The
First Kiss
Maka
portò i
polpastrelli a sfiorarsi le labbra, forse era la centesima volta che lo
faceva
quel giorno, ma non riusciva, in nessun modo, a resistere alla
tentazione di
sentire se erano ancora umide.
Come
per le ultime
novantotto volte, constatò che erano secche, che non
c’era nessuna traccia di
saliva estranea.
E
non sapeva se
esserne felice oppure delusa.
Digrignò
i denti
quando si rese conto che era da quella mattina che non faceva altro che
pensare
a quel avvenimento-catastrofe di cui era stata vittima.
infondo non era una cosa poi così importante, quello che
era successo, era una cosa normale, nei parametri adolescenziali. Era
stato
solo un bacio.
Un
bacio con la lingua, se no non mi
sarebbe rimasta la saliva di quel idiota.
Lei
non aveva mai
pensato seriamente a come doveva essere un bacio, non le era mai
interessato
così tanto uno scambio di effusioni, o almeno non
così tanto da porsi delle
domande serie sull’argomento. Quando le era capitato di
vedere film, ove i
protagonisti finivano per baciarsi in modo spassionato, le era sempre
sembrato
tutto molto semplice e perfetto.
Ma
nel bacio che le
aveva dato Soul non c’era stato niente di
semplice o perfetto.
Era
stato alquanto
imbarazzante, e complicato. L’aveva presa alla sprovvista
baciandola quella
mattina, senza averle detto una sola parola che potesse preludere le
sue
intenzioni, senza che ci fosse un minimo di atmosfera romantica, come
quella
dei film.
E
poi, quando Soul
aveva cercato, goffamente, doveva ammetterlo, di farsi spazio nella sua
bocca
spingendo con forza la lingua contro i denti, lei era letteralmente
andata in
tilt, e non sapendo che fare aveva combinato un disastro.
L’aveva si lasciato
entrare, schiudendo appena le labbra, ma l’attimo dopo gli
aveva morso la
lingua senza neanche accorgersene e lui aveva urlato dal dolore.
Non
sapendo cosa dire
era rimasta zitta per un attimo, e quando aveva visto Soul cercare di
uscire in
fretta dalla stanza non aveva trovato il coraggio di richiamarlo,
troppo
imbarazzata e confusa, l’unica cosa che aveva fatto era stato
sfiorarsi timidamente
le labbra, trovandole umide.
Ma
adesso, mentre
faceva finta di prendere appunti su un foglio ancora candidamente
bianco, si
sentiva sempre più stupida.
Nonostante
il bacio
di Soul fosse stato goffo, maldestro, era pur sempre stato un bacio, il
suo
primo bacio. Il bacio di Soul. E forse, sarebbe bastato fare un
po’ di pratica
e quel gesto – all’apparenza semplice –
Sarebbe diventato piacevole. Perché per
forza baciare doveva essere gradevole,
se no nessuno si sarebbe scambiato dolci effusioni.
Il
suono della
campanella, fastidioso e troppo acuto per i suoi gusti, la
destò dai pensieri,
e lo sguardo guizzò dal foglio a Soul, che era seduto
qualche banco più in là.
Non
indugiò oltre, e
corse da lui, incurante del fatto che il professore fosse ancora in
classe, che
più della metà degli studenti li fissassero
sbalorditi, e che quella fosse la
cosa più imbarazzante che avesse mai fatto in tutta la sua
vita.
Gli
toccò un braccio
a malapena per fermarlo,e quando si voltò lo
fissò dritto negli occhi per un
secondo, poi, alzandosi leggermente sulle punte, lo baciò,
lasciandolo di
stucco.
Allora,
vi è piaciuta? Sono proprio
inesperti questi Soul e Maka, è stato divertentissimo
renderli così … imbranati
ecco.
Ho
un avviso per i lettori di “My last
breath”, purtroppo ho avuto
gravi problemi col computer e ho perso tutti i File, indi il quarto
capitolo
della storia è stato eliminato, perciò mi serve
del tempo per riscriverlo, mi
spiace, provvederò ad aggiornare appena possibile.
Baciiii!
Ellenweiss.