Amor Vincit Omnia
Hermione
era esasperata. Proprio, in quell’ultima settimana non gliene andava una: aveva
sempre sofferto di insonnia dovuta a stato nervoso,
certo, ma una volta ogni tanto, non sette notti di fila! Stare perennemente
sveglia era una faticaccia! Senza contare che il sonno le
tornava verso le sette-otto del mattino, quando
doveva alzarsi e iniziare a prepararsi per andare a colazione.
Manco a
dirlo, in classe era uno zombie, e la sua non totale presenza mentale le aveva costato la bellezza di un Eccellente in
Trasfigurazione. Ve ne rendete conto?! Lei Eccellente in Trasfigurazione,
quand’era solita prendere Oltre Ogni Previsione!
Inaccettabile, davvero Inaccettabile! Soprattutto a due sole settimane dall’inizio
dei M.A.G.O.!
Ormai, i
suoi nervi avevano smesso di stare buoni, e non c’è da immaginarsi cosa sarebbe
potuto succedere al povero idiota che si fosse messo nella sua strada, sia che fosse Draco Malfoy o, ancora peggio, Ron Weasley.
Grazie a Merlino, però, anche quei due decerebrati avevano capito la gravità della situazione, e le stavano
letteralmente alla larga. Draco soprattutto, che non aveva
ancora digerito il ceffone ricevuto tre anni prima.
Ma,
d’altronde, tutti avevano capito il suo stato, e perfino la piccola Ginny temeva
di avvicinarlesi dopo che,
due giorni addietro, aveva schiantato una mosca attorno in Sala Comune, solo
perché aveva avuto l’orribile idea di girarle attorno.
La
moretta percorse di fretta la strada dalla Sala Grande alla Sala Comune di Grifondoro, e quando vi arrivò sbatté con
violenza tutti i suoi libri sul tavolino di fronte al caminetto, facendo
scappare via i pochi che si erano rintanati lì a studiare o chiacchierare con
gli amici.
Non era
più possibile continuare così: quella sonnolenza le impediva di studiare
perfino di pomeriggio, quando solitamente lei era impegnata nel ripasso e nei
compiti scritti.
Doveva
reagire: prese la pergamena vuota, ed iniziò a scriverci sopra la ricerca per
Pozioni sul Sangue degli Unicorni, la cui potenza conosceva già, grazie al
Cielo.
Aveva
appena superato di dieci righe la soglia programmata da Piton,
che cadde in un sonno profondo, il viso poggiato sulla
pergamena.
Riaprì
gli occhi lentamente e contro voglia: aveva ancora sonno, e si trovava così
bene lì, al calduccio, con quella pesante coperta addosso… Le piaceva un mondo
sentire lo schioppettio del camino di fronte al suo
viso!
Si mise
seduta, sbadigliando profondamente. Poi si guardò intorno, grattandosi
sbadatamente la testa. Non ricordava di essersi sdraiata nel divano, tanto meno
con quella coperta sopra.
In un
lampo, una piccola ombra sulla destra attirò la sua attenzione.
Harry
era lì, seduto sulla poltrona al suo fianco, una pergamena piena di scritti
sulle ginocchia e una penna immobile nella mano. La guardava con un dolce
sorriso.
“Ciao…”
Gli disse, sorridendogli a sua volta. Era da tanto che non si sentiva così
riposata.
“Ciao!”
Rispose il moretto, ponendo il punto finale alla sua ricerca, e facendola
volare via, arrotolata, fino al tavolo. Hermione
rimase a fissarlo, appoggiata morbidamente sul bracciolo del divano. Quanto era
cambiato Harry!
In
quegli ultimi anni, soprattutto dalla morte di Sirius,
si era fatto più responsabile, più profondo, ma non solo: dopo il primo periodo
passato a travagliarsi l’anima per i dolori che la vita non faceva altro che
dargli, sembrava avesse capito che, in fondo, la cosa migliore da fare non era
piangersi addosso ma godersi la poca felicità giornaliera. Questa era la
spiegazione che tutti davano al fatto che fosse divenuto un tipo perennemente
allegro, vivace, simpatico, sempre pronto a fare
scherzi a tutto e a tutti.
Una
persona magnifica da ogni punto di vista.
Ma
nessuno, neanche Ron, si rendeva conto delle ombre
che si nascondevano ancora dentro di lui, e da cui lui, perlomeno al momento,
cercava disperatamente di scappare.
“Hai dormito bene, vedo.” Continuò lui, sedendosi per terra
di fronte.
Lei fece
cenno di sì col capo. “Sì. Era una settimana che non mi rilassavo in questo
modo.”
“Nervosa
per i M.A.G.O. imminenti?”
“Sì… ma
soprattutto per ciò che verrà dopo…. Anche se, effettivamente, dovrei ben più preoccuparmi di quello che accade ora, dato
che non ho ancora finito la mia meravigliosa ricerca di Pozioni!” Aggiunse,
sbuffando mentre si alzava dal divano per dirigersi al tavolo. Ma Harry la bloccò per una gamba e
non la lasciò muovere.
“Lascia stare quella, l’ho finita io.” Le disse, con gli
occhi luccicanti di felicità.
