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Autore: Tarlia    27/02/2011    0 recensioni
Sequel di FFVIII. Cosa succede a Galbadia dopo la sconfitta di Artemisia? Come si evolverà la relazione tra Squall e Rinoa? E gli altri? E Laguna...?
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Laguna Loire, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IN HONOR OF OUR CHILDREN
scritta da Tarlia, tradotta da Erika nel 2003, rivista da Alessia Heartilly nel 2010

~ CAPITOLO 26 ~

Tre anni dopo...

Era mattina, piuttosto presto, e come al solito, Quistis camminava per i corridoi deserti del Garden di Balamb, dirigendosi alla mensa. Le piaceva fare una pacifica colazione prima che la maggior parte degli altri saltasse giù dal letto, ed essere in grado di godersi il suo caffè senza essere interrotta.

Dopo aver consegnato un libro che aveva preso in prestito dalla biblioteca, passò al ritorno per l'area dei dormitori. Non fu sorpresa di vedere Squall avvicinarsi da quella direzione - anche lui si alzava piuttosto presto di solito - e gli fece un sorriso agitando la mano in segno di saluto. Lui, naturalmente, fece appena un segno con la testa in risposta.

Ma non era solo. Quistis ridacchiò vedendo il piccolino correre dietro suo padre, mentre insisteva nel volergli tenere la mano. Squall sospirò in silenzio, ma prese la piccola manina che gli veniva offerta e percorse il resto della strada che lo separava da Quistis.

Erano così carini insieme, pensò Quistis. Adrian era un piccola copia di Squall, solo con i capelli di sua madre - e il colore degli occhi. Persino i suoi capelli avevano lo stile ribelle e troppo lungo di quelli di Squall. Rinoa aveva cercato di tagliare i capelli di Adrian una volta, ma lui si era semplicemente rifiutato - voleva somigliare a papà.

In molti modi, anche la personalità di Adrian era simile a quella di Squall. Per un bambino di tre anni, era insolitamente tranquillo e gli piaceva stare lontano dagli altri bambini. Naturalmente gli unici altri bambini nel Garden erano le matricole più giovani, e andavano dai cinque ai dieci anni. Tuttavia, Adrian aveva ereditato anche molto della natura vivace e del fascino di Rinoa. Sorrideva molto, rideva molto, e andava d'accordo con tutti gli amici dei suoi genitori. Quistis poteva parlare solo per se stessa, ma aveva l'impressione che gli altri pensassero che Adrian era adorabile almeno quanto lo pensava lei.

Rinoa aveva assunto il ruolo di madre in modo quasi naturale. Il suo carattere affettuoso si combinava perfettamente con il bisogno di Adrian di attenzioni e cure, anche se era giovane. E poiché Squall era occupato a fare il Comandante del Garden, lei era quella che di solito si prendeva cura del loro bambino. Quistis aveva notato che Squall si sentiva visibilmente imbarazzato come padre. Non sapeva cosa aspettarsi, non sapeva come comportarsi nelle diverse situazioni, non sapeva cosa doveva e non doveva dire. In parole povere, non sapeva come funzionava la mente di un bambino, dato che riusciva a malapena a ricordare qualcosa della sua stessa infanzia. Un'infanzia che era terminata molto prima di quanto avrebbe dovuto, comunque.

Adrian ammirava suo padre. Come avrebbe potuto non farlo? I racconti delle gesta eroiche di Squall durante la battaglia con Artemisia venivano narrati ogni giorno nel Garden, e appena il bambino aveva conosciuto abbastanza parole per riuscire a capirli, si era immaginato Squall come un eroe, nonostante i tentativi di Squall di spiegargli che lui aveva semplicemente fatto quello che doveva fare.

Squall era migliorato, tuttavia. Non si sarebbe mai aperto davanti a Quistis, ma lei l'aveva osservato con sua moglie e suo figlio ogni tanto, e sembrava davvero felice con loro. Però, Quistis aveva la sensazione che ci fosse sempre qualcosa nella mente di Squall, qualcosa che non avrebbe mai ammesso, ma lei non riusciva a individuare cosa fosse esattamente. Magari era Laguna. Magari era qualcos'altro.

"Buongiorno," disse quando i due la raggiunsero. "Rinoa non è ancora sveglia?"

Squall scosse la testa. "Sta facendo la doccia. Adrian ci ha svegliato. Ancora una volta."

Quistis rise. "Be', chi può biasimarlo? Non ti piace alzarti alle cinque del mattino?" Lanciò uno sguardo al bambino che le sorrise timidamente, poi lui lasciò andare la mano di Squall e sgambettò via. Squall si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

"Hai sentito la novità?" chiese l'istruttrice, guardando di nuovo Squall. "Il prigioniero ribelle, Liach, si è suicidato un paio di giorni fa."

Lui si accigliò. "Com'è successo?"

"Sembra che abbia usato il coltello che gli avevano portato per cena per... be', sono sicura che riesci a immaginarlo. Non è strano però - è stato dentro per tre anni e mezzo." Quistis scosse la testa leggermente. "Dopo le battaglie che sono finite due anni fa, è rimasto tutto tranquillo a Galbadia. Spero solo che Xar e la sua gente abbiano lasciato perdere dopo essere stati sconfitti così rudemente. Sarebbe bello che il mondo fosse tutto in pace per una volta."

"Non contarci," disse Squall. "Sono stati calmi, sì – troppo calmi. Non mi sorprenderei se loro... ADRIAN! Non salire lì!"

Corse rapido passando oltre Quistis, e lei si voltò in tempo per vedere Squall che afferrava Adrian, che era a pochi centimetri dal cascare giù dal recinto che circondava la sala e cadere nell'acqua sottostante.

Squall rimise a terra il figlio piuttosto confuso. "Sei diventato pazzo?? Saresti potuto affogare!" gridò più o meno in faccia al bambino. Adrian lo fissò con gli occhi bruni spalancati per un secondo, poi cominciò a piangere.

