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Autore: LizBee    27/02/2011    3 recensioni
Ursa ha dei piani per il proprio futuro. E anche suo padre li ha per lei.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Ambizione


Fanfiction di LizBee
Traduzione di Kuruccha




Quando Ursa entrò, la casa le sembrò vagamente diversa. Tutti i mobili e gli oggetti erano rimasti esattamente come li ricordava, ma c'era un profumo insolito nell'aria, un odore pungente di erbe e medicine e malattia.

Suo padre l'aspettava nel proprio studio. Gli si inchinò, inghiottendo paure e domande. Lui non avrebbe voluto vederla piangere.

"Figlia," disse mentre lei si raddrizzava. "E' bello che tu sia a casa".

"Avrei potuto venire prima," disse lei. "Avrei potuto recuperare gli esami in seguito."

"Non era ancora tempo," le disse.

Fin da quando poteva averne memoria, la vita di Ursa aveva sempre seguito le tabelle di marcia del padre. Tempo di imparare a camminare. Tempo di andare a scuola.

Ursa era nata due settimane in ritardo. Per segnare un punto a proprio favore, aveva detto sua madre una volta, e suo padre aveva riso.

In quel momento non rideva. La sua bocca era tesa. Subito le venne alla mente il pensiero, Nemmeno lui vuole che io lo veda piangere.

Lui si piegò in avanti sulla scrivania e le toccò la mano. "Tua madre è in giardino," disse. "Va' da lei."

La stava aspettando nel padiglione che dava sul laghetto. Ursa indugiò sulla soglia, prendendo fiato dopo la corsa sgraziata attraverso quel luogo. La madre le sorrise e le tese le mani.

"Ursa," disse.

"Mi dispiace," disse Ursa, accasciandosi ai piedi della madre. "Non lo sapevo. Non me l'hanno detto." Si asciugò il viso con la manica dell'uniforme scolastica e si tirò su per sedersi a fianco della propria madre, stringendone le mani.

Mani così fragili, realizzò. Nei mesi che Ursa era stata a scuola, via da casa, sua madre era deperita. Perfino i suoi capelli sembravano più sottili.

"Ah, è così," disse, e si fermò.

"Qualcosa è cresciuto nel mio petto," disse sua madre. "O almeno, è da lì che è cominciato." Prese un lungo, tremolante respiro, allontanando le proprie mani da quelle di Ursa e allungandosi verso la teiera sul tavolino vicino a lei. Le sue mani tremarono un po'.

"Lascia," disse Ursa, e versò il tè di papavero, avvicinando la tazza alle labbra delle madre.

"Ora," disse lei quando la tazza fu vuota, "dobbiamo parlare del futuro. Del tuo futuro."

"Può aspettare," disse Ursa. "Non devo tornare a scuola fino a dopo che-" vacillò. "Possiamo andare a Ember Island. Dicono che i bagni di mare facciamo molto bene alla salute, e puoi stare seduta al sole e -"

"Ursa," disse la madre, "non c'è tempo."

Fu il sole, riflettendosi nel laghetto, che trasformò gli occhi di Ursa in acqua.

"Mio padre avrebbe dovuto dirmelo prima."

"Non essere arrabbiata. Aveva già deciso quale fosse il momento adatto per dirtelo. Pianificare, per lui, è un conforto." Sua madre esitò. "Per favore", disse, "non arrabbiarti con i suoi programmi."

Qualcosa nel modo in cui l'aveva detto-

"Quali programmi?" domandò Ursa.

"Non tornerai a scuola." Sua madre le posò le mani sulle spalle e le fece cenno di voltarsi, e cominciò a lavorare i suoi capelli, sciogliendoli dalla lunga treccia. "Hai quasi tredici anni. Sei quasi una donna."

"Ma io voglio-" Era ridicolo, preoccuparsi di sè quando sua madre stava così male. Solo - suo padre non era l'unico ad avere dei piani. Ed era stata sua madre a negoziare con suo padre, che si era battuta perchè Ursa avesse un vero maestro del Dominio del Fuoco, invece della vecchia signora che insegnava quelle Danze del Fuoco che Ursa tanto detestava.