“Come,
l’hai finita tu?!” Chiese lei allibita, portando il
suo sguardo verso il tavolo. Effettivamente la sua roba non cera più, e la
pergamena che prima stava scrivendo ora giaceva arrotolata, insieme ad un'altra.
“Ti ho
visto molto stanca, e considerando la tua situazione
di questi ultimi giorni, ho preferito lasciarti riposare. E, per evitare che questo
poco sonno fosse vano visto il risveglio burrascoso, ti ho
concluso la ricerca.
Per essere precisi, la ricerca l’avevi già finita tu… mancavano solo le
‘piccole informazioni in più’ che caratterizzano un
vero compito di Hermione Granger!”
“Harry, ma…” Balbettò lei, allibita, spostando continuamente
lo sguardo dalla pergamena all’amico. Poi sorrise, e si sedette al fianco di lui, sul bel tappeto rosso-oro dei Grifoni.
“Grazie!”
“Oh, non
c’è di che! Era ora che ricambiassi tutto l’aiuto che mi hai dato in questi
sette anni! Quello che ho fatto per te questa sera è
anche fin troppo poco!”
“Mmmmmh… a me basta, però! Nessuno mi aveva mai fatto un
favore del genere.” Mugugnò lei, appoggiando la testa
sulla spalla dell’amico mentre il sonno riprendeva
prepotentemente il possesso delle sue membra.
Sbadigliò
un paio di volte, mentre Harry la guardava
sorridente.
“Ancora
sonno?!”
“Nooo…!”Disse ironicamente lei, mentre
sbadigliava di nuovo. “E tu?”
“No,
no…. Sono abituato a stare sveglio la notte, per una cosa o per l’altra.”
Lei,
scordato subito lo stato di dormiveglia in cui versava, alzò automaticamente il
viso, colpita da quella rivelazione. Ora il sorriso con cui la guardava Harry si era fatto più triste, e Hermione
non poté fare a meno di inginocchiarsi fra le sue
braccia e abbracciarlo.
Il
ragazzo ricambiò subito, stringendola forte a se: la sua cara amica era l’unica,
fra tutto l’ammasso di idioti che lo circondava, a
capirlo davvero. Sapeva che oltre quella sua allegra facciata c’era un oceano
in continuo tumulto… un tumulto fatto dai dolori delle
perdite avvenute nel passato, e dalla paura di ciò che il futuro – soprattutto la
guerra contro Voldemort- gli avrebbe riservato.
“Ti
voglio bene Harry, non ti lascerò mai!” Gli disse
dunque Hermione, istintivamente. Quando
razionalizzò il significato delle sue parole, si scostò in fretta da lui e
arrossì violentemente. “Io…. Io… io
intendevo non come… solo come… Io…” Iniziò a balbettare, ripetutamente,
cercando in ogni modo di non incontrare lo sguardo dell’amico che si sentiva
bruciare addosso.
Ma
lui non la lasciò finire. Non le diede il tempo di razionalizzare i pensieri,
di dare un ordine logico, comprensibile alle parole e
di coprirle di contegno. Eliminò la distanza che li separava – molto breve – e la
baciò, passionalmente, lasciandola del tutto allibita e tremante.
Quando
si staccò da lei, confusa per il proprio turbamento interiore, la fissò con i
suoi verdi occhi profondi, e col tono di voce più serio che
gli avesse mai sentito, le disse: “Tu intendevi dire che mi ami… mi ami così
tanto da non capire come sia possibile che la voce non ti tradisca quando mi
sei vicino, e mi riveli tutto quello che hai nel cuore. Intendevi dire…
intendevi dire che mi starai
sempre al fianco, e che il nostro amore, insieme, riuscirà a dare ai nostri
animi la forza per distruggere ciò che li turba.
Questo… è esattamente ciò che provo anch’io
per te.”
Lei
rimase immobile, ancora rossa in viso e tremante, gli occhi spalancati dallo
stupore di tutte quelle rivelazioni.
“Harry…” Riuscì solo a sussurrare, mentre una
lacrima le rigava il bel viso. Era riuscito esattamente ad interpretare il
messaggio del suo cuore… messaggio che ancora lei non
era riuscita a decifrare del tutto.
Gli
saltò al collo, stringendolo forte, mentre lui sorrideva mestamente e l’accarezzava.
“Ho paura Harry…
ti amo, ma ho tanta paura. Per me, per te, per noi, per tutto… Ho paura che
questa guerra ci distrugga, Harry!” Disse, piangendo sulla sua spalla.
“A me ha distrutto tutto… tutto
quello che avevo me l’ha già portato via. Pensavo che
avesse spento definitivamente anche il mio cuore, ma il bruciore che provo ogni volta che ti ho vicina mi rivela che esso è
ancora vivo. Non permetterò che l’ultima cosa bella che mi rimane quaggiù venga distrutta. E non permetterò che qualcuno mi allontani
da essa, in nessun modo… Noi vinceremo, Hermione. Ora che stiamo insieme, sono sicuro che
vinceremo.
D’altronde, l’amore ha sempre
vinto… ed io ne so qualcosa!”
Sorrisero
entrambi: era vero…
Siete del mio stesso parere, Amor Vinci Omnia, l’Amore Vince Tutto? Spero
di sì. Perché, anche
nella nostra realtà, l’amore puro è
davvero l’unica cosa che può vincere tutto.
Kishal