"Squall..." disse Quistis.

Mettendosi una mano sulla fronte, Squall sospirò. "Grande..." Guardò di nuovo il bambino che singhiozzava. "Adrian, guarda, io..."

"Comandante Leonhart, per favore faccia subito rapporto all'ufficio del Preside. Ripeto: Squall, vieni qui. È importante."

Squall mormorò qualcosa che suonava vagamente come 'ma che tempismo meraviglioso', poi prese in braccio Adrian – che stava ancora piangendo – e lo diede a Quistis. "Devo andare. Riportalo da Rinoa, okay? Grazie."

Quistis annuì e vide Squall andarsene, poi cercò di calmare Adrian. "Hey, il tuo papà voleva solo che tu non cadessi in acqua," disse dolcemente, portandolo ancora vicino al recinto e puntando l'acqua con un dito. "Vedi? Ti saresti bagnato tutto, e la mamma avrebbe dovuto farti anche un bagno. Non vuoi che succeda, hm?"

Adrian scosse delicatamente la testa, e lei sorrise e gli diede un bacio sulla guancia. "Andiamo, torniamo a casa tua."

*~*~*~*~*

"Signore?" disse Squall mentre entrava nell'ufficio. Con sua sorpresa, Cid non era solo. Edea e Shu erano entrambe lì, e la loro espressione era solenne.

"Squall, sono contento che tu sia venuto," disse Cid, alzandosi dalla sedia. "Andrò subito al dunque: è stata messa una drammatica fine alla pace in Galbadia. Dopo il suicidio di questo Liach, Xar si è all'improvviso fatto di nuovo vivo, e sembra che stesse facendo un buon lavoro in questi due anni. È tornato con un esercito più grosso dell'altra volta, che potrebbe forse costituire un problema anche per le stesse forze del Presidente Caraway."

(Temevo che sarebbe potuta succedere una cosa del genere...)

"Ma c'è di più," intervenne Shu. "Non solo è scoppiata una guerra civile fra i sostenitori di Xar e Caraway, ma l'esercito di Xar ha anche attaccato sia Dollet che Timber. Ho paura che Galbadia avrà bisogno di aiuti immediati dal Garden, o potrebbero anche distruggersi l'uno con l'altro e lasciare l'intero continente ridotto a cumuli di macerie. Il Garden di Galbadia è probabilmente svanito in mare, e il Garden di Trabia non ha ancora abbastanza SeeD addestrati, perciò il Garden di Balamb dovrà vedersela da solo ancora una volta."

"Allora devo preparare una squadra, Signore?" chiese Squall nel suo solito tono privo di emozioni, tornando a guardare il preside.

(Perché non sono qui anche gli altri? Zell, Irvine, Quistis, Selphie... Anche loro dovrebbero essere parte di questo.)

Cid si accigliò appena, lanciando un'occhiata ad Edea da sopra gli occhiali. Lei annuì, e lui si rivolse di nuovo a Squall. "Ehm... non è così semplice, Squall. Questa missione avrà bisogno di molto più che di un buon Comandante per condurre gli attacchi. Il Garden ha bisogno di un forte leader in generale, per organizzare le squadre e prendere le decisioni importanti. Io non riesco più ad accollarmi questa responsabilità... sto invecchiando, e ho paura che tutto questo richiederà molto più di quello che io ho da offrire."

Lentamente, i tratti inespressivi di Squall cambiarono in un mix di shock e terrore.

(Che sta cercando di dire esattamente...?)

"Il Garden di Balamb ha bisogno di qualcuno come te, Squall. Tutti quanti qui ti ammirano come esempio di cosa vorrebbero essere. Il loro ricordo di quello che hai fatto dà loro qualcosa per cui combattere, e sono disposti a fare tutto quello che tu dici loro di fare. Se qualcuno può guidare il Garden in questo momento, quello sei tu."

(Non può dire sul serio...)

"Signore, io..."

Cid si schiarì la voce e accese il microfono. "Studenti del Garden. Mi scuso per il disturbo così presto la mattina, ma devo informarvi che avremo presto un'altra importante missione davanti a noi. Colgo anche l'occasione per annunciarvi che da oggi, io, Cid Kramer, mi dimetto da preside del Garden di Balamb-"

(No, per favore. Non questo. Cid, non puoi farmi questo.)

"E passo il mio incarico al Comandante Squall Leonhart. Lui è la scelta naturale, dopo quattro anni in cui ci ha mostrato le sue abilità come Comandante-"

(Abilità? Ho combattuto per la mia stessa sopravvivenza e vinto, e all'improvviso tutti hanno cominciato ad adorarmi. Non è che l'ho chiesto io...)

"Confido che lui saprà guidare il Garden meglio di quanto abbia fatto io-"

(Non l'ho chiesto io questo.)

(Niente di questo.)

"Perciò, per favore mostrategli il vostro più grande rispetto e dategli il benvenuto come nuovo preside del Garden. Squall, qualcosa da dire?"

(Vogliono sempre sapere come ti senti. Be', questa volta che avrei voluto esprimere la mia opinione, non si sono disturbati a chiedere.)

Squall sbatté le palpebre e guardò i visi in attesa di Shu, Edea e Cid, e cominciò a dire qualcosa, ma vacillò. Accigliandosi, si rimise rapidamente la sua maschera d'indifferenza. "Non ho niente da dire, signore."

"Oh, andiamo, Squall, caro," disse Edea gentilmente. "Si aspettano che tu dica qualcosa."

(Esattamente. Se lo aspettano. Sono tutti ciechi? Io sono terribile come leader. Come sono passato da lupo solitario ad eroe? Che cosa esattamente è passato loro per la mente che ha fatto cambiare idea su di me? Anche gli altri erano lì. Sembrano essersene dimenticati... non ero solo.)

