Un'altra storia trovata fra le tante abbandonate nel mio dimenticatoio....Non mi dilungo nella descrizione....A Voi l'ardua sentenza!! Spero che vi piaccia e che lasciate un segno del vostro passaggio!! :D

Estate

E’ una stagione spesso attesa ma quest’anno per loro era  tutto diverso. Tutti e due erano sempre andati a quella spiaggia senza mai trovarsi, scontrarsi, scambiarsi una parola.
Ma quest’anno per loro era tutto diverso.
Era la prima volta che aspettavano con ansia di arrivare in spiaggia per vedere l’altro.
Poche volte si erano apertamente fissati, eppure più volte i loro sguardi da adolescenti si erano incrociati.
Lei era rimasta immediatamente abbagliata da lui. Così bello, alto, con una leggera incolta barbetta scura, e con un fisico mozzafiato. Le piaceva osservarlo, ammirare come i suoi muscoli si tendevano sotto quella pelle colorata dal sole mentre cercava di parare un gol; le piaceva vederlo e sentirlo ridere. Si! Sentirlo! Perché la sua voce bassa e sempre allegra le trasmetteva il buon umore.
Lui non era rimasto sorpreso che una ragazzina qualche anno più piccola di lui lo osservasse così apertamente. Gli piaceva essere al centro della sua attenzione e spesso incrociava i suoi occhi con quelli di lei, grandi e con un colore diverso da un momento ad un altro. Lui constatava ogni cambiamento: un costume di un colore diverso, i capelli raccolti diversamente, eccetera.
I primi giorni fra loro furono scanditi da semplici sguardi, sorrisi e saluti al volo mentre lei, timida, si rifugiava dietro un telefono e lui si godeva le sbirciatine di lei mentre giocava a calcio con i cugini.
Quello che lui non sapeva era che lei, in quei messaggi che mandava sulla spiaggia, parlava solo di lui.
Quello che lei non sapeva era che lui si era accorto delle attenzioni di lei, e gli piacevano; anche più del dovuto.
Quando si è piccoli si fa amicizia subito e senza problemi, ci si avvicina al futuro amico e si inizia subito a parlare. Dopo un  lungo discorso ci si presenta perché fino a quel momento il compagno lo si è chiamato “bimbo”.
Quando si è più grandi ci si costruisce un muro trasparente intorno che ci ostacola nelle relazioni con l’altro.
Ora vedo questo ragazzo e questa ragazza che titubanti si avvicinano l’uno all’altra prima con una scusa e poi ancora con un’altra; eppure nessuno dei due parla.
Mi piace immaginare che quei due ragazzi un giorno si riconosceranno e si parleranno ironizzando sulla loro passata timidezza.
Per ora li lascio li mentre lui la saluta con un semplice  “ciao” e lei risponde nel medesimo modo però abbassando il capo e colorando le gote, abbronzate dal sole, di un lieve rossore.
Lei sorride capendo che lui l’ha notata mentre lo fissava.
Lui sorride della reazione della ragazza.
Io sorrido sperando che le loro strade si incrocino ancora una volta e li immagino li, sulla spiaggia, mano nella mano a guardare insieme l’alba del loro amore.

THE END