemente il suo petto che si sollevava a ritmo dell’aggressiva canzone. Chiuse gli occhi e la graffiante voce del rosso le fece una deliziosa compagnia mentre le sue lunghe e sottili dita accarezzavano le parti più segrete, le parti che lei aveva completamente riservato al cantante.
Con una risata quasi più liberatoria che altro, si alzò dal letto e barcollando cercò di arrivare alla porta del bagno, ma inciampò in un top nero e cadde rovinosamente a terra, portando con se la televisione. Lo schermo si disintegrò sotto i suoi occhi, e con lui anche la perfetta immagine di quel rosso dagli stretti pantaloncini bianchi.
Si portò le mani al viso e fu invasa da un’ondata di ridarella. Nervosa? Rabbiosa?
Con incertezza afferrò il bordo della scrivania e si diresse a tentoni verso la doccia.

~



Fredde gocce d’acqua, miste a dolce shampoo alla vaniglia, caddero sul pavimento lasciando larghi e scuri aloni. In punta di piedi si diresse verso l’enorme specchio incorniciato da meravigliose foto di lui e aprì il mobiletto accanto, estraendo due grandi ed arrugginite forbici. Con disinvoltura, raccolse i lunghissimi e biondi capelli in una coda e, strizzando gli occhi, li tagliò fino a metà schiena. La lunga coda color oro cadde in terra. Per sedurlo doveva essere come lui. Lui era innamorato di se stesso.
Si allungò sul lavandino e socchiudendo gli occhi, forse a causa della cocaina che ancora scorreva imperterrita nelle sue vene, afferrò una piccola fiala trasparente. Si chinò ed infilò dei pantaloncini di jeans. Mise la fiala in tasca e finì il completo indossando un reggiseno a balconcino nero e una giacca sempre di Jeans. Divisa impensabile per una ragazza come lei dalle mille borchie e le sempre amate minigonne di pelle rigorosamente nere. Mise gli stivali ed uscì dallo squallido Motel che ormai annegava nelle siringhe e nei mozziconi.

~



Infilò un braccio tra due ragazzine intente a conversare e, con gran eleganza, si strusciò in mezzo alle due, raggiungendo il bancone. Si sedette e distrattamente ordinò una birra. Eccolo li, seduto scomposto sul divanetto e circondato da una decina di sirene che lentamente lo ammaliavano sfiorando le sue carnose labbra dal sottile sapore di pesca.
Incrociò finalmente il suo sguardo e, con sicurezza, accavallò le gambe accarezzandosi la natica completamente scoperta, come per invitarlo ad avvicinarsi.
Il giovane barista lanciò la birra che scivolò veloce nella sua mano. Si scostò i capelli dalla spalla e si accarezzò il collo, portando il boccale alle labbra. Gli occhi di lui si infuocarono e ardenti la accarezzavano, dal lungo e sottile collo, fino alla lunga e magra gamba coperta per metà da alti stivali in pelle. Con un certo nervosismo, fece spostare le ragazze che si erano accucciate come avvoltoi attorno a lui. Dimenò in aria le mani non appena una di esse cercò di fermarlo. La minacciò con lo sguardo e questa si ammutolì.
Il rosso fu finalmente libero di raggiungere quell’insolita ninfea che stranamente ricordava. Era familiare si, ma dove l’aveva già vista?
Il cantante avvicinò le labbra all’orecchio della ragazza e cominciò a sussurrarle frasi, anche insensate, ma che a lei facevano girare la testa.
La ragazza alzò la mano mentre le dita del rosso le accarezzavano il collo seguite immediatamente dalle sue morbide labbra che tanto la ragazza aveva bramato per anni, anni e ancora anni.
La fredda mano del cantante risalì lentamente sotto la giacca della ragazza, la quale chiuse gli occhi in preda ai brividi e in silenzio fece un cenno al barman il quale aveva lasciato un bicchiere di Sambuca pieno fino all’orlo.
Una spogliarellista fece capolino al bancone e con una sottile carezza, fece girare il viso al sexy rosso. Momento perfetto.
Estrasse dai pantaloncini la fiala e ne versò il bianco e granuloso contenuto nel bicchiere. Nessuna reazione da parte del liquido; sperò solo che quel metodo avrebbe funzionato, e così fu.
Non appena il cantante tornò a dare attenzione alla bionda, diede un sorso all’alcolico e i suoi occhi si dilatarono, offuscandosi persino sotto la fastidiosa luce al neon del bar. Con un sorriso malizioso, la ragazza afferrò il polso del cantante e lo trascinò fuori dal locale.

