Fanfic su attori > Tom Sturridge
Ricorda la storia  |       
Autore: RobTwili    24/02/2011    6 recensioni
Fan Fiction su Tom Sturridge.
Dal primo capitolo: '“Non mi interessa allora. Ridammi il copione”. Tesi la mano con il palmo verso l’alto aspettando che mi desse il copione senza ulteriori perdite di tempo.
“Quarta”. Lo ghignò divertito e alzai lo sguardo di scatto per fissarlo.
“Come hai detto?”. Spalancai la bocca come ogni ragazzo di 25 anni in preda agli ormoni avrebbe dovuto fare.
“Bagnina, di massimo 24 anni, bionda, occhi azzurri, quarta di tette, decisamente single, etero!”. Sorrise compiaciuto del resoconto e mi alzai di scatto in piedi.
“Andiamo in piscina! Ho voglia di nuotare!”.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1
ATTENZIONE: Questa storia sarà aggiornata 2 volte alla settimana, il Lunedì e il Venerdì.
 
 





“Bla bla bla bla… e la bacio con passione”. Sbuffai lanciando il copione sopra al tavolo e stappandomi una birra.
Possibile che anche in quel copione io dovessi fare la parte del nerd decisamente sfigato?
Dannazione, ero Tom Sturridge, un ragazzo sopra la media per bellezza e migliore amico di Robert Pattinson, sexy (a parere altrui, fortunatamente) star e rubacuori del decennio.
Accesi una sigaretta e mi preparai a leggere la prima pagina del copione.
Mi piaceva leggere prima di tutto l’ultima scena così da poter capire l’evolversi del personaggio.
Mi accorsi subito che la storia però, anche dalla prima pagina, sembrava decisamente divertente.
Avrei dovuto interpretare un nerd sfigato ma alla fine ci sarebbe stata una trasformazione e…si, mi sarei anche fatto la più figa della scuola!
Sicuramente non male!
Chissà chi avevano contattato per la parte di lei.
Mora, occhi azzurri, due gran tette.
Certamente pomiciare con Megan Fox sarebbe stato un gran colpo per il mio orgoglio!
Sarei stato invidiato anche da Rob.
Ridacchiai tra me girando pagina e continuando a leggere il mio copione.
“TOM! TOM”. Sbuffai sentendo la voce di Art dall’ingresso.
“Sto lavorando”. Urlai di rimando prima che cominciasse a disturbarmi con i suoi problemi adolescenziali legati alla biondina di turno che non lo prendeva in considerazione perché lui non voleva dire il cognome per avanzare di qualche base.
“Grandi novità!”. Si parò davanti a me con un sorriso enorme e fui costretto ad abbassare il copione per guardarlo in viso.
“Che succede pel? Dai che sto lavorando.”. Segnai il copione per fargli capire che avrebbe dovuto sbrigarsi.
“C’è una nuova bagnina!”. Fece l’occhiolino e sbuffando mi accesi una sigaretta riprendendo il copione tra le mani per continuare a leggerlo.
“Sono felice per te. Dille che sei Arthur Sturridge e tutto sarà più facile”. Lo dissi con la sigaretta in bocca e un secondo dopo non mi trovai più il copione tra le mani. “Ehi! C’è gente che lavora qui!”. Mi alzai leggermente dal divano per cercare di prendere di nuovo il copione. “Pel, dammi subito quel copione! Devo leggerlo entro due giorni!”. Assottigliai lo sguardo per minacciarlo ma si mise a ridere. “Non ti interessa sapere della nuova bagnina?”. Un sorrisino mi fece capire che forse non era una bagnina adatta alla sua età.
“Fascia d’età?”. Lo fissai curioso spegnendo la sigaretta nel posacenere pieno.
“20-24”. Troppo grande per lui, giusta per me.
“Mora o bionda?”. Requisito fondamentale.
“Bionda”. Un punto in più.
“Occhi?”. Decisamente fissato anche in questo punto.
“Il più bell’azzurro mai visto”. Sospirò come se fosse stato in estasi.
“Terza di tette?”. Se ci fosse stato il terzo requisito mi sarei catapultato in piscina, anche nudo.
“No”. Scosse la testa rammaricato per quella mancanza.
“Non mi interessa allora. Ridammi il copione”. Tesi la mano con il palmo verso l’alto aspettando che mi desse il copione senza ulteriori perdite di tempo.
