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Autore: Leemoon MewSisters    09/01/2006    4 recensioni
Breve Two-shot dovuta ad un secondo attacco di demenza acuta di Neko Ichy-chan, in preda al panico da fine vacanze... leggete, demoralizzatevi e commentate! Grazie!
(Ma quando la pianterai di postare i tuoi compiti su EFP? NdMewLeemoon_ormai_senza_speranza)
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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IlRitornodi-QuandoTmmTiDaAllaTesta2

TEMA N°2:

Le idee di una maggiore giustizia sociale si stanno diffondendo. Alcuni operai e operaie di una filanda vicino a Lione, stanchi delle condizioni inumane nelle quali sono costretti a vivere e a lavorare, si riuniscono e decidono di organizzare uno sciopero per chiedere miglioramenti salariali e per diminuire l’orario di lavoro da 15 a 13 ore giornaliere.

 

°~°

 

Ichigo scivolò silenziosamente lungo uno degli stretti e sudici vicoli di uno dei quartieri operai di Lione, avvolta da un lungo mantello e nascosta dall’oscurità della notte. Dopo pochi metri due figure si unirono a lei.

“Ciao Minto, ciao Zakuro…” le salutò a bassa voce mentre insieme si dirigevano verso una porticina tarlata che si apriva sulla facciata del basso caseggiato antistante.

La ragazza bussò tre volte e poco dopo all’uscio si affacciò una ragazzina dai capelli biondi.

“Non vi ha seguite nessuno, vero? Sapete che queste riunioni sono proibite: se ci scoprissero le autorità penserebbero che siamo dei criminali sovversivi ed io non posso permettermi di venire arrestata!” disse la ragazzina.

“Tranquilla, non ci ha seguito nessuno, Purin!” le rispose Ichigo, entrando nella casa assieme alle altre.

Dentro al locale, composto da un’unica stanza, faceva quasi più freddo che all’esterno e cinque bambini giocavano chiassosamente sul pavimento di terra battuta. Seduta al piccolo tavolino di legno c’era invece una quinta ragazza che, con gli occhi lucidi, si stringeva la mano fasciata.

“Come va, Retasu?” le chiese Zakuro.

“La ferita non è grave, ma non riuscirò a lavorare bene per almeno una settimana!” sospirò la ragazza.

“Io non ho ancora capito come hai fatto!” sbottò Minto.

“Mi è scivolata la mano e mi sono tagliata con il filo.” Spiegò mestamente Retasu. “Il problema è che quei fili sono così sottili e vanno tanto veloci che non riesco a tenerli d’occhio!”

“Avresti bisogno di un paio di occhiali…” osservò Purin.

“N-non ho abbastanza soldi per comprarli!” ribatté la ragazza.

“BASTA! Non può andare avanti così!” sbottò Ichigo, catturando l’attenzione di tutti. “Quel Shirogane ci tratta come delle schiave! Ci fa lavorare tutto il giorno in piedi, senza darci nemmeno una pausa, con quei ritmi così frenetici che non abbiamo nemmeno il tempo per respirare! E per cosa poi? Per una paga da fame!”

“Non dire così Ichigo… è uguale da tutte le parti, qua a Lione! E poi Shirogane ci da almeno queste case in cui abitare…” mormorò Retasu.

“Queste non sono case! Guarda: una stanza sola per Purin e i suoi cinque fratellini, neanche una finestra, un pavimento gelido, i muri che cadono a pezzi… come puoi chiamarle case, se pensi che quel pomposo capitalista vive nella sua lussuosa villa di campagna!” strillò rabbiosa la ragazza.

“E quindi, cosa pensi di fare?” domandò fredda, Zakuro.

“Sciopero!” esordì Ichigo, con impeto. “Ho sentito parlare dello sciopero che hanno fatto due mesi fa alla filanda Wesley… hanno smesso tutti di lavorare per dieci giorni ed alla fine il padrone dalla fabbrica ha ceduto!”

“E cosa è successo?” chiese timidamente Retasu.

“Hanno ottenuto una riduzione dell’orario di lavoro da quindici a tredici ore!” spiegò con enfasi la ragazza.

“Veramente?” fece Minto, incredula. “Pensa che bello se potessimo rincasare due ore prima! Almeno non sarebbe già buio quando usciamo dal lavoro!”

“Potremmo anche chiedere un aumento…” propose Purin, pensierosa. “Con quello che Shirogane ci da ora, riesco a malapena a sfamare i miei fratellini.”

“Perfetto ragazze!” esclamò Ichigo. “Se siete tutte d’accordo, non ci resta che convincere le altre operaie ed organizzare lo sciopero!”

“Non sarà così facile…” osservò piattamente Zakuro. “Se qualcuno va a spifferare tutto a Shirogane, ti licenzierà!”

“Non m’interessa! Un altro lavoro lo posso sempre trovare, ma la soddisfazione di fargliela pagare a quello spocchioso miliardario non me la voglio perdere!” ruggì Ichigo, mentre l’ira combattiva bruciava nei suoi occhi.

“Io ci sto!” esclamò Purin, seguita dalle altre.

Poi la biondina si diresse verso una cassapanca e tirò fuori un sacchetto con del pane, un vasetto di burro ed una bottiglia di vino scuro.

“Forza ragazze! Bisogna festeggiare l’occasione!” esultò, dividendo il pane tra le colleghe, mentre queste si passavano allegramente la bottiglia di vino…

 

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Stavolta i nomi per la versione "scolastica" sono:

 

Ichigo: Mariarosa

Minto: Antonietta

Retasu: Costanza

Purin: Carmela

Zakuro: Concetta

   
 
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