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Autore: Cuppycake Girl    27/02/2011    7 recensioni
Questa storia parla di come mi sono immaginata la nuova generazione, alcuni personaggi sono della Rowling, altri sono di mia invenzione.Qui nessun Potter è Serpeverde e i Malfoy non sono tra i protagonisti. Questa è la mia prima storia e spero che vi piaccia! Per ogni cosa ditemi nelle recensioni. Buona lettura, Alessia.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Avvertimenti:
Ok, sto facendo una gran cavolata, ma ti avverto, tu stai facendo una cavolata ben più grande della mia. Se stai per leggere questa roba ci sono tre possibilità:                               
 -sei una suicida                                                                                       
-sei mia sorella che si vendica perché sbircio tra le sue robe                                                                                                                  
-beh, sei una pazza come me.                                          
Nei primi due casi ti avverto: ESCI SUBITO DI QUI!!!  (non voglio morti sulla coscienza)                                                           
Nel terzo caso benvenuto nella mia mente pazza/malata/irrecuperabile/ebete all’ennesima potenza/ecc.                                                                                                Buona lettura!                                                                                                                     
P.S. In caso di riscontro  di malattie mentali dopo la lettura – mi scuso immensamente- non mi assumo alcuna responsabilità. XP                                                                                                                            
 
 

 
 
 
 
 