"Va bene," Squall si rivolse prontamente al microfono. "Qui è il Coman-... il Preside Squall Leonhart," non gli piaceva come suonava. "Volevo solo dire che... farò del mio meglio in questa posizione... e buona fortuna a tutti noi per l'imminente missione."

"Breve e dolce," commentò Shu.

"Chissenefrega," mormorò Squall.

"Squall, c'è qualcosa che ti tormenta?"chiese Edea, che sembrava preoccupata.

"Hai l'aria preoccupata," notò Cid.

"No, davvero. Sto bene," replicò rapido Squall. "Che farete ora, pres-... signore... voglio dire, Cid?"

"Beh, vado con mia moglie ad aprire un nuovo orfanotrofio sulla costa di Balamb," sorrise Cid. "È tempo di darsi una calmata e rilassarsi dopo tutto quello che è successo."

(Certo... scappa dai tuoi problemi, Cid. Come se non avessi passato anch'io le stesse cose. Ho appena ventuno anni e sono preside. È ridicolo.)

Squall annuì. "Buona fortuna."

Ci fu uno strano momento di silenzio. Poi Cid cominciò a ridere e disse, "non hai bisogno di aspettare che qualcuno ti dica che puoi andare, Squall. Questo è il tuo ufficio ora. Shu ti aiuterà se avrai dei problemi."

"Oh," disse Squall in modo poco convincente. "Certo. Grazie. Io... Shu, potresti informarmi ulteriormente sulla situazione di Galbadia?"

"Sicuro," rispose Shu. "Avvicinati solamente alla tua scrivania, e ti spiegherò tutto."

"Vi lasciamo da soli," sorrise ancora Cid e prese il braccio di sua moglie, poi i due lasciarono l'ufficio.

E come al solito, Squall lasciò che la responsabilità di tutto venisse accollata sulle sue spalle senza lamentarsi o senza dire nemmeno una parola. Si sedette sulla sedia che fino ad allora era stata di Cid, e iniziò a pensare ai suoi primi doveri di preside...

~ CAPITOLO 27 ~

Quando Squall arrivò alla mensa un paio di ore dopo, tutti i suoi amici erano lì, che lo aspettavano. Sedevano al loro solito tavolo, parlando animatamente di qualcosa - non gli importava di scoprire cosa, e nemmeno ne ebbe l'opportunità. Selphie lo vide prima che potesse raggiungere il tavolo e lo indicò, poi tutti si girarono verso di lui.

"Congratulazioni, Squall!" dissero in coro.

"Immaginate, Squall come preside. Non ne avevo idea!" disse Quistis.

Squall si prese una sedia e si sedette bofonchiando, "chissenefrega." Non era affatto felice di questa nuova situazione.

"Squall, dovresti davvero espandere il tuo vocabolario, specialmente ora che sei a capo del Garden." Rinoa gli sorrise affettuosamente e si avvicinò alla sua sedia, stringendo le braccia al collo di suo marito e dandogli un bacio sulla guancia. Adrian la seguì e cercò di sedersi sulle gambe di Squall. Squall senza dire una parola prese semplicemente in braccio il bambino. Gli altri non sembravano notare la sua mancanza di entusiasmo, o vi erano così abituati che non ne tenevano più conto.

"Hey, Squall, senti questa!" disse Zell, guardando Adrian. "Adrian, come vuoi diventare quando sarai grande?"

"Come papà!" fu l'immediata risposta del bambino. Sorrise e alzò lo sguardo verso Squall, sperando di vederlo sorridere a sua volta. Squall sospirò.

"Non è fantastico? Spero che mio figlio sia così," continuò Zell, e questo gli fece guadagnare uno sguardo confuso del giovane e appena promosso preside.

"Tuo figlio?"

Bella annuì rapidamente e prese la mano di Zell, stringendola forte. "Avremo un bambino," disse, con la voce piena d'orgoglio mentre s'appoggiava l'altra mano sulla pancia. Zell sorrideva radioso.

"Davvero," rispose Squall, neutro. Guardando gli altri, poteva capire dalle loro espressioni che lo sapessero già, e si aspettassero che lui dicesse qualcos'altro. "Be'... è fantastico. Ma che ne sai tu di bambini, Zell?"

Zell fece spallucce. "Non più di te, credo. Ma la Madre ci aiuterà."

"Sì, ci sposiamo e andiamo a vivere con Edea e Cid al loro nuovo orfanotrofio." Bella sorrise. "Non è meraviglioso?"

(Se ne vanno...?)

"Lasci la SeeD?" Squall sembrava perplesso. Perché nessuno glielo aveva detto? Perché era sempre l'ultimo a sapere le cose?

"Sì. È un lavoro un po' troppo rischioso se hai una famiglia. Non voglio andare in missione e non tornare, sai?" disse Zell piano. Ancora una volta, Bella annuì.

"Ecco... be'... buona fortuna." Squall sbatté le palpebre.

Rinoa ci accigliò appena e si voltò per guardarlo negli occhi. "Squall, stai bene?"

"Sì. Sì... solo troppo notizie in una volta, suppongo." La guardò in faccia e cercò di farle un debole sorriso, ma Rinoa vedeva attraverso i suoi sorrisi finti. Forse sorrideva più frequentemente di quanto non facesse quattro anni prima, ma talvolta li usava per nascondere i suoi veri sentimenti. Lei poteva intuire che era turbato per qualcosa, ma decise di non chiederglielo.

"Beh, c'è di più!" disse Selphie all'improvviso. "Sai che il Garden di Trabia è stato ricostruito, giusto?"

"Sì..."

"Indovina!" Selphie fece un largo sorriso e ridacchiò. "Mi hanno offerto di diventare la loro preside! Non è strano? Sia io che te guideremo dei Garden. Potremo lavorare insieme o cose così!"

"Vai a Trabia?" Squall era anche più sorpreso di prima.