Stava per perdere il suo unico alleato nella guerra per il proprio futuro. Strategia, si disse. Strategia, come la Signora del Fuoco Minh contro i saggi ribelli. Sarebbe stata razionale, e abile, e perfettamente disinteressata.

Tuttavia, la sua voce era molto sottile mentre diceva, "Ma io volevo sostenere gli Esami Imperiali." Il primo passo di un'onorevole carriera al servizio della Nazione del Fuoco. Suo padre era un nobile minore, e i familiari di sua madre erano - no, meglio non parlare di loro. Ma lei era intelligente e capace; un giorno, con il duro lavoro e la fortuna e il favore politico, avrebbe potuto diventare uno degli anziani ministri, con doveri e responsabilità, e l'orecchio del Signore del Fuoco stesso.

"Tuo padre," disse sua madre accuratamente, "è un uomo di vecchi costumi."

"Mi darà in sposa a un qualche signorotto, e si congratulerà con se stesso perchè i suoi nipoti saranno di rango superiore."

"Penso stia mirando ben più in alto di così."

Qualcosa nella voce della madre fece voltare Ursa.

"Quanto più in alto?" disse.

Ci fu un barlume del vecchio umorismo negli occhi di sua madre.

"Che ne pensi di diventare una Principessa della Nazione del Fuoco?"

Per un secondo, Ursa non riuscì a respirare. Così tanto potere, così presto.

Le consorti reali, però, non avevano potere, eccetto attraverso i loro figli. A meno che non fossero in grado di persuadere i loro mariti-

"Papà vuole darmi in sposa al Principe Ozai, non è vero?"

"I suoi cugini fanno parte della cerchia del Principe."

Ursa raccolse le gambe al petto. Avrebbe voluto appoggiarsi alla madre, come era solita fare quando era piccola, ma lei era così esile...

"Ricordo bene," disse la madre, "quanto hai discusso per poter imparare propriamente il Dominio del Fuoco. Avevi solo sette anni, ma eri così razionale e logica. E poi ti ho trovato in giardino, quella notte, che davi fuoco ai miei alberi."

"Nessuno mi stava insegnando," borbottò Ursa. "Come potevo imparare?"

"Ed è stato quello che ho detto a tuo padre." Sua madre si appoggiò al cuscino della sedia, gli occhi semichiusi. "Questa volta non sarà così ragionevole. Pensa di star facendo la cosa giusta per te. Ti vuole molto bene, lo sai."

"Non hai paura?" chiese Ursa.

"Sì," disse sua madre. Iniziava a farfugliare leggermente. "Vuoi avere figli, Ursa? Non avevo nemmeno mai pensato di chiedertelo."

"Sì." Ursa aggrottò le ciglia. "Ma pensavo che la mia famiglia sarebbe stata disgiunta dalla politica." Al sicuro.

"Un lusso che la famiglia reale non può darti. Ma," sua madre pizzicò la manica di Ursa. "Se avrai una figlia, puoi essere sicura che non dovrà imparare il dominio del fuoco di nascosto."

Quando sua madre si addormentò, Ursa tornò dentro, per parlare di nuovo con suo padre.


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Note dell'autrice: Scritta per Yifu nell'ambito del "White Lotus Lunar New Year Exchange". Prompt: Ursa pre-matrimonio. Generale, eventuale Ozai da giovane.

Note della traduttrice: Era un po' che volevo tradurre qualcosa per questa sezione, e quando mi sono imbattuta in questa fic non ho saputo resistere. Ursa è un personaggio su cui nessuno aveva ancora scritto niente, se ben ricordo :)
Amo molto l'atmosfera che permea questa fic, spero di essere riuscita a renderla bene <3
Commentate pure liberamente, provvederò io a tradurre e inoltrare qualsiasi eventuale recensione all'autrice :)
Questo è il link alla storia originale su ff.net :)
  
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