The Return of Marauders

Capitolo 1                        
Again the Beginning 
                       

1 Settembre 2020
Ok, sto per fare una cosa immensamente stupida, e, penso terrorizzata alle conseguenze ma, come al solito, il coraggio la testardaggine ha la meglio.
Prendo un bel respiro al tre, uno, due, TRE! Salto addosso a quel fagotto di coperte che dovrebbe essere mia sorella,  sì dovrebbe perché avvolta così sembra più Tutan Khamon.
Atterro sul soffice e sotto di me sento un affannato tentativo di respirare: mia sorella la mummia si è svegliata dal sonno eterno.
–Buongiorno! Il sole splende, gli uccellini cinguettano allegramente e ci aspetta una bella colazione ricca di energia per la giornata- dico con un tono alla “tutti insieme appassionatamente”.
–Affaffulo-  sento mugolare dolorosamente in risposta.
–Eh?- di solito io e May (il nome della mummia di mia sorella) ci capiamo al volo ma questo farfugliare era eccessivamente incomprensibile. Una testa coperta da una massa rossa, tranquilli non è sangue, sono capelli, emerge.
–Ho detto: vaffanculo- risponde visibilmente infastidita e molto leggermente scossa.
–Ma che brutta parola da dire il giorno della partenza per Hogwarts miss prefetto-perfetto, ti dovresti togliere dei punti- dico con voce pomposa.
–Devo ripetere la parola di prima o arrivi da sola al concetto miss i miei hanno ricevuto una lettera perché ho appeso uno alla torre di astronomia?- risponde.
–Ehi, questo è un colpo basso: era per una buona causa!- ribatto.
–Si come no. Ma tornando a prima hai detto “il giorno della partenza per Hogwarts”?- domanda impaurita.
 –Esattamente!- rispondo felice.
L’intensità dell’urlo che segue quest’affermazione non è descrivibile.
–MA SEI MATTA? PERCHè NON MI HAI SVEGLIATA PRIMA- urla e guarda l’orologio –MANCANO SOLO TRE ORE!-
May è esageratamente pignola e precisa, l’unica pecca in una vita di precisione  è la puntualità, qualità che stranamente manca anche a me. Comunque lei vuole essere puntuale, a tutti i costi, ma ogni volta c’è qualche ostacolo: una volta aveva comprato una la mattina quell’aggeggio, commettendo il reato di emettere un orrendo suono per svegliarci, è stato casualmente gettato dalla finestra da due ragazze svegliatesi con il piede sbagliato. Tornando alla storia.
Quella belva di mia sorella La mia cara e dolce sorellina con gli occhi adorabilmente rossi, un sorriso coccolosamente isterico e un tenerissimo tic nervoso all’angolo della bocca, mi vuole cruciare coccolare a suon di schiaffi.
–Tu!- sguardo assassino.
–Io?- deglutisco rumorosamente e mi strozzo con la saliva.
–Tu! Fay Summers, come hai osato???-sbraita.
Con tutto il coraggio che può avere una degna Grifondoro mi armo di cuscino e con un urlo di battaglia stile “questa è Sparta” mi fiondo su di lei. May mi schiva e afferra la sua morbida quanto pericolosa arma e mi assale ferocemente. La battaglia continua con cuciture dei cuscini tirate al massimo, salti sui letti e sulle persone,fino a quando lo scricchiolio sinistro del mio letto m’informa che è meglio smetterla. Ricordandoci della situazione entrambe puntiamo al bagno e di un pelo raggiungo la porta per prima, mia sorella era ancora stordita da una cuscinata particolarmente forte. Chiudo la porta a doppia mandata e mi preparo a una doccia.
 Durante la doccia io faccio un sacco di strani ragionamenti, insomma un sacco di fantasticherie più comunemente dette “seghe mentali”.
Ultimamente i miei ragionamenti vertono pericolosamente su una sola persona di cui non riesco a spiegare il comportamento, ma a cui ora non voglio pensare perché tra circa due ore e mezzo lo rivedrò. Faccio scorrere l’acqua tiepida e, con mio grande rammarico, dopo venti minuti ho finito l’intero lavaggio.
Mi avvolgo in un asciugamano lungo ed esco dal bagno armata di spazzola, fulmineamente May entra in bagno. Mi dirigo all’armadio e lo apro, metà di quell’immenso mobile è occupata da me e metà da Tutan Khamon. Infilo l’intimo e per i vestiti mi affido all’istinto … pesco dei jeans scuri e una t-shirt bianca, mi accontento, mi vesto e ammiro il risultato. Penso che la prima cosa che si noti guardandomi siano i capelli: un acceso rosso fuoco, lunghi fino a poco prima della vita e ondulati. Io li adoro quasi quanto adoro i miei occhi: sono azzurro intenso, vivaci ed espressivi. Il mio viso è puntinato di lentiggini, che partono dal naso piccolo, ma che non arrivano alla bocca piccola con labbra piene. Per il fisico, beh sono abbastanza bassa:arrivo a malapena al metro e sessanta, non sono anoressica ma sono magra e diciamo che… la mia crescita si nota dalle parti alte, forse un po’ troppo grandi, per le quali da piccola mi prendevano in giro e chi vuole intendere intenda. Immersa nei miei pensieri non mi sono accorta che la mia fotocopia vivente è alle mie spalle, per chi non l’abbia capito io e May siamo gemelle.
 I miei si devono essere divertiti parecchio a darci nomi così uguali: già di aspetto siamo identiche, se poi ci mettiamo i nomi! Sì, di sicuro quei gran simpaticoni si saranno fatti quattro risate pensando a tutti i malintesi futuri: il primo giorno di scuola tutti si confondevano, io mi sono infuriata e per poco non ho picchiato uno studente del mio anno alla gabbana. Comunque essere gemelle ha i suoi vantaggi: a volte per i corridoi mi spaccio per May per mettere paura a qualche Serpeverde (cosa che lei non approva assolutamente). A parte gli scherzi tra noi c’è un forte legame, un’intesa speciale, a volte mi sembra di leggerle nella mente! E ora si starà chiedendo a cosa stessi pensando con la faccia tutta pensierosa.
 –Niente- dico precedendo la domanda.
 Lei mi guarda strano e passa sopra alla risposta.
 Torno in bagno a finire di prepararmi e scendo a fare colazione.
 –Ciao tesoro! Cosa vuoi stamattina?- mi chiede mamma alla “tutti insieme appassionatamente", l’unica differenza era che io scherzavo, lei fa per davvero.
–Solo un bicchiere di latte- rispondo lei mi guarda contrariata ma non si oppone: sa che quando sono in tensione non ho fame, sete o altro.
–Preoccupata per la scuola?- mi chiede.
 –No, sto soltanto pensando a un ricovero d’emergenza per farmi districare le budella.- rispondo con tono ovvio.
–Ok, comunque sono certa che andrà tutto bene, come al solito, basta guardare i tuoi voti!- dice orgogliosa.
