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Autore: _Nishitzu_    27/02/2011    0 recensioni
Un frammento di una storia, un attimo e tutto può precipitare nel buio, una sola speranza che a volte non si esaudisce.
Voler essere il mondo di qualcuno, e scoprire che non si può.
Ecco un piccolo assaggio di un'opera futura.
Ditemi che ne pensate!
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo soli, la stanza era vuota e non c’era nessuno che potesse disturbarci

Eternity


Eravamo soli, la stanza era vuota e non c’era nessuno che potesse disturbarci.

Fuori la pioggia cadeva fitta e grigia e nell’aria avvertivo un brutto presentimento che non se ne voleva andare.

Lui mi si avvicinò, e mentre un tuono squarciava l’aria, me lo chiese.

Io rimasi un attimo impietrita, cercando di assimilare le sue parole, poi gli domandai –Sei proprio sicuro?- la voce mi tremava e lo stesso facevano anche le mie mani; lui annuì convinto, e quel gesto mi sembrò qualcosa di definitivo, così risposi –Allora lo farò, esaudirò il tuo desiderio- e ostentai una sicurezza che non provavo affatto.

Ci avviammo subito, per giungere il più in fretta possibile al luogo preposto, e io sperai che quei minuti si protraessero all’infinito, diventando ore, giorni, mesi, secoli perfino, pur di non separarmi da lui.

Arrivammo alla nostra meta fin troppo in fretta e ci fermammo davanti ad un cristallo enorme, che emanava una luce purissima; davanti a quella meraviglia, la mia determinazione vacillò, e una punta di puro egoismo affiorò sulla superficie della mia anima.

La soffocai, poiché non avevo nessun diritto di trattenerlo; d’altronde, se fossi stata io al suo posto, non avrei mai sopportato di vedere la donna che amavo intrappolata in quella gemma e avrei cercato in tutti i modi di raggiungerla.

Lui era davanti a me, e mi dava le spalle.

Il suo sguardo, perso in quella luce azzurrina emanata dal cristallo, ammirava con aria sognante la donna intrappolata al suo interno; dopo qualche attimo, si voltò verso di me, e mi disse –Fallo.-.

Tale parola, secca e dura, mi passò da parte a parte come una lama affilata.

-Io…-cominciai, ma mi mancò la voce.

Lui mi si avvicinò e mi guardò in viso; non so cosa vide, ma la sua espressione si fece appena un poco più dolce e il mio cuore andò in frantumi.

Decisi che gli avrei detto tutto quello che pensavo, però lui mi precedette –Dimmi a cosa pensi…- io scossi la testa, tuttavia gli confessai ogni cosa: tutto quello che avevo taciuto venne a galla, fluendo nella mia voce e nelle mie parole, le ultime.

-Farei qualsiasi cosa per te, lo sai, perciò hai domandato a me e non a qualcun altro vero? Penso di meritarmelo, alla fine io non sono stata abbastanza forte…te lo dirò chiaramente: io sto male al pensiero che tu te ne vada…non so perché…- e qui mentii, perché non avevo il coraggio –non so perché mi senta così male, tuttavia ti prego, dimmi che non lo fai perché ti senti in colpa, non lo sopporterei. Smettila di farti del male, smettila di accusarti inutilmente, tu sei stato solo una vittima!…penso sia solo colpa mia, se ci fossi stata…se solo…ma oramai è finita, dimmi solo che non lo fai perché ti senti responsabile…- lui mi guardò, confuso e stupito, ma non replicò.

Io mi sentii malissimo, e rimasi zitta.

Il silenzio si allargò intorno a noi, poi lui tornò a voltarsi verso il cristallo e sussurrò –Grazie. Con te ho capito che valeva la pena di vivere per quelle persone….e no, tranquilla, non lo faccio perché mi sento in colpa.- però sapevamo entrambi che era una menzogna.

Con le lacrime agli occhi iniziai a recitare l’incantesimo che gli avrebbe dato la morte e lo avrebbe sigillato là con colei che amava; lui non si voltò verso di me fino all’ultimo, solo quando stavo per terminare e intanto che la gemma si schiudeva per inghottirlo, solo allora mi guardò.

Io, in un impeto, gli gridai disperatamente –Una cosa! Solo una!…Io…!- "Ti amo"…ma le ultime parole le pensai soltanto, perché non ebbi la forza di dargli anche questo dispiacere.

I suoi occhi si chiusero per sempre, e sopra di essi il duro materiale del cristallo.

Mi lasciai scivolare in ginocchio contro la fredda superficie liscia di quella bara indistruttibile, e lasciai le lacrime libere di uscire.

Gridai fino a predere la voce quelle due singole parole che all’ultimo avevo deciso di tenermi dentro.

Alla fine, non so dopo quanto tempo, con un filo di voce aggiunsi rivolgendomi al nulla che lì dentro regnava –Ti ho amato. La tua sofferenza era la mia, e non solo. Avrei voluto proteggerti a costo di venire distrutta, avrei voluto prendere su di me le tue ferite anche a costo di morire, ma non sono stata sufficiente, alla fine, ti ha portato via da me. Lei mi ha sconfitta e lo ammetto. E la odio con tutto il cuore. Avrei voluto darti un altro motivo per vivere…avrei voluto essere il tuo motivo per vivere…- e tacqui, senza più forze.

Mi abbandonai all’indietro, cadendo riversa sulle rocce.

Il tempo del mio esilio era giunto, oramai non avevo più nulla da rimpiangere.

Tracciando con dita incerte il sigillo sul mio petto, cedetti alle tenebre del sonno eterno, e chiusi gli occhi per non risvegliarmi mai più.

 

 

 

 

 

 

 

Note Dell’Autore: Salve a tutti! Credo che diventerò famosa per le one-shot deprimenti!…=___=

XDxD In ogni caso questo è un frammento sia a sé stante (perciò è scritto in modo abbastanza impersonale) sia un pezzo di un mio lavoro futuro (perciò è scritto in modo conciso…se vi svelo tutto subito che gusto c’è? ;D), più precisamentre un incipit , e prima di postare il lavoro iniziato volevo vedere che effetto faceva questo…mi raccomando commentate in tanti eh!

Ciau a presto!

Nishitzu

 

 

  
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