“Quarta”. Lo ghignò divertito e alzai lo sguardo di scatto per fissarlo.
“Come hai detto?”. Spalancai la bocca come ogni ragazzo di 25 anni in preda agli ormoni avrebbe dovuto fare.
“Bagnina, di massimo 24 anni, bionda, occhi azzurri, quarta di tette, decisamente single, etero!”. Sorrise compiaciuto del resoconto e mi alzai di scatto in piedi.
“Andiamo in piscina! Ho voglia di nuotare!”. Sorrisi come un idiota incamminandomi verso la camera per prendere il costume.
“Ma ci sono appena stato! Non ho voglia di fare un’altra ora!”. Lo piagnucolò triste e mi girai per incenerirlo con lo sguardo.
“Tu vieni con me perché se non è vero ti affogo. Chiama anche Bobby, sarà felice di fare una nuotata, è da un pezzo che me lo chiede”. Mi chiusi la porta del bagno alle spalle per mettermi il costume e lo sentii borbottare al telefono per dire a Bobby che saremmo andati a nuotare.
Dieci minuti dopo ci trovammo tutti e tre a bordo vasca a sbavare come san bernanrdi.
Decisamente migliore di tutto quello che la mia immaginazione aveva creato, mi fece sentire come un idiota lì, con la mia cuffietta gialla e blu e il mio costume nero.
“Diamine pel, questa volta avevi ragione sul serio!”. Annuii guardandola con gli occhi fuori dalle orbite e lo vidi annuire con la coda dell’occhio.
“Ragazzi, è una dea!”. Bobby la guardò stringendosi nel suo speedo nero e si passò una mano davanti agli occhi.
“Io devo conoscerla!”. Lo sussurrai con fare cospiratorio quando entrammo in piscina e ci preparammo per fare un paio di vasche sotto l’occhio della dea dei bagnini, paragonabile solo al rallentatore di Pamela Anderson nella sigla di Baywatch.
“Chissà se sono vere!”. Art lo sussurrò posando i suoi occhi sulle tette della bagnina coperte da quei triangolini di stoffa rossa che sembravano decisamente superficiali.
“Te lo saprò dire presto!”. Ammiccai verso mio fratello e lo sentii sbuffare. “100 sterline che riesco a parlarle e a chiederle il nome e un appuntamento entro dieci minuti”. Una cosa così impegnativa richiedeva un certo prezzo.
“200 se le infili la lingua in bocca in mezz’ora, qui sotto gli occhi di tutti”. Sorrise compiaciuto e cominciai a pensare ad un piano che potesse fruttare 200 sterline in meno di un’ora.
“300 se vi levate e mi lasciate fare le mie vasche senza rimanere qui in mezzo a parlare”. Un uomo palestrato e grosso talmente tanto da farmi paura, si voltò a guardarci e ci spostammo subito per farlo passare.
“Ci sto. Ma devi mantenere la tua promessa”. Allungai la mano verso quella di mio fratello che mi guardò con un ghigno nel viso.
La strinse annuendo e Bobby rimase a guardare noi e la bagnina alternando gli sguardi.
“Puoi partire da ora”. Fece partire il cronometro dal suo orologio e sorrisi prima di cominciare a nuotare.
Una vasca e mezza dopo sorrisi prima di mettere in atto il mio piano.
“Aiuto! Aiuto un crampo!”. Mi fermai in mezzo alla vasca, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno vicino a me pronto ad aiutarmi. “Aiuto! Un cra…”. Mi abbassai immergendomi sott’acqua e agitando le braccia come se stessi veramente affondando.
Riemersi per prendere aria e mi accorsi che la postazione della bagnina era vuota.
Perfetto.
“Aiuto! Un cr…”. Mi lasciai cadere ancora prima di sentire due mani sorreggermi.
“Resisti”. Una voce di donna.
Perfetto.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai come se fossi svenuto quando mi sentii trasportare sul bordo della vasca.
“Ehi, mi senti?”. La voce della ragazza era vicina a me e sentivo gente attorno a noi. Non mi mossi e cercai di non ridere. “Qualcuno lo conosce? Sa come si chiama?”. La ragazza si stava decisamente agitando, forse anche perché quando mi tirò due schiaffi sulle guance non mi mossi.
“Si, è mio fratello. Si chiama Tom”. Sentii la voce di Art e lo ringraziai mentalmente.