(Se ne vanno tutti?)

Selphie annuì. "Già! Hee hee! E anche Irvy viene con me. Mi aiuterà con l'organizzazione e robe simili."

(Devono essere diventati pazzi. Selphie una preside? Non è maturata molto in questi ultimi anni...)

"Ovunque va Sefie, vado anch'io," aggiunse Irvine, spostandosi il cappello da cowboy con una mano.

Squall fece un breve respiro. Le novità lo avevano scioccato, ma le sue stesse emozioni lo stavano sorprendendo ancora di più. Non capiva perché si sentiva così riluttante all'idea di loro quattro che se ne andavano. Zell, Selphie, Irvine... Erano stati suoi amici. ERANO suoi amici. Insieme a Rinoa e a Quistis, erano gli unici amici che aveva, in effetti. E ora, all'improvviso, lasciavano il Garden? Basta missioni insieme... basta 'battute sulle ragazze' da parte di Irvine, basta coi festival al Garden di Selphie e basta con Zell, i suoi panini e i suoi stupidi commenti. Gli sarebbero... mancati...

"Quistis?" chiese all'improvviso, guardando il membro più anziano della compagnia.

"Cosa? Oh, no, io sto qui... il Garden di Balamb è la mia casa." Quistis sorrise compiaciuta.

"L'ho visto!" esclamò Selphie, puntando un dito accusatorio contro Quistis.

"Visto cosa?" chiese innocentemente la donna bionda.

"Quel sorriso! E il modo in cui i tuoi occhi brillano da qualche giorno. Quisty è innamoraaaataaaaa!" Selphie ridacchiò felice.

Quistis aggrottò la fronte a Selphie fingendo uno shock. "Ma no!"

"Ma sì! Andiamo, diccelo! Chi è?"

"Già, diccelo!" insistette Bella.

"Beh..." disse timidamente Quistis, ricordando a Squall una qualunque di quelle ragazze adolescenti tutte sorrisi che erano nuove del Garden. "C''è questo istruttore... quello nuovo..."

"Oh, come si chiama?" Selphie era praticamente sdraiata sul tavolo adesso, e Squall si chiedeva cosa ci fosse di tanto interessante nella vita sentimentale delle altre persone. Perdendo interesse nella conversazione, poiché tutti erano occupati a chiedere a Quistis di questo nuovo istruttore, si perse nuovamente nei suoi pensieri.

Nondimeno, era contento che Quistis rimanesse al Garden. Non l'avrebbe mai ammesso apertamente, ma si sarebbe sentito solo ora che il suo gruppo di amici si era ridotto da sette a tre. Il fatto che avrebbe presto guidato i SeeD del Garden di Balamb in un'altra guerra non rendeva le cose più facili. Avrebbe dovuto farlo da solo.

Sentendo piccole braccia intorno al suo collo, Squall si risvegliò dai suoi pensieri e guardò suo figlio, che era ancora sulle sue ginocchia. Adrian lo stava abbracciando senza nessuna ragione, e Rinoa li stava guardando con un piccolo sorriso. Squall si fermò per un secondo, poi abbracciò a sua volta il bambino e sorrise tranquillo a se stesso. O forse non era solo... non sarebbe stato solo.

Era la calma prima della tempesta...

~ CAPITOLO 28 ~

Squall aveva immaginato che essere preside sarebbe stato un inferno.

E lo fu.

Sembrava che non ci fosse fine ai rapporti, richieste e tutte quelle altre carte che continuavano a entrare. Questo non era quello a cui era stato addestrato! Era stato addestrato per essere un SeeD, per combattere, non per guidare un Garden. Continuava a chiedersi, che aveva pensato Cid? Non vedeva che orribile lavoro stava facendo Squall come leader?

Anche il contenuto dei rapporti rendeva il tutto peggiore. Non appena Squall ebbe finito di leggere dieci richieste di assoldamento da parte di Galbadia, e di scegliere parecchi SeeD per tre di queste missioni, Shu entrò nell'ufficio. Stava portando un altro ammasso di carte. Sospirando, Squall si mise una mano sulla fronte. "Che c'è ora?"

"Ehm... be', prima di tutto, il Presidente Loire ha chiamato ancora..." disse lentamente Shu.

"E io non voglio vederlo! Non l'ha capito quando non l'ho invitato al matrimonio?" Squall aggrottò la fronte.

"Io l'avevo capito," Shu fece un breve sorriso beffardo, ma poi la sua espressione tornò minacciosamente seria. "Signore, vi suggerisco di guardare queste subito... sembra che abbiamo perso altri tre SeeD..."

(Oh no, non di nuovo...)

"Altri tre? Shu, questo è inaccettabile," scosse la testa. "Non possiamo continuare a combattere le guerre di Galbadia per loro. Dobbiamo mettere fine a tutto questo, o perderemo tutti i nostri SeeD."

(E mentre loro sono fuori a farsi uccidere, io sto seduto qui e non faccio niente... dannazione, io dovrei essere lì fuori! Dovrei essere io quello a combattere. Volevo diventare un SeeD, non un preside.)

"Signore, sono i ribelli contro i Galbadiani e noi siamo messi proprio in mezzo. Sembra che i ribelli stiano perdendo, ma potrebbe essere un altro dei loro trucchi..." Shu socchiuse gli occhi. "Crediamo che il loro vero obiettivo sia raggiungere il Presidente Caraway. Avrà bisogno di protezione... ma probabilmente questa sarebbe una missione molto pericolosa."

Squall alzò lo sguardo verso di lei, poi lo spostò di nuovo sulla sua scrivania. All'improvviso, si alzò e disse deciso, "la farò io."

Shu spalancò gli occhi. "Cosa? Signore, lei deve guidare il Garden. Non possiamo permetterci..."

