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Autore: Jurime    27/02/2011    3 recensioni
Sì, penso che la noia sia una faccenda davvero tremenda. Soprattutto quando si ha un chiodo fisso nella mente.
Cioè lui.
Immaginarselo mentre si denuda, ostacola notevolmente il proprio lavoro da nazione, ma pazienza, una telefonata non potrà mai guastare, no?
[ UsUk/UkUs ]
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene cari fans dell'UsUk/UkUs, questa è la prima Fan Fiction che pubblico, eee... Bhe, non è niente di che, è corta, ma spero che comunque sia di vostro gradimento *3* Enjoy <3

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I'm boring!





Continuai a sfogliare quel giornale. Non era da me guardare quei tipi di riviste, ma... Nella sua assenza, non sapevo che altro fare. Le donne mezze nude e provocanti mi annoiavano soltanto, mentre nella mia mente era proiettata solamente la sua immagine.
« Uhn... »
Continuai a sfogliare annoiato quel giornale, fin che non arrivò il turno degli uomini spogli. Andava meglio. Gli uomini erano per me più interessanti delle donne, di sicuro più attraenti... Ovviamente la pensavo così, per esser fidanzato con un uomo.
In ogni caso quelle foto non soddisfavano le mie aspettative, solo lui poteva soddisfarle. Chiusi scocciato la rivista, portando successivamente lo sguardo sulla finestra. Il sole era già tramontato, ciò voleva significare che in Inghilterra l’orario non doveva essere così improponibile rispetto a quello americano. Guardai l’orologio: erano le sei di sera. Ciò comportava che in Inghilterra era l’una del pomeriggio. Buono. Presi il telefono, componendo il numero telefonico di Inghilterra, premendo successivamente il tasto con la cornetta verde, per avviare la chiamata.
Oh, per fortuna il telefono squillava.
[ Hello? ]
Sorrisi, la voce di Arthur mi metteva sempre allegria, soprattutto in quella situazione.
« Arthur! »
Esclamai il suo nome, con enfasi, facendolo sicuramente innervosire.
[ Alfred... Cosa c’è? E non urlare, sai che mi da noia. ]
Le mie sicurezze si rivelarono esatte. Conoscevo bene il suo carattere, che lo rendeva così... Carino~.
« Dove sei? »
Stette in silenzio, facendomi aspettare qualche minuto.
[ Dove vuoi che sia?! Idiota!! In Inghilterra a casa mia no?! ]
Fece un sospiro di esasperazione, cercando di ritornare calmo e di darsi un contegno.
« Oh, giusto! »
Risi.
« E cosa stai facendo? »
Gli chiesi curioso, iniziando un dialogo che sicuramente avrebbe rifiutato.
[ Sto lavorando, cosa che dovresti fare pure te! ]
Mi sgridò, come di consuetudine. Gli piaceva farlo, ed io glielo lasciavo fare.
« Ma non ci riesco se penso a te! »
Dissi, imbronciandomi, facendo di conseguenza la voce un poco offesa. Ovviamente era tutta scena.
Sentii dei suoi brontolii imbarazzati, capendo da questo che era indubbiamente arrossito.
« Arthie... Che ne dici se ora smetti per un po’ di lavorare? »
Resi il tono della voce più sensuale, abbassandolo, assieme alla zip dei miei pantaloni.
[ No, Al, non posso. E cos’è questa voce? Smettila immediatamente, so dove vuoi andare a parare. ]
Risi un poco. Aveva la voce insicura, questo voleva dire che lo stavo facendo agitare, ed emozionare, ma il bello era che avevo appena iniziato.
« Dai~ Lo so che vuoi. »
Mugugnò, restando in silenzio. Non aveva il coraggio di negare, possedeva troppo pudore per dichiarare ad alta voce che desiderava fare una cosa così poco casta.
Risi ancora, sbottonandomi i pantaloni.
« Bene, ora perché non incominci a spogliarti? »
Mi abbassai i pantaloni, lasciandoli poi a terra, per restare in mutande.
[ N-No Al, non ho tempo... Davvero. ]
Mi bagnai le labbra, poggiando a terra anche la biancheria, sorridendo, mentre osservavo il mio membro già agitato.
« Io l’ho già fatto. »
Ignorai la sua frase precedente alla mia, sentendo come sua risposta un piccolo verso mozzato a metà.
[ Shit... ]
Bisbigliò, seguito da una mia risata, maliziosa.
« Ti si è risvegliato? »
Mi piaceva stuzzicarlo, particolarmente in quei casi.
[ Taci! ...Damn, facciamo una cosa rapida. ]
Sorrisi soddisfatto, chiudendo gli occhi, per immaginare meglio il volto di Arthur, cominciando a passare delicatamente e lentamente la punta del dito sul mio membro, ideando che quelle azioni gliele dedicasse l’inglese, dal vivo.
« Su, spogliati, veloce. »
Lo incitai, impaziente.
[ Lo sto facendo! Non mettermi fretta!! ]
Lo aspettai, in silenzio, sentendo dall’altra parte il fruscio dei vestiti, con la voglia che aumentava ogni secondo di più.
[ Va bene, sono pronto... ]
Mi avvertì, con quella sua solita voce imbarazzata, e malamente nascosta.
« Mh~ »
Lo avvolsi con tutte e cinque le dita, facendo varie pressioni, gemendo un poco ad ognuna. Probabilmente Arthur stava facendo lo stesso. Si sentiva la sua voce ansimante, interrotta da gemiti, così sensuali e provocatori.
« Arthur... Ah- Non... Provocarminhg- »
Mi morsi il labbro, mentre continuavo ad ascoltare eccitato la sua voce affaticata che iniziava a provare piacere.
[ Che... Cazzo dici...? Nh- S-Sei te, che... Provochi! Ah... ]
La sua voce mozzata dai piccoli spasmi, ed ansimante mi mandava in delirio, come ogni volta. Se solo fosse stato lì con me...
« Non sono ah- i-io... Quello che gh... Ansima... C-Come, una... Femminuccia, eccitata... Nh- »
Inarcai la schiena, stringendo i denti, sentendo che il massimo piacere stava per giungere.
[ Ah no eh? ]
Rise un poco, sarcasticamente, mentre i suoi gemiti aumentavano sempre più, informandomi indirettamente di quanto piacere stesse provando.
« N-No. »
Non mi rispose, concentrato a impegnarsi mentre raggiungeva l’orgasmo, urlando un poco.
Lo seguii a ruota, invocando il suo nome, sporcandomi la mano ed il pavimento.
Entrambi stanchi rimanemmo in silenzio per svariati minuti, fin che lui non parlò, facendomi schiudere le palpebre, guardando affaticato il pavimento bagnato dal mio seme.
[ Sei... Un maniaco! Te e le tue idee, guarda cosa mi fai fare! ]
Sorrisi, con il cuore che rallentava gradualmente, riprendendo l’andamento normale.
« Intanto ti è piaciuto. »
Sentii la sua mano battere sopra la cattedra, ed il silenzio, che però durò solamente qualche secondo.
[ ...N-Non significa nulla. ]
Risi, rimanendo immobile, con gli occhi ancora socchiusi, a fissare distrattamente le mattonelle, mentre immaginavo il suo volto paonazzo, ancora agitato.
« Ti amo, stupido. »
Borbottò qualcosa di incomprensibile, imbarazzato. Si imbarazzava ancora, dopo tutte le volte che glielo avevo ripetuto. Come non poteva essere adorabile?
[ ...I-Idiota... Mh, anche io. ]
Risi ancora, ricominciando poi a vestirmi.
« Bhe, penso che ora sia meglio se ritorni al tuo lavoro, non sia mai che Arthur Kirkland, la grande Inghilterra, manchi ai propri impegni! »
Lo presi in giro, ridacchiando, riabbottonandomi i Jeans.
[ Certo. ]
Disse, ridacchiando maliziosamente, mettendo poi fine alla chiamata, senza darmi tempo di salutare. Restai abbastanza basito da quel suo modo di reagire, cosa significava? Rimasi a fissare stranito lo schermo del telefono, decidendo poi di far finta di nulla. Arthur era spesso strano, quindi non c’era da rimaner stupiti più di tanto. Riafferrai la rivista, sfogliandola, sostituendo ogni viso con quello dell’inglese, con un sorriso soddisfatto stampato sul volto. No, a quanto pare non bastava ciò che era appena successo, ma non era il caso di disturbare oltre l’inglese, d’altronde il lavoro di una nazione era impegnativo, e sapevo quanto Arthur tenesse a far sempre tutto con impegno e dedizione. Sospirai, ormai quelle riviste non mi facevano più effetto, erano vecchie, logore, viste e riviste fino all’infinito. Sfogliai distrattamente quel giornale, ritornando ancora una volta nella noia, fin che non suonarono il campanello. Stupito mi diressi alla porta. Non aspettavo nessuno per quel giorno. La aprii, curioso di sapere chi si trovasse oltre l’uscio.
« A-Arthur?! »
Rimasi interdetto dalla sua figura davanti a me. Forse stavo fantasticando, forse lo desideravo così tanto in quel momento, da avere le allucinazioni. Mi strofinai gli occhi, controllando nuovamente, ma lui era sempre lì.
« Ma... N-Non eri in Inghilterra?! »
Gli chiesi, non riuscendo a capire la situazione. Si limitò a sorridere maliziosamente, ed a spalancare la porta, avvicinandosi a me.
« Era solamente una piccola bugia, e la tua chiamata è calzata a pennello. Non vorrai lasciare un rapporto a metà in questo modo, vero? »
Portò la mano destra alla mia nuca, avvicinando le nostre labbra, per poi baciarmi. Le nostre lingue si intrecciarono, accarezzandosi l’un l’altra. Oh God... Era così bello averlo vicino, ed anche se non avevo ben capito cos’era successo, mi andava bene lo stesso.
Mi spinse piano fino al muro, continuando a baciarmi, fin che la mia schiena non si appressò contro la parete ed Arthur cominciò a spogliarmi.
Il nostro rapporto si consumò lentamente e piacevolmente, il suo corpo sudato e nudo era come al solito una stupenda visione, ma la cosa che mi rendeva più felice, era che poteva essere mio, solo mio.




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Bhe, eccola finita :° come promesso è durata poco, ma proprio perché è corta che è stata la prima che ho voluto pubblicare (?).
Mi piacerebbe avere qualche parere, ma... Siate clementi, sì? çvç
In ogni caso... Grazie per averla letta!
  
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