Anime & Manga > Lamù
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Autore: crystaldreams    25/02/2011    1 recensioni
Non saprei dirvi perchè, ma riguardando qualche giorno fa alcuni episodi di Lamù, mi è tornata una voglia incredibile di scrivere un piccolo raccontino, che ruberà all'incirca un semplice capitolo. Spero che sia di vostro gradimento.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tobimaro Mizunokōji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco un altro giorno che scorreva, come tutti gli altri. Le urla, gli schiaffi, le punizioni e soprattutto le disperazioni della signora Mizunokoji. Ormai non sapeva più che fare. La figlia, la piccola dolce, ma incredibilmente forte Asuka, non riusciva ancora bene a comprendere che cosa significasse essere un fratello. Ogni volta che cercava di farle capire, che fare il bagno assieme a lui oppure tentar di dormire nel suo letto, fossero delle cose contro costume, ma anche malsane, otteneva per tutta risposta uno sguardo perplesso, come per chi capiva che tutto ciò fosse un qualcosa di assolutamente normale. Cominciava qualche volta a maledire il giorno, in cui aveva deciso di tener fede alla tradizione della famiglia Mizunokoji e a farla crescere, lontana dal padre e dal fratello. Ma alla fine si ricredeva sempre, non poteva credere che aveva sbagliato ad educare la figlia in quel modo. Del resto lei non aveva avuto tutti i suoi problemi. Tuttavia bisogna ricordare anche, che chi scombussolò in maniera, oserei dire, definitiva, fu lo stesso Ataru, che di sicuro per la fanciulla appena ricondotta al mondo, vero e non quello dominato da sole donne, aveva costituito un puro trauma, saltandole addosso in quel modo. Questi pensieri attanagliavano completamente la mente della donna, in cerca di un colpevole, su cui avventarsi con tutta la propria ira. Di sicuro la donna, nonostante l'aspetto apparente innocuo, costituiva una vera ed emerita minaccia, giacchè era molto più potente della figlia in forza. Un giorno durante la sua consuetudinaria abitudine di bere il te alle 5 del pomeriggio, vide la dolce Asuka, che tornava da uno dei suoi faticosi allenamenti. La vedeva con un sorriso stampato sulla faccia. Curiosa, mentre ancora beveva dalla tazzina, la interrogò "Figlia mia, cos'è che ti rallegra così tanto?" 
Come destata da un sogno Asuka la fissò un attimo, perplessa, poi con un sorriso imbarazzato sul volto, le rispose "Oh madre, sapete è da qualche sera che dei sogni bellissimi mi accompagnano durante la notte".
La madre in cuor suo cominciava a temere il motivo, per cui quei sogni potessero tante piacerle, ma allo stesso tempo, come a cercarne una conferma definitiva, continuò "E dimmi, che genere di sogni fai?"
La ragazzina un pò titubante, la guardò come se volesse davvero capire, se fosse il caso di andarle a raccontare i dettagli, ma poi qualcosa attirò la sua attenzione e subito si voltò ad osservare quella figura, che a passi lenti, si avvicinava alla tenuta, ma ancora abbastanza lontana, per poter essere riconosciuta completamente. Fa niente, lei aveva già capito di chi si trattasse. Girò il capo in direzione della madre e le disse
"Perdonatemi, madre, ma vado ad accogliere mio fratello, portandogli un pò di te." Raccogliendo un vassoio, dal tavolino basso continuò "Sono sicura, che abbia bisogno di un pò di ristoro, dopo essersi allenato duramente."
Raccolse tutta la forza, che aveva dentro di sè e a grandi passi si diresse verso Tobimaro, contenta in volto, quasi raggiante.
"Fratello, Fratello, aspettami, sto venendo da te". Tobimaro nel frattempo vedendola arrivare, impallidì. << Nono Asuka non ti preoccupare>> Cercava di scappare, perchè quell'incontro gli avrebbe causato, sicuramente qualche costola rotta, se non tutte come al suo solito. 
 
 
I suoi sogni. Per quanto ancora non ne comprendesse appieno il significato, sapeva che in fondo essi dovessero rispecchiare ciò che lei desiderava di più al mondo; E a questo proposito, il suo desiderio veniva rappresentato nel migliore dei modi. Ogni sera, ritornava là, in quel luogo magnifico. Non sapeva bene dov'era, ma di sicuro era pacifico, soleggiato, accogliente, silenzioso e stupendo, non solo per la natura che la circondava, ma perchè là vi era sempre lui. L'uomo più importante al mondo. Lo guardava avanzare sempre nel suo solito vestiario, con una calma apparente e con il sorriso stampato sul volto. Era diretto verso di lei. Lo sapeva, perchè conosceva il profondo legame che li univa, che li rendeva così indissolubili, così complementari, l'uno per l'altra. Con un sorriso si diresse verso di lui a gran balzi, così che dopo solo pochi secondi gli era davanti. Si gettò incontro al suo petto, facendosi accogliere da un abbraccio, che la fece sentire a casa, amata e sicura. Amava questa sensazione, perchè nessuno gliela avrebbe potuta trasmettere come faceva lui. Già lui. Si discostò da quel tenero abbraccio e guardò il suo volto. Le sorrideva, quel sorriso così caloroso, così amorevole così bello. Non riuscì a non ricambiare anche lei, con un ulteriore sorriso, che la fece avvampare. Trascorrevano le giornate sempre allo stesso modo. Rincorrendosi, giocando, nuotando assieme, combattendo, scherzando, mangiando, facendosi i dispetti, guardando il cielo, nascondendosi. Chiunque se li avesse visti, avrebbe capito che tra loro vi era una profonda armonia, che nessuno mai avrebbe potuto sciogliere. Già, ma nessuno li poteva vedere, giacchè si trovavano in un posto lontano dalla realtà quotidiana e cittadina. Un mondo parallelo, in cui i suoi sogni poteva diventare realtà, in cui lei, Asuka, finalmente poteva stare con il proprio fratello, senza che ci fosse qualcuno a disturbarli. E come ogni volta il sogno terminava con lei, che raccolta nell'abbraccio del fratello, lo guardava intensamente, facendone riflettere i propri occhi dentro quelli di Tobimaro, assaggiandone il loro calore. Un intenso fluire di sguardi ed intesa. Sentiva che di lì a poco sarebbe successo qualcos'altro, ma ogni volta che stava lì lì per accadere, si svegliava. Certo il risveglio da quel sogno, non le piaceva proprio, tuttavia la serenità e la contentezza, che le aveva portato, si potevano difficilmente cancellare dal suo viso allegro e felice. 
 
Se tutto potesse essere come nel suo sogno. Invece, il fratello non era mai così, come lei lo vedeva, ma sapeva in cuor suo, che Tobimaro era animato da sentimenti puri, dolci e sinceri. Sentiva che lui aveva bisogno di lei quanto lei ne aveva bisogno di lui , nonostante lui cercasse di allontanarla, ora gentilmente, ora sgarbatamente, ora scherzando con lei, ora arrabbiandosi, ma che ancora non c'era arrivato, non aveva compreso, quale profondo legame li unisse. E in attesa che quel giorno arrivasse, continuava a farsi cullare da quelle dolci visioni.
  
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