"...non possiamo più permetterci la morte di altri SeeD," la interruppe Squall. "Dobbiamo disfarci di quel capo ribelle, Xar, e se lui vuole arrivare a Caraway, probabilmente vorrà fare il lavoro sporco da sé - come l'ultima volta. E Xar è intelligente. Io non... non posso stare seduto qui ad ascoltare il corso degli eventi attraverso i rapporti. Devo essere presente."

Il personale interesse di Squall in questo caso sorprese Shu. Naturalmente era nel personale interesse di tutti, dal momento che Galbadia era un grande paese con forze sufficienti da spazzare via l'intero continente di Balamb. I ribelli violenti dovevano essere fermati dal prendere il controllo di Galbadia. "Beh, suppongo che potrei prendermi cura io dei rapporti e cose simili... Nida mi aiuterà, ne sono sicura. D'altronde, potrebbe essere una buona idea che lei vada fuori con gli altri SeeD... è un forte leader. Si sentiranno più sicuri con lei lì."

"Forse," sospirò Squall.

(Il Presidente Caraway deve vivere... devo assicurarmi di questo. Se viene ucciso e Xar diventa il nuovo Presidente, Galbadia sarebbe rovinata... quell'uomo è affamato di potere. Forse potrebbe anche attaccare Balamb... ed Esthar. ...E Caraway è il padre di Rinoa, dopotutto.)

"Vado a prepararmi," disse Squall , girandosi per lasciare la stanza. "Prenderò una nave per Dollet già questa sera, perciò ti lascio il comando finché non sarò tornato."

Shu sgranò gli occhi. "Sta pensando di andare da solo?"

Lui si girò e la guardò, alzando le spalle. "Ci sono già altri SeeD che combattono a Dollet, Timber e Deling. Se dovesse esserci qualche problema, li contatterò."

"Signore..." iniziò Shu, ma lui non la sentiva già più. Sospirando, andò alla scrivania di lui e si sedette a controllare i nuovi rapporti...

*~*~*~*~*

"Squall, non ti lascio andare!" Molte teste si girarono quando Rinoa arrivò di corsa dietro a Squall dal dormitorio, con Adrian che la seguiva da poco lontano. Squall la ignorò apertamente, continuando a camminare nel corridoio con passi determinati. Indossava i suoi soliti vestiti da battaglia, e aveva il suo Lionheart blu scintillante assicurato al fianco.

Rinoa finalmente lo raggiunse, e gli si mise davanti, afferrandogli con decisione entrambe le braccia e guardandolo negli occhi. "Non andare."

Lui inspirò lentamente e cercò di liberarsi dalla sua stretta. "Rinoa, devo. Il Presidente Caraway ha bisogno di protezione. I suoi soldati sono bravi a combattere, ma... non mi fido di loro. Se fanno anche solo un piccolo errore..."

"Perché non ci può andare qualcun altro??" chiese Rinoa, frustrata. Anche se Caraway era suo padre e lei voleva che stesse bene, preferiva che Squall restasse. Adrian stava dietro di loro, a guardare la scena con gli occhi spalancati, ma era tranquillo.

"Rinoa..."

"Bene! Allora vengo con te." La giovane strega si buttò una ciocca dei lunghi capelli neri dietro le spalle e si mise le mani sui fianchi, guardando preoccupata Squall.

Squall scosse rapidamente la testa. "No, Rinoa. È troppo pericolos-"

"...È pericoloso anche per te!" disse Rinoa, la sua espressione ferita e preoccupata. Abbassò la voce, bisbigliando, "potresti rimanere ucciso..."

"È esattamente per questo che devi rimanere qui." Squall ignorò gli sguardi curiosi dei vari studenti presenti nel corridoio, e si avvicinò, prendendo le mani di sua moglie fra le sue. "Se..." Fissò di nuovo Adrian, e abbassò anche lui la voce ad un bisbiglio. "Se vengo ucciso, allora, almeno, morirò sapendo che tu ed Adrian siete al sicuro qui... se invece tu vieni con me e veniamo uccisi entrambi? Non posso lasciare che questo accada. Io... non voglio che Adrian debba essere un orfano, come lo sono stato io..."

Chiudendo gli occhi, Rinoa si appoggiò al suo petto e abbracciò stretto suo marito. Squall ricambiò l'abbraccio, pregando dentro di sé che questa non fosse l'ultima volta che l'avrebbe vista...

Tuttavia furono interrotti quando udirono lo schioccare di una frusta. Alzando la sguardo, Squall vide Quistis camminare verso di loro, vestita nella sua tenuta rosa da combattimento invece che con l'uniforme SeeD.

"Quistis?"

"Io vengo con te, Squall," disse semplicemente, non lasciando spazio ad alcuna protesta.

Rinoa si girò e guardò anche lei l'istruttrice, mentre si abbassava a prendere in braccio Adrian che si stava aggrappando alla sua gonna.

Squall socchiuse gli occhi. "Cosa? E la tua classe?"

"Oh, sopravviveranno un paio di settimane senza di me. Sai, ci sono altri istruttori qui." Fece un sorrisetto. "E hai bisogno di qualcuno che ti guardi le spalle. Non hai imparato niente? Non puoi pensare a tutto il mondo da solo."

"Chissenefrega... partiamo fra 15 minuti." Alzando gli occhi al cielo, Squall si girò di nuovo verso sua moglie e suo figlio, abbracciandoli entrambi velocemente prima di seguire Quistis all'entrata principale.

Rinoa sorrise grata a Quistis, stringendo Adrian vicino a lei. Avrebbe lottato di più, ma sapeva che non poteva lasciare Adrian da solo. Benché odiasse ammetterlo, Squall aveva ragione questa volta... Avrebbe solo voluto che nemmeno lui dovesse andare. "State attenti!" gridò loro.

"Mamma, papà torna?" chiese Adrian tranquillamente.