Gli avrei lasciato dieci sterline, potevo permettermelo.
“Tom? Tom mi senti? Se mi senti stringi la mia mano”. Sentii qualcosa di caldo posarsi sulla mia mano e rimasi immobile.
Eddai bagnina, fai quello che ti hanno insegnato a fare!
Andiamo!
Parti con la respirazione bocca a bocca!
La Anderson la faceva subito, che aspetti?
Sentii qualcosa spostarsi di fianco a me e poi due piccole mani toccarono la mia mandibola per aprirla.
Eccolo, il momento!
Sentii le sue dita posarsi sul mio petto e subito dopo una mano mi chiuse il naso.
Quando le sue labbra cominciarono a soffiarmi l’aria dentro ai polmoni senza tanti problemi le infilai la lingua in bocca cercando di circondarle il collo con la mano.
Cercò subito di staccarsi e al posto della sua lingua mi ritrovai con le nocche della mano piantate per bene sul mio naso che cominciò a sanguinare dopo il suo gancio destro.
“Auch!”. Lo urlai portandomi una mano sul naso prima di accorgermi che era piena di sangue.
“Oddio! Oddio scusa!”. La bagnina cominciò a gesticolare prendendo qualcosa da dietro di lei e posandomelo sul naso. “Scusami, mi hai colto di sorpresa e ho reagito…”. La gente attorno a noi cominciò a ridacchiare più forte e qualcuno fischiò.
Mi asciugai il mento sporco di sangue con l’asciugamano che mi aveva dato e cercai di rialzarmi.
“Mi hai rotto il naso”. La fissai sconvolto e la bagnina cominciò a scuotere la testa.
“No, è stato un errore! Io non l’ho fatto apposta!”. Scosse la testa e poi diventò seria. “Ehi, tu mi hai infilato la lingua in bocca! Si, l’ho fatto apposta!”. Annuì una volta seria portandosi le braccia sotto alle due enormi bocce e rimasi per un attimo a contemplare la trama di quel bikini così fortunato.
“Ma tu mi hai rotto il naso! Hai la vaga idea di come io potrò fare un provino tra due giorni se ho il naso rotto?”. La fissai guardando l’asciugamano che sembrava aver cambiato colore.
“Andiamo, non è rotto. Fammi vedere”. Tolse l’asciugamano e si avvicinò per controllare.
Strinse lievemente gli occhi e mi accorsi che erano azzurri.
Non grigi.
Non verdi.
Azzurri.
Art aveva ragione. Erano gli occhi più azzurri che avessi mai visto.
“Allora?”. La guardai passandomi l’asciugamano sotto al naso per togliere le ultime gocce di sangue che erano uscite.
“Io non credo che sia rotto. Dovrebbe sanguinare ancora. Dovresti farti visitare da un medico”. Lo sussurrò alzandosi in piedi e tendendomi la mano per aiutarmi.
Mi alzai lentamente, evitando ulteriori figuracce con un giramento di testa.
Diamine se era alta!
Come minimo un metro e settanta, e sicuramente quelle bocce ci stavano da dio in quel corpo da modella.
“Come un medico? Tu dovresti sapere se è rotto o no! Non fanno fare i corsi ai bagnini?”. La fissai sorpreso e si avvicinò con fare cospiratorio.
“Shhh! Ho saltato quella lezione. Non dirlo a nessuno, per favore.”. Scosse la testa spaventata e ghignai malefico.
“Beh, allora devi pagare un prezzo per il mio silenzio, potrei denunciarti”. Le sorrisi e la vidi spalancare la bocca sorpresa.
“Mi stai ricattando?”. Rimase con gli occhi sbarrati anche quando annuii. “Tu non mi puoi ricattare, forse non ti sei accorto che potrei denunciarti per molestie sessuali!”. Incrociò di nuovo le braccia sotto alle bocce e per qualche secondo dimenticai di fissarla negli occhi.
“Si…beh…”. Tornai a guardarla completamente disorientato e con la gola secca. “Direi che allora io non sporgo denuncia a te per avermi rotto il naso e tu non la sporgi a me per molestie sessuali. Che ne dici?”. Era difficile concentrarsi sui suoi occhi quando qualcosa di decisamente più grande attirava la tua attenzione.
Dovevano essere naturali, sicuramente!
Sembravano così soffici, così perfettamente naturali che non potevano di certo essere state fatte da un chirurgo estetico.
