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Autore: Miss K    24/02/2011    1 recensioni
Una giornata cominciata male e finita ancora peggio.
Draco si prende una colpa che non è sua e viene condannato ingiustamente. L'artefice della sua punizione non può far altro che cercare di sdebitarsi nel modo che ritiene più corretto: scrivergli delle lettere.
Due vite parallele sono inevitabilmente destinate ad incrociarsi a mettersi a nudo per la necessità di non essere più sole.
"Non fare la pudibonda.
Tanto devi ammetterlo anche tu: il sesso è magnifico.(Draco)".
"Fare l'amore è magnifico, non fare sesso.
Il sesso è accessorio all'amore "..."
E' l'amore che alimenta il sesso, non il contrario "..." (Hermione)".
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Ebbene sì, dopo un lungo periodo di "astinenza" ho sentito il bisogno di tornare a scrivere.
Dunque che dire, aveva da tempo in mente di scrivere questa storia, ma solo ora ho preso il coraggio di dare forma ai pensieri che mi venivano per la testa.
Buona lettura, spero gradiate!


»A bad day

"Non intendo tollerare altri comportamenti del genere in questa scuola!" -esclamò Minerva McGranitt battendo pesantemente la mano sulla cattedra in cedro -"Più di una volta è stato chiuso un occhio, ma le assicuro che questa volta ha passato il limite. Trecento punti in meno ai Serpeverde come avvertimento a tutti i suoi compagni e in quanto a lei, sarà espulso da Hogwarts fino alla fine del semestre, sono stata chiara signor Malfoy?"

Draco lo sapeva che quello sarebbe stato un brutto giorno, se l'era sentito fin dal primo momento in cui aveva messo piedi fuori dal letto.
La sensazione di malessere e stanchezza che lo aveva accompagnato da quella mattina non gli aveva permesso nè di concentrarsi sulle lezioni, nè di fare a caso a quello che gli stava accadendo attorno ed era per quello che pensò che doveva decisamente trovare un modo per tirarsi sù se non fosse che, mentre usciva dalla Sala Grande, andò a sbattere contro qualcuno.
"Hey, vedi di fare attenzione Malferret!" -gli ringhiò una voce dal basso.
Dracò abbassò lo sguardo e vide a terra Hermione mezzosangue Granger circondata dai tomi mastodontici che si portava sempre in giro.
Ovviamente comparvero gli impavidi cavalieri della riccia che senza pensarci due volte aiutarono l'amica a rimettersi in piedi e a raccoglierle i libri.
Tutto sarebbe andato regolarmente con loro che lo insultavano e lui che girava i tacchi dopo averli guardati con sufficienza se non fosse che mentre Weasley aiutava l'amica ad alzarsi, vide un sacchettino con una inequivocabile polverina bianca.
"Sbaglio o sei girato male da questa mattina, eh Malfoy?" -asserì il rosso con un sorriso canzonatori, sventolandogli in faccia il sacchettino.
"E anche se fosse? Non sarebbero comunque cazzi tuoi" -rispose Draco guardandolo con aria di sufficienza.
"Lo sai che con questa finisci dritto fuori dalla scuola?" -si intromise Potter facendosi avanti.
Draco non fece in tempo a rispondere che arrivarono i professori, attirati dalla ressa che si era formata attorno ai quattro ragazzi.

Quella giornata era veramente cominciata nel modo sbagliato.
Draco stava preparando le valige, o meglio era seduto sulla poltrona della sua stanza sorseggiando un bicchiere di buon vino aspettando che Gazza bussasse alla porta e lo "scortasse" fuori dalle mura del castello.
Le valige, non c'era neanche bisogno di dirlo, era rigorosamente vuote.
Cosa avrebbe dovuto portarsi dietro?
Vestiti? Come se non ne avesse a casa.
Libri forse?
E rovinarsi la vacanza di ben tre mesi che si era appena guadagnato?
Ovvio che no.
Aveva una media più che dignitosa, un'assenza non l'avrebbe certo compromessa più di tanto.
Draco guardò ancora una l'orlogio appesa alla parete per poi reclinare nuovamente il collo sullo schienale della poltrona in pelle.
Non vedeva l'ora che Gazza arrivasse per poi andarsene via da quelle mura.
Lontano da scuola, dagli sguardi indiscreti, dai professori, da tutto e tutti.