"Oh, certo che sì, caro," rispose lei senza pensare, sorridendo rassicurante e dandogli un bacio sulla fronte. Poi sospirò e cominciò a camminare per tornare al dormitorio.

(Torna sano e salvo, Squall...)

~ CAPITOLO 29 ~

Dopo essere arrivati a Dollet, Quistis e Squall noleggiarono una macchina per giungere a Deling City. C'erano ancora battaglie minori in corso per le strade di Dollet, e risultò un po' difficile prendere una macchina dal momento che molte erano già state noleggiate da persone disperate che stavano fuggendo dalla città. Ne erano rimaste solo due, e la più grande aveva bisogno di riparazioni, così i due SeeD di alto livello furono costretti a prendere una macchina piccola e gialla che non sembrava particolarmente forte.

Una volta fuori dalla città, Quistis fu sollevata dal fatto di essere in una strada calma. Squall stava guidando, perciò lei poteva appoggiarsi sul sedile e rilassarsi. Erano in viaggio ormai da mezz'ora, e nessuno di loro due aveva detto una parola. Naturalmente, Squall era perduto nel suo mondo di riflessioni, e Quistis era riluttante all'idea di disturbarlo. Ma infine, si annoiò e si schiarì la voce prima di parlare. "Allora... essere preside non è abbastanza eccitante per te?"

Lui le lanciò un'occhiata breve senza voltare la testa. "Cosa te lo fa pensare?"

"Beh, dal momento che sei qui fuori invece di stare a firmare rapporti e a rimproverare gli studenti che scorrazzano dopo il coprifuoco..." Ridacchiò debolmente. "È un cambiamento notevole, no?"

"Chissenefrega..."

Sospirando leggermente, Quistis guardò fuori dal finestrino. "Sembra che nemmeno Selphie stia andando così male come preside... quando ho sentito per la prima volta che la volevano in quel ruolo, ho immaginato il Garden di Trabia ridecorato con pareti rosa e divani vaporosi al posto delle panchine." Sorrise. "Ma è saltato fuori che le sue abilità nell'organizzare e incoraggiare si siano adattate piuttosto bene al suo lavoro. Sia gli studenti che i superiori sono molto contenti con lei. È sicuramente un po' fuori dall'ordinario... ma Irvine la sta aiutando. Sembra sia diventato Comandante."

"Sono sicuro che è più brava di me ad incoraggiare gli studenti... io li spavento e basta," replicò Squall annoiato.

Quistis non smetteva mai di stupirsi ogni volta che lui rispondeva con qualcosa che non fosse 'chissenefrega'. Si mise una mano sulla bocca e rise, scuotendo la testa. "Oh, andiamo. È solo che ti rispettano."

"Notizie da Zell?" chiese Squall, cambiando argomento.

"Sì, in verità... lui, Bella, Cid ed Edea stanno facendo un buon lavoro con il nuovo orfanotrofio. Hanno ricevuto cinque nuovi bambini solo lo scorso mese. Si annoia un po' naturalmente... ma è molto eccitato per il bambino che lui e Bella stanno per avere." Quistis lo guardò di nuovo. "Vuole assolutamente che andiamo a trovarlo quando sarà nato."

Squall annuì semplicemente e la macchina divenne silenziosa ancora una volta, tranne per il rumore pigro del motore e delle ruote sulla strada.

"Squall..." disse Quistis all'improvviso, in tono calmo, "come ti senti... riguardo a tutto questo?"

Lui rimase in silenzio per un attimo, tenendo gli occhi sulla strada. "Onestamente, spero che questa guerra finisca presto. Anche se procura al Garden molti fondi, perciò-"

"No, no, no," lo interruppe lei. "Non la guerra... voglio dire... come ti senti riguardo a... tutto? Zell, Selphie ed Irvine che se ne vanno... Cid che si ritira, tu che diventi preside... Rinoa... tuo figlio... tuo... padre..."

Capì che non avrebbe dovuto chiedere quando vide apparire quello sguardo corrucciato familiare a tutti sul suo viso.

"Come mi sento non ha importanza. Almeno non per te."

La prima parte della risposta infastidì Quistis, ma l'ultima parte ferì i suoi sentimenti. Aggrottò lo sguardo a sua volta e si voltò arrabbiata sul suo sedile. "Non cambierai mai, no? Sei così... Oh! Non lo so! Non parli a meno che non ti si forzi a farlo! Non ridi quasi mai, e siamo fortunati se riusciamo a vedere il tuo sorriso una volta al giorno. Che c'è che non va con te? Sono passati quattro anni... Hai Rinoa, hai i tuoi amici, ma continui ad agire come se dovessi occuparti di tutto da solo!"

Stringendo i denti, Squall tentò ovviamente di reprimere la sua stessa rabbia. "Forse, Quistis! Magari non cambierò mai – e allora? Neanche tu, continui a chiedermi di dirti 'come mi sento’. Cosa vuoi da me? Ora dobbiamo solo concentrarci sulla nostra missione."

Lei fece un gesto con la mano. "Bene. Chissenefrega. Dimentica che ti abbia mai chiesto qualcosa."

Dopo averla guardata brusco per un secondo, Squall tornò a guardare la strada. E nessuno di loro due disse un'altra parola per il resto delle due ore e mezza di viaggio.

*~*~*~*~*

C'era gente che combatteva dappertutto nell'area che circondava Deling, e sapere che parecchi SeeD stavano combattendo fra di loro fece preoccupare Squall. Mettendo da parte questi pensieri, tuttavia, si disse che era per questo che erano stati addestrati.

La residenza del Presidente era pesantemente vigilata da quelli che sembravano essere alcuni dei migliori soldati di Caraway. Ovviamente temevano un tentativo di assassinio del Presidente, e avevano buone ragioni per farlo. Dopo che la guardie si accertarono che erano davvero SeeD del Garden di Balamb in missione, Squall e Quistis entrarono nell'edificio per incontrare il Presidente Caraway.

