“ Prendi… Prendi…” dissi. Diedi a Harry i miei ricordi. Avrebbe capito tutto. Volevo che capisse tutto. Tutto quello che era stato nascosto dentro di me. Per non odiarmi. Per riuscire a capire che l’amore per Lily aveva cambiato radicalmente tutta la mia vita. E questa era la cosa più importante.
“ Guar…da…mi” sussurrai.  Riuscivo a vederlo. Vedevo un James Potter che si chinava su di me. Le mie orecchie furono invase dal suono di mille risate e schiamazzi che solitamente sentivo quando mi trovavo vicino a James Potter, l’asso del Quiddich. I suoi capelli… quel nero lucido… quei maledetti occhiali… ma poi, improvvisamente, una salvezza. Occhi verdi. Quegli occhi verdi, quello stesso sguardo. Se quella doveva essere l’ultima volta che vedevo il mondo, quale visione migliore? Silente aveva ragione… Harry Potter era molto più simile alla madre, in natura. Potei vedere la sua anima. Dicono che gli occhi sono lo specchio dell’anima. E hanno ragione. Certo che hanno ragione. Erano così profondi e intensi che quasi mi rammaricai di non essere stato più amichevole con il ragazzo. Forse, se avesse saputo prima la mia storia… avrebbe capito… d’altronde, lei mi capiva sempre… la mia vista cominciò a sfocarsi agli angoli. Ormai il suo volto era incorniciato dal buio. Sì, avrei potuto raggiungerla, e ridere come facevamo un tempo. Amerà ancora Potter. Ma io la dovevo rivedere. E chiederle scusa. E dirle che suo figlio era diventato un grand’uomo. Non vedevo più i contorni del viso, né i capelli di Harry Potter. La mia attenzione era tutta focalizzata sugli occhi. E improvvisamente, qualcosa cambiò. Le sue sopracciglia cambiarono colore. Da nere a rosse. Tutto si stava facendo più vivo. I capelli del ragazzo diventarono rossi, la bocca carnosa, il viso affusolato... Lily. Io non stavo guardando Potter. Stavo guardando Lily. E tutto, come era iniziato, improvvisamente cessò.