Quelle tette erano state fabbricate da madre natura in persona!
E si era impegnata anche tanto!
“I miei occhi sarebbero sopra il mio collo, così per dire”. Si portò le mani davanti al seno come se avesse voluto nasconderlo e alzai lo sguardo di scatto trovandola a metà tra il divertito e l’offeso.
Bene, avevo di certo guadagnato un sacco di punti.
Talmente tanti che avrei di certo ricevuto un ‘Si’ urlato alla richiesta di appuntamento.
Era nel manuale dei gentiluomini.
Regola numero uno: guardare insistentemente le tette di una donna, se poi sono grandi e belle fissarsi per minuti interi.
“Ma lo sai che hai un costume fantastico? Volevo comprarlo a mia sorella uguale uguale!”. Le sorrisi tentando di salvare la situazione. “Perché lo voleva proprio con questo intreccio di fili! Non ti stavo guardando le tette, volevo che fosse chiaro! Non che non siano da guardare, voglio dire, ma un minutino fa mi sono fermato ad ammirare l’intreccio di fili rossi che ha questo costume e ho pensato che facesse proprio al caso di mia sorella, ed è una fortuna! Tu non sai nemmeno quanto mi ha stressato per trovarlo! ‘Tom il costume di qui, Tom il costume di là’, per fortuna che ti ho incontrato, voglio dire, mi schivi otto giornate di shopping con lei per trovarlo! Posso chiederti dove l’hai comprato?”. Un sorriso bellissimo che non la smosse di nemmeno un millimetro.
“Tu sei totalmente pazzo! È la scusa più idiota che uno si sia inventato”. Scosse la testa ridendo di gusto.
Si.
Erano decisamente vere.
Lì ballava tutto.
“Non era una bugia! Chiedi a mio fratello pe…volevo dire Art! Di sicuro ti dirà che è vero”. Segnai Art che si stava infilando un accappatoio e la vidi sorridere.
“Va bene, allora chiederò a tuo fratello”. Fece un passo per avvicinarsi ad Arthur e mi crollò il mondo addosso.
Arthur non mi avrebbe mai appoggiato perché c’era la scommessa in palio.
“MA! Ma ora mi è venuto in mente che Art non lo sapeva”. Scossi la testa come se fossi stato dispiaciuto. “Sai, non è del tutto normale, soffre di una strana malattia e si dimentica le cose, poi piange all’improvviso se gli facciamo una domanda e non si ricorda la risposta. Non vorrai metterlo in imbarazzo, vero?”. La fissai serio e ferito dal suo possibile rifiuto. “Una così bella donna non vorrà mettere in imbarazzo un piccolo adolescente indifeso”. Mi fissò seria e scosse la testa.
“Non mi sembrava tanto strano prima quando gli ho chiesto come ti chiamavi. Sai, prima, quando mi hai assalita”. Corrugò la fronte e spalancai gli occhi.
Non si era dimentica, allora.
“Si, beh, credo ci sia stato un errore di comprensione tra di noi, bagnina…come hai detto che ti chiami?”. Stava per scadere il tempo e non sapevo ancora il nome.
“Non l’ho detto, infatti”. Sorrise sarcastica e la guardai sorpreso.
Diamine, sapeva tenere testa la tetto…ehm, la ragazza!
“Beh, potrebbe essere il momento giusto per dirlo, no?”. Un mio nuovo sorriso e lei scoppiò a ridere.
“Ho sempre saputo che voi attori siete strani, ma di gran lunga tu sei il peggiore che io abbia mai incontrato”. Scosse la testa continuando a ridere.
“Si, me lo dicono in molti. Quando mi hai riconosciuto?”. La fissai serio, non credendo ai miei occhi e alle mie orecchie.
Mi aveva riconosciuto e non aveva ancora chiesto di lui.
“Quando hai aperto gli occhi dopo avermi piantato la lingua in bocca”. Lo sibilò tra i denti e sorrisi timidamente.
“Devo assolutamente farmi perdonare per questa mancanza di tatto. Si. Vediamo, un appuntamento potrebbe andare? Decisamente nessun bacio!”. Le sorrisi e scosse la testa.
“No.”. scosse la testa seria, irremovibile.
“Perché? Hai il fidanzato?”. Fissai il suo anulare spoglio da brillanti accecanti.
“No”. Scosse la testa come se fosse stata una cosa ovvia.