Persino l'ufficio di Caraway era sorvegliato da cinque guardie, e Squall cominciò a dubitare che il Presidente Galbadiano avesse davvero bisogno del loro aiuto.

Quando li vide entrare, Caraway si alzò immediatamente dalla sua sedia e andò a stringere loro la mano- "Comandante Leonhart! Ne è passato di tempo, eh?"

Squall annuì senza interesse, mentre Quistis precisava tranquilla, "in verità, si tratta del preside Leonhart ora..."

"Preside? Mio Dio, mio Dio, stai scalando il mondo piuttosto rapidamente, eh?" Caraway guardò di nuovo Squall con un sorriso piuttosto forzato. "È un peccato che io non sia potuto venire per il matrimonio... ma sai, non posso permettermi di lasciare Galbadia nemmeno per un minuto finché Xar è vivo. Spero che tu stia avendo cura di mia figlia. E di mio nipote."

"Sì, signore," sospirò Squall. "Come sa, siamo qui per assicurarci che stia bene, Presidente Caraway."

Caraway annuì. "Sì certo. Anche se dubito che sarà necessario. Ma i miei consiglieri hanno insistito che fossi protetto da SeeD ben addestrati. I miei soldati sono estremamente bravi a combattere, ma hanno meno esperienza in cose come trappole e assassini, sembra," si fermò, strofinandosi il mento con la mano. "In pratica, tutto quello che dovete fare è girovagare per l'edificio e stare attenti ad ogni cosa o chiunque che sembri sospetto. Non dovrebbe essere un lavoro troppo difficile per voi, specialmente perché dubito che Xar si azzarderà ad attaccare con tutte quelle guardie là fuori. Infatti sono sorpreso che siate venuto qui di persona, Leonhart. Sono sicuro che qualunque altro dei vostri SeeD avrebbe potuto farlo."

"Fino alla morte di Xar, la sua sopravvivenza è vitale, Signore. Volevo assicurarmene personalmente," disse semplicemente Squall. Quistis rimase in silenzio, ancora offesa e arrabbiata per la conversazione in macchina.

"Ma certo. Lo apprezzo," rispose Caraway, "Vi suggerisco di cominciare al più presto. Durante la notte, voi due potreste fare a turno in modo da poter riposare un po'." Si girò e tornò alla sua sedia. "Ora, se volete scusarmi, devo fare alcune chiamate importanti. Potremo parlare più tardi."

"Sì signore."

"Certamente."

I due SeeD lasciarono l'ufficio. In corridoio, Squall si girò verso Quistis prima che lei potesse andare via, "hey... io... uhm... mi dispiace per prima."

Quistis fece spallucce. "Grazie, anche se come ti senti non deve importare, giusto? Almeno non a me," rispose acida. "Non è questo che avevi detto?"

Socchiudendo gli occhi, lui si girò bruscamente e se ne andò. "Chissenefrega. Vado a mettermi di guardia."

(Per una volta che cerco di essere gentile vengo trattato a pesci in faccia.)

(Forse me lo merito... Ma perché ha bisogno di saperlo, in ogni caso? Come se ne avesse il diritto. Io... non me la sento di dirle come mi sento. Non voglio parlarne. È più facile così.)

~ Capitolo 30 ~

La missione era davvero simile a quella dell'ultima volta in cui dovevano proteggere il Presidente Caraway. Passarono parecchi giorni, ma non successe niente. Niente. La differenza era che la scorsa volta, erano tutti lì... Zell, Irvine, Selphie, Quistis, Rinoa... persino Nida e Shu. Ora c'erano solo lui e Quistis, che non gli parlava, e nemmeno lui le parlava. Non che gli importasse, ovviamente. Non aveva bisogno di parlare con nessuno.

(Ora sto mentendo ancora a me stesso...)

Sospirando, Squall affondò in una sedia della hall, permettendosi di prendersi una breve pausa dopo essere stato di guardia tutta la notte. Voleva solo che quella missione noiosa trovasse una fine, ma c'era qualcosa che gli rodeva dentro la testa. Aveva abbastanza buon senso da sapere di non supporre che le cose stessero andando bene solo perché questa era la prima impressione. E qualcosa gli diceva che le cose non erano come sembravano neanche questa volta... Qualcosa non andava, ma non riusciva a capire esattamente cosa fosse... Un presentimento, la gente lo avrebbe chiamato così. Lo senti, ma non lo puoi provare.

Appoggiandosi indietro con la schiena, lasciò che la sua mente spaziasse altrove...

(Rinoa... Come starà? Mi piacerebbe essere con lei ora... Potremmo prenderci una vacanza... andare a quel campo di fiori vicino al vecchio orfanotrofio della Madre, solo noi due. Ma non succederà... Troppe cose da fare. Non ottieni sempre quello che vuoi.)

(E Adrian... Tutti dicono che è come me, ma c'è così tanto anche di Rinoa in lui. È strano pensare che sia stato davvero un errore... Probabilmente il miglior errore che abbia mai fatto.)

Squall sorrise debolmente a se stesso.

Si udirono dei passi lungo il corridoio, e il SeeD si mise rapidamente in piedi. Una delle guardie di Caraway venne camminando verso di lui. Squall si ricordava di averlo visto un paio di volte prima - lo riconosceva perché si teneva sempre lontano dagli altri soldati e aveva lunghi capelli che gli coprivano completamente la faccia fino al naso. Sembrava incredibilmente stupido, ma naturalmente, Squall si teneva questo pensiero per sé, come tutti gli altri.

Con sua sorpresa, la guardia non gli passò oltre, ma invece si fermò e si girò verso Squall, sbirciandolo attraverso un singolo occhi verde smeraldo che era visibile attraverso i suoi lunghi capelli.

"Mi scusi..." chiese il soldato con una voce profonda e calma. "Sa dov'è il Presidente adesso? Ho bisogno di consegnargli un messaggio importante..."

Squall lo guardò vacuo per alcuni secondi. All'improvviso ebbe una brutto presentimento riguardo a quel tipo... Quello stesso assillante presentimento che lo stava tormentando dicendogli che qualcosa andava storto. Era irritante.

(Probabilmente sono solo paranoico... È naturale con tutti questi anni di combattimento...)

"Allora?"

"L'ho visto verso l'alba. Si stava dirigendo al suo balcone per fare colazione lì," rispose Squall.

"Grazie." Il soldato gli fece un veloce sogghigno che fece sentire Squall in un qualche modo nervoso, poi continuò per la sua strada.

Incapace di far andare via quella brutta sensazione di qualcosa che gli sfuggiva, Squall prese a camminare lungo il corridoio nell'altra direzione. Un messaggio al Presidente... La mattina così presto? Beh, era possibile...

(Un momento... Quel tipo non era nella squadra destinata alla sorveglianza esterna? Allora perché all'improvviso se ne va in giro a recapitare messaggi?)

(Tiene sempre le distanze dagli altri. Forse è solo asociale... Ma la sua faccia... Perché la nasconde-)

Come un fulmine a ciel sereno, Squall comprese tutto. Ne avesse avuto il tempo, si sarebbe mentalmente maledetto per essere stato così stupido. Con una mano pronta sul gunblade, corse più veloce che poteva verso la camera privata del Presidente.

Sorpassò Quistis. "Squall, che succede?!" gli gridò dietro lei.

"Seguimi e basta!"

*~*~*~*~*

"Nome, grado, scopo della vostra presenza qui?" La guardia fuori la stanza del Presidente Caraway guardò serio l'altro soldato.

"Ho un importante messaggio per il Presidente," insistette l'uomo dai capelli lunghi. "Per favore, mi lasci entrare immediatamente. Ho fretta!"

"Non posso farti entrare senza sapere che sei stato autorizzato. Per favore, nome e grad-"

Il calcio di una pistola fu duramente abbassato contro la sua testa così velocemente che la guardia non ebbe tempo di reagire. Cadendo immediatamente in stato d'incoscienza, finì a terra con un suono sordo, il sangue che scorreva sul tappeto bianco dalla base del suo collo.

"Ecco qui il mio nome e il mio grado," mormorò la figura dai lunghi capelli neri. Un sorriso malvagio si fece strada nella sua faccia mentre afferrava la maniglia della porta ed entrava.

*~*~*~*~*

A Caraway piaceva prendersi il tempo che gli occorreva durante la colazione. Era il suo unico momento di pace. La guerra lo stava stressando completamente. Non era facile essere Presidente in un momento come quello, essere la causa di tanto spargimento di sangue e vite sacrificate per lui e per il paese. Sospirando pesantemente, guardò l'orizzonte nuvoloso e mandò giù un sorso di caffè.

"Signore," disse una voce dietro di lui.

Appoggiando la tazza sul tavolo accanto a lui, Caraway si alzò per guardare in faccia il soldato che era entrato sul balcone. "Sì... hmm, non ricordo di averti mai visto prima qui..."

"Signore, ho un messaggio per lei... uno... davvero importante," disse lo sconosciuto soldato dai capelli lunghi con una voce profonda.

"Oh, davvero? Beh, cosa c'è?" chiese il Presidente con evidente preoccupazione.

"Beh... QUESTO, naturalmente." Il soldato tirò fuori una pistola e la puntò contro Caraway, che spalancò la bocca e si ritrasse sotto shock. Il soldato si spostò i capelli dalla faccia, rivelando un'orribile cicatrice e un occhio mancante. "Finalmente, Caraway... Siamo solo io e te."

"Xar..."

"Finalmente! Pagherai per quello che hai fatto a me. A tutti noi... Dopo tutti questi anni di lotte, ci hai cacciato via e detto 'viva la pace’. Tutte queste battaglie, per NIENTE?! Il Presidente Deling ci aveva promesso una vita migliore! Avremmo dominato l'intero continente di Galbadia, e infine, forse anche Balamb. Saremmo stati la più grande nazione della parte occidentale del mondo! Ma no! Dopo tutto quello che abbiamo passato, sei arrivato tu a dirci che l'abbiamo fatto per niente!"

"Xar, sicuramente capirai..." iniziò Caraway, ma Xar non lo lasciò finire.

"No! Ho perso l'occhio in battaglia! Sono segnato a vita! Ho perso persino mia moglie! È tempo che qualcuno che sa come guidare una nazione prenda il potere, Caraway. È tempo che paghi il prezzo di ciò che hai fatto, ed è arrivato il momento in cui prenderò il potere che merito..." Xar lo fissò con rabbia e premette il dito contro il grilletto, pronto a fare fuoco...

Accadde tutto velocemente.

"Presidente!" urlò una voce maschile.

Si udì un colpo di pistola, proprio mentre una figura scura saltava di fronte al Presidente.

"SQUALL!!!" gridò Quistis, mentre il corpo ferito perdeva l'equilibrio e barcollava all'indietro, cadendo oltre il bordo del balcone.

Un altro colpo di pistola, e il corpo di Xar cadde a terra. Preso di sorpresa dal salvatore del Presidente, non aveva visto la pistola dello stesso Caraway.

Quistis corse immediatamente al bordo del balcone, "Squall!! Oh... no..."

Stava cadendo... cadendo... il dolore che gli bruciava in petto.

...cadendo.

Poi l'impatto, e tutto divenne scuro.

*****
Nota della traduttrice/betareader: per i lettori di EFP, tutte le recensioni a questo capitolo sono raccolte nella nota finale al capitolo 1. Verranno tradotte tutte insieme a fatte avere a Tarlia non appena sarà terminata la pubblicazione di tutta la storia rivista (un capitolo a settimana). Grazie e alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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