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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    24/02/2011    2 recensioni
“E Tyltyl disse alla bambina che l’avrebbe ritrovato e anzi, chiedeva a chi stava leggendo di aiutarli nella ricerca…”.
La voce di Seiya, apparentemente intento a leggere qualcosa ad alta voce, accolse Aiolia nel momento in cui mise piede nella stanza, ariosa e luminosa; mosso qualche passo all’interno, si ritrovò dinanzi a una scena quantomeno singolare: con la testa poggiata sul guanciale e il corpo abbozzolato nelle coperte, Aiolos ascoltava attentamente le parole del guerriero di Pegaso, guardandolo con interesse, seppur i suoi occhi fossero velati di stanchezza, mentre il giovanissimo giapponese, con la mano a sostenere la testa, consultava distrattamente un volume illustrato, mollemente abbandonato su uno dei cuscini."
Fanfic PostHades, anche Aiolos è tornato con gli altri. Fic appartenente al mio ciclo dedicato ai tre Aiolia, Aiolos e Seiya, che per me sono fratelli quanto lo è Seiya con gli altri Bronze Saint.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leo Aiolia, Pegasus Seiya, Sagittarius Aiolos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Siamo Fratelli'
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L'UCCELLINO AZZURRO

“E Tyltyl disse alla bambina che l’avrebbe ritrovato e anzi, chiedeva a chi stava leggendo di aiutarli nella ricerca…”.*

La voce di Seiya, apparentemente intento a leggere qualcosa ad alta voce, accolse Aiolia nel momento in cui mise piede nella stanza, ariosa e luminosa; mosso qualche passo all’interno, si ritrovò dinanzi a una scena quantomeno singolare: con la testa poggiata sul guanciale e il corpo abbozzolato nelle coperte, Aiolos ascoltava attentamente le parole del guerriero di Pegaso, guardandolo con interesse, seppur i suoi occhi fossero velati di stanchezza, mentre il giovanissimo giapponese, con la mano a sostenere la testa, consultava distrattamente un volume illustrato, mollemente abbandonato su uno dei cuscini.

Il refolo di vento fresco, che entrava dalla finestra lasciata spalancata, muoveva piano le tende e il lembo di cielo azzurro che si riusciva a scorgere da quel punto era più chiaro che mai, solcato da sottili sbuffi di nuvole candide.

Un uccellino zampettava sul davanzale, osservando con curiosità l’atteggiamento quasi familiare tra i due guerrieri.

Leo restò più scostato rispetto a loro, sembravano non essersi accorti del suo ritorno, ed era curioso di sentire cosa si stessero dicendo.

Con un colpo secco, Seiya richiuse il libro, rigirandoselo tra le mani: “Non riesco mai ad arrivare in fondo con gli occhi totalmente asciutti…” bofonchiò il bruno, sfiorando con le dita la copertina colorata nei toni dell’azzurro e del blu chiaro, delineando coi polpastrelli la sagoma piccina di un uccellino disegnato proprio al centro.

Ed era così bello che sembrava vero.

Aiolos, per un momento, sembrò assentarsi, con la mente, mentre il suo sguardo indugiava sul piccolo  pennuto che becchettava qua e là fuori sul davanzale, i loro occhi si incontrarono per un momento: “Ehi, guarda…” sussurrò Aiolos con voce roca, cercando di mettersi seduto.

Seiya lo afferrò prontamente per le spalle, impedendogli di cadere e lo tenne dritto, poggiandogli le mani sulla schiena calda e ossuta: “Non dovresti alzarti in questo modo…” lo rimproverò, ma senza staccarsi da lui, “Anzi, non dovresti alzarti proprio…” borbottò, osservandosi febbrilmente attorno nel caso qualcuno fosse tornato prima del tempo.

Aiolia si appiattì il più possibile contro la parete.

Lentamente, con movimenti goffi e quasi impacciati, Sagittarius scostò le coperte, poggiando i piedi nudi sul pavimento di granito, e alzandosi infine in piedi.

Si reggeva a malapena sulle gambe, e solo con l’aiuto di Seiya, che era subito scattato al suo fianco per sorreggerlo, ma nei suoi occhi c’era una strana luce mentre si avvicinava, sorretto dal piccolo giapponese, alla finestra.

Non appena Aiolos ebbe poggiato entrambe le mani sul davanzale, il volatile si avvicinò saltellando a lui, sfregando la testolina piumata contro il suo polso lasciato scoperto dal pigiama, quei puntini luminosi che aveva al posto degli occhi soggiogarono entrambi i ragazzi, che si ritrovarono a fissarlo e ad ascoltarlo cantare.

Ed era un canto gentile e melodioso.

Sotto il loro sguardo stupefatto, l’uccellino assunse i colori dell’azzurro, proprio come il protagonista del libro che stavano leggendo sino a poco prima, ma non potevano muoversi e neppure parlare: solo ascoltarlo.

Anche Aiolia, pure se relativamente lontano rispetto al canterino, era rimasto paralizzato contro la parete, avviluppato nella medesima spirale di emozioni che aveva letteralmente rapito i due giovani affacciati alla finestra.

Cosa stava succedendo?

Poi, finalmente, quel canto si spense e, nel momento esatto in cui l’uccellino volò via, il corpo di Aiolos ebbe un sussulto, per poi cadere tra le braccia di Seiya, che faticò non poco a reggerlo: stupito e preoccupato cercava di rianimarlo e farlo riprendere.

L’idillio si era spezzato.

Con un balzo, Aiolia fu accanto a loro, prese il maggiore in braccio e lo ridepositò tra le coperte, passandogli la pezza bagnata sulla fronte sudata: “Non voglio più vedervi in piedi.” disse secco, cingendo con il braccio libero la vita di Seiya per accompagnarlo al letto.

Con un gemito sofferente, Aiolos aprì nuovamente gli occhi, sorridendo nel vedere sopra di sé il viso di Leo e quello del Pegaso: “Avete sentito anche voi…?” bisbigliò, cercando di afferrare loro le mani, “L’avete sentito cantare?”; entrambi annuirono, “E ti ho visto anche svenire, fino a quando non vi sarete ripresi del tutto non voglio vedervi in piedi, sono stato chiaro?” ripetè il ventenne, stringendo forte a sé la mano di Sagitter.

Questi si voltò verso Seiya: “Tyltyl aveva ragione… L’uccellino azzurro esiste… e ci ha dato un’altra possibilità per vivere assieme…” sussurrò, scivolando ben presto tra le maglie del sonno.

Leo rimboccò con cura le coperte al fratello: “Infilati sotto anche te.” Disse, rivolgendosi al quattordicenne e sedendosi sullo sgabello accanto al letto, “Io resterò qui.” Affermò, accomodandosi con la schiena contro il basso comodino.

Senza aprire bocca, Seiya eseguì l’ordine.

Ci furono alcuni minuti di silenzio, minuti in cui Aiolia pensò seriamente che pure l’altro suo fratello si fosse appisolato, e invece, ben presto, la voce di Seiya ruppe la tranquillità: “Io l’ho sentito cantare… Diceva che era qui per noi…” mormorò con tono impastato dal sonno.

La mano massiccia del Saint del Leone si poggiò sulla sua testa, accarezzandolo: “L’ho sentito anche io… << la vostra felicità è stare assieme>>, ha detto questo. E stavolta non ci sarà Dio che mi impedirà di tenermela stretta, e tenermi stretti voi…”.

 

*Ho tradotto in discorso indiretto la frase finale della pièce teatrale di Maeterlinck da cui ho ptreso ispirazione per il mio racconto per quanto riguarda la figura dell'uccellino azzurro.

   
 
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