~


Appoggiò le ginocchia sul morbido materasso, portando le mani sul basso ventre del cantante e aggrappandosi al lembo dei suoi neri pantaloni. Si sollevò e portò il viso vicino all’erezione forse esagerata del rosso. Diede un sottile bacio sulla lucida stoffa e strusciò il semi nudo corpo fino ad arrivare al livello del suo viso. Sudava, sudava come un matto e non faceva altro che dimenarsi cercando una via di fuga, ma i suoi polsi erano legati, legati al letto. Ormai non aveva più via d’uscita. Si mise a quattro zampe e, affondando la mano tra i lisci capelli di lui, infilò sinuosa la lingua nella grande bocca di lui. Il suo sesso, coperto da un sottile strato di stoffa, premeva sul pene del cantante, il quale soffriva. Soffriva e gemeva in silenzio come se dentro di se un buco nero stesse risucchiando tutti i suoi pensieri, tutto il suo buon senso che, bene o male, non aveva mai avuto.
La ragazza posò la lingua sul suo petto, giocherellando con il piercing del suo capezzolo sinistro. Amava quel corpo, lo aveva sempre voluto. Quel piercing, quella splendida situazione che si stava svolgendo li, in camera sua, con la fioca luce di due candele in posizioni l’una opposta all’altra e quella musica, la sua musica che aggressiva risuonava nuovamente tra quelle mura, rimbalzava su quelle pareti e donava un ritmo veloce e al contempo toccante ai fluidi movimenti del bacino di lei su quello di lui. Il cantante socchiuse gli occhi e cercò di mettere a fuoco quel luccichio che era comparso tra i seni della donna. Una lama forse?
La ragazza si chinò nuovamente su di lui, afferrandogli i polsi e accarezzandoli, come se quello fosse un misero tentativo di liberarlo da quel luogo che doveva riflettere il paradiso ma che, in men che non si dica, si trasformò nel più caldo ed oscuro inferno.
Era un coltello quello che lei ora stringeva tra i denti. Con scioltezza lo prese fra le mani e cominciò a giocarci, proprio davanti agli occhi terrorizzati di lui.
Lo infilò in bocca e chiudendo gli occhi, lo sfilò dalle labbra. Sul viso di lui si stampò una smorfia più spaventata che disgustata. La lama era completamente ricoperta di sangue e ora la lingua di lei si stava arrotolando attorno al suo orecchio lasciandogli una lunga scia rossa, proprio li, sotto il mento. Si sollevò dritta sulla schiena e alzò il coltello al cielo. Con un movimento fulmineo, lasciò cadere il braccio proprio al centro del petto del rosso. Li, accanto alla croce che teneva appesa al collo. Sorrise in modo soddisfatto e con le dita, chiuse le palpebre al giovane ragazzo, caduto nella sua trappola. Si chinò su di lui portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e appoggiò le sue labbra su quelle ancora calde di lui. Sapevano proprio di pesca, una succosa pesca che mai si sarebbe stancata di mangiare. Tirò fuori la lama dal suo petto e la fece scorrere lungo le sue costole.
Rise di gusto e strinse in pugno il manico. Si sorprese a tremare, ma non per la paura, bensì per la felicità.

‘Finché vita non ci separi’

 

 

 

 

 

 

 

*agita le mani in aria manco stesse pigliando mosche*

Ciao mondo! Rieccomi con un'altra Os su Axl Petunia (sempre lui *ww*) e una misteriosa ragazza.

Per chi non l'avesse capito, anche se penso sia palese, la ragazza è completamente MATTA. MALATA.

Fottutamente gnocca come cosa °-°

Per questa Os ci tengo a precisare che mi sono completamente ispirata a questo video (--> http://www.youtube.com/watch?v=X85UUDhZaCw)

Cioè, in poche parole ho detto cosa succedeva nel video e ci ho messo Petunia al posto di quel sexy capellone.

Ho scritto di cose migliori, infatti non sono molto soddisfatta di questo lavoro, ma il mio ego mi urlava in modo spietato che una cosa del genere non potevo non farla leggere a voi, miei cari lettori.

Con questo vi saluto ee.. alla prossima!

*accende i propulsori e vola via urlando 'Verso l'infinito e oltre!'*

  
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