La porta finalmente bussò, ma con sorpresa del biondo purosangue, non entrò Gazza ma Hermione Jane Granger.
"Ma che sorpresa!" -la accolse Draco.
La squadrò dall'alto in basso, mentre faceva girare il vino all'interno del calice.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti prima che la ragazza decise di aprir bocca.
"Posso chiederti perchè?" -gli chiese infine, incrociando lo sguardo con il suo.
"No, non puoi"- rispose secco il biondo per poi portarsi il calice fra le labbra con un sorriso soddisfatto.
Sorseggiò il vino molto lentamente cosicchè potesse calare di nuovo il silenzio.
"Perchè non hai detto che era mia? Se lo avessi fatto probabilmente ora sarei io quella espulsa e ti saresti liberato di me. Avresti avuto quello che volevi dall'inizio: la mezzosangue fuori da Hogwarts!" -disse Hermione per poi avanzare qualche passo verso di lui.
Per tutta risposta, Draco agitò la bacchetta per riempire il bicchiere che aveva fra le mani, ma con una sberla al braccio lei glielo impedì e il calice finì in mille frantumi sul pavimento.
"Io ho il diritto di sapere".
Draco si alzò, sovrastandola con la sua altezza.
Le alzò il mento con una stretta salda delle dita e incrociò gli occhi argentei con quelli della ragazza.
"Mi piace l'idea che tu possa sentirti in colpa nei miei confronti" -rispose lui, cercando di provocarla.
Una bugia? Lei non poteva saperlo.

Hermione strinse una mano contro il suo braccio per allentare la sua presa.
"E cosa ti fa pensare che io mi senta in colpa?"
"Il fatto che a differenza di un Serpeverde, i Grifondoro hanno una coscienza".

L'indomani, Draco Lucius Malfoy si svegliò nella stanza in cui era cresciuto durante la sua infanzia.
Nulla era cambiato, tutto era esattamente come quando se n'era andato a dieci anni per entrare ad Hogwarts tra le fila dei Serpeverde.
Restò immobile qualche minuto a fissare l'alto soffitto prima di alzarsi ed aprire la finestra che dava sull'ampio balcone in modo che l'odore dei fiori di sua madre lo investisse tutto e a lui non rimanesse altro che farsi travolgere da quella dolce fragranza di rose rosse.

*
"Padrone vuole consumare la cena nella biblioteca?" -gli chiese Dobby materializzandosi davanti a lui.
"No, non ho fame" -rispose Draco, tornando alla sua lettura.
Aveva passato tutto il giorno a leggere.
Non che la lettura lo appassionasse particolarmente, ma del resto cos'altro poteva fare?
Certamente in una famiglia normale quando l'amato figlio unico torna a casa dopo tanto tempo sia la madre che il padre smaniano di riabbracciarlo, ebbene la famiglia Malfoy non era propriamente una famiglia che si poteva definire normale.
Fin da quando era bambino era abituato a stare da solo in quell'enorme maniero.
Suo padre era continuamente in viaggio per lavoro e sua madre con lui.
Ovviamente Narcissa non avrebbe voluto, ma la società prevedeva ed imponeva che lei stesse costantemente al fianco di Lucius per far vedere quanto fossero felici insieme e lo erano.
Le poche volte che riuscivano a passare qualche giorno tutti e tre insieme sia Lucius che Narcissa gli dimostravano quanto gli volessero bene, a modo loro.
Questo a Draco bastava, ecco perchè non gli aveva neanche detto di essere a casa.
"C'è altro?" -chiese all'elfo, vedendo che non accennava a smaterializzarsi.
"Sì, è arrivato un gufo che Dobby non conosce" -rispose il gracile elfo, porgendo al suo padrone un pacco e una lettera.
Fece scorrere velocemente gli occhi sulle poche righe scritte in bella grafia.
Abbassò lo sguardo su Dobby e sul pacco che aveva in mano.
"Liberatene" -gli ordinò, prima di lanciare il foglio che aveva tra le dita fra le braci del camino.

"Un Grifondoro ha una coscienza, un Purosangue dei doveri.
Ti farò gli avere gli appunti delle lezioni che perdi.
Hermione Granger".





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