“Sei lesbica?”. I miei occhi si sgranarono sorpresi e anche felici, in attesa di una risposta.
“No”. Lo disse schifata e scossi le mani.
“Era per sapere! E allora perché non vuoi uscire con me?”. Sporsi il labbro inferiore per fare una faccina triste e sorrise.
“Perché non ti conosco e non esco con le persone che non conosco. Non esco con le persone che ho visto una volta sola, mi dispiace”. Alzò le spalle, come se fosse stata davvero dispiaciuta.
“Ma guarda un film che ho fatto un paio di volte così mi hai visto tre volte e possiamo uscire assieme, no?”. Un sorriso che la fece ridere.
“No. Ed è un no insindacabile”. Scosse la testa prendendo il suo asciugamano e il fischietto.
Se ne stava andando.
“Come? No dai! Per favore! Tu non mi hai nemmeno ascoltato! Stavi guardando quelli che nuotavano!”. Segnai la vasca quando salutò un biondone che le diede il cambio sulla sedia del bagnino.
“Si che ti ho ascoltato, in ogni caso stavo lavorando”. Si avvicinò pericolosamente alla porta con la scritta ‘STAFF ONLY’ e mi accorsi che il mio tempo stava finendo.
“Va bene, non facciamo un appuntamento, dimmi almeno come ti chiami, così cominciamo dall’inizio!”. Cercai di sorridere conscio del fatto che avrei vinto solo 200 sterline dalla sfida con Art.
Ma non era più una sfida, si trattava di orgoglio maschile, e non solo di quello.
“Perché dovrei dirtelo?”. Mi fissò posando la mano sulla maniglia pronta per abbassarla.
“Perché così la prossima volta posso salutarti per nome”. Le sorrisi.
“Facciamo così, ti aiuto restringendo il campo. È il nome di una canzone dei Beatles”. Sorrise chiudendosi la porta alle spalle.
Oh bene!
Ora si che sapevo come si chiamava!
Una canzone dei Beatles!
Un sacco di loro canzoni avevano il nome di una donna!
Lucy, Michelle, Jude, Anna, Eleanor, Lizzy!
E questi erano solo i primi nomi!
Che diamine!
“Allora?”. Art si avvicinò con un sorriso e scossi la testa.
“Le 200 sterline della tua scommessa le ho vinte, solo che non so come si chiama!”. Sospirai e Bobby cominciò a ridere.
“Beh, io credo che Art debba pagare, hai avuto coraggio a fare quello che hai fatto”. Annuì e mi batté una mano sulla spalla.
“Si, ma non so ancora come si chiama, è rimasta sul vago”. Strinsi le labbra togliendomi la cuffia dalla testa.
“Che  cosa ti ha detto?”. Art lo chiese curioso e mi schiarii la voce.
“Che si chiama come una canzone dei Beatles”.
Possibile?
Si chiamava come una canzone dei Beatles e aveva le tette di Pamela Anderson.
Era la donna perfetta!

 
 
 
 
 
Salve ragazze! :)
Non so nemmeno con che coraggio pubblico una cosa del genere ma questa storia è nella mia mente da un pezzo!
Glielo dovevo! Dovevo allo smilzo una storia, e non potevo che farla comica!
Ah si, naturalmente Arthur Sturridge esiste sul serio, è il fratello di Tom e ha un’insolita chioma rossiccia che non so da dove sia sbucata, per questo motivo Tom ogni tanto qui lo chiama Pel (da Pel di carota).
QUI trovate la foto di Tom e del fratellonzo.
Saranno pochi capitoli, sette compreso l’epilogo e la vena sarà più o meno comica come questo.
Userò questo tono ‘leggero’ solo ed esclusivamente perché con le due storie che ho scritto ‘Do you think you can tell?’ e ‘Redemption’, credo mi sia sparita tutta la vena ironica che avevo (se mai ne ho avuta una) e quindi, prima di cominciare un progetto a cui tengo un pochino, volevo allenarmi a scrivere stupidate qui! :P
Aggiornerò, come avrete letto sopra, due volte a settimana, il venerdì e il lunedì, così finisce anche presto.
Se mi fate sapere che ne pensate (gli insulti pesanti sono bene accetti) io sarò più che felice di rispondervi! :)
A lunedì! :)
Un bacio!
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Tom Sturridge / Vai alla pagina dell'autore: RobTwili