 Eh già, strano ma vero io a scuola vado bene, ma davvero bene. Non sono una secchiona, ma per me, una babbana di nascita tutta questa faccenda della magia è davvero fantastica. Ovviamente ho già deciso il lavoro che farò, e ovviamente ho tutti i G.U.F.O. necessari: voglio fare l’Auror. Sento che è il lavoro per me: aiutare le persone a vivere in un mondo migliore, sapere di avere davvero fatto qualcosa per il futuro, è questo che voglio sentire e per questo, ma anche per l’azione lo ammetto, voglio fare l’Auror.
May è ancora indecisa tra Auror e Medimaga. Secondo me sono entrambi dei lavori rispettabilissimi e non posso fare altro che appoggiarla, qualunque scelta farà, ma devo ammettere che mi sentirei più sicura a saperla a curare le persone che a correre il rischio di non poter essere curata.
La mia gemella entra in cucina e, al mio contrario, si strafoga. Lei è una di quelle persone fortunate, quelle che mangiano di tutto e non ingrassano parchè hanno il metabolismo veloce, ma per me è solo un colpo di fortuna.
–Puoi mangiare più lentamente mi viene da vomitare- sussurro cercando di trattenere un conato.
–Lo sai che mi calma- si scusa in una tregua per poi ricominciare l’abbuffamento.
–Io controllo di aver preparato tutto.- e, seguita dagli sguardi allarmati di mia madre che pensa che vomiterò davvero, salgo in camera. Ho fatto bene a controllare di aver preso tutto, stavo per dimenticare l’oggetto più importante per me, non la bacchetta, quella me la porto sempre dietro, ma il mio album di fotografie. Dentro ci sono foto di ogni tipo, a partire da quando io e May eravamo piccole, quando mio padre c’era ancora, ad arrivare a quelle di scuola che si muovono, le più recenti. Mio padre è morto quando eravamo molto piccole, avevamo cinque anni e per questo non lo ricordo molto bene, ma mi manca comunque moltissimo. Non ho mai avuto la forza di chiedere alla mamma come fosse morto, farebbe del male sia a me sia a lei, ricordare la sua morte. Più che altro quando si parla di lui parliamo dei momenti felici, quelli che ci piace ricordare, quelli che vogliamo ricordare.
 Ecco, l’ho fatto di nuovo: mi sono di nuovo assorta nei miei pensieri. Ficco in tutta fretta l’album nel baule e scendo le scale di corsa, facendomi travolgere dalla gemella che invece le sta salendo, probabilmente per prendere il suo baule.
 Quando torna giù io e mia madre la stiamo aspettando per partire in tutta fretta. Saliamo in auto e stiamo per partire.
– Aspetta! Ho dimenticato la gabbia di Rigel!- esclamo. Rigel è la mia adorata civetta. Tra noi è stato amore a prima vista ricordo come fosse ieri il nostro incontro.
 Ero entrata nel negozio di anomali magici con l’intento di acquistare un gatto, l’animale che mi sembrava più adatto tra quelli permessi a Hogwarts. La porta fece suonare un campanello e io attirai l’attenzione, non mi ero mai vestita in modo appariscente ma a Diagon Alley mi sentivo una calamita per gli sguardi. Tutti erano vestiti con strane vestaglie e mi sentivo come una lampadina rosa shocking intermittente in mezzo alle candele. Comunque, anche gli animali sembravano guardarmi straniti tranne una civetta: da quel momento fui certa che sarebbe stata la mia civetta. Quella civetta mi guardava incuriosita, aveva perfino smesso di beccare un bambino che cercava di mettere le dita nella sua gabbia! Mi avvicinai alla sua gabbia non so da cosa lo capii ma c’era intesa tra di noi. Quando uscii dal negozio ero la ragazzina più felice del mondo e la civetta tubava allegra. Quando le trovai, mia madre e May mi guardavano stralunate, si aspettavano un tenero gattino e si ritrovavano un uccello che le guardava ostili come a voler dire: “Lei è solo mia” e, sinceramente a me non dispiaceva. Alla fine fu May a comprare un gatto, Cuddly, che va piuttosto d’accordo con Rigel.
Tornando all’1 settembre, scesi di corsa dalla macchina e mi precipitai in camera a prendere la gabbia. Ogni anno mi dimenticavo qualcosa e perdevamo tempo perché non la trovavo. Tuttavia la gabbia della civetta è sempre stata sul mio comodino, non ha mai cambiato posto da quando la portai a casa. La prendo scendo le scale e torno in macchina. Una po’ mi manca la presenza di Rigel abbiamo sempre cominciato insieme ed è strano non sentirla tubare felice per il ritorno a scuola.
 –Bene- dice mamma –avete preso tutto ora vero?-
 -Sì- rispondiamo in coro.
 Mette in moto stiamo per lasciare la casa, mi mancherà…
 -Aspetta!- no,non sono io questa volta è May.
Mamma è sull’orlo di una crisi di nervi.
 –Vai più lentamente, così farà più film drammatico- la mia faccia non si può descrivere se non così: “-.- . Mia madre sospira leggermente irritata. Persino Cuddly, che è in braccio a May, ha un aria perplessa.
La strada per la stazione procede tranquilla, senza dimenticanze o richieste di effetti speciali. M’immergo nei miei pensieri. Hogwarts, finalmente, era da mesi che aspettavo questo momento, anche se mi dispiace per la mamma, che resterà sola. Ma non posso fare a meno di pensare che la mia scuola sia per me al pari di casa mia.
  Non posso fare a meno di pensare alle mie tre migliori amiche, tutte Grifondoro, tutte del mio dormitorio. D’altronde se stai a parlare fino alle quattro di notte (quando crolli addormentata) non puoi non diventare amica del cuore di una persona. Noi siamo cinque ragazze, totalmente diverse, ci sono solo tre cose che abbiamo in comune: le caratteristiche Grifondoro (sia le positive sia le negative), il fatto che ci consideriamo sorelle e il cioccolato, la passione comune. Fay, May, Elizabeth, Claire e Lakeshia, semplicemente noi, semplicemente amiche.
Ogni giorno insieme è una giornata speciale, unica. Ci conosciamo dal primo anno e sin dal primo giorno siamo state amiche.
Sento l’auto fermarsi, siamo arrivate. Ognuno prende i suoi bagagli e May prende Cuddly in braccio. Mancano circa dieci minuti,cela possiamo fare. Di corsa arriviamo alla barriera e salutiamo frettolosamente mamma, ho una strana fitta allo stomaco e nella sua voce colgo una nota di tristezza. Non so perché ma ho una brutta sensazione.
Dopo aver abbracciato mamma io e mia sorella ci appoggiamo con noncuranza alla barriera e passiamo. Eccolo, il binario 9 ¾ mi era mancato sentire i suoi rumori, la folla che si saluta,il treno che fischia, le persone che caricano il baule, il tonfo provocato dalla mia caduta…
Un attimo, la mia caduta? Ah sì, perché sono stesa a terra? Sento un dolore alla schiena, ma io sono caduta di pancia (ahia).
– Summers, oddio scusa non volevo, pensavo non ci fosse nessuno!- dice qualcuno.  Dio no, ti prego no. – Davvero ti giuro che non volevo! Un attimo, perché non mi hai ancora cruciato?- continua qualcuno.
 
