Videogiochi > Final Fantasy VIII
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Autore: invocations    27/02/2011    0 recensioni
Un breve momento in cui Squall fa un piccolo passo avanti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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SMALL THINGS
scritto da invocations, tradotto da Alessia Heartilly

C'è qualcosa di strano e insieme confortante nelle cose nuove, pensa. Nuovo significa pulito, ordinato e immacolato, come un foglio di carta completamente bianco, o una maglia fresca di bucato. Ma per le cose più grandi significa cambiamento - qualcosa a cui girare intorno con cautela, come si farebbe con una creatura selvatica. Il suo braccio da gunblade gli prude.

Hanno allargato la sua stanza per loro - aggiunto una piccola cucina, infilato un letto più grande e un armadio, arbitrariamente. Lo paragona a una cellula che si moltiplica davanti ai suoi occhi - una stanza che compare qui, muri che prosperano lì. E ora che è finita dopo mesi di costruzione e anticipazione, è troppo tardi per tirarsi indietro. Anche la porta è nuova, nota, mentre la apre per il suo primo giorno di uso vero e proprio. Scrolla le spalle mentre lei cammina a grandi passi nella stanza, giocando a fare l'ispezione, aprendo cassetti e accendendo luci con un sorriso a trentadue denti tanto grande che lui pensa che le si romperà la faccia.

Lui aggrotta le sopracciglia e si protegge gli occhi dallo spettacolo di luci. "La luce funziona, Rinoa."

Lei nasconde una risatina dietro la mano. "Controllavo solo! Anche se penso che se la luce non avesse funzionato avremmo dovuto usare candele e sarebbe stato bello - beh, potremmo usare candele comunque, se volessimo..." Lui non degna il commento di una risposta, e a lei non sembra interessare, le dita che abbandonano i pulsanti della luce e stanno già accarezzando i nuovi davanzali e le tende. Lui si appoggia al muro, le braccia che si incrociano automaticamente mentre guarda il pulviscolo che danza e si posa in sentieri pieni di luce. Gli operai non hanno pulito, pensa, notando la patina di polvere e le impronte di lei sul pavimenti, e suppone che dovranno pulire loro prima di traslocare con le loro cose.

Le dita striscianti di lei raggiungono la finestra e c'è una piccola lotta con la maniglia prima che la finestra si spalanchi, e lei trattiene appena il respiro. Una fresca brezza marina rotola dentro, portandosi dietro il profumo salato e salmastro che hanno entrambi finito per amare. Lui la inspira forte, quasi assaporando il sale sulle labbra. È estate, e lui pensa a guanti sudati e campi fioriti e al suono dell'oceano che ingloba la sabbia. Per un momento, nota che lei sta ancora lì in piedi con le dita ai fianchi. Sta facendo la stessa cosa, realizza lui; assapora, sente. Ci sono molte cose che lui ha finito per amare.

Come se avesse sentito le svolte dei suoi pensieri, lei torna alla vita e gli getta un sorriso. Lui permette un piccolo sorriso in cambio. Con le braccia tese e una giravolta da capogiro, lei dice al soffitto, "non è carino?"

Lui la guarda buttarsi a schiena in giù sul letto, i capelli e le dita distesi. I piedi penzolano giù e sembrano scalciare come per una propria amornia abituale, le punte che lottano per sfiorare il pavimento impolverato. Il canticchiare sommesso della canzoncina di lei si accoppia all'aria piena di sole esattamente, e lui rimane in piedi immobile per conservare il momento: l'essere ordinaria della camera, l'immobilità dell'ora pigra pomeridiana, la luce che le solletica i capelli.

Lei lascerà il segno sulla stanza, lo sa - fiori (quanto li ama lei, ma chi cambia l'acqua?), libri (narrativa, disseminata di traverso in mezzo a manuali d'istruzioni ordinati e diritti), cosmetici (perché perde tempo con quella roba?), vestiti (che hanno il suo profumo), candele colorate (collezionate a casaccio dai mercatini delle pulci), piccoli disegni appiccicati ai muri (scarabocchi liberi, a curve). C'è una certa libertà in tutto questo, decide, come correregiù da una collina con i capelli che si scompigliano e la braccia che ruotano insieme ai piedi. È una corsa, senza dubbio. È difficile sapere dove lo porterà (verso cose ordinarie, spera) ma non gli interessa - almeno finché lei corre come sparata da un fucile.

Lei sta ancora canticchiando - a malapena, con aria sonnolenta - e lui prende la strada che lo porta fuori dai suoi pensieri. Lei ha già dimenticato la sua domanda, diventata oramai retorica per il ritardo abituale di lui, ma lui si lecca le labbra (ancora salate) e sente il respiro annodarglisi in gola.

"Sì," dice - e lo pensa davvero.

   
 
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