–POTTER!- urlo infuriata e tutti i presenti nella stazione si girano.

 
Spazietto della Pazza dell’Autrice
Che dire? Benvenuti, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Devo dire che la scelta di scrivere è stata molto difficile, ma alla fine eccomi qui. Tuttavia, penso che scrivere qualcosa se nessuno la legge sia inutile, quindi continuerò solo mi farete capire che v’interessa (quindi mi preparo a cancellare anche questo capitolo).
Passando alla storia, sappiate che qui nessun Potter è Serpeverde, e i Malfoy c’entrano ben poco. La storia, come spero avrete capito, parla di due gemelle che frequentano Hogwarts e che incontreranno alcuni dei figli dei personaggi della Rowling. In questo primo capitolo presentiamo due delle protagoniste e accenniamo ad altri (James Sirius Potter e le amiche). Questo è il loro sesto anno e, se andrò avanti, scriverò anche il settimo.
Ora passiamo alla spiegazione del capitolo. La protagonista principale è Fay è penso che continuerò a usare il suo punto di vista, lei è molto diversa da sua sorella (nel carattere), è Grifondoro con le caratteristiche che conseguono, come gli altri protagonisti, inoltre è decisa e sa farsi rispettare, prende sempre le difese di chi è nel  giusto, ma non è impicciona. Verso le amiche è molto leale e se litiga, nonostante sia molto orgogliosa e anche se non è colpa sua, è la prima a chiedere scusa, nei confronti di James, beh per ora non le sta molto simpatico, perché lo crede un bambino viziato e presuntuoso. Lo so starete pensando che sto copiando il rapporto Lily/James, ma non è mia intenzione,da come la Rowling descrive James Sirius nella parte “Diciannove anni dopo” mi è sembrato molto simile al James originale. E qui arrivo a spiegare il titolo “The Return of Marauders”, io ho immaginato la nuova generazione come la rinascita dei Malandrini, ovviamente senza un licantropo. I “miei Malandrini” sono quattro uno è James e gli altri li conosceremo nel prossimo capitolo.
Sono stanchissima e ho scritto un sacco quindi chiudo qui. Fatemi sapere se vi piace, se avete delle critiche (non siate troppo brutali è la mia prima storia) o se avete contratto una malattia mentale per aver letto il capitolo via recensione.
Baci & Abbraabbracci